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FISIOGNOMICA E FOTOGRAFIA
Nell’Ottocento, la fotografia e la fisiognomica vengono usate in diversi campi del sapere nel tentativo
di riconoscere e identificare i diversi tipi umani. Sono ambedue caratterizzate dal voler affrontare lo
studio dell'uomo.
La fotografia viene utilizzata in questo periodo per la ricerca scientifica, fornendo campioni sulla base
dei quali poter formulare teorie e prove.
Il tempo della fotografia è dominato nelle scienze nelle arti dallo scrupolo dell'oggettività; dalla
volontà di registrare metodicamente tutte le esperienze, nei loro più minuti particolari, per ricavarne il
materiale di studio necessario per analizzare i modelli e le forme della realtà. la fotografia poteva
perciò essere considerata come lo strumento rigoroso e maneggevole adatto alla ricognizione puntuale
dei fenomeni naturali.
5
Nel 1839 lo scienziato Louis Arago comunica all'assemblea della Società delle Scienze Francesi
l'invenzione della dagherrotipia
6
, messa a punto da Louis Daguerre (1787-1851). La dagherrotipia
7
è il primo procedimento fotografico per lo sviluppo delle immagini, non riproducibili. Ha avuto un
notevole successo, permettendo di riprodurre fedelmente l'ambiente circostante, nonostante i lunghi
tempi di esposizione. Dopo appena qualche anno il calotipo, progettato da Henry Fox Talbot ha
rivoluzionato il dagherrotipo.
Illustrazione del dagherrotipo.
5
L. Carluccio, Note per un'introduzione, in Combattimento per un'immagine. Fotografie e pittori, Torino, 1973.
6
Il d dagherrotipo si ottiene utilizzando una lastra di rame su cui è stato applicato uno strato d’argento, sensibilizzato
alla luce con vapori di iodio, le lastre devono essere esposte entro un'ora per un periodo variabile tra i 10 e i 15
minuti.
7
Il primo esperimento in Italia fu tenuto i 2 settembre 1839 a Firenze.
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Come supporto alla medicina e alla frenologia vengono assunte come oggetto scientifico
principalmente le fotografie dei malati di mente, essendo gli unici che a causa della perdita della loro
capacità del controllo delle emozioni, si offrono alla macchina fotografica in tutta la loro verità.
Ma per la psichiatria, si trattava della risposta lungamente cercata al suo bisogno di ancoraggio
all'immagine, al corpo, delle proprie ipotesi e delle proprie certezze. in mancanza di un'anatomia reale
in cui si origini la malattia, l'immagine fotografica del pazzo diventò così l'anatomia mitica della
psichiatria e l'illusione positiva delle indiscutibilità del dominio dello sguardo trovò in essa una
conferma ulteriore da parte del potere scientifico.
8
I primi a farne uso furono Alexander Morrison, che introdusse nel 1841, l’uso evolutivo della
fotografia, confrontando l'immagine del malato con l'immagine una volta guarito. Il medico inglese
Hugh Welch Diamond, con l'obiettivo di diagnosticare diversi tipi di patologie psichiatriche,
fotografò le donne ricoverate all'interno del manicomio della contea del Surrey.
9
Diamond spiegava:
Il fotografo cattura con precisione le manifestazioni esteriori di ogni passione, quale autentica
indicazione della ben nota corrispondenza legata agli organi e alle fattezze del corpo.
E ancora:
Il fotografo cattura in un istante la nuvola permanente o la tempesta passeggera o il raggio di sole che
emanano dall'anima e permette così al metafisico di esserne il testimone. E così possibile tracciare il
legame tra il visibile e l'invisibile in una branca importante delle ricerche sullo spirito.
10
Negli anni Sessanta dell'Ottocento, la fotografia diventa un mezzo di comunicazione di massa grazie
all'invenzione del negativo al collodio umido e della stampa all'albumina, applicati entrambi per la
carte de visite
11
.
8
P.A.Rossi, Oltre lo sguardo, la fisiognomica e lo studio della natura umana,p.98.
9
nel 1856 presenta i risultati alla Royal Society of medicine, con un intervento intitolato The application of
photography to the fisionomica and the mental phenomena of insanity.
10
,P.A.Rossi, Oltre lo sguardo,p.99.
11
Sono piccoli oggetti fotografici che vengono messi in circolazione, favorendo lo scambio di fotografie tra i scienziati.
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Anche il trattato di Darwin The Expression of the Emotions in Man and Animals , utilizza materiale
fotografico di varia natura raccolto nei tre anni precedenti all'uscita del libro. Cesare Lombroso
utilizza le fotografie per trovare un supporto alla sua teoria del Delinquente nato.
