Introduzione :
Questa tesi ha come obiettivo l'analisi delle principali sfide legate alla crescita
dimensionale delle imprese familiari. Il lavoro fornisce una panoramica dettagliata sulle
diverse fonti di finanziamento che accompagnano l'impresa familiare durante il suo
percorso di crescita, evidenziando i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna fonte di
finanziamento per l'azienda.
Le imprese familiari rappresentano la forma più diffusa di iniziativa economica in tutti i
Paesi ad economia di mercato, costituendo tra il 65 e il 90 per cento delle imprese a livello
mondiale. Tali imprese sono caratterizzate dall'interazione tra due elementi distinti, ovvero
l'impresa e la famiglia, che si intrecciano in un sistema complesso. In questo intreccio, le
figure familiari svolgono sia ruoli privati che manageriali, e si contrappongono ai molteplici
interlocutori finanziari specializzati che soddisfano i differenti bisogni di corporate e di
governance, ma anche quelli individuali, familiari e intergenerazionali.
Nell'attuale contesto internazionale, la competitività di un'impresa dipende dalla sua
efficienza interna, dalla qualità dei prodotti e dall'ambiente competitivo in cui opera.
Secondo una ricerca condotta per Confindustria da Antonio Amato, insieme agli indicatori
strettamente economici, è importante monitorare e confrontare l'ambiente normativo,
l'efficienza del settore pubblico e dei servizi, la dotazione di capitale umano e di
infrastrutture, la disponibilità e la flessibilità dei fattori produttivi.
L'intensificarsi del commercio mondiale e la competizione delle merci provenienti dalle
nuove aree emergenti espongono le piccole e medie imprese italiane a una maggiore
competitività. Tali imprese devono investire ingenti risorse in ricerca e sviluppo al fine di
innovare e migliorare continuamente il livello qualitativo dei propri prodotti. Tuttavia,
questi investimenti richiedono mezzi finanziari non sempre disponibili per le aziende di
dimensioni contenute. In questo contesto, la crescita dimensionale diventa un fattore
cruciale nella vita delle imprese familiari, poiché solo attraverso tale crescita possono
investire, innovare e soprattutto competere efficacemente sul mercato.
Nel primo capitolo si definisce l'impresa familiare e si evidenzia la sua differenza rispetto
alle piccole e medie imprese. Questo tipo di azienda è parte della clientela privata delle
banche ed ha un'importanza notevole per esse.
Nel secondo capitolo si analizza il fenomeno delle imprese familiari nel contesto
internazionale. Si afferma che la competizione si è spostata da livello di singole aziende a
livello di sistema paese o, in senso più ampio, a livello di macroarea (Stati Uniti, Europa,
Giappone, India e Cina). Viene anche riportato un confronto tra le imprese familiari italiane
e quelle nordamericane, sottolineando alcune caratteristiche che possono limitare la
crescita delle prime.
Nel terzo capitolo si descrivono alcune strategie determinanti nei processi di crescita delle
imprese familiari, tra cui l'importanza del capitale umano, i comportamenti organizzativi, le
operazioni di merger & acquisition e soprattutto la necessità di una crescita internazionale.
Nel quarto capitolo si presentano le modalità di reperimento delle fonti di finanziamento
per l'impresa durante il suo percorso di vita, evidenziando la difficoltà delle imprese
familiari italiane nell'apertura del capitale a terzi. Si conclude analizzando la forma di
finanziamento che comporta una condivisione maggiore della proprietà dell'impresa: la
quotazione in borsa. Si sottolinea la necessità di un cambiamento culturale nelle imprese
familiari italiane per la gestione manageriale dell'impresa stessa e per la difesa del
controllo di maggioranza assoluta o relativa.
Nell'ultimo capitolo si presentano le regole da rispettare per realizzare i processi di
crescita e raggiungere gli obiettivi prefissati. Per dotare il nostro paese di un numero
maggiore di grandi imprese, è importante comprendere le leve strategiche e i passaggi
organizzativi che hanno aiutato gli imprenditori di maggior successo a raggiungere
posizioni di leadership internazionale e trasferire questa conoscenza alle piccole imprese
che vogliono perseguire una più significativa crescita dimensionale.
Capitolo I
L’impresa familiare e la sua importanza nella clientela privata
1.1 Definizione di impresa familiare
Il family business è definito come un intricato sistema di relazioni affettive e patrimoniali
tra i vari membri della famiglia e tra questi e l'impresa stessa. Tale concetto va oltre quello
di impresa familiare e non deve essere confuso con le piccole e medie imprese, anche se
molte di esse sono a conduzione familiare e di dimensioni medie. L'impresa familiare è
vista come un sistema di relazioni in costante evoluzione, che si adatta al ciclo di vita
dell'impresa e della famiglia, bilanciando i legami affettivi e patrimoniali, le consuetudini e
le norme scritte relative alla governance aziendale e familiare.
