5
regime o per incapacità dei “maestri” del sapere di dar vita ad una filosofia
della ragion pratica.
Fu, dunque, proprio in quegli anni che si assistette al ritorno in patria di
molti celebri intellettuali spagnoli. Essi scesero per la prima volta in campo,
più accaniti che mai, accanto a politici ed attivisti di ogni genere. I filoni in
cui si divisero, furono sostanzialmente due:
? Il filone marxista.
? Il filone libertario.
Nelle schiere del primo, figuravano nomi come Gustavo Bueno o
Manuel Sacristán, tra le orde disordinate e febbricitanti del secondo, spiccava
la figura imponente e tremenda di Agustín García Calvo. García Calvo era il
“filosofo” per antonomasia, il detentore di un poderoso pensiero che aveva
portato ad un’estrema radicalità e rigore le formulazioni anarchiche e
antiautoritarie. Espulso dall’università al tempo del franchismo, egli fu per
diversi anni esule in Francia. Da lui accorrevano, in una sorta di
“pellegrinaggio”, gran parte di coloro che in seguito sarebbero stati gli autori
spagnoli più lucidi. Tra i suoi discepoli più precoci, arguti e disinvolti, vi era
anche un giovane dalle mille sfaccettature che fin dal primo momento suscitò
6
l’interesse e l’entusiasmo di tanti suoi giovani contemporanei. Il suo nome è:
Fernando Savater.
Di lui sbalordì l’estrema vivacità, la perspicacia e l’allegria della sua
opposizione libertaria. Egli argomentava intorno a tutti i problemi cruciali
della vita, sottoponendoli a ragionamenti e confronti dialettici continui. Si
opponeva verso tutto ciò che covasse totalitarismi e trappole irrazionalistiche
ed esortava a deprecare ciò che veniva minato da insidie intellettuali e
tristezze passionali. La sua filosofia si basava, insomma, su un’etica tragica
dell’azione che esaltava la libertà e la dignità umane.
Col passare degli anni, quando ormai la transizione al regime
democratico fu perfettamente conclusa e al potere salì un governo socialista,
Savater divenne sempre più un pesatore moderato, al punto che molti giovani
lo rinnegarono e gli voltarono le spalle. Ai loro occhi l’educatore si era
suicidato, mentre García Calvo proseguiva più grandioso che mai, la sua
titanica lotta contro Dio e contro lo stato.
Oggi che tutta l’Europa guarda alla Spagna e ai suoi “esperimenti”
politici, sociali ed economici con grande interesse e curiosità, riscoprire il
pensiero filosofico di Savater, è una tappa obbligata. Lui, il filosofo burlone
dai mille interessi, troppo gioviale per essere un filosofo alla maniera classica,
diventa il simbolo di una “Spagna illuminata” che lancia una sfida a tutto
7
l’occidente civilizzato, attraverso la proposta di un’etica ateologica ed
autonoma, che pone l’individuo al centro di tutto.
Nella sua denuncia ai mali del secolo, egli pone particolare attenzione al
nazionalismo, ed in particolare a quello basco. Dal suo punto di vista, infatti,
quando, in un sistema di convivenza democratica e di tutela dei diritti umani,
il soggetto dei diritti e dei doveri non è più il singolo ma diventa un soggetto
collettivo, le belle parole si trasformano in utopia e la morte riecheggia!
Gli argomenti del suo ragionare sono tanti e vari, ma si concentrano
quindi soprattutto sul tema della convivenza tra gli uomini. Mettere sul chi
vive e difendere la convivenza dai canti delle sirene, è proprio quello che
Savater ci offre, nel tentativo di difendere ciò che di più libero e vivo vi è
negli uomini e nel loro impegno a cercare di migliorare. Partendo sempre
dalla necessità di dover agire, egli ci propone una filosofia pratica ed attuale,
con un coraggio senza eguali che non scende a patti con l’odio, col rancore, e
con la disperazione.
