4
infatti quasi tutte le sue opere s'ispirano direttamente alla
realtà.
Non ho certamente operato forzature, ma ho aderito
completamente al suo pensiero, citando sovente le sue stesse
parole, con il preciso scopo di porre in evidenza la visione
filosofica-politica di Simone de Beauvoir. Un pensiero che
emerge non solo nelle sue pubblicazioni, ma anche
attraverso le numerose interviste rilasciate ed in due
filmografie, un pensiero che per la rilevanza politica del suo
femminismo è diventato impegno ed azione.
L'obbiettivo finale che viene posto è di comprendere in che
modo, essendo scrittrice, Simone de Beauvoir, abbia
accettato la responsabilità che un intellettuale deve avere
nell'utilizzare le parole come strumento di lotta per
l'emancipazione e i cambiamenti utili e necessari nella
società e nel mondo in cui vive, attraverso un "engagement"
politico, sociale e morale.
5
Nel corso del primo capitolo viene proposta una panoramica
della "storia delle donne" in questo secolo, evidenziando i
cambiamenti che si sono verificati, come preambolo ai temi
che sono stati sviluppati dal femminismo beauveriano.
Volutamente, nel corso del capitolo, è stata contrapposta
l'attualità alla storia, per comprendere se si è realmente
verificata la pari opportunità determinata dalla situazione
sociale e lavorativa tra donna e uomo. Inoltre sono stati
considerati i contributi: del materialismo storico, della
psicanalisi ed del filosofo Poullain de la Barre, per
analizzare l'evoluzione del pensiero relativo alle differenze
tra i sessi.
Il secondo capitolo è dedicato all'analisi delle circostanze e
delle motivazioni che hanno guidato Simone de Beauvoir a
compiere determinate scelte di vita, avvalendomi della sua
autobiografia completa.
Il terzo capitolo è dedicato al singolare e duraturo rapporto
tra Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre.
6
Nel quarto capitolo sono stati analizzati i saggi, i romanzi ed
i resoconti di viaggio, dai quali emerge la morale
esistenziale beauveriana.
Nel quarto capitolo è stato considerato in che modo il
pensiero femminista di Simone de Beauvoir, si è
concretizzato in un atteggiamento militante e pragmatico.
Nel sesto capitolo viene analizzata l'opera beauveriana più
discussa: Le Deuxième sexe evidenziandone le tesi che
hanno maggiormente contribuito nella presa di coscienza dei
problemi legati alla condizione della donna a partire dagli
anni '50. Si è infine cercato di comprendere, alla luce delle
conquiste effettive, se queste tematiche possono, ancora
oggi, considerarsi valide.
La realizzazione di questo lavoro è stata possibile anche
grazie al gentile aiuto che mi è stato prestato da tutte le
7
persone alle quali ho chiesto lumi e indicazioni
bibliografiche.
In particolare desidero ringraziare:
ξ la Fondazione Elvira Badaracco, studi e documentazione
delle donne;
ξ il Centro Studi e Documentazione del Pensiero
Femminile;
ξ l'Associazione Lucrezia Marinelli.
8
CAPITOLO 1
QUANDO TUTTE LE DONNE DEL MONDO….
OVVERO I GRANDI CAMBIAMENTI DI QUESTO
SECOLO
9
L
'
8 Marzo 1998, giornata internazionale della donna, è stato
dedicato alle donne afghane.
In un documento approvato dell'Euro parlamento in ottobre
si denunciavano le inammissibili discriminazioni contro le
donne in Afghanistan e si esprimeva solidarietà ad Emma
Bonino, commissaria europea agli aiuti umanitari, che il 27
Settembre era stata arrestata a Kabul durante una visita
ufficiale; per questo lo slogan della giornata della donna del
1998 è stato "Un fiore per le donne di Kabul".
1
In Italia le donne che hanno partecipato ai cortei della festa
indossavano il "Burka", il caftano con una grata in tessuto
all'altezza degli occhi che le donne afghane sono obbligate a
indossare da quando l'Afghanistan è sotto il controllo dei
talebani.
