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[Francesco
Genovese ]
CAPITOLO I
L'evoluzione della comunicazione
Il più importante bisogno dell'uomo,dopo quelli primari di mangiare e
vestirsi, è sicuramente il bisogno di comunicare . Tante evoluzioni sono avvenute
nel mondo fino ad i giorni nostri, come quella dei trasporti, dell'agricoltura, della
costruzione delle case etc.,di cui diverse possono essere sfuggite alla nostra
attenzione , ma il progresso che ha avuto il modo di comunicare, no.
E' palese,evidente e differenziato allo stesso tempo. Tutti abbiamo
necessità di condividere informazioni , banali o non , con un altro essere umano,
anche a distanze esagerate. Anzi le notizie che vengono da lontano, destano molta
più curiosità di quelle che arrivano da vicino a colui che le riceve.
E' difficile pensare come sia stato possibile comunicare nei tempi passati,
senza telefoni cellulari, computer, televisioni, radio etc., ma quel che è sicuro è che
lo si faceva lo stesso, anzi con più attenzione nei minimi particolari.
Tra i mezzi di comunicazione conosciuti , il più fedele, semplice efficace e
potente è senza dubbio : il passaparola.
Ancor' oggi non esiste un metodo capace di scardinare una convinzione su
una determinata cosa o che accresca il valore della stessa, attraverso una
semplice chiacchierata e quindi attraverso il semplice "passaggio di parole".
Noi consumatori di un particolare servizio o di un prodotto non abbiamo
alcun interesse economico nel parlare bene o male di questo o di quello, almeno
che non siano i produttori o i fornitori dello stesso, quindi il nostro parere è senza
dubbio al di fuori da ogni scopo, dunque "super partes" e di conseguenza sarà
pienamente oggettivo ed attendibile.
Tra gli altri mezzi di comunicazione, abbiamo senza ombra di dubbio la
stampa, con i giornali e le riviste, i quali, se dobbiamo essere onesti stanno
scomparendo , o meglio si sta assistendo ad una rapida trasformazione interna
verso un’altra forma o un'altra veste: quella telematica.
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[Francesco
Genovese ]
Si, le persone leggono, anche se in Italia non siamo messi molto bene nella
classifica mondiale per lettori , ma leggono i giornali o le riviste on-line, su Internet.
Insomma è la carta che sta per essere sostituita del tutto dai computers,non
perché non fosse comoda, anzi niente e nessuno potrà mai sostituire il profumo
della carta di un giornale appena stampato, o il colore dell'inchiostro rilasciato nelle
mani dopo aver sfogliato anche per pochi minuti le pagine di un giornale, ma
perché fa tutto parte di un processo di evoluzione mondiale imprescindibile.
Niente potrà cambiare però il piacere delle cose originali, che si tengono per
mano, neanche il più evoluto tablet esistente con le più avanzate applicazioni
disponibili, ma purtroppo come ho detto ciò è già avvenuto e senza
preavviso,perché il progresso racchiude in se una forma di ovvietà disarmante,
come se fosse un grande orologio di cui è impossibile fermare le sue lancette .
Siamo tutti consapevoli di questo, ma continuiamo a “subire”, quasi
passivamente, l'avvicendarsi di nuove tecnologie senza addirittura chiederci il
perché e l'origine, come un adolescente che vuole il suo primo cellulare
semplicemente perché lo vede a tutti i suoi coetanei ed i genitori sono “costretti” a
comprarglielo per evitare di farlo sentire “escluso”.
Un altro importantissimo strumento di comunicazione, sempre vittima di
questa feroce digitalizzazione che comunque non rischia di perdere la sua validità
e la sua efficacia, è il libro . Per quanto riguarda la sua produzione ed i suoi
produttori dobbiamo spendere alcune parole a riguardo perchè la situazione
appare molto contraddittoria, cioè chiunque vuole oggi, può stampare un libro ma
senza poche difficoltà perché proprio gli editori si stanno estinguendo.