8
BIOGRAFIA
«Siento una emoción por Europa y
veo en la unión continental la mejor
alternativa de los dos grandes
bloques que nos aplastan. A
excepción de esta federación todo
me parece un provincial alboroto»
Fernando Savater, Contra las patrias.
1. LA VITA
Fernando Savater nasce a San Sebastián,
Guipúzcoa (Paesi Baschi) il 21 giugno 1947, in una
famiglia medio-borghese, da padre notaio e madre
insegnante2. All’età di 13 anni si trasferisce a Madrid,
dove completa gli studi e consegue la Laurea in
Lettere e Filosofia 3 presso la Universidad Central
con un tesi dal titolo: Ensayo sobre Cioran4 (Saggio
2
Sua prima maestra di vita e musa ispiratrice a cui ha dedicato alcune tra le sue opere più significative.
3
La Laurea in Lettere e Filosofia era considerata all’epoca una prerogativa femminile in quanto non
garantiva prospettive lavorative.
4
Emil Michel Cioran (1911-1995), nato a Rasinari (Romania), da un prelato della chiesa ortodossa e vissuto
a Parigi dal 1937 fino alla sua morte.
9
su Cioran). La sua tesi, già allora molto contestata dagli ambienti accademici
per i forti toni polemici e di accusa nei confronti dell’istituzione universitaria,
gli varrà la fama di filosofo dissidente.
Verso la fine degli anni sessanta Savater intraprende la carriera di
“professor ayudante” di Storia della Filosofia presso la Facoltà di Scienze
Politiche della Universidad Autónoma di Madrid. Nel 1969, a causa di
evidenti contrasti col Regime, viene allontanato dall’insegnamento e
successivamente rinchiuso nel carcere franchista di Carbanchel (Madrid).
Durante la prigionia Savater si dedica alla lettura di vari filosofi ed in
particolare di Spinoza e nel 1970 pubblica Nichilismo y acción (Nichilismo e
azione), in cui peraltro sono già evidenti gli influssi del pensiero filosofico di
Friedrich Nietzche ed una certa tendenza verso un antiautoritarismo radicale
ai limiti dell’anarchia. Negli ultimi anni della Dittatura franchista esule
volontario in Francia, Savater ha l’opportunità di incontrare personalmente il
filosofo rumeno Émile Michel Cioran (fonte di ispirazione per la sua tesi di
laurea), di cui diventa ben presto, oltre che grande ammiratore, intimo amico.
Nel 1975, dopo la morte del Generale Franco5 e con l’avvento della
Monarchia di Juan Carlos I di Borbone, la Spagna vive un periodo di riforme.
Per Savater, sono gli anni del ritorno in patria ed alla docenza. Tra la fine
degli anni settanta ed i primi anni ottanta Savater è docente di Etica e
5
Francisco Franco Bahamonde (1892-1975), ), militare e dittatore di Spagna (1939-1975).
10
Socio logia nella Universidad a Distancia UNED), successivamente insegna
Etica nella Universidad del País Vasco (San Sebastián). Dal 1995 è
Professore di Filosofia presso la Universidad Complutense di Madrid.
Sposato e separato, padre di un figlio, Amador, a cui ha dedicato alcune
delle sue opere più importanti, Savater è autore di oltre 50 libri e di numerose
altre pubblicazioni. Saggista, periodista, novelliere e drammaturgo, alcune
delle sue opere sono degli autentic i best-sellers internazionali: Ética para
Amador (Etica per un figlio 6), pubblicato per la prima volta in Spagna nel
1992, nel 1999 aveva già raggiunto la 25esima edizione ed è stato tradotto in
18 lingue. Attualmente, “l’enfant terribile” della filosofia spagnola, collabora
col quotidiano El País e dal 1990 dirige la rivista Claves de Razón Prática
con Javier Pradera7.
