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relativo ai fenomeni di separazione e divorzio coniugale. Pur non entrando nel merito
della giurisdizione, il lavoro, propone una riflessione sulle modalità, sulle cause, sui
processi che portano alla rottura dei legami coniugali e conseguentemente ad un
indebolimento, nei casi più frequenti ove vi è la presenza di figli, del ruolo genitoriale,
con le possibili conseguenze che ne possono derivare.
La parte introduttiva fornisce in maniera sintetica una descrizione della famiglia come
istituzione, mettendone in risalto soprattutto le tipologie di legami che la fondano e le
fasi evolutive che essa chiamata ad affrontare. Conoscere i processi che portano alla
costruzione di una famiglia è importante soprattutto se si vogliono cogliere le possibili
cause che potrebbero portare ad una rottura di ciò che Cigoli (Cigoli, 1998) ha definito
“patto coniugale”. Vengono brevemente accennate le “fasi del ciclo vitale”. Tale
argomento consente di comprendere come una coppia si forma, e quali sono le fasi
caratteristiche che portano alla formazione di una famiglia. Il divorzio, può essere uno
degli eventi che una famiglia può trovarsi ad affrontare. Così può capitare che oltre alla
costruzione di una famiglia avvenga, dopo pochi anni, anche una suo parziale
scioglimento, portando alla rottura del “patto coniugale”. Il divorzio è un fenomeno che
può essere messo in moto, da una coppia, in vari modi. Cigoli (ibidem), ne ha descritto
alcuni, che presente elaborato vengono accennati con lo scopo di mostrare come tali
“modi di divorziare”, possono coinvolgere anche i figli. Uno dei temi maggiormente
trattato nelle pagine che seguono è quello relativo alle conseguenze che il divorzio dei
genitori può avere sui figli. In modo particolare verranno descritti i vissuti più comuni e
gli effetti a breve e lungo termine che il divorzio ha sui figli, tenendo conto soprattutto
delle conseguenze psicologiche che si ripercuotono sul loro sviluppo psico-affettivo. Il
filo conduttore che cercherà di argomentare i temi presi in esame, è il contributo
proveniente dalle ricerche svolte in campo psicologico, in particolare tenendo conto
dell’approccio sistemico-relazionale. Si farà riferimento alla mediazione familiare ad
indirizzo sistemico-relazionale, qui proposta come intervento a tutela degli interessi dei
figli, affinché questi ultimi non debbano rinunciare a mantenere un legame significativo,
con entrambi i genitori.
Al termine del lavoro, si riportata una breve conclusione, un appendice che contiene
alcune linee guida utili ad affrontare il divorzio, ed una breve bibliografia sugli
argomenti proposti.
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CAPITOLO I: FARE E DISFARE UNA FAMIGLIA…COME E’
POSSIBILE RESTARE GENITORI
COME SI FORMA UNA FAMIGLIA: IL CICLO VITALE
Ci sono diversi modi di definire una famiglia soprattutto se si tiene conto dei
cambiamenti culturali figli dei nostri tempi, ci si rende conto che non esiste più un unico
modo di “fare famiglia”, e l’articolo 29 della Costituzione italiana , il quale recita: “La
famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29, Costituzione Italiana) ,
viene sempre più spesso messo in discussione. Oggi ci sono tanti modi di definire una
famiglia, la quale viene sempre più considerata alla stregua di una organizzazione
complessa, al cui interno si possono trovare diversi tipi di legami, basti pensare alle
famiglie ricostituite, ma anche a quelle monogenitoriali, ecc. È quindi difficile trovare
una definizione univoca, tuttavia è ancora possibile rintracciare alcune caratteristiche
comuni. Una proposta interessante viene dalla definizione data da Scabini, con la quale
viene sottolineata l’importanza non solo dei confini e della struttura che rende la
famiglia alla stregua di un sistema, ma anche dei legami e dei processi simbolici
presenti in ogni nucleo familiare. La famiglia può essere definita «una organizzazione
complessa di relazioni di parentela che ha una storia e crea una storia» (Scabini, 2003).
La famiglia viene a configurarsi come un sistema formato da vari elementi, con diverse
funzioni ed obiettivi. La complessità è data proprio dalla varietà di funzioni e di
elementi in essa presenti. Scabini sostiene che la famiglia è portatrice di una storia e allo
stesso tempo creatrice di una storia; ogni famiglia che si forma è un incontro tra due
storie, quelle delle rispettive famiglie di origine di ciascun coniuge; la storia che si crea
è quella che evolve nel tempo, a partire dall’incontro delle storie portate e da come il
nuovo nucleo formato si evolve e si organizza nel tempo, definendo ruoli e confini tra i
diversi membri. I fattori di processo e di funzionamento chiariscono l’identità della
famiglia stabilendo quali sono le relazione presenti all’interno del sistema. Tali elementi
sono utili ad indagare il processo di sviluppo e di crescita della famiglia stessa, che
dipende anche dall’adeguata risoluzione del processo di separazione e differenziazione.
È quest’ultimo processo a chiarire l’identità della famiglia. Come per l’identità
individuale, anche la famiglia che si forma deve affrontare fasi molto delicate che
portano ad una progressiva differenziazione tra famiglie di origine e tra i sottosistemi
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presenti in essa. Queste fasi vengono definite “fasi del ciclo vitale” e proprio come per i
processi evolutivi individuali, sono caratterizzate da specifici compiti di sviluppo, con
tappe ben stabilite. Gli eventi che caratterizzano il ciclo vitale vengono suddivisi in
normativi e paranormativi. I primi sono quelli che avvengono nei normali processi di
sviluppo e possono essere previsti, nel senso che sono abbastanza comuni in ogni
famiglia; i secondi sono difficilmente prevedibili perché di solito, avvengono
all’improvviso, un esempio tipico è proprio il divorzio.
