VI
L'obiettivo di questo mio lavoro consiste nell'esaminare in maniera critica alcuni degli aspetti
della relazione che si è instaurata, con l'avvento dei computer nella scuola, intorno agli anni
'80, tra multimedialità e formazione, telematica e didattica, non volendo per questo
promuovere a tutti i costi l'impiego dell'informatica nell'educazione, ma un impiego di essa
come strumento di aiuto per docenti e alunni.
Impiego questo reso possibile da un'attenta analisi della presenza del computer nella scuola,
valutando i suoi come e i suoi perché, cercando di non stravolgere la scuola stessa ma di
fornire indicazioni sulla sua reimpostazione attorno all'informatica, facendo sì che si evidenzi
l'idea di una reimpostazione che non vede l'uomo assoggettato all'informatica e relegato a
manovrare tasti e manopole, bensì un soggetto che grazie ad essa può rispettare i suoi ritmi di
apprendimento rendendolo più rapido.
Ecco perché nella trattazione sarà presente anche un riferimento al rapporto esistente tra
formazione e multimedia applicati,con particolare riferimento alla formazione a distanza che
nasce e si fonda sull'informatica e sulla sua utilizzazione per la formazione lavorativa,
spiegando come si effettua la costruzione di un multimedia e quali sono le caratteristiche che
esso deve possedere per essere ritenuto efficace.
VII
Ovviamente parlando di formazione a distanza non potrà mancare la dissertazione sulla
formazione - on line, specificando similitudini e differenze fra le due modalità, e sulle
innovazioni che la seconda ha introdotto nel vecchio modo di concepire l'apprendimento che
da cronotopico, grazie all'intervento dei multimedia, diventa multimodale, annulla le distanze
spazio - temporali offrendo a tutti l'opportunità di seguire un corso e apprenderne i contenuti.
In ultima analisi procederò alla presentazione di uno degli strumenti più utilizzati dalla
formazione - on line, quale l'ipertesto, specificando le sue caratteristiche, le sue funzioni e il
suo utilizzo, che hanno permesso, insieme agli altri strumenti della formazione multimediale,
lo spostamento dell'attenzione dalle applicazioni "system - based" ad altre denominate "user -
based" o per meglio specificare dal "computer tutor" al "computer tool".
Il primo -computer tutor- viene visto come un sostituto dell'insegnante, che ha il controllo del
processo di apprendimento, propone quesiti e valuta l'adeguatezza delle risposte; il secondo -
computer tool- rinuncia a controllare le risposte diventando un utensile per l'espressione e
l'organizzazione personale della conoscenza, agendo da amplificatore cognitivo.
Quindi si passa da una concezione dei media (il personale computer) impersonale ad una
concezione degli stessi come amplificatori della conoscenza, caratteristica per cui questi
VIII
vengono applicati sempre più nei contesti formativi, diventando elementi di trasformazione
delle modalità di formazione.
Ecco quindi l'input alla base dell'interesse per i media e la loro applicazione in ambito
formativo, riportato nelle argomentazioni qui di seguito, che partendo dal rapporto tra
informazione e formazione giungono all'analisi piuttosto dettagliata del ruolo dei media nella
formazione, in particolare del personal computer, della formazione on - line e di conseguenza
di uno degli strumenti di formazione on - line, quale quello dell'ipertesto,a cui si è data
particolare importanza, poichè con esso è stato creato il progetto di un percorso di formazione
a distanza per docenti sulla "Educazione alla cooperazione nella scuola", allegato alla presente
tesi.
IX
LA TRASMISSIONE DELL'INFORMAZIONE IN RELAZIONE AL
PROCESSO D'INSEGNAMENTO
"Le conoscenze della teoria dell'informazione sono dirette al miglioramento della scuola nella
sua funzione dell'insegnare-apprendere come processo di comunicazione di cui occorre
precisare alcuni concetti". 1
Innanzi tutto, è opportuno introdurre il concetto di sistema poiché il momento apprenditivo è
sostanzialmente una trasmissione d'informazione tra e nei sistemi.
Un sistema è un insieme di elementi la cui organizzazione e i cui rapporti sono la base del
sistema stesso.
