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INTRODUZIONE
Lo studio presentato si focalizza sull’andamento del marco tedesco a partire dallo scoppio
della Prima guerra mondiale nel luglio 1914 fino ad arrivare alla sua stabilizzazione
monetaria, nel novembre 1923. Nel giro di nove anni la valuta tedesca subì un
deprezzamento continuo a causa di vicende politiche, economiche e sociali che fecero
crollare la fiducia di un’intera popolazione nel proprio divenire. L’inflazione che colpì la
Repubblica di Weimar nei suoi primi anni vide un aumento continuo ed inesorabile dei
prezzi e dei salari, che gravò principalmente su coloro i quali ricevettero un reddito fisso
e/o lo detennero senza investirlo in capitali reali. La perdita del marco nei confronti del
dollaro fu irreversibile, con il cambio che nel giro di nove anni passò da 4,2 marchi per
dollaro a 4,2 miliardi per un’unità della medesima valuta.
Questa tesi si prefigge lo scopo di delineare un riquadro veritiero ed imparziale sugli anni
che trasformarono la Germania da potenza europea a Paese soggiogato agli Alleati,
cercando di far chiarezza sulle dinamiche politico-economiche che influirono in maniera
decisiva a far crollare il valore del marco e dare il via al fenomeno qui presentato.
Verranno quindi inizialmente analizzate le cause che portarono all’adozione di una
politica economia inflazionistica, ripercorrendo gli avvenimenti storici che segnarono i
rapporti internazionali per i successivi decenni e concentrandosi sulla politica finanziaria
intrapresa dal Reich durante e dopo la guerra, comparandola con quella delle altre potenze
europee. Successivamente verranno presentate le conseguenze economiche e sociali che
l’inflazione provocò sullo sviluppo, sull’occupazione e sui consumi, senza tralasciare la
redistribuzione della ricchezza a livello nazionale ed internazionale. L’elaborato si
sofferma inoltre sul percorso che portò inevitabilmente, alla fine del 1923, alla
stabilizzazione del Papiermark attraverso l’introduzione di una nuova valuta, il
Rentenmark. Il lavoro infine si conclude con l’attuazione del Piano Dawes che permise
al Reich di riprendere il pagamento delle riparazioni e tornare al gold standard con il
Reichsmark, invitando ad una riflessione circa il condizionamento che ebbe questo
delicato periodo storico sugli anni futuri, in Germania e nel mondo.
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CAPITOLO 1
ORIGINI DELL’INFLAZIONE E FATTORI
DETERMINANTI DELL’ESPANSIONE MONETARIA
1.1 Premessa teorica e tipi di inflazione
Storicamente la scienza economica per spiegare i propri fenomeni ha fatto risalire le cause
a variabili economiche, non facendo ricorso ad ulteriori fattori esplicativi di altro tipo.
Solamente in tempi recenti si è iniziato a considerare anche fattori politici, sociali e
culturali per spiegare le origini di tali avvenimenti, e questo tipo di approccio verrà
utilizzato nell’elaborato qui proposto per analizzare le cause che diedero il via
all’espansione monetaria e alla svalutazione del marco. Un valido inizio per l’analisi dei
fattori politici ed economici dell’inflazione è l’equazione degli scambi di Irving Fischer:
∙ = ∙
Dove:
M: stock di moneta
V: velocità di circolazione della moneta rispetto al reddito
P: livello dei prezzi
Yr: prodotto nazionale in termini reali
Tale equazione ci permette di dividere le variazioni dei prezzi, ovvero l’inflazione, in
categorie differenti. Le sue cause politiche possono essere analizzate nelle tre componenti
sopracitate: la quantità di moneta, la sua velocità di circolazione ed il prodotto nazionale,
espresso in termini reali. Nel primo capitolo verranno esaminati i fattori determinanti
dell’espansione monetaria, mentre nel secondo si passeranno in rassegna le componenti
che influenzarono il reddito nazionale reale e la velocità di circolazione della moneta. In
passato vecchie versioni della teoria quantitativa della moneta consideravano costanti la
velocità di circolazione ed il prodotto nazionale reale, attribuendo alla sola variazione
dello stock monetario la causa del processo inflazionistico.
Tuttavia la teoria neo-quantitativa, propugnata a partire da metà del secolo scorso,
ammette variazioni nella velocità di circolazione e nel reddito reale, che possono così
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influenzare i prezzi, specialmente in particolari periodi contraddistinti da anormalità della
vita economica, come in caso di guerre e rivoluzioni. Questo è lo scenario che si verificò
in Germania negli anni che andarono dal 1914 al 1923, dove vi fu uno stretto rapporto tra
andamento dei prezzi all’ingrosso e quantità di moneta.