In Italia l'uso scientifico della fotografia nei manicomi viene introdotta a S. Lazzaro di Reggio
Calabria nel 1878 da Augusto Tamburini.
12
Nella seconda metà dell'Ottocento, grazie alle teorie di Cesare Lombroso (1835-1909), viene
documentato come l'uso della fotografia viene utilizzato dai direttori e medici carcerari per cercare e
dimostrare come il delinquente fosse antropologicamente diverso dalla persona normale e
individuarne i segni somatici. Per tutto il Novecento nelle istituzioni psichiatriche ogni cartella è
accompagnata dalla fotografia dell'alienato al fine di identificazione, per poi col tempo assumere il
formato tessera.
Al giorno d'oggi, le fotografie sono uscite dall'ambito puramente psichiatrico per diventare una pratica
diffusa in campo psicoterapeutico. La psicologa Judy Weiser(2006) definisce la fototerapia come una
tecnica che aiuta il paziente a far riemergere ricordi e pensieri.
12
il primo archivio fotografico di carattere amministrativo era già stato istituito presso i manicomi di S.Servolo e
S.Clemente a Venezia, nel 1873.
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CHARLES DARWIN(1809-1882)
Il naturalista Charles Darwin, nella sua omonima opera The Expression of the Emotions in Man and
Animals
13
, uscita nel 1872 e dedicata alla comprensione e alla spiegazione delle emozioni (da un
punto di vista evoluzionistico), analizza la mimica facciale dell’uomo, cercando di capire se essa
viene acquisita per apprendimento o è innata. Secondo Darwin la fisiognomica:
Essa sembra dipendere dal fatto che persone diverse usano frequentemente muscoli facciali diversi a
seconda della loro disposizione mentale, per cui questi muscoli possono svilupparsi più del normale;
e di conseguenza le rughe e i solchi che si formano sui loro volti a causa della contrazione abituale
diventano così più profondi e vistosi.
14
Prima di scrivere il suo trattato tiene di conto di alcune serie di letture sulla fisiologia delle emozioni,
tra le quali troviamo Charles Bell e il neurologo francese Guillaume Benjamin Amand Duchenne,
che nel 1862 pubblica il volume Méchanisme de la physionomie humaine ou l’analyse elecro-
physiologique de l’expressions des passions
15
. Si tratta del primo testo scientifico sulla mimica
facciale contenente i risultati delle ricerche della neurofisiologia dell’emozione, corredato da una
ricca raccolta di fotografie. Tratta di vari esperimenti condotti attraverso la stimolazione galvanica
dei muscoli facciali con l’applicazione della corrente elettrica, riproducendo così varie espressioni
naturali. Duchenne associa un gesto espressivo a uno specifico muscolo facciale, identificando così
tredici emozioni primarie la cui espressione è controllata da uno o più muscoli.
13
La 2^edizione fu curata dal figlio Francis, nel 1889, non distinguendo il materiale inserito di propria iniziativa con
quello che il padre aveva indicato di voler aggiungere, la 3^ edizione esce nel 1998 ed è completa. Una copia è
custodita oggi nella sala manoscritti di Cambridg University Library.
14
C.Darwin, The Expression of the Emotions in Man La and Animals,Londra,1872,a cura di G.Ferrari,Torino,1982.
15
Appare per la prima volta come estratto pubblicato su Archive Générales de médicine nel 1862,e poi fu pubblicato in
tre formati.
96
Emozioni facciali, illustrazione de L'espressione delle emozioni negli animali e nell'uomo
Darwin inviò alcune di queste tavole allo psichiatra James Crichton Browne, il quale le restituì con
appunti e comparazioni tra le fotografie e le espressioni registrate nei suoi pazienti. Inoltre le inserì
all’interno del suo libro, trasformati in disegni, con gli opportuni ritocchi per nascondere i fili elettrici.
Anche Darwin iniziò a usare la fotografia come strumento per la sua ricerca sull’espressione,
nonostante la fotografia fosse ancora ad uno stadio sperimentale. Negli archivi della biblioteca
dell’università di Cambridge sono conservate circa 30 fotografie di bambini e pazzi con muscoli
facciali stimolati elettricamente. Le fotografie furono fornite a Darwin da diversi fotografi e
studiosi(Lewis Caroll, James Landy..).Le fotografie dei bambini furono suddivise in gruppi in base
all’emozione provata: dolore, gioia ,afflizione, stupore, cattiveria, attenzione, in modo tale da poter
individuare la mimica basilare rinvenibile nelle espressioni degli adulti.