Infatti chiunque può scrivere un libro e venderlo da sè: è finita quell'epoca
in cui chi scriveva un testo apparteneva ad un ceto elevato oppure aveva un livello
di cultura molto alto, ed infatti a motivo di ciò tutto quello che si leggeva era
considerato quasi come verità assoluta, perchè era pure difficile reperire dei libri,
basti pensare all'età oscura del periodo medioevale.
Oggi, chiunque puo' scrivere autonomamente anche un enciclopedia.
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[Francesco
Genovese ]
Basti pensare al fenomeno Wikipedia, dove non è richiesta né la qualifica e
nè il titolo scolastico per modificare o per riscrivere una voce.
Ritornando alla questione della trasformazione del libro da quello di carta a
quello elettronico,dobbiamo presentare l’esistenza dei famosi : e-books (libri
elettronici) attraverso i loro relativi e-readers (dispositivi elettronici per la
lettura),ma come ho detto prima le possibilità che il libro vero e proprio come tutti lo
conosciamo scompaia sono sempre remote anzi, impossibili.
Il libro è e sarà sempre il libro. Personalmente lo dico sia in termini di salute,
perchè fa male stare sempre davanti ad uno schermo, sia in termini di
soddisfazione personale perché è bello avere una biblioteca anziché una serie di
cartelle o file sul desktop che invece rappresentano uno sterile archivio.
Volendo continuare a parlare di mezzi comunicazione e della loro
evoluzione non possiamo non citare: il cinema, la televisione e la radio.
Il cinema, anche se i suoi inventori pensavano, fosse un'esperienza di
passaggio o un'alternativa al teatro, è e sara' sempre in auge e preferito dalla
moltitudine,lo dimostra il fatto che è sempre in aumento la richiesta dai persone di
svariate fasce d'età.
La tecnologia sta agevolando molto lo sviluppo del cinema: benchè la
maggior parte delle pellicole ormai sono prodotte al computer per sviluppare effetti
speciali veramente sensazionali. Le emozioni che si provano al cinema , grazie
anche all'impianto sonoro e gli effetti speciali costituiscono quegli elementi
insomma che ne fanno e ne faranno sempre una valida alternativa di sfogo e di
svago dalla monotonia della vita quotidiana.
Per continuare a parlare di mezzi di comunicazione, adesso dobbiamo
spendere un po di parole per la televisione e la radio.
Si pensava che la TV , nel corso degli anni ‘90 avesse declassato se non
addirittura fatto estinguere le radio, altrochè,le radio sono rimaste anzi, sono
aumentate in maniera esponenziale grazie ai loro fedelissimi seguaci o per usare
un neologismo: “followers”.
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[Francesco
Genovese ]
La radio oggi, ha un numero di ascoltatori sempre vivo come già ho
accennato perchè la sua peculiarità è contenuta nel fatto che la si può ascoltare
ovunque, in qualsiasi luogo, anche senza corrente elettrica ; basta solo una
batteria. Un altro esempio di radio che non morirà mai è l’alfabeto morse, il quale
richiede solo una conoscenza dello stesso perchè per applicarlo basta qualsiasi
oggetto che generi una sorta di rumore di qualsiasi genere.
La sua gemella, la televisione invece, è un capitolo a sè. Il suo principale
problema oggi non è altro che il suo più grande punto di forza : l’enorme varietà di
programmi a disposizione che produce nel suo insieme. Si, la televisione
oggigiorno, sia quella pubblica che quella a pagamento presenta un paradosso
gigantesco, quanto la sua copertura universale :l’abbondanza .