Vincitore di numerosi premi letterari tra cui ricordiamo: il premio
“Nacional de Ensayo” (1982) per La tarea del héroe (La missione dell’eroe),
il premio “Anagramma de Ensayo” (1982) per Invitación a la ética (Invito
all’etica), il premio “Euskadi de Plata” (1999) per Las preguntas de la vida
(Le domande della vita), Savater è uno degli intellettuali spagnoli viventi di
maggior prestigio internazionale.
6
Secondo la traduzione letterale dallo Spagnolo, il titolo del libro doveva essere Etica per Amador.
7
Javier Pradera (San Sebastián,1934), membro attivo dell’opposizione al Franchismo è tra i soci fondatori
del quotidiano El País ed è stato anche Ministro della Cultura durante il governo socialista.
11
Il suo impegno sociale per la difesa della Pace e dei Diritti Umani nel
mondo, lo rende particolarmente sensibile alla causa dei Paesi Baschi ma
anche alla lotta al terrorismo o a qualsivoglia forma di nazionalismo
irredentista basata sulla condanna della diversità e sulla pratica della violenza.
Nemico dei totalitarismi e difensore della democrazia, ama definirsi
“combatiente sin armas contra las armas”, vive attivamente i suoi ideali e
porta avanti la difesa della pace nel País Vasco, ma le continue minacce di
morte da parte dell’’ETA8, lo costringono a vivere “sotto scorta”.
Attualmente è membro di due
importanti iniziative sociali: il Foro de
Ermua, creato dopo l’assassinio di Ángel
Blanco9, e il movimento civico Basta
Ya!10, che nel 2000 ha ricevuto dal
Parlamento europeo il “Premio Sakharov”11 per la tutela dei i Diritti umani e
della Libertà di Espressione. Autore del Manifesto por la Paz (1997), Savater,
resta fedele alle sue idee ed indipendente rispetto a qualunque schieramento
politico. Crede nell’idea di una cittadinanza universale ed un mondo di
7 Etarra, dell’ETA, “Euzkadi Ta Azkatasuna” (Paese Basco e Libertà). Organizzazione terrorista sorta nel
1959 contro il Franchismo, lotta per l’autonomia della regione basca attraverso sanguinose azioni di
guerriglia.
9
Miguel Ángel Blanco Garrido, intellettuale spagnolo della II Repubblica e consigliere comunale del Pp
(Partito Popolare) nella città di Ermua, assassinato dall’ETA il 12 Luglio 1997 a 29 anni.
10
Iniziativa civica contro il terrorismo etarrra, per la difesa dello Stato di Diritto, della Costituzione e dello
Statuto di Autonomia dei Paesi baschi.
12
complici che si aiutano tra loro, per questo le due uniche tessere che vanta di
possedere oggi sono: quella della Società Mondialista fondata da Bertrand
Russel12 e quella del Partito Radicale Transnazionale13.
Fa parte, inoltre, dell’Associazione culturale Amici di Leonardo
Sciascia14, ama particolarmente le corse di cavalli e la letteratura giovanile15.
2. LO STILE
Fernando Savater è uno degli intellettuali spagnoli più brillanti, influenti
e controversi del momento. Soprannominato “fuoco freddo”, per via della
ragione appassionata con cui continua ad indicare un’arte per vivere, già
all’epoca della sua militanza anti-franchista, la Polizia lo aveva schedato
come “anarchico moderato”. Filosofo anticonformista ed iconoclasta
(flagello di tutti gli Dei), Savater è un polemista nato, indipendente e
controcorrente, sempre attento a non lasciarsi tentare da “seducenti canti delle
sirene”. Durante un’intervista afferma: «Lo importante no es estar de
11
Premio intitolato alla memoria di Andrei Dimitriyevich Sakharov (1921-1989), fisico nucleare sovietico,
dissidente durante la Guerra Fredda e promotore della lotta per la libertà di espressione.
12
Bertrand Russel (1872-1970), logico e filosofo inglese, pacifista e premio Nobel per la letteratura nel 1950.
13
Partito di azione diretta non violenta, fondato nel 1950.