Con Darwin collaborò il fotografo Oscar Rejlander, che per soddisfare le richieste di Darwin, costruì
letteralmente alcune delle fotografie o addirittura posò lui stesso per alcune di esse, cercando di
assumere con precisione l’espressione che Darwin desiderava.
16
Fornì anche, una serie di immagini
che gli furono utili per scorgere la relazione esistente fra espressioni umane distinte, quali
16
A proposito si veda Ph. Prodger, La fotografia e L’espressione delle emozioni, in appendice a L’espressione, pp. 446-
447. Prodger fa notare che l’approccio di Rejlander «in fondo, non era diverso da quello con cui Duchenne si era
accostato alla produzione delle fotografie per il Mécanisme, in cui le espressioni erano artificialmente indotte mediante
stimolazione elettrica»
97
l'indignazione e il sarcasmo, e le loro origini biologiche nei meccanismi difensivi dell'arroganza. le
fotografie furono accompagnate da commenti, ad esempio le fotografie relative all'indignazione
presentavano il seguente commento:
L'uomo indignato si mette inconsciamente nella posizione adatta ad attaccare o a colpire l'avversario.
tiene la testa e retta, il suo torace gonfio e i suoi piedi sono ben piantati per terra le braccia prendono
posizioni differenti: pendono rigidamente i lati del corpo oppure uno dei gomiti, o entrambi, sono
piegati.
17
Darwin era interessato a dimostrare che in tutte le razze umane prevalgono gli stessi gesti e gli stessi
atteggiamenti e si servì della fotografia come gli psichiatri, con la speranza che nella fotografia
emergesse qualcosa di invisibile agli occhi. Non è un caso infatti che negli ultimi decenni dell’800
aveva larga diffusione la fotografia spiritica
18
.
Oscar Gustave Rejlander, Contempt,1872, The Expression of the Emotions in Man and Animals.
17
C.Darwin, The Expression of the Emotions in Man and Animals,londra,1872,p.317,in M.Centini,Fisiognomica
cit,p.88.
18
William Mumler, negli Stati Uniti, è considerato l’iniziatore di questa “attitudine” fotografica, in M.Riccio, Passioni
folli e illusioni scientifiche in The Expression of the Emotions di Charles Darwin, Laboratorio dell’ISPF,2019.
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1.The Expression of the Emotions in Man and Animals
Ѐ uno dei primi libri scientifici illustrati con immagini fotografiche, in cui all’interno sono presenti
30 fotografie e 14 litografie, le quali documentano espressioni umane, come il riso, il pianto, la
sorpresa e l'indignazione.
Darwin inizia indicando alcuni metodi, i means
19
che, scrive, gli sono stati molto utili «per acquisire
un fondamento il più solido possibile e per accertare fino a che punto particolari movimenti dei
lineamenti e vari gesti siano realmente l’espressione di determinati stati mentali»
20
. I primi due means
sono: l’osservazione dei bambini e lo studio dei malati di mente, che «sono esposti alle passioni più
sconvolgenti le esprimono in modo incontrollato»
21
.Gli animali vengono indicati verso la fine di
questa breve lista, visto che la loro espressione è diversa da quella dei bambini e dei folli.Il quarto
punto invece è l’arte figurativa.
Avevo sperato di avere un importante aiuto dai grandi maestri della pittura e della scultura, che sono
osservatori particolarmente sensibili. Per questa ragione ho esaminato fotografie e incisioni di molte
opere d’arte famose; ma, salvo poche eccezioni, ne ho ricavato ben poco. Penso che ciò dipenda dal
fatto che l’opera d’arte mira soprattutto alla bellezza; e la bellezza scompare da una faccia in cui i
muscoli siano fortemente contratti.
22
Darwin prenderà come esempio per la sua tesi una nota del Laocoonte di Lessing, in cui afferma che
la bellezza era per gli antichi la legge suprema del disegno
23
.
«Un riferimento all’arte particolarmente significativo si trova nelle pagine dedicate al dolore (grief ),
emozione non facile da “leggere” sul volto perché i muscoli che dovrebbero “rappresentarlo” – grief
muscles – «non entrano in attività molto spesso, e la loro contrazione è per lo più solo momentanea,
quindi sfuggente.»
24
Infatti l’espressione di dolore è raramente descritta nella opere.
19
C.Darwin, The Expression cit.,p.13.
20
Ivi,p.55.
21
Ivi,pp.55-56.
22
Ivi,p.89.
23
Ivi, nota 16 p.57,riportata a p.471.
24
M.Riccio, Passioni folli e illusioni scientifiche,p.9.