Anche nel caso del rapporto insegnante - alunno, si può parlare di rapporto tra sistemi, dato
che l'insegnante interagisce con un altro sistema, l'alunno, modificandolo e
ricevendo modificazioni.
Il risultato di tali interazioni è il comportamento dei due sistemi. Evidente risulta l'attinenza
con lo studio del processo educativo, in cui la relazione tra insegnante e allievo, così come
X
tutte le interazioni tra gli individui, modifica i comportamenti secondo determinate direzioni e
con particolari esiti.
Il comportamento del sistema, in altre parole l'insieme degli stati che costituiscono il suo
rapporto con l'ambiente, si può avere sia se c'è un'influenza di quest'ultimo tramite
l'immissione d'informazioni chiamate input, sul sistema, sia che ci sia un'influenza del sistema
sull'ambiente tramite emissioni d'informazioni chiamate output.
Ciò che c'interessa è il grado con cui un sistema è soggetto a fattori di controllo dato che
nessuna informazione e nessuna forma di controllo può passare attraverso il sistema senza
lasciare traccia significativa del suo passaggio.
A questo punto è d'uopo precisare cosa intendiamo con il concetto d'informazione.
Parlando d'informazione sembra ovvio pensare alla comunicazione come scambio
d'informazioni parlate o scritte, tra gli individui.
Effettivamente il linguaggio è la forma primaria di comunicazione, ma non è l'unica:
1
Cherry C., On Human Communication, Cambridge; (Mass: ), M.I.T. 1966,
XI
comunicare significa anche partecipare; e i mezzi con cui un individuo comunica con i
membri del suo gruppo sociale non si limitano alla lingua o al dialetto del gruppo, bensì
comprendono anche gli usi, i costumi, le regole di vita e le abitudini che in esso si sono
formate nel tempo.2
La comunicazione tra gli individui presuppone l'esistenza di un insieme di elementi accettati e
condivisi da tutti i membri.
La disciplina tradizionalmente rivolta allo studio del linguaggio, la linguistica, ha ampliato nel
tempo il proprio campo d'indagine, assumendo un carattere interdisciplinare grazie all'ausilio
di ricerche che hanno dato rilievo alla complessità dei fatti linguistici.
Non occorre sottolineare l'importanza che i processi d'informazione e di comunicazione
assumono nel rapporto educativo e particolarmente in quello che è il rapporto dell'apprendere-
insegnare che s'instaura tra allievi e insegnanti all'interno della scuola.
2
Cherry C., On Human Communication, Cambridge; (Mass: ), M.I.T. 1966, pg. 6
XII
Negli ultimi anni i problemi della comunicazione sono stati affrontati preminentemente da un
punto di vista quantitativo dalla teoria dell'informazione, nella quale i problemi relativi
all'informazione stessa vengono affrontati con l'ausilio della matematica.3
Occorre determinare una precisazione terminologica: la teoria, sorta come teoria della
comunicazione, ha assunto in seguito il nome di teoria dell'informazione, restringendo il
campo di cognizione della prima terminologia, con cui s'intende l'intero processo d'invio e
ricezione dei messaggi, andando ad occuparsi solo di ciò che viene comunicato, ovvero delle
variabili misurabili con appositi strumenti matematici.
Un messaggio contiene un insieme ordinato di segni convenuti, rivolti a trasmettere
informazioni, contenute effettivamente nel messaggio se questo ha l'effetto di ridurre le
incertezze in chi lo riceve, limitando certe possibilità.
Questo processo di selezione che avviene è l'informazione; un processo quasi esclusivamente
statistico poiché implica il calcolo delle probabilità che un messaggio ha di essere trasmesso.
