e i pericoli in cui potevano imbattersi, dal momento che viaggiare era ancora molto pericoloso.
Era prevista anche la presenza di una buona servitù (Boyer, 1997). Certamente da questo tipo di
viaggio non è esclusa la componente ludica, di divertimento, di evasione.
Questa importante forma di turismo è anche aiutata dal fatto che nel Settecento le condizioni di
viaggio iniziano a migliorare, ad essere più confortevoli; da più parti si è iniziata una fase di
sistemazione delle principali vie di percorrenza (e poi pian piano anche di quelle minori) e la
costruzione di molti alberghi nelle grandi città.
Questo fenomeno è così importante che sempre in questo periodo iniziano a diffondersi mappe
e guide con le descrizioni dettagliate dei luoghi principali da visitare: "si sviluppa la letteratura
in viaggio, con il racconto delle avventure e delle esperienze vissute dai protagonisti" (Corvo,
2003: 26).
Nel corso del secolo successivo, l'Ottocento, questo primo genere di vacanza inizia ad entrare
in crisi, e proprio dove aveva preso avvio, cioè in Inghilterra. Gli inglesi iniziano a prendere
coscienza di avere la supremazia economica e commerciale e ritengono di non dover più
dipendere dai paesi dell'Europa continentale, per cui si concentrano maggiormente nei propri
confini. A questo punto "lo scopo del viaggio si modifica e diventa la ricerca dell'esotismo o di
testimonianze di antiche civiltà" (Corvo, 2003: 26). Oggi i viaggi di studio degli studenti
universitari (tipo Erasmus) possono in un certo senso essere assimilati a quelli dei giovani
nobili che affrontavano il Grand Tour, con il grande vantaggio che in epoca attuale questi
viaggi non coinvolgono più solo ristrette elite ricche ma potenzialmente tutti gli studenti e di
tutti i paesi del mondo, non solo di un paese.
2.2 Dalle terme al turismo balneare
Sempre nel Settecento, e sempre in Inghilterra, fiorisce il fenomeno turistico delle terme.
Bisogna subito chiarire che il soggiorno termale non è certo una invenzione inglese del tempo;
già gli antichi Romani attribuivano ai bagni una importanza notevole per la cura del corpo e
dello spirito. Anche tra il XIII e il XVI secolo questo fenomeno è stato importante; anzi in un
certo senso potremmo dire che precursore del moderno turismo più che il fenomeno del Grand
Tour è stato il turismo termale.
Grande sviluppo di questo fenomeno, è un punto da cui partire; nuove scoperte mediche
spingevano sempre più persone, dapprima nobili e aristocratici, poi esponenti dell'alta
borghesia e via via tutti gli altri, a praticare le cure termali su prescrizione medica, in quanto si
riteneva che i bagni in acqua calda e poi fredda potessero essere un buon rimedio, tra l'altro,
alla tubercolosi e ad altre malattie all'epoca mortali.
Merito degli inglesi, quindi, non fu certo quello di scoprire e lanciare il turismo termale, bensì
quello di trasformare questi centri di cura, già rinomati e utilizzati da tempo, seppur tra alti e
bassi, in luoghi cosiddetti di loisir, cioè luoghi atti a ricevere e divertire i turisti. Questo
comportava la costruzione di servizi ricreativi (come negozi esclusivi con le novità della moda,
bar, pub, circoli sportivi, luoghi di incontro di vario genere), di servizi ricettivi (con la
costruzione di numerosissimi alberghi), e di tutta una serie di servizi accessori atti a fornire ai
visitatori confort e assistenza. In questi centri, poi,sfoggiava il lusso, costruzioni importanti,
passeggiate attraverso parchi e percorsi spesso molto sontuosi.
Nello stesso tempo questo ha portato a numerosi lavori di sistemazione viaria e fognaria, in
quanto inizialmente queste piccole cittadine non erano in grado di ospitare e far fronte al
crescente numero di visitatori.
Si sono resi necessari ingenti investimenti prima da parte di privati, poi pubblici, per
trasformare città termali in grandi centri di svago alla moda. Esempio tipico di un centro di
questo tipo è Bath, importantissima e rinomata cittadina inglese.
E' proprio a Bath che si può trovare il primo esempio di città turistica: "prima sfruttando la
presenza delle terme per un turismo di cura di tipo tradizionale e poi diventando un centro di
svago e per il loisir, con luoghi specializzati all'intrattenimento dei turisti. Per alcuni studiosi
questa è la prima vera manifestazione del turismo moderno, con la specializzazione della
domanda e dell'offerta di servizi per il tempo libero e la nascita di città urbanisticamente
strutturate per l'accoglienza ai villeggianti" (Battilani, 2001: 89).
