4
diretta da Lorca, ho parlato del ruolo della musica e delle canzoni nella
messinscena dei drammi del siglo de oro spagnolo ed ho infine sottolineato la
funzione narrativa e simbolica della musica, del coro, dei romances e delle
canzoni nelle opere autografe.
Di notevole aiuto mi è stato il libro di Luis Sáenz de la Calzada, reperito alla
Biblioteca Central di Madrid in edizione del 1998 ampliata con un testo inedito
sulle canzoni utilizzate da Lorca nelle messinscene delle opere della Barraca. In
appendice ho ritenuto opportuno riportare alcune trascrizioni musicali delle
canzoni della Barraca realizzate da Ángel Barja sotto dettatura di Luis Sáenz de la
Calzada e alcune partiture di romances e canzoni del teatro afferenti ai drammi di
Lorca. Dato il numero elevato delle canzoni ho riportato soltanto le trascrizioni
relative ai testi citati e analizzati nella tesi. Sempre in appendice appare
un’intervista rilasciata dall’autore nel 1928- che vuole in qualche modo sostituire
la biografia dei suoi primi trent’anni- e un breve glossario di termini musicali.
5
CAPITOLO PRIMO - MUSICA E POESIA
1-1 L’UOMO E LA MUSICA
Con las palabras se dicen cosas humanas; con la música se expresa eso
que nadie conoce ni lo puede definir, pero que en todos existe en
mayor o menor fuerza. La música es el arte por naturaleza. Podría decir
que es el campo eterno de las ideas
1
.
Prima di scoprirsi poeta e drammaturgo Federico García Lorca si sentiva
musicista. Non possiamo prescindere da questo dato di fatto nell’accostarci alla
lettura dei suoi versi o nell’assistere alla rappresentazione di uno dei suoi drammi.
La musica è iscritta nello humus vitale dei suoi versi e avvalora sulla scena le
battute dei personaggi in assenza della quale l’immensa bellezza poetica della sua
opera andrebbe stemperandosi. Nella sua conferenza Juego y teoría del del
duende disse:
Todas las artes son capaces de duende, pero donde encuentra más
campo, como es natural, es en la música, en la danza y en la poesía
hablada, ya que estas necesitan un cuerpo vivo que interprete, porque
son formas que nacen y mueren de modo perpetuo y alzan sus
contornos sobre un presente exacto
2
.
Il mondo sonoro evocato da questo genio della cultura spagnola è modellato su
una complessità di provenienze anche assai diverse. Lorca si avvicina ai
movimenti d’avanguardia europei, segue le mode culturali francesi, russe,
tedesche, riuscendo ad applicare anche nel teatro l’estetica surrealista, influenzato
1
F. G. Lorca, Divulgación, Las reglas de la musica, in «Revista flamenco Tablao». Si legge in
http://www.apaloseco.com/es/garcia-lorca.htm
2
F. G. Lorca, Juego y teoría del duende, in F. G. Lorca, Conferencias, II, Alianza Editorial,
Madrid 1984, pp. 98-99.
6
soprattutto da due dei suoi compagni di studio negli anni della Residencia
3
: il
pittore Salvador Dalí e il cineasta Luis Buñel. Ama i poeti simbolisti francesi
apprendendo da essi, in particolar modo da Mallarmé, la perfezione formale della
struttura del verso; ama la musica di Debussy in quanto nuova e propositiva e in
netto contrasto con quella accademica e stagnante legata al mito dell’opera
italiana. Ma Lorca capisce anche l’importanza della musica popolare: apprezza la
cultura del popolo ponendola sul medesimo piano di quella “accademica” senza
distinzioni di sorta; dà spazio vocale alla povera gente della sua Andalusia, agli
oppressi, agli emarginati, e soprattutto ai gitani. Decodifica i loro riti, studia le
loro usanze, dà voce, attraverso i suoi versi, al loro dolore, si immerge nella loro
sonorità così differente da quella europea, una sonorità che proviene dalle terre
lontane d’oriente, che reca nella sue scale musicali un numero elevato di
microtoni che sfuggono al quadro tonale che da Bach in poi è andato
caratterizzandosi quale elemento essenziale nella prassi compositiva della musica
colta d’occidente.
3
La Residencia de Estudiantes fu il primo centro culturale spagnolo e una delle esperienze più
vive e fruttifere di creazione e scambio artistico e scientifico d’Europa nel periodo tra le due
guerre mondiali. Fondata nel 1910 dalla Junta para la Ampliación de Estudios, la sua sede fu
trasferita definitivamente nel 1915 a Colina de los Chopos, Madrid. Suo obbiettivo principale era
ricreare un ambiente intellettuale che favorisse il dialogo tra gli studenti universitari. Fu un vero
centro di ricezione delle avanguardie internazionali e un canale di diffusione della modernità in
Spagna. Tra gli allievi della Residencia occorre ricordare, oltre a Lorca, Salvador Dalí, Luis Buñel
e molti altri.