99
«Gli antichi scultori greci conoscevano bene questa espressione, come si può vedere dalla statua del
Laocoonte ma avevano sbagliato la rappresentazione dei muscoli»
25
Questo parere viene condiviso anche da Duchenne che aveva dichiarato la rappresentazione dei
muscoli «impossibile», perché il disegno delle rughe della fronte era completamente sbagliato.
Darwin però inizia a credere che probabilmente quegli artisti, «wonderfully accurate observers»,
sacrificassero la verità «per amore della bellezza».
26
Infine la Teoria delle espressioni si fonda su tre principi:
-Abitudini associate utili: comportamenti ed espressioni utili che si fissano e diventano repertorio
comportamentale di una specie. «Quando si ripresenta un certo stato d'animo, l'espressione(per forza
d’abitudine o per associazione ,noi diremmo psichica)tende a ripetere gli stessi movimenti.»
27
-Antitesi: alcuni elementi delle espressioni comportamentali del primo principio vengono invertiti, e
induce movimenti espressivi per manifestare stati d’animo opposti.
-Azione diretta sull’organismo del sistema nervoso eccitato: vengono spiegate emozioni che sono
delle conseguenze funzionali a un determinato sintomo(arrossamento del viso, sudorazione),che
rappresenta un codice che un interlocutore può decodificare.
Il testo di Darwin fa da spartiacque nella teoria dell’espressione. Paolo Mantegazza considerò il testo
innovativo:
I grandi anatomisti e fisiologi che l’avevano preceduto, non avevano affrontato che uno dei lati del
problema: si erano occupati dell’espressione solo nei rapporti con l’arte e l’estetica. Lui, al contrario,
con il suo spirito largo e comprensivo, tracciò le leggi generali che governano l’espressione in tutto il
regno animale. Il suo libro è uno dei più splendidi monumenti innalzati dal suo genio, e possiamo dire,
senza esagerazione, che la mimica, come branca speciale della biologia comparata, si è affermata come
una nuova scienza, solo con l’opera pubblicata nel 1872.
28
25
C.Darwin, The expression, l’originale in verità recita «in the statues of Laocoon and Arrotino» (p. 184), riprendendo
evidentemente il riferimento di Duchenne ad entrambe le statue: cfr. Duchenne, Mécanisme de la Physionomie
Humaine, cit., pp. 109-110. Ignoto il motivo per cui l’Arrotino stato eliminato nella traduzione italiana.
26
Ivi,pp.184-185.
27
F.Caroli, Storia della fisiognomica,p.200.
28
Ivi,p.2005.
100
PAOLO MANTEGAZZA(1831-1910)
Il 16 maggio 1889 si tenne a Firenze la seduta inaugurale della Società Fotografica italiana e venne
eletto presidente effettivo Paolo Mantegazza per la sua immensa passione per la fotografia.
La fotografia come tutte le figliuole legittime della scienza è un gran passo avanti sulla via della sana
e della vera democrazia, di quelle intendo che non toglie a chi ha mollato per dare a chi ha poco, ma
che attinge dalle sorgente inesauribili della natura i tesori celati per dargli a chi non ne ha[…]non vi
pare questa opera umanitaria di alta e sana democrazia? Non vi pare vero e sano socialismo codesto
di crescere a tutti le ricchezze del cuore che sono le più durevoli e le maggiori e di concedere anche i
poveri la contemplazione delle cose belle, siano pur della natura o dell'arte? benediciamo dunque
insieme quest'arte giocondo e buona, quest'ultima figliuola della scienza.
29
Appassionato di Darwin e dei suoi studi, il suo intento era di «prender le mosse dal punto in cui
Darwin lasciava lo studio dell'espressione» e aveva «la modesta pretensione di spingere questo studio
un passo avanti.»
30
Perciò Mantegazza pubblica, a distanza di un decennio dall'opera di Darwin, nel
1881 il suo volume Fisionomia e mimica
31
. Il libro è il risultato di anni di osservazione e studio
dell'espressione. Mantegazza applicò un metodo naturalistico sistematico allo studio dei tratti
somatici e dei movimenti facciali. Ha identificato e classificato con precisione un gran numero di
espressioni prototipiche. Inoltre, spinto dalla passione e dalla curiosità personale, introdusse l'uso
della macchina fotografica come strumento chiave nei suoi studi ed esperimenti, ma in un modo
originale, attraverso disegni illustrativi. Per lo scienziato, l'obiettivo fotografico costituiva un mezzo
di osservazione oggettivo, capace di catturare e fissare le espressioni facciali senza introdurre
emozioni soggettive.