1
Franco Papitto, "Le nostre mimose per le donne di Kabul", in "La Repubblica", 8
Marzo 1998.
10
Non possono uscire di casa se non accompagnate da un
uomo, non possono studiare e avere assistenza ospedaliera,
nessun medico le può visitare o prescrivere medicine in
nome di una rigida interpretazione delle leggi islamiche.
Le violazioni sono punite con pene che arrivano alla
lapidazione.
2
Ma le donne di Kabul non sono le sole ad essere private dei
loro diritti civili.
La condizione femminile all'interno della comunità islamica
è stato il tema della protesta anche ad Algeri, dove le
associazioni femminili hanno reclamato l'abrogazione del
codice della famiglia, ribattezzato codice dell'infamia, che le
rende minorenni a vita; per esempio una donna non può
sposarsi senza il consenso di un uomo della famiglia, inoltre
2
Lauretta Colonnelli, "In corteo velate come le donne afghane", in "Corriere della
Sera", 9 Marzo 1998.
11
l'uomo può avere contemporaneamente fino a quattro
mogli.
3
La campagna "Un fiore per le donne di Kabul" ricorda per
alcuni aspetti un'altra importante manifestazione che fu
organizzata del 4 all'8 Marzo 1976 a Bruxelles, il "Tribunale
Internazionale dei Crimini contro le Donne"; infatti quella
data rappresenta la prima riunione internazionale delle
femministe di tutto il mondo, dove denunciarono
l'oppressione che subivano nelle rispettive nazioni.
4
Per esempio, le donne dei paesi arabi e africani
denunciarono il taglio della clitoride e delle piccole labbra
alle bambine, oppure le torture alle prigioniere politiche di
Iran o Cile avvenivano soprattutto sull'apparato genitale; più
voci hanno sottolineato che sulla donna si praticano
operazioni superflue, si asporta l'utero con estrema facilità,
3
Valerio Riva, "La battaglia per la parità", in "Il Giornale", 8 Marzo 1998.
4
Leslie Leonelli, "Il tribunale delle donne", in "EFFE", Marzo 1976.
12
aborti, parti e raschiamenti, anche in casi difficili,
avvengono senza anestesia.
Simone De Beauvoir, non partecipò attivamente a questa
manifestazione, ma inviò una lettera alle donne riunite a
Bruxelles sottolineando che per la prima volta femministe
venute da ogni parte del mondo prendevano insieme
coscienza della loro condizione.
Nella sua lettera, premeva, sulla solidarietà attraverso lo
scambio reciproco che metteva in luce le vergognose realtà
che la metà del genere umano si sforzava di nascondere.
5
Durante le conferenze quinquennali, in occasione del
decennio della donna (1975-1985), che comprese anche il
"Tribunale di Bruxelles" del 1976, il femminismo ha anche
evidenziato la molteplicità dei soggetti femminili che hanno
modellato il ventesimo secolo, per esempio la maschietta
come immagine della guerra e degli anni folli oppure la
5
Simone De Beauvoir, "Lettera alle sorelle", in "EFFE", 4 Marzo 1976
13
donna manager degli anni ottanta capace di destreggiarsi tra
carriera e famiglia, ma ha soprattutto posto in luce i
disaccordi tra collettivi che opposero per esempio militanti
del terzo mondo quando accusarono le occidentali di
imperialismo.
E' comunque questo il secolo in cui un numero sempre
maggiore di donne prende la parola tentando di frantumare
gli stereotipi, la partecipazione delle donne alla vita
culturale, conosce uno sviluppo senza precedenti, anche se,
al di là della generalizzazione, anche in occidente, non tutte
le donne hanno pari opportunità determinate dalla situazione
sociale e lavorativa, di costruire la propria vita.