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1-2 L’ INFANZIA
L’infanzia di García Lorca è già molto ricca di esperienze musicali: la madre
Vicenta Lorca lo segue nei suoi studi musicali, lo zio Luis García suonava il
piano. Federico passò molto del suo tempo ascoltando quelle canzoni popolari i
cui temi erano ispirati alla vita dei campi. Ad insegnargliele erano gli abitanti del
suo paese natale, le domestiche, le balie e, tra queste specialmente Dolores, donna
analfabeta, di immensa bontà e fonte infinita di saggezza. La sua esuberanza e la
sua parlata campagnola si ritroveranno, per esempio, nella Vecchia Pagana di
Yerma o nella Governante di Doña Rosita la soltera. Su questo mondo pagano ed
incantato Federico esprimerà il suo pensiero quando sarà adulto in una conferenza
che tenne a Cuba e che intitolò Las nanas infantiles. Il poeta si espresse in questi
termini:
Hace unos años, paseando por las inmediaciones de Granada, oí cantar
a una mujer del pueblo mientras dormía a su niño. Siempre había
notado la aguda tristeza de las canciones de cuna de nuestro país; pero
nunca como entonces sentí esta verdad tan concreta. Al acercarme a la
cantora para anotar la canción observé que era una andaluza guapa,
alegre sin el menor tic de melancolía; pero una tradición viva obraba
en ella y ejecutaba el mandado fielmente, como si escuchara las viejas
voces imperiosas que patinaban por su sangre. Desde entonces he
procurado recoger canciones de cuna de todos los sitios de España;
quise saber de qué modo dormían a sus hijos las mujeres de mi país, y
al cabo de un tiempo recibí la impresión de que España usa sus
melodías para teñir el primer sueño de sus niños. No se trata de un
modelo o de una canción aislada en una región, no; todas las regiones
acentúan sus caracteres poéticos y su fondo de tristeza en esta clase de
cantos, desde Asturias y Galicia hasta Andalucía y Murcia, pasando
por el azafrán y el modo yacente de Castilla (…) Son las pobres
mujeres las que dan a los hijos este pan melancólico y son ellas las que
lo llevan a las casas ricas. El niño rico tiene la nana de la mujer pobre,
8
que le da al mismo tiempo, en su cándida leche silvestre, la médula del
país
4
.
La melodia dolcemente ipnotica delle ninna nanne verrà ampiamente utilizzata da
Lorca regista nella rappresentazione dei suoi due drammi maggiori (Yerma e
Bodas de Sangre). Alcuni dei romances teatrali che prenderò in esame più avanti
furono addirittura musicati come delle vere e proprie nenie.
4
F. G. Lorca, Canciones de cuna españolas in Conferencias, I, Alianza Editorial, Madrid 1984,
pp. 154-158.
9
1-3 LA GIOVINEZZA
Durante gli anni della sua giovinezza Federico comincia a studiare seriamente il
piano con il maestro Antonio Segura al quale dedicherà la sua prima opera
Impresiones y Paisajes. Si distacca momentaneamente dalla musica popolare e
comincia a studiare la musica colta. La sua destrezza al pianoforte fa sperare in
una brillante carriera di pianista, se non addirittura di compositore, e il giovane
sogna di perfezionarsi a Parigi. Scopre Beethoven, Mozart, Schumann, Glinka e
Debussy. Sarà proprio la conoscenza dell’intera opera di Debussy a spingerlo di
nuovo, grazie all’aiuto del suo amico musicista Manuel de Falla, verso lo studio
del folclore musicale andaluso.
Debussy fu agli occhi di Falla colui che per primo con la sua musica si era
accostato alle potenzialità armoniche insite nello strumento principe spagnolo, la
chitarra, arricchendone il tessuto sonoro di effetti nuovi, trascurati o disprezzati
fino a quel momento dai musicisti iberici «como algo barbaro». Sempre grazie a
Debussy l’evocazione di un’Andalusia immaginaria diventa un paesaggio dello
spirito, dove giri armonici e moduli ritmici di habanera trattengono la specificità
del colore locale, restando nello stesso tempo vocaboli assoluti. Un’osmosi di
scrittura giocata su sottili assonanze modali, fantasiosi ostinati, per cui, aggiunge
Falla, lavori debussyani che nulla hanno a che vedere con la Spagna, quali
Fantoches, Mandoline, Masques, Danse profane o il secondo movimento del
Quartetto «por su sonoridad» possono essere considerati «como una de las danzas
andaluzas más bellas que se hayan escrito
5
.»
5
F. Nicolodi, Federico García Lorca, Manuel de Falla e la musica in AA.VV.,
L’imposible/posible di Federico García Lorca, Atti del Convegno di studi (Salerno, 9-10 maggio
1988), a cura di Laura Dolfi, edizioni scientifiche italiane, Napoli 1989, pp. 231-233.