Secondo l'AIDAF, l'Associazione Italiana delle Aziende Familiari, le imprese familiari sono
quelle in cui una o più famiglie, unite da legami di parentela e alleanze solide, hanno il
potere di nominare i loro organi di governo. Inoltre, l'AIDAF sostiene che le imprese
familiari rappresentano una diretta manifestazione della libertà di iniziativa economica e
forniscono un contributo essenziale all'occupazione e allo sviluppo socio-economico del
paese.
Con riferimento all'assetto di controllo, l'impresa familiare può assumere diverse
definizioni:
1. Definizione più ampia: le imprese familiari sono quelle in cui la famiglia detiene il
controllo effettivo sulle decisioni strategiche dell'impresa e ha come obiettivo il
mantenimento del controllo familiare sull'impresa stessa. Negli Stati Uniti e in Italia,
questa definizione ha un'incidenza di circa l'89% e l'81% delle imprese,
rispettivamente.
2. Definizione intermedia: questa definizione include i criteri della definizione più
ampia, ma richiede anche che l'impresa sia gestita dal fondatore o da un suo
discendente. Nel Regno Unito e in Germania, le imprese che rispondono a questa
definizione rappresentano il 63,7% e il 60% del totale, rispettivamente.
3. Definizione più stringente: questa definizione implica che più generazioni della
famiglia siano coinvolte, che la famiglia partecipi direttamente alla gestione
corrente dell'impresa e che uno o più membri della famiglia detengano incarichi di
gestione rilevanti.
Tra le diverse definizioni delle imprese familiari, in questa tesi ci baseremo su quella data
da G. Corbetta: “Un’impresa si definisce familiare quando una o poche famiglie, collegate
da vincoli di parentela, di affinità o da solide alleanze, detengono una quota del capitale di
rischio sufficiente ad assicurare il controllo dell’impresa”. Questa definizione vuole
includere anche:
• Le imprese di grandi dimensioni in cui una o poche famiglie detengono quote
significative del capitale di rischio e, attraverso accordi con altri soci minori,
esercitano il controllo delle scelte di sviluppo all'interno dell'ambito familiare,
nonostante non detengano la maggioranza assoluta del capitale di rischio.
• Le imprese in cui i membri della famiglia, pur non costituendo la maggioranza negli
organi di governo, esercitano il proprio potere di condizionamento tramite la
nomina di amministratori di fiducia.
• Le imprese in cui nessun famigliare è coinvolto nella gestione, ma la famiglia detiene
il controllo nominando direttori di fiducia.
• Le imprese in cui due o tre famiglie collegate solo da alleanze esercitano il controllo.
Si veda Guido Corbetta, Le imprese familiari: caratteri originali, varietà e condizioni di sviluppo, Egea, 1995
1.2 L’impresa familiare è una piccola o media impresa?
Un tipico stereotipo comune è quello di pensare ad un'impresa familiare come una piccola
o media impresa, specialmente in Italia. Spesso viene vista come un'azienda di dimensioni
limitate in cui i membri della famiglia costituiscono la maggioranza dei dipendenti.
Tuttavia, è veramente corretto considerare un'impresa familiare come una PMI? Vediamo
insieme di cosa si tratta.
La categoria delle piccole e medie imprese comprende tutte le imprese con meno di 250
dipendenti e un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio
annuo inferiore a 43 milioni di euro. In particolare, le piccole imprese sono quelle con
meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo inferiore a 10
milioni di euro, mentre le microimprese sono quelle con meno di 10 dipendenti e un
fatturato annuo o un totale di bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro.
È importante notare che un'impresa familiare non è necessariamente una piccola o media
impresa, che viene definita in base a criteri quantitativi. Al contrario, un'impresa familiare
si distingue per l'influenza che una o più famiglie hanno sulla gestione o sulle scelte
strategiche dell'azienda. Pertanto, considerare l'impresa familiare solo come una PMI è
errato. Nonostante la globalizzazione, le PMI hanno un peso significativo nelle economie
industriali anche a livello internazionale. Ad esempio, la Tabella 1.1 mostra che le
microimprese rappresentano il 92,6% delle imprese totali nell'Unione Europea. In Italia,
questa percentuale è ancora più elevata, con un valore del 95,4%.
Si evidenzia che, nonostante le PMI siano un fenomeno significativo anche a livello
internazionale, in Italia questo fenomeno è particolarmente diffuso. Ciò ha un impatto
sulle dimensioni delle imprese familiari presenti nel paese.
Tabella 1.1 Distribuzione del numero di imprese e di addetti per classi dimensionali
Fonte: Faini R., Le imprese familiari: la strada per la crescita, 2004