L’inflazione, a seconda dei modi in cui si manifesta, può essere classificata in diverse
tipologie. Laddove sussiste un dislivello tra domanda in termini nominali ed offerta reale
di beni, si rilevano l’inflazione repressa e l’inflazione palese. I casi storicamente più
significativi di inflazione hanno avuto come denominatore comune un aumento della
domanda aggregata in termini nominali, connesso ad una costante espansione dello stock
monetario, superiore al tasso di crescita dell’offerta reale. Ciò che contraddistingue
l’inflazione repressa è l’intervento dello Stato nel processo di formazione dei prezzi, in
precedenza liberamente determinati dalle forze di mercato. Verificatasi negli anni della
Prima guerra mondiale, lo Stato decise di ricorrere a questo intervento per bloccare i
prezzi massimi dei beni alimentari al fine di impedirne ulteriori incrementi in condizioni
di scarsità. I prezzi ufficiali rimasero dunque al di sotto dei prezzi d’equilibrio, generando
dal lato dell’offerta una carenza di merci, mentre dal lato della domanda un’eccedenza
monetaria non desiderata e una riduzione della velocità di circolazione della moneta. Il
popolo tedesco mantenne piena fiducia nel marco durante gli anni bellici, ed essa non
venne scalfita nemmeno dalla sconfitta militare. Al contrario, grandi quantità di carta
moneta vennero tesoreggiate:
«In Germania, sembra essersi verificata una continua mania all’accumulo su
larga scala in connessione con la rivoluzione, e si ritiene che una
considerevole quantità di banconote sia rimasta per lungo tempo in possesso
privato, in particolare in quello della popolazione contadina»
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.
L’elemento caratterizzante dell’inflazione palese, riscontratasi negli anni 1919-1923, è il
continuo innalzamento dei prezzi lungo un arco di tempo rilevante. Il ruolo ricoperto dalle
aspettative che gli operatori economici nutrono circa le future variazioni dei prezzi è
decisivo per le dinamiche future della domanda e dell’offerta. Qualora sussistano
aspettative orientate ad un rallentamento delle spinte inflazionistiche, l’eccesso di
domanda potrà essere assorbito con un moderato aumento dei prezzi ed un afflusso
aggiuntivo di merci sul mercato, mentre in caso contrario, aspettative indirizzate ad
un’ulteriore crescita del processo inflazionistico porteranno all’incremento della
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Gustav CASSEL, Money and foreign exchange after 1914, Constable & Co., London 1922, p. 39.
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domanda monetaria e all’espansione dell’offerta reale, che avrà come effetto di ampliare
il dislivello accelerando l’inflazione. Un’ulteriore distinzione dell’inflazione può essere
notata in base al soggetto necessitante di moneta. A fianco dell’inflazione statale,
provocata dalle incessanti richieste dello Stato alla Reichsbank, si rileva quindi
l’inflazione privata, ovvero la creazione di carta moneta per conto del commercio.
1.2 Politica di bilancio del Reich durante il conflitto
La politica finanziaria di guerra ha come obiettivo quello di indirizzare il potenziale
produttivo del Paese verso attività necessarie per sostenere lo sforzo bellico. Le priorità
cambiano radicalmente, si conferisce maggior importanza al presente rispetto al futuro,
anteponendo la produzione per il consumo rispetto a quella per i beni d’investimento ed
il fabbisogno statale a quello della popolazione. Lo Stato interviene direttamente per
controllare la produzione, cercando di conservare la capacità produttiva antecedente al
conflitto, e razionare il consumo di generi alimentari e materie prime. Si distinguono
generalmente almeno quattro diverse condotte di politica finanziaria di guerra
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:
1. Accumulazione preventiva di un “tesoro di guerra”
2. Aumento della pressione fiscale
3. Emissione di prestiti di guerra
4. Indebitamento a breve termine dello Stato presso la Banca Centrale o presso il
sistema bancario
1. Parte delle riparazioni che la Germania ricevette dalla Francia per la guerra 1870-71
furono destinate alla formazione preventiva di un “tesoro di guerra”. Tuttavia, la sola
funzione che ebbe fu quella inasprire i rapporti internazionali e predisporre gli animi
ad un futuro conflitto tra i due Paesi, specialmente se si considera che l’ammontare
depositato presso la Juliusturm di Spandau nel 1914 (poco più di 200 milioni di
marchi) sarebbe bastato solamente per finanziare un paio di giorni della Prima guerra
mondiale.
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Horst JECHT, Kriegsfinanzen, Fischer, Jena 1938, p. 43.
Max LANTER, Die Finanzierung des Krieges. Quellen, Methoden und Lösungen seit dem Mittelalter bis
Ende des zhweiten Weltkrieges 1939 bis 1945, Haag, Luzern 1950, p. 68.
Max LANTER, “Kriegsfinanzen” in Handwörterbuch der Sozialwissenschaften, Stuttgart 1959, pp. 357-
365.