Scrive C.E. Shannon:"il problema fondamentale della comunicazione è quello di riprodurre in
un punto un messaggio selezionato, in un altro punto.Frequentemente i messaggi hanno un
3
cfr. Shannon C.E. e Weaver W., The Matematical Theory of Communication, Urbana, Univ. Of Illinois, Press,
1949, pg. 95
XIII
significato correlato con entità fisiche o concettuali. L'aspetto più importante è che il
messaggio reale è scelto tra un insieme di messaggi possibili". 4
Secondo U. Eco "si può parlare d'informazione, come valore consistente nella ricchezza di
scelte possibili; informazione che viene ridotta solo quando il messaggio, riportato a certi
sottocodici, diventa messaggio e quindi scelta fatta dal destinatario". 5
Perché vi sia una trasmissione d'informazioni e la possibilità di comunicazione, è necessaria
una sorgente d'informazione che produce un messaggio consistente in una successione di
segnali.
Per chi ascolta un discorso è naturale che la fonte d'informazione è determinata dalla persona
che parla, come per chi legge è fonte d'informazione il testo scritto; qualsiasi sistema è fonte
d'informazioni se è capace di inviare messaggi che giungono ad un destinatario.
Tuttavia prima che il messaggio raggiunga il destinatario è necessaria una trasformazione
dello stesso presso la fonte, dal piano dei significati al piano dei significanti; trasformazione
che viene denominata codificazione.6
4
Shannon C.E. e Weaver W., op. cit., pg. 3
5
Eco U., Le forme del contenuto, Bompiani, Milano, 1971, pg 86-87
6
Cfr. Boscolo P., Cibernetica e didattica, La Nuova Italia, Firenze, 1969, pp. 12-26
XIV
Il messaggio una volta codificato viene emesso da una fonte e trasmesso attraverso il canale
che, riportando un esempio, tra due persone che parlano è l'aria, mentre la fonte è il cervello.
La presenza di un canale di trasmissione funge da elemento facilitatore della comunicazione,
anche se a volte ciò può essere un elemento di alterazione o mutilazione della stessa, per la
presenza di disturbi dovuti alla natura stessa del canale: i rumori sono elementi di disturbo
poiché impediscono la ricezione delle parole.
Tali elementi vengono definiti rumore (noise in inglese) che possono portare talvolta alla
rottura della comunicazione, 7 rischio che è possibile evitare tramite la ridondanza che limita
l'incertezza di chi riceve il messaggio: infatti, attraverso la ripetizione del messaggio o l'uso di
particolari regole, essa mette facilmente in evidenza gli errori.
Tuttavia se questo può risultare un elemento a favore della comunicazione è anche vero il
contrario dato che gli elementi ridondanti, in altre parole non strettamente necessari, o una
ripetizione del messaggio, potrebbero aumentare l'incomprensione del messaggio stesso o
addirittura diminuirne il contenuto informativo.
7
Cfr. Baldassarre V.A., Prospettiva sperimentale e tecnologia dell'apprendimento, Adriatica, Bari, p. 85.
XV
Appare chiaro, quindi, che la ridondanza deve essere controllata dalla sorgente per evitare che
essa stessa diventi prolissità.
A tale proposito conveniente è l'utilizzo di continui feedback (retroazione) che, secondo il
Lingren, può definirsi "ciò che l'emittente fa allorquando cerca di seguire da vicino il proprio
messaggio allo scopo di appurare quale effetto esso ha nel ricevente, va a diventare
sensazione di un qualcosa che è definito feedback". 8
Quest'elemento, il feedback, introdotto nella comunicazione pedagogica, in altre parole nel
rapporto insegnante - allievo, si configura come un modello in cui avviene una trasmissione
d'informazione che fluisce nei due sensi della relazione.
La probabilità che si verifichino degli errori è piuttosto ridotta quando l'insegnante e
l'allievo possono controllare progressivamente l'esattezza dei risultati ottenuti nel corso delle
rispettive prestazioni: il primo regola il ritmo della spiegazione in base all'informazione che
riceve dall' allievo; alla retroazione dell' insegnante fa riscontro quella dell'allievo che
partecipa con richieste alla spiegazione.9
8
Cfr., Baldassarre V.A., opera citata, p.86
9
Cfr. Boscolo, op. cit., p 115
XVI
Quindi possiamo concludere ricordando che gli elementi fondamentali della teoria
dell'informazione sono: codificazione, rumore, ridondanza e feedback.