29
Bullettino della società fotografica italiana, 1889,pp.6-7,in M.Centini,Fisiognomica,p.95.
30
P. Mantegazza, Fisionomia e mimica, Milano, Dumolard, 1881.
31
fu pubblicata nel 1881, nella colonna di Biblioteca Scientifica Internazionale, dalla casa editrice dei fratelli
Dumolard di Milano; l’opera ebbe l'edizione francese, F.Alcan, La fisionomie et l’expression des sentiments,
Paris,1885;e in inglese, Scott, Physiognomy and expression,London,1890; Una seconda edizione italiana del 1889.
101
Fisionomia e mimica
La prima parte del trattato è dedicata alla fisionomia. Vengono presi in analisi la linea del volto, gli
occhi, le sopracciglia, il naso, ecc…, e non solo questi elementi basilari, ma anche elementi secondari,
come capelli, barba, nei e rughe, essendo che riescono a modificare il valore estetico e a determinare
la razza. Da qui iniziamo a ricavare che l'antropologia di Mantegazza è gerarchica, e viene
rappresentata nella figura dell'albero che l'autore utilizza per evidenziare il rapporto di
superiorità/inferiorità. Tutto ciò viene interpretato grazie al sillabo etnologico
32
:
1.L'uomo è uno degli animali più cosmopoliti e dei più variabili; ci si presenta quindi
con una grandissima varietà di razze, di sotto razze e di popoli.
2.Il numero delle razze è indefinito; delle volte sono scomparse, altri si formano ed altre
si formeranno.
3.Più si va indietro nella storia e più si trovano razze e sotto razze, perché allora gli
uomini viaggiavano poco e rimanevano a lungo isolati gli uni dagli altri.
4.In alto e in basso dall'albero umano rami e ramoscelli si avvicinano in modo che,
altissimi e bassissimi, si toccano. il Negro che si eleva a cafaro si avvicina all'europeo;
l'europeo che col gozzo o il cretinismo o la fame si abbassa, si avvicina all'australiano e
al Negro.
5.In generale le razze più basse sono nere o molto brune e le altre bianche o quasi
bianche.
6. Nel classificare le razze dobbiamo escludere di considerare la loro possibile origine,
perché la ricerca dell'origine è la più feconda sorgente di errori etnologici.
32
P.Mantegazza, Fisionomia e mimica, p.93.
102
"Gerarchia Morfologica delle razze umane" (Morphological Hierarchy of
the Human Races). Mantegazza 1881: Tav.III
103
Prendendo ad esempio la gerarchia morfologica, viene vista la distinzione tra la faccia
propugnata(quella dei neri, australiani, scimmie antropomorfe), la faccia ortognatica(quella delle
razze superiori) e la faccia eurignata(quella dei cinesi, giapponesi, della razza mongolica).
La seconda parte del trattato è dedicata alla mimica. La quale può avere anche finalità difensive, in
quanto permette di percepire attitudine di minaccia di aggressione. La mimica è un linguaggio che
presenta delle differenze, anche qui in termini gerarchici:
La mimica facciale del bianco sta al di sopra di quella del Negro, e questo al di sopra di quella della
scimmia, appunto perché i muscoli facciali sono tanto più isolati quando dall'antropologo amorfo si
sale verso l'uomo chiaro.
33
In questo trattato si conclude che la causa che ha determinato la differenza mimica non è il clima,
come per tanto tempo si è creduto, ma la razza. Con il termine razza, Mantegazza intende un insieme
di fattori che vanno ben oltre i caratteri morfologici.
Fisionomia e mimica non è corredato da fotografie, come si può pensare ma presenta un apparato di
disegni illustrativi. Nonostante ciò Mantegazza praticava la fotografia, un esempio ne è L'atlante che
correda gli Studi antropologici sui Lapponi. Si trattava per la maggior parte di fotografie che
riprendono lo stesso soggetto di fronte e di profilo. Oppure l’Atlante fotografico(1876) che correda
la Fisiologia del dolore, costituito da 123 fotografie suddivise 27 tavole. Per la maggior parte sono
riproduzioni di opere d'arte con accanto una sezione sperimentale, costituita da fotografie realizzate
da Giacomo Brogi. Si tratta, in sostanza, di dolori fisici prodotti agendo sulle dita dei soggetti, fino a
produrre espressioni di dolore, Mantegazza stesso si sottopose a più di una stimolazione.
33
Ivi.p.112 in Oltre lo sguardo: la fisionomica e lo studio della natura umana, a cura di Paolo Aldo Rossi, Ida li Vigni
e Davide Arecco,p.134.