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CAPITOLO I – INTRODUZIONE ALL’ECONOMIA MONDIALE
1. Rapporti tra popolazioni e sviluppo nazionale
Per comprendere l’evoluzione dell’economia mondiale,
può risultare utile innanzitutto studiare i risvolti dei vari
settori economici che vanno dall’agricoltura, all’industria,
fino al settore terziario. Importante però è anche sviluppare
una discussione su come si è pianificata la società anche in
base al lavoro e al mercato. Il nostro pianeta ha ormai
superato i 7,2 miliardi di abitanti, il che significa che c’è
sempre maggiore bisogno di un’oculata gestione delle risorse.
In un società che possa essere all’avanguardia, risulta
importante il livello di istruzione. E i dati non sempre sono
positivi: spesso, infatti, gli Stati non utilizzano una
quantità idonea del PIL da dedicare all’istruzione stessa. Ci
sono però Paesi che andrebbero presi d’esempio e fa sorpresa
vedere che lo Stato che utilizza più fondi in questo settore
sia un isolotto dell’Oceania, ovvero Kiribati, col suo 16,5 %
di spesa nazionale ,seguita dal Lesotho col 13,2% e Cuba col
12,9 %.In fondo alla classifica troviamo la Guinea Equatoriale
con solo lo 0,6 %.Grave è però sapere vi siano ancora Stati in
cui l’analfabetismo la fa da padrone: ai primi posti vi sono
Paesi africani con la Somalia al 76% seguita dalla Guinea col
74,4 % e il Sudan del Sud col 73 %. Certo, non sempre
un’adeguata istruzione produce grandi aspettative di lavoro,
come purtroppo stiamo vivendo negli ultimi anni ma è lecito
dire che la scolarizzazione è in media alta in alcuni Stati
come la Nuova Zelanda con i suoi 19,7 anni di media fino a
finire ancora una volta alla Somalia dove in media gli anni di
studio si riducono addirittura ai 2 anni e mezzo. Fondamentale
è anche la ricerca, con l’Israele che risulta essere il Paese
che dona la percentuale più alta di PIL col suo 4,4 %, mentre
la Bosnia risulta tristemente ultima col suo 0,02 %. Spesso
invece molte nazioni non risparmiano soldi quando si tratta di
pensare alla difesa ma soprattutto al procurarsi materiale da
guerra, cosa che sarebbe un giorno gradita da evitare.
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A guidare la classifica di coloro che più concentrano le
spese in ambito militare, c’è l’Eritrea col 20,9%, seguita da
Corea del Nord col 16 % ed Arabia Saudita, anche se per dollari
utilizzati in testa troviamo gli Usa con oltre 663 milioni di
dollari, seguita da Cina con oltre 90 milioni e Regno Unito con
circa 69 milioni di dollari. Ci sono concetti, inoltre, che
cominciano a illuminarci meglio sulle diseguaglianze sociali e
le problematiche di vita, a cominciare dalla diffusione delle
malattie.
Spesso sono proprio le condizioni misere in cui vive la
popolazione, un’inesistente prevenzione e la mancanza di
un’idonea sanità a creare epidemie molto pericolose: l’aids
rappresenta tutt’ora una delle malattie più pericolose ed ha
il suo picco maggiore in Africa, ed in particolare nello
Swaziland, dove, nella popolazione adulta, considerando almeno
il contagio di HIV, raggiunge addirittura il 26% della
popolazione. Ma la situazione è grave in tutta l’Africa
meridionale. Pericolosa è anche la diffusione della
tubercolosi, che raggiunge il suo picco in Sierra Leone, con
1372 casi ogni 100.000 abitanti. Ancora oggi, la malaria
rappresenta una costante insidia, ed è ancora una volta
l’Africa a subire i casi più diffusi: in Uganda si raggiungono
ormai quasi 12 milioni di contagi. La causa di queste gravità è
da riscontrarsi anche nell’accessibilità del popolo ai servizi
sanitari, e se in molti Paesi, fortunatamente, tutti hanno
accesso alla sanità ed ai servizi igienico-sanitari, in altri
c’è una forte emergenza: addirittura nel Sudan del Sud, solo
il 9%della popolazione ha accesso ai suddetti servizi, assieme
ad un ingente numero di altri Paesi, in particolare e ancora
una volta, in Africa. L’inefficienza della sanità è altresì
riscontrabile dalla disponibilità di letti ospedalieri, che
raggiunge il solo 0,1 in Mali, mentre il maggior picco si trova
a Monaco, col suo 16,5%. Insomma, da questi dati già si può
dedurre come i Paesi che mostrano più difficoltà sono quelli
dell’Africa e dell’Asia.