I compiti di sviluppo chiariscono e caratterizzano ciascuna fase del ciclo vitale,
contribuendo a determinare il processo evolutivo che porta la famiglia a riorganizzarsi
di fronte ad ogni evento che capita. «La cornice del ciclo vitale è utile anche per
ridefinirei problemi che la coppia presenta come stress transazionali e per considerare le
transizioni come un’opportunità per cambiare» (Andolfi, 1999). Le transazioni quindi
rendono possibile il verificarsi di continue ristrutturazioni soprattutto nelle relazioni
interpersonali presenti nel nucleo familiare. Il percorso evolutivo che la famiglia compie
nel corso degli anni attraverso il passaggio da una fase all'altra è considerato da
Malagoli Togliatti e Telfener (Malagoli Togliatti., Telfener, 1991) come un processo di
continua ristrutturazione dei rapporti tra i membri tutti i membri che la compongono. Le
fasi sono scandite da eventi naturali che necessariamente portano a dei cambiamenti
nell'organizzazione del sistema familiare. Ad ogni tappa la famiglia si trova a dover
affrontare una “situazione di crisi”, a cui fa seguito un cambiamento per cui, le vecchie
modalità di funzionamento non risultano più idonee e diventa necessaria una ri-
oganizzazione familiare. Haley (Haley, 1973) individua sei “fasi del ciclo vitale” e
ritiene che la tensione familiare aumenti al momento del passaggio da una fase
precedente alla successiva. Secondo Haley è molto facile che i sintomi compaiano in un
membro della famiglia quando si verifica una interruzione o alterazione della “sequenza
normale” e rappresentano un segnale che la famiglia è bloccata ed è incapace di
raggiungere la fase successiva. Molti sono gli autori che hanno delineato le fasi di
sviluppo e evoluzione dei nuclei familiari. Scabini (Scabini, 1989), evidenzia cinque
stadi che sembrano coincidere con quelli evidenziati da Carter, e McGoldrick, ad
esclusione del primo stadio descritto da questi ultimi autori, “giovane adulto”, che
l’autrice italiana, considera come una fase del ciclo individuale più che familiare. I
restanti stadi di sviluppo, con i relativi eventi critici, sembrano corrispondere. Essi sono:
1) Stadio della costituzione della coppia: è la fase in cui si deve costituire un'identità di
coppia attraverso la definizione dei confini del nuovo sistema coniugale e la
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ridefinizione delle relazioni con la famiglia estesa. L’autrice sostiene che l’evento
critico è il matrimonio, cosi come affermano Carter e McGoldrick, questo evento
andrebbe ricondotto non ad un evento circoscritto che indica un punto di arrivo, bensì
ad un percorso più ampio, «esso dovrebbe significare che sono stati fatti progressi
notevoli sulla strada dell'indipendenza emotiva dalla famiglia di origine, non che tale
processo sia sul punto di iniziare, o che venga automaticamente compiuto con la
celebrazione della cerimonia» (Carter, McGoldrick, 1980). Lo studio della fase di
formazione della coppia implica il prendere in considerazione un sistema composto da
tre famiglie, le due di origine e la nuova coppia, a più generazioni, i cui legami e il cui
funzionamento condizionano la storia relazionale del nucleo in via di formazione.
Il matrimonio richiede che la coppia attui una rinegoziazione di una grande quantità di
situazioni in precedenza regolate per ciascuno dei due da principi e norme stabiliti dai
propri genitori. Tale rinegoziazione deve essere effettuata anche nei confronti delle
proprie famiglie d’origine, includendo la ristrutturazione di tutti i rapporti interpersonali
con fratelli e sorelle, con amici e con altri parenti.
2) Stadio della famiglia con bambini: l’evento che ne segnala l’origine è la nascita del
primo figlio, che rende manifestatamene visibile l’unione tra i coniugi e conferisce ad
essa un carattere di irreversibilità in quanto il ruolo genitoriale non è revocabile. La
nascita di un figlio è percepita come fonte di sentimenti affettivamente costruttivi e
gratificanti per i genitori; il padre e la madre si sentono meno centrati su se stessi e sui
rapporti affettivi in quanto coppia, e maggiormente preoccupati per la crescita del
bambino. Un aspetto positivo, che è possibile riscontrare in questa fase è l'aumento della
coesione familiare e il senso di identificazione con il figlio. I genitori rivivono nel figlio
i bisogni e i desideri che li legano alla propria infanzia e al proprio passato. Tra gli
aspetti negativi, cui i genitori sono soggetti ci sono: le richieste fisiche di cura del
bambino, l'aumento delle tensioni nella relazione marito-moglie, i costi emotivi e le
restrizioni riguardanti la vita sociale, i rapporti intimi all’interno della coppia, lo svago,
le amicizie e la carriera che esso comporta. Accettare il piccolo nel sistema è il compito
più difficile. Solo se ciascun membro della coppia ha raggiunto un buon grado di
differenziazione del sé e ha stabilito con il suo partner una relazione fondata sulla
intimità e non sulla fusione, essi saranno in grado di prendersi cura del figlio. I coniugi
hanno da questo momento il compito di imparare a comunicare non più solo come
membri di una diade coniugale, ma anche come membri di una coppia parentale
all’interno di una triade familiare.