14
Associazione Culturale fondata a Milano nel 1993.
15
Da E. Salgari a J. Verne, da J. R.R. Tolkien ad A. Conan Doyle e R. L. Stevenson per citare i più
conosciuti.
13
acuerdo o en desacuerdo con la mayoría, lo difícil es tener voz propia y ésta
no tiene que ser necessariamente escandalosa16».
Non si definisce “guru” né tantomeno cattedratico con la maiuscola,
sostiene infatti che: «Lo que importa en la educación es el maestro que
enseña a leer y escribir, no el catedrático17».
Ama vivere in mezzo alla gente e considerarsi piuttosto un “filósofo de
compañia”. La sua è una filosofia vitalista con finalità pedagogiche, rivolta a
tutti ed incentrata essenzialmente sul dialogo e sulla critica costruttiva. Come
Socrate, si rivolge soprattutto ai giovani (da cui è particolarmente apprezzato)
e agli ignoranti, che considera «cómplices modestos y devotos con quienes
conecto porque comprendo su perplejidad, su confusión, y la comparto18».
Con un sorriso da “eterno niño grande”, Savater
sostiene che: «Sin humor, la filosofía acabaría siendo
una religión19», per questo afferma che il vero compito
della filosofia, non consiste nell’emettere dogmatiche
sentenze, ma nel rappresentare una vera e propria scossa intellettuale per le
coscienze insonnolite attraverso un cammino di riflessione ed azione.
Considera da sempre la lettura e la scrittura una sua innata vocazione, a
tal proposito ci confessa: «Yo tenía claro lo que quería ser: quería escribir.
16
Emma Rodriguez,Entrevista a Fernando Savater, Provocar es el gran peligro del intelectual, El Mundo,
Madrid, 19 Settembre 2002.
17
Ibidem
18
Fernando Savater ”Mira por donde: autobiografía razonada”, Taurus, Madrid, 2003.
14
Me gustaba la lectura, la escritura. Mis dudas eran cómo podía rentabilizar
eso20».
Si considera un “lector muy omnívoro” e reputa il suo lavoro “una
manera privilegiada de vivir21”. Dei suoi esordi da scrittore dice: «Debo a
Franco22, que me echó de la universidad, el haberme dedicado a escribir
para ganarme la vida23».
Crede nell’importanza dell’educazione giovanile ed afferma che: «la
única revolución que se puede hacer es la educativa, pues ayuda a romper
el círculo de fadalidad por el que los hijos de los pobres e ignorantes tienen
que ser siempre pobres e ignorantes24». Considera il suo lavoro una missione
intellettuale, da cui il suo motto: «escribo para ayudarme a vivir a mí y a los
que me rodean25».
Filosofo del possibile contro il probabile, è considerato inoltre un neo-
edonista sulle orme di Voltaire (da cui il soprannome di “Savataire”), alla
costante ricerca del bene e della felicità intesa come difesa dell’amor proprio .
Con un inconfondibile atteggiamento ironico ma elegante, ed uno stile
semplice ma incisivo, affronta e reinterpreta in chiave moderna ed universale i
principali tabù e le preoccupazioni umane a cavallo tra due millenni, senza
19
Ibidem
20
Ibidem.
21
Ibidem.
22
Francisco Franco Bahamonde (1892-1975), militare e dittatore di Spagna (1939-1975).
23
Pilar Ortega Bargueño, Entrevista a Fernando Savater, Los pensamientos arriesgados de Savater, El
Mundo, Madrid, 09 Ottobre 2002.
24
Fernando Savater, La educación debe formar adultos, STES , Castilla e León, 30 Agosto 2003.
15
mai rinunciare all’ideale di una politica laica, liberale, democratica e
universalista.
25
Ibidem.
16
CAPITOLO I
«C’è un solo bene, il sapere, e un solo
male, l’ignoranza»
Socrate , filosofo greco (469-399
a.C.), cit. in Diogene Laerzio, Vite
dei filosofi.