Ma chi frequentava questi `paradisi' termali? E' indubbio che inizialmente erano luoghi di
incontro per tutta l'aristocrazia inglese, cioè per quella classe ricca che aveva anche tempo
libero da dedicare allo svago e ai piaceri. "Luogo di incontro di tutta l'aristocrazia inglese, essa
venne gradualmente occupata dalla classe media e verso il 1770 era già frequentata più da
commercianti che da professionisti o aristocratici. I nobili inglesi avevano iniziato a cercare
luoghi più esclusivi, favorendo la nascita e il successo di cittadine come Tunbridge Wells e
Epsom" (Battilani, 2001: 96).
Nel giro di circa un secolo questa cittadina, diventata un grande e importantissimo centro
turistico, perde via via di interesse, ritornando ad essere quella che era stata precedentemente:
un centro termale frequentato quasi solo da persone anziane e da invalidi. Sotto la spinta delle
innovazioni, dell'avanzata ricchezza dello sviluppo di strade e ferrovie, questo fenomeno
dall'Inghilterra ha iniziato a spostarsi all'Europa continentale; centro nevralgico diviene quindi
Spa, in Belgio. Ma mentre questo fenomeno si espande al di fuori dell'Inghilterra, già entra in
crisi al suo interno, legato al normale passaggio delle mode e all'emergere di un altro tipo di
turismo, quello balneare. Il centro principale diventerà quindi Brighton.
In realtà questa prima fase del soggiorno marino è caratterizzata più da passeggiate e incontri
nel vicino centro urbano che dallo sfruttamento reale di mare e spiaggia; ancora una volta il
bagno viene effettuato prettamente per scopi terapeutici.
Solo nella seconda metà dell'Ottocento si assiste allo sviluppo di importanti località balneari
come Cannes, Nizza, Mentone, Montecarlo; tuttavia non si parla ancora di turismo estivo e di
sole; si tratta di una presenza limitata ai mesi freddi dell'anno. Il mare è ancora visto come un
luogo di cura.
Solo nel corso dei primi anni del Novecento inizia a prendere sempre più piede la moda
dell'abbronzatura, del sole e del mare come fenomeno non più curativo ma ludico, di relax: "il
bagno perde la sua funzione terapeutica divenendo un momento di svago. Grazie a questo
accadimento le coste del Mediterraneo, già molto frequentate durante i mesi invernali, iniziano
ad ospitare un numero crescente di turisti anche nei periodi più caldi dell'anno" (Corvo, 2003:
28).
Infine è utile citare, a solo scopo informativo, altre due tipologie turistiche divenute via via
importanti in questo periodo. Da un lato il turismo montano, sempre grazie allo stimolo degli
inglesi benestanti: " la cittadina francese di Chamonix costruisce le prime strutture ricettive di
tipo turistico" (Corvo, 2003: 28); ben presto, però, sarà la Svizzera a imporsi come meta
principale e più ricca di strutture turistiche per la pratica di attività ricreative e sportive,
specialmente sci e hockey; dall'altro il turismo naturalistico, strettamente legato alla nascita di
parchi protetti.
2.3 Il turismo di massa
Mentre le prime forme turistiche prendono spunto dalle iniziative delle high classes inglesi, in
seguito si allargano a strati di popolazione sempre maggiori, interessando commercianti e liberi
professionisti (la media borghesia); tuttavia per tutto l'Ottocento e per i primi decenni del
Novecento da questo allargarsi restano esclusi i ceti medi e le classi popolari, in quando
sprovvisti sia di tempo da dedicare alla vacanza, sia delle reali possibilità economiche.
A partire dagli anni Venti, dapprima negli Stati Uniti e poi lentamente in buona parte del
mondo occidentale la situazione cambia; sono gli anni in cui il consumo di beni e servizi inizia
ad essere di massa. Anche il fenomeno turistico inizia ad essere massificato: "così denominato
perché sviluppatosi all'interno della società di massa" (Corvo, 2003: 29).
Il fattore fondamentale che ha permesso questo grande cambiamento è stato il riconoscimento
delle ferie retribuite ai lavoratori dipendenti, il che ha permesso, soprattutto al ceto medio
impiegatizio e agli operai, di avere più tempo libero (e soprattutto pagato) da poter investire in
viaggi e nello svago. In Italia, ad esempio, "i primi contratti per le ferie pagate