Molti di questi Paesi, purtroppo, danno poca
considerazione all’istruzione, veicolo di una società ben
sviluppata e la carenza di buona sanità e di giusta prevenzione
è sempre più causa di malattie, cause determinanti per il
deterioramento della condizione di vita del popolo. Riguardo le
forze armate, c’è’ da dire che ci sono Stati che utilizzano
molti fondi per esse, quando probabilmente sarebbero da
utilizzare per le reali necessità delle persone. Comunque ci
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sono 22 territori (e non propriamente Stati, visto che il
termine Stato è utilizzato per gli Stati sovrani, ovvero quelli
in cui c’è indipendenza dai bisogni di difesa) che non hanno
esercito: Le Isole Marshall, la Micronesia, Monaco e Palau non
hanno nessuna influenza sulle questioni relative alla difesa,
Andorra può richiede l’aiuto militare, mentre l’Islanda ha un
accordo di difesa con gli Usa. Gli altri 17 Paesi, gestiscono
la difesa senza l’apporto di alcun esercito, e nel caso di
attacchi, solitamente potrebbero richiedere l’ausilio di
alcuni Stati. Anche la tecnologia è un indicatore di sviluppo:
la diffusione di internet è oggi fondamentale per la
comunicazione e l’incremento di nuovi servizi.
Ecco uno schema riassuntivo con le classifiche dei Paesi
più caratteristici, in quei settori che non riguardano
direttamente lo sviluppo concreto dell’economia, ma sono
assolutamente determinanti per il progresso o regresso
economico di ogni Stato. (Dati 2014):
MAGGIOR PERCENTU ALE DI ANALFABETISMO:
1 SOMALIA 76%
2 GUINEA 74,7%
3 SUDAN DEL SUD 73%
DURATA PIU’ALTA DI ANNI DI SCOLARIZZAZIONE
DURATA PIU’BASSA DI ANNI DI SCOLARIZZAZIONE
1 SOMALIA 2,5
2 SUDAN 4,4
3 ERITREA 4,6
PERCENTU ALE PIU’ALTA DI SPESA PER L’ISTRUZIONE (IN % PIL)
1 NUOVA ZELANDA 19,7
2 AU STRALI A 18,7
3 IRLANDA 18,6
1 KIRIBATI 16,5%
2 LESOTHO 13 %
3 CUBA 12,9 %
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PERCENTU ALE PIU’BASSA DI SPESA PER L’ISTRUZIONE (IN % PIL)
1 GUINEA EQUATORIALE 0,6%
2 NIGERIA 0,7%
3 ZAMBI A 0,8%
SPESA PIU’ALTA PER LA RICERCA (IN % PIL)
1 ISRAELE 4,4%
2 COREA DEL SUD 4%
3 FINLANDIA 3,8%
SPESA PIU’BASSA PER LA RICERCA (IN %PIL)
1 GAMBIA 0,02%
1 BOSNIA-ERZEGOVINA 0,02%
3 LESOTHO 0,03%
MAGGIORE SPESA MI LITARE (dati: anno 2008-in % PIL)
1 ERITREA 20,9%
2 COREA DEL NORD 16,5%
3 ARABIA SAUDITA 8,2%
MINORE SPESA MILITARE (dati: anno 2008-in % PIL)
SPERANZA DI VITA DONNE (IN ANNI)
1 ANDORRA 87
2 SAN MARINO 86,1
3 GIAPPONE 85,9
SPERANZA DI VITA UOMI NI (IN ANNI)
1 SAN MARINO 81,5
2 ANDORRA 81
3 ISLANDA 80,8
1 ISLANDA 0,1%
2 MAURITIUS 0,2%
3 PAPUA NU OV A GUINEA 0,4%
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STATI PIU’ESTESI (In km
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)
1 RUSSIA 17.098.242
2 CANADA 9.984.670
3 CINA 9.596.960
STATI PIU’POPOLOSI (I N NUMERO DI ABITANTI: dati anno 2012)
1 CINA 1.353.600.687
2 INDI A 1.258.350.971
3 STATI U NITI 313.914.040
MAGGIORE DENSITA’ DI POPOLAZIONE (abitanti per km
2
)
1 MONACO 17.882
2 SINGAPORE 5.334
3 BAHREIN 1.771
MINOR DENSITA’ DI POPOLAZI ONE (abitanti per km
2
)
1 MONGOLIA 1,8
2 NAMIBIA 2,8
3 AU STRALI A 2,9
MAGGIOR NUMERO DI FEMMINE (in %)
1 LETTONIA 54,3%
2 ESTONIA 53,9%
3 UCRAI NA 53,8%
MAGGIOR NUMERO DI MASCHI (in %)
1 QATAR 73,9%