Questi concetti, termini ormai noti anche al di fuori del campo delle telecomunicazioni, sono
applicabili a qualsiasi tipo di comunicazione (orale o scritta, verbale o non verbale).
1.LA RELAZIONE TRA INFORMAZIONE E FORMAZIONE
I processi educativi sono coinvolti dalle innovazioni tecnologiche già esistenti e di largo uso
tra cui l'informatica, anche se è da verificare quanto ci sia di vero nell'intenzione
della scuola di prestare attenzione allo sviluppo tecnologico, quello informatico in particolare
di cui ci si chiede se sia effettivamente in grado di fornire risposte alle esigenze formative dei
docenti.
XVII
D'altra parte ai docenti e agli allievi si chiede oggi di possedere una certa alfabetizzazione
informatica che non consiste solo nell'imparare le nuove tecniche, bensì nella conoscenza di
nuovi paradigmi di strutturazione della realtà.10
L'informatica è,infatti, presente oggi, nei programmi d'insegnamento della scuola, che va
puntualizzando i propri obiettivi e rinnovando le proprie metodologie.
In questa prospettiva l'informatica può a buon diritto essere considerata fonte di
rinnovamento, poichè consente, attraversare le discipline con il suo nuovo linguaggio, e di
evidenziarne le nuove strutture e i nuovi modelli.
L'informatica ha portato la tecnologia al centro della vita dell'uomo; infatti, aumenta la
complessità dei sistemi sociali che devono fare i conti con l'informatica, complessità che per
essere gestita richiede nuove competenze aumentando la vulnerabilità dei soggetti e
dei gruppi sociali meno qualificati e delle strutture ad essi collegate.
Certo è che la nostra è la civiltà dell'informazione; con questo non si vuole promuovere a
qualunque costo l'impiego dell'informatica nell'educazione didattica, poiché se il computer
10
Cfr. Lariccia G., Tecnologia, conoscenza, educazione: una risposta umana alla sfida della complessità
informatica; in Innovazioni tecnologiche e educazione, Fondazione Cin., Atti del Convegno internazionale,
1983, p. 295
XVIII
viene impiegato come un giocattolo per nascondere i veri problemi della scuola, le sue
carenze, i suoi insuccessi, il suo impiego sarà catastrofico. Invece se viene utilizzato come
strumento di ausilio per docenti e alunni, facendo riflettere i primi sul loro ruolo e tramite (tra
computer e alunni), potrà avere un utilizzo vantaggioso.
L'informatica, infatti, sarà sempre più presente in tutte le discipline come metodo e strumento
d'analisi e interpretazione dei dati che permetterà di analizzare i problemi in modo diverso che
nel passato.
Tutte le discipline saranno toccate dall'informatica la cui introduzione nel campo
dell'educazione didattica porterà a sviluppare la logica, la coerenza e la creatività,
comprendendone la funzione e non soltanto imparando ad utilizzare il computer che è solo
uno degli strumenti d'espressione dell'informatica stessa.
XIX
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Da quanto fin qui detto, si evince la necessità di dare un'educazione al pensiero informatico
impostando un insegnamento sui principi e utilizzando linguaggi di programmazione o metodi
didattici idonei allo scopo.
Dedichiamo una breve riflessione al concetto d'apprendimento.
"Uno degli obiettivi di ogni formazione è quello di permettere a ciascuno, in ogni momento,
di far la somma delle sue conoscenze, affinare le proprie ipotesi, analizzare i propri processi e
sormontare le proprie difficoltà". 11
Entriamo così nel campo dell'euristica, intesa come metodo di scelta, e del suo
apprendimento.
Nella vita di tutti i giorni, noi facciamo costantemente appello, senza saperlo, all'euristica.
Un esempio può essere quando per tradurre o capire un testo, si tiene conto del contesto e si
sceglie un dato senso di una data parola, piuttosto che un altro, in funzione d'ipotesi, piste.12
Si sceglie un'euristica piuttosto che un'altra, una pista piuttosto che un'altra, in funzione sia
della situazione sia della propria esperienza personale.
11
Schwartz E., L'Informatica e l'educazione, rapporto alla CEE, Armando ed., Roma, 1985, pp. 47-49