Come cita proprio l’articolo intitolato “Il Paradosso dell’abbondanza” , siamo
davanti ad un fenomeno assai curioso : la macchina inarrestabile dello sviluppo ha
disegnato una situazione tale che davanti al marasma di programmi, informazioni,
trasmissioni ed eventi che ci vengono presentati, allo stesso tempo si rischia di
annoiarci o addirittura di restare insoddisfatti per la pochezza del messaggio
trasmesso. Insomma la televisione c’è, è presente dovunque,in tutte le case ormai,
perchè il prezzo è diventato veramente alla portata di tutti, ma non ha ancora
raggiunto lo status di “optimum” che dovrebbe avere in termini di qualità.
E’ doveroso sapere che coloro i quali detengono la proprietà di tutti questi
potenti mezzi di comunicazione sopracitati sono possessori anche in un certo
senso della nostra vita. Mi voglio spiegare meglio.
Noi “consumatori finali” del prodotto mediatico radio-giornalistico-televisivo ,
siamo spettatori “passivi” . Abbiamo la facoltà di scegliere cosa vedere, cosa
leggere e cosa ascoltare, ma non possiamo cambiare le righe del giornale che
abbiamo acquistato,o le parole che sentiamo dalla trasmissione radio prescelta o
insomma le frasi dalla bocca del giornalista televisivo .
Quello che ascoltiamo è quello di cui ci nutriamo, in quanto entra nel nostro
cervello, passa dal nostro cuore e ritorna alla mente e viceversa.
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[Francesco
Genovese ]
Se le informazioni che ci vengono trasmesse non sono accurate o
addirittura sono cariche di un certo pessimismo cronico non produrranno altro che
un senso di tristezza senonchè di scontentezza nell’animo di chi le riceve, e quindi
lasceranno un alone di infelicità nel cuore di chi le ha accolte e cosa ancora più
grave può portare allo spegnimento di quella funzione naturale di cui siamo dotati
ognuno di noi nel profondo di noi stessi: la voglia di vivere e di andare avanti.
Dico tutto ciò perchè è diventato di moda ormai “abbattere” le speranze
delle persone da parte di tutte quelle pseudo-trasmissioni televisive sottoforma di
dibattito per discutere sulla crisi e la recessione.
Lo “status confusionale” in cui ci vogliono far sprofondare è ormai diventato
moda e ci siamo dovuti abituare senza volerlo veramente, ad a ricevere
giornalmente notizie sul decadimento dei valori dei nostri giorni.
Se vogliamo parlare adesso di mezzi di comunicazione che ci permettono
invece di essere “attivi” sul vero senso della parola non possiamo non parlare dei
cellulari, in inglese/americano , dei “mobile” o meglio ancora degli “Smartphone”.
Come dice il termine appunto, si tratta di telefoni intelligenti, svegli, perchè sanno
cosa noi abbiamo bisogno e come vogliamo utilizzarli per trarne il nostro scopo
principale: la comunicazione, o ancora più precisamente, secondo la desinenza
latina del termine, “communis” ,che rappresenta il trasporto di un messaggio, di un
informazione da una parte all’altra e quindi da un interlocutore ad un altro. Questa
azione è presente come ho detto nelle prime righe del capitolo , nella natura
umana, infatti l’uomo ha dovuto sempre soddisfare il bisogno primario, quasi
animale , di comunicare ,che sia verbale o no.
I telefoni cellulari sono nati nel 1979, e sono stati messi in commercio dal
1983. Sono cresciuti cosi velocemente che nel 2000 hanno superato il numero
delle linee residenziali (telefoni di casa) !
Adesso si è talmente ingrandita la curva di crescita,che se vogliamo
rappresentare tutto attraverso un grafico cartesiano, ci rendiamo subito conto che
siamo arrivati ad un punto di saturazione totale del mercato.
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[Francesco
Genovese ]
Oggi tutti hanno un cellulare. La cosa più clamorosa se proprio vogliamo
usare questo termine che fa clamore appunto è che si possiedono telefoni cellulari
di ultima generazione , con la capacità di interagire come un personal computer a
tutti gli effetti e dal costo elevato, e allo stesso tempo, non si ha la possibilità di
mantenere il costo dei servizi offerti per quanto svariati e costosi siano.