Ciò è motivato da tre fenomeni:
1- le lotte femministe per la parificazione degli studi e dei
diplomi
2- lo sviluppo delle tecniche e la disposizione di tempo
libero a portato alla fruizione di massa delle opere d'arte
14
3- nuove strutture di produzione culturale che hanno
determinato la nascita di un importante classe di
lavoratrici
Sono cosi' sempre più numerose le donne che esercitano
professione intellettuali e artistiche.
I testi fondamentali per molte artiste e critiche sono le opere
di Virginia Woolf, la quale, in A Room of Ones's Own
(1929) interroga l'incapacità della cultura di avere una
doppia visione - simbolizzazione del mondo.
Simone De Beauvoir durante una conferenza tenuta in
Giappone nel 1966 introduce il proprio discorso parlando
proprio di Virginia Woolf la quale, secondo la De Beauvoir
ha dato una risposta al perché le opere delle scrittrici inglesi
fossero così rare e di livello secondario.
Virginia Woolf riteneva che la prima condizione per
scrivere è di avere una camera propria, un luogo dove ci si
possa ritirare per qualche ora, deve si possa, senza essere
disturbati, scrivere, rileggere ciò che si è scritto, criticarsi,
15
essere soli con sé stessi. Per poter scrivere, per poter
realizzare qualcosa, bisogna innanzitutto appartenersi. Ora,
per tradizione, la donna non si appartiene.
Appartiene al marito, ai figli, e in qualunque momento il
marito e i bambini possono chiederle un servizio, un aiuto,
una spiegazione, e lei è obbligata a darli.
In tali condizioni, scrivere è un'impresa se non impossibile
comunque difficilissima.
Virginia Woolf prese l'esempio di Shakespeare; suppose che
al suo posto fosse nata una bambina piena di talento,
dimostrando che le sarebbe stato impossibile creare
alcunché.
Sarebbe rimasta in casa, avrebbe cucinato, cucito, avrebbe
avuto figli; impossibile immaginare che avrebbe studiato,
che sarebbe diventata attrice e autrice drammatica; non
sarebbe stata niente.
Anche Simone De Beauvoir nella sua opera Il Secondo
Sesso, tentò un'analisi analoga a proposito di Van Gogh,
16
cercando di dimostrare che se una ragazza fosse nata al suo
posto non avrebbe avuto le sue stesse possibilità, i suoi
contatti sociali e tutto il seguito della sua esistenza.
Questo pensiero fu espresso dallo stesso Stendhal, in una
formula lapidaria, dicendo : "Ogni genio che nasca donna è
perso per l'umanità".
6
Durante gli anni cinquanta il modello della madre-moglie
che non lavora trionfa nei media come il cinema, le riviste,
le pubblicità, e maggiore è stata l'attenzione in questo
frangente, da parte degli stati verso i problemi demografici.
7
Politica questa già adottata dalle dittature (fascismo,
nazismo, vichysmo, franchismo) quando generarono uno
stato padre-coercitivo-assistenziale che vedeva nella
maternità una funzione pubblica e sociale.
6
Simone De Beauvoir, "La Donna e la Creazione", Conferenza tenuta in Giappone
nel 1966
17
La figura della madre-casalinga fu denunciato nel 1963 da
Betty Friedman nel suo libro The Femminine Mystique,
divenuto poi uno dei testi fondamentali del femminismo
insieme a A Room of Ones's Own di Virginia Woolf (1929)
e Le Deuxieme Sexe di Simone De Beauvoir (1949).
La Friedman descrive l'iniziativa molto risoluta dei
commercianti americani per trasformare la donna in
consumatrice ideale attraverso una campagna
propagandistica: la donna non può realizzarsi se non in seno
alla famiglia adempiendo ai compiti domestiche che, sono
compiti creativi: nel modo di cucinare, di pulire la casa, può
manifestare tanta forza creativa quanto se scrivesse i
drammi di Shakespeare.
8
7
Duby e Perrot, "Storia delle donne, Il novecento", Economica Laterza ROMA
1996 Pag. 11
8
Simone De Beauvoir, "Situazione delle donna di oggi", Conferenza tenuta in
Giappone nel Settembre 1966.