1. IL PERCHÉ DELLA FILOSOFIA
Nel suo Dizionario filosofico, Savater, fa un’analisi
del significato e del ruolo della filosofia, attraverso un
excursus che va dalle sue origini e dal suo rapporto con la
scienza e la religione, ed arriva fino a noi. Partendo
dunque dall’interrogativo sul “perché della filosofia” e su
quale sia il suo contributo nell’epoca attuale, Savater ripercorre e ridefinisce i
tratti salienti della filosofia, riscattandola dalle accuse più comuni e
dall’emarginazione a cui è stata soggetta. Sottolinea innanzitutto il suo
carattere di universalità, quando afferma che: «La filosofía es un asunto de
todo el mundo, no es una cuestión de unos pocos26». Essa, insomma, non è
26
Fernando Savater, Diccionario filosófico, Ed. Planeta, Barcellona, 1995.
17
altro che un modo di conoscere la realtà nel suo insieme, rivolto a tutti. Il suo
principale interesse, consiste, nell’affrontare gli interrogativi umani,
attraverso il dialogo e la critica, cercando di andare oltre ciò che i
ragionamenti scientifici particolari possono raggiungere. Ne deriva che, buona
parte delle sue domande e delle sue risposte riguardino il modo in cui l’uomo
intende affrontare la vita, sia in quanto singolo, sia in quanto “??? ?
p???t????” (animale sociale e socievole).
La filosofia, afferma Savater, in quanto ragion pratica, si oppone
all’assimilazione acritica dei valori e delle norme che regolano l’agire umano,
e rappresenta piuttosto la ricerca razionale dell’uomo intorno a se stesso ed al
suo ruolo nell’universo. In questo senso, oggi più che mai, ha senso rivolgersi
alla filosofia per rifondare il nostro sistema di valori e di conoscenze. L’uomo
infatti, è l’unico essere vivente non condizionato dal determinismo biologico
della specie. Egli vive nel mondo ed interagisce con l’ambiente che lo
circonda, modificandolo costantemente. La filosofia, in quanto riflessione
orientata all’azione, svolge dunque, un importante ruolo pedagogico come
“maestra di vita”e strumento di riscatto sociale.
Afferma Savater che: «La educacíon es la única forma que hay de
liberar a los hombres del destino, es la antifadalidad por excelencia. La
educacíon es la lucha contra el destino, además es una labor ética,
18
emancipadora27». Se dunque la filosofia, secondo Savater, è fondamentale
per rifondare il nostro sistema di valori e di credenze e lottare contro il
determinismo culturale cui ci costringono l’ignoranza e la miseria umana, è
all’etica e alla politica in quanto “azione”, che dobbiamo invece rivolgerci per
realizzare concretamente i nostri ideali. Etica e politica infatti, sono strumenti
di autoaffermazione individuale e collettiva, che aspirano ai valori di libertà e
giustizia, cercando di immaginare e realizzare percorsi alternativi
dell’esistenza umana.
Ciò che ci distingue in quanto esseri umani è dunque la capacità di
decidere ed inventare azioni in grado di trasformare la realtà e noi stessi. Tale
predisposizione si chiama: libertà. Essere uomini, vuol dire dunque vivere in
società, e prendere consapevolmente sul serio la dimensione collettiva della
nostra libertà individuale. Se dunque l’uomo per vivere deve agire, e per agire
deve conoscere, la filosofia ci consente di vivere con dignità e responsabilità
le nostre scelte, senza però dissolvere completamente tutti i nostri dubbi.
Savater delinea, dunque, un’antropologia della libertà umana, ed
individua nella verità, nel piacere, nella solidarietà e nella comprensione, i tipi
di scelte da fare per affrontare meglio il nostro destino di uomini. Il suo
progetto di una filosofia pratica, non contemplativa, vuole porre l’individuo di
fronte al coraggio e alla responsabilità delle proprie azioni. In questo senso,
27
Ibidem.