Siamo paradossali anche nell’uso quotidiano delle ultime ed avanzate
tecnologie. Non voglio entrare nello specifico di come vengono usati o abusati
questi telefoni intelligenti, perchè voglio concludere questa importante antologia dei
mezzi di comunicazione più utilizzati e famosi al mondo con quello che è la punta
di diamante :la grande rete, da tutti conosciuta come Internet.
Il World Wide Web, affonda le radici negli Stati Uniti dove un gruppo di
militari si scambiavano informazioni importanti e segrete attraverso un protocollo di
telecomunicazione privato ed interno ed unico solo per la loro cerchia ristretta,
successivamente si è sentito il bisogno naturale di dover allargare questa rete
passando così da Intra-net ad Inter-net ,permettendo a chiunque in qualsiasi
parte del mondo di condividere informazioni e contenuti di vario genere e di grande
utilità.
Oggi siamo tutti su Internet. Possiamo, ma soprattutto vogliamo farlo,
perché essendo dentro oltre a reperire tutte le informazioni necessarie ai nostri
affari,interessi, gusti e curiosità o interessi personali, ci permette di comunicare con
gli altri da qualsiasi parte del globo terrestre. Il suddetto fenomeno poi si è allargato
ulteriormente, concedendo la possibilità appunto a chiunque di poter scambiare
dati e condividerli come possiamo notare nei famosissimi : “social networks” o
reti sociali comuni in cui tutti ma proprio tutti ,gratuitamente iscritti , condividono
costantemente il loro pensiero su determinati fatti,vicende o addirittura mostrano le
loro fotografie che immortalano quello che stanno facendo, anche al prezzo di
perdere la propria privacy e di scadere nel ridicolo.
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[Francesco
Genovese ]
Gli antichi fenici,i greci e i romani nel tempo libero studiavano le stelle , o
meglio alzavano gli occhi al cielo e, chi con strumenti di calcolo efficaci, chi con
assurde supposizioni, formulavano teorie sulla nascita del mondo e sul senso della
vita umana.
Oggigiorno appunto siamo troppo impegnati nella nostra stressante vita che
ci basta paradossalmente cercare di capire cosa fanno gli altri nella loro vita,
mentre la nostra trascorre senza che ne facciamo caso.
Siamo partiti dal cavallo, come mezzo per trasportare le informazioni, siamo
passati al treno, alle macchine, ai primi telegrafi ( fax) , ai computer e siamo arrivati
agli I-pad o agli I-phone.
Adesso attraverso mezzi di comunicazione di massa sociali quali
“Whatsapp”, “Facebook”, “Twitter”, “Instagram” che hanno letteralmente
sconvolto ed accelerato il nostro modo di trasportare informazioni tanto che non si
capisce più se sono affidabili o meno o se hanno un senso, abbiamo letteralmente
abbattuto quei tempi morti che al contrario ci accendevano la mente ed il cuore e ci
facevano pensare a cosa siamo ed a dove stiamo andando.
Per riassumere il tutto in una frase che ci spiega come siamo messi,
possiamo dire che oggi abbiamo tanti, anzi tantissimi collegamenti ma pochissima
sostanza.Tutti parlano ma pochi comunicano, perché non siamo più abituati ad
ascoltare, da chi ci sta accanto a chi incontriamo casualmente.
Plutarco diceva : “Se sai ascoltare , impari anche da chi parla male”.
I Social Networks e le comunità virtuali
Come abbiamo ampiamente discusso nel primo paragrafo, l'uomo necessita
di comunicare ed ha sempre cercato in maniera smodata di farlo, evolvendosi eha
sviluppando strumenti sempre più all'avanguardia con i tempi ed i corsi storici tanto
che ha semplificato molto la vita quotidiana ma sotto alcuni punti di vista non
hanno fatto altro invece che complicarla sempre di più.