2 EMIRATI A.U 68,7%
3 BAHREIN 62,5%
MAGGIOR NUMERO DI COMPONENTI PER FAMIGLIA
1 SENEGAL 8,7
2 GAMBIA 8,6
3 AFGHANISTAN 8
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POPOLAZIONE OLTRE I 60 ANNI (in %)
1 MONACO 35,1%
2 GIAPPONE 32%
3 GERMANIA 26,8%
POPOLAZIONE SOTTO I 15 ANNI (in %)
1 NIGER 50,1 %
2 UGANDA 49,1%
3 MALI 47,8%
POPOLAZIONE URBANA (IN %)
1 MONACO 100 %
1 QATAR 100%
1 SINGAPORE 100%
INDICE DI MORT ALITA’ (IN ‰)
1 GUINEA BISSAU 16,4‰
2 REP.DEM. DEL CONGO 16,2 ‰
3 REP. CENTRAFRICANA 16‰
POPOLAZIONE CON MENO ACCESSO AD ACQU A POTABILE (in%)
1 SOMALIA 29,6%
2 PAPUA NU OV A GUINEA 40,2%
3 REP.DEM DEL CONGO 46,2%
DIFFUSIONE AIDS NEGLI ADULTI (in %)
1 SW AZILAND 26%
2 BOTSWANA 23,4%
3 LESOTHO 23,3%
DIFFUSIONE DI TUBERCOLOSI (ogni 100.000abitanti)
1 SIERRA LEONE 1.372
2 ISOLE MARSHALL 924
3 SW AZILAND 854
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ABITANTI AFFETTI ANNU ALMENTE DA MALARIA
1 UGANDA 11.824.484
2 KENY A 9.114.566
3 REP.DEM. DEL CONGO 6.865.504
MAGGIORE DISPONIBILITA’ DI CALORIE PER ABITANTE
1 AU STRIA 3.800
2 BELGIO 3.720
3 TURCHIA 3.680
MINORE DISPONIBILITA’ DI CALORIE PER ABITANTE
1 SOMALIA 1.531
2 REP.DEM DEL CONGO 1.590
3 BURUNDI 1.610
MAGGIORE PRESENZA DI MEDICI (ogni 1000 abitanti)
1 MONACO 7,1
2 CUBA 6,7
3 GRECIA 6,1
MINORE PRESENZA DI MEDICI (ogni 1000 abitanti)
1 TANZANIA 0,01
1 LIBERIA 0,01
3 SIERRA LEONE 0,02
SPESA PER LA PROTEZIONE SOCIALE (in% delle spese totali)
1 LUSSEMBURGO 63,3%
2 URUGUA Y 56,5%
3 BRASI LE 47,2%
MAGGIORE SPESA PER LA SALUTE (in % del PIL)
1 TUVALU 17,3%
2 ISOLE MARSHALL 13,8%
3 MICRONESIA 12,2%
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MINORE SPESA PER LA SALUTE (in % del PIL)
1 MYANMAR(Birmania) 0,3 %
2 SUDAN DEL SUD 0,7%
2 PAKISTAN 0,7%
MAGGIOR NUMERO DI TURISTI (dati 2013 con numero di visitatori, in
milioni)
1 FRANCIA 84,7
2 STATI U NITI 69,8
3 SP AGNA 60,7
CITTA’ PIU’ POPOLOSE AL MONDO (con anno di stima)
1 SHANGAI 23.710.000 (2013)
2 KARACHI 23.500.000 (2012)
3 PECHINO 19.612.368 (2010)
AREE METROPOLITANTE PIU’ POPOLOSE AL MONDO (stima 2010)
1 TOKYO 62.676.000
2 SHANGAI 51.313.148
3 SEOUL 43.692.652
CITTA’ PIU’ PERICOLOSE AL MONDO (con numero di omicidi ogni 100.000
abitanti, dati 2013)
1 SAN PEDRO SULA(HONDURAS) 169,30
2 ACAPULCO(MESSICO) 142,88
3 CARACAS(VENEZUELA) 118,89
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2. Agricoltura e allevamento
Le attività nel settore primario, nell’industria e nel terziario, sono di
fondamentale importanza per lo sviluppo di qualsivoglia società. C’è da
sottolineare il ruolo che ancora oggi riveste l’agricoltura, un’attività che sta
alla base del sostentamento umano e che oggi si avvale di
modernizzazione e tecniche d’avanguardia. La moderna agricoltura
intensiva dipende dai contributi di molte discipline diverse. L'introduzione
di processi meccanizzati e di tecnologie sofisticate, ad esempio di
irrigazione e di drenaggio, è soprattutto dovuta a studi di ingegneria,
agronomia e fisica, ma già da 10.000 anni l’uomo pratica questa attività,
concentrandosi sui risultati che può dare la coltivazione e l’allevamento.
Fra i vegetali, i più importanti sono i cereali, come il riso, l'orzo, il mais e la
segale, ma importanza hanno anche la canna e la barbabietola da
zucchero.
Gli animali, come pecore, vacche, capre, maiali, polli, anatre e
tacchini, sono soggetti ad allevamento per via della loro carne, ma anche
per produzioni come il latte, il formaggio e le uova. Rilevanza va data
anche a prodotti non alimentari come il caucciù, le piante da fibre, il
tabacco, i semi oleosi utilizzati per le produzioni chimiche e gli animali
allevati per la pelle o la pelliccia. Circa il 50% della forza lavoro mondiale
ha un impiego nell’ agricoltura, con il 64% della popolazione africana, il
61% di quella asiatica, il 24% di quella sudamericana, il 15% di quella
dell'Europa dell'Est e degli stati dell'ex Unione Sovietica, il 7% di quella
dell'Europa occidentale e meno del 4% di quella statunitense e canadese.
C’è da dire che la dimensione delle aziende agricole varia in base ai luoghi
e alle finalità delle stesse; Il numero di piccole aziende per
l'autosostentamento o quelle a gestione familiare con economia mista sta
diminuendo nei Paesi più industrializzati, ma è ancora importante nelle
zone in via di sviluppo dell'Africa o dell'Asia. La pastorizia nomade è una
realtà presente in vaste aree dell'Africa subsahariana, in Afghanistan e in
Lapponia; l'allevamento al pascolo è l'attività agricola più importante della
Mongolia. Nel mercato delle esportazioni, spesso, un Paese si fa
conoscere per un prodotto specifico: ad esempio, nello Sri Lanka il
prodotto di maggior rifermento è il tè, la Danimarca è specializzata nei
prodotti caseari, l’Australia vanta una grande produzione di lana, mentre
famose per la carne sono Nuova Zelanda ed Argentina. I Paesi esportatori
di prodotti agricoli possono essere di due tipologie: quelli che non hanno
industrie e che di conseguenza basano tutta la loro economia
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sull’agricoltura, come il Ghana, che esporta, in dosi importanti, il cacao, e
Paesi che hanno una produzione agricola troppo sviluppata, sì da avere
prodotti in sovrapproduzione, come gli Usa, il Canada e l’Europea
dell’Ovest. Il commercio dei prodotti agricoli, fondamentale per il bilancio
economico nazionale e per le forniture di materie prime per l'industria,
viene regolamentato da accordi come il WTO (World Trade Organization,
ovvero l’organizzazione del commercio mondiale) e da organismi come
l'Unione Europea. Oggi, l’agricoltura deve affrontare gravi problematiche,
quali l’inquinamento del suolo e delle acque, per via dell’uso di prodotti
chimici e la perdita di alcune colture. Attualmente vi sono tre tipi di
agricoltura praticata nel mondo: quella commerciale, quella di sussistenza e
quella di piantagione. Se la produzione agricola è destinata al consumo
diretto, familiare o locale, si ha un'agricoltura di sostentamento o di
sussistenza, condotta con tecniche tradizionali, ma non risulta essere molto
produttiva. Quando, invece, la produzione è destinata al mercato si ha
un'agricoltura commerciale, il cui scopo è produrre al fine di vendere e
ampliare i profitti. L’agricoltura commerciale è presente, in particolare,
nelle zone industrializzate del mondo e prevede una produzione a basso
costo e poca manodopera.
L’agricoltura di sussistenza è presente specialmente nel Sud del
mondo, dove spesso i contadini riescono a produrre solo quanto basta per
la loro famiglia; ma basta una calamità naturale per approdare alla carestia
e quindi alla fame. Riguardo l’agricoltura di piantagione, va detto che è
anch’essa diffusa nei Paesi più poveri, ma viene utilizzata in particolar
modo per produrre prodotti utilizzati nei Paesi più ricchi, come il caffè e le
banane. È un’agricoltura moderna, ma i guadagni non vanno ai contadini
bensì alle imprese che hanno la terra. Questo sistema agricolo nasconde
gravi rischi per i Paesi che lo praticano: anzitutto la monocoltura
impoverisce i suoli, crea dipendenza verso i fertilizzanti e velocizza i
processi di erosione, specialmente negli ambienti fragili come quelli
tropicali. Inoltre, le multinazionali sottraggono i terreni migliori alle
comunità di villaggio, che praticano un'agricoltura di sussistenza, e tendono
ad allargare la loro frontiera agricola proporzionalmente alle richieste del
mercato. La presenza, in uno stesso Paese, di due sistemi agricoli così
diversi, quali la piantagione e l'agricoltura di sussistenza può determinare
pericolose conflittualità, a causa delle quali le aziende agricole familiari
vanno in difficoltà. Le immense proprietà, eredità della conquista coloniale,
sono sfruttate al di sotto delle loro potenzialità da proprietari che hanno a
disposizione un'abbondante manodopera a basso costo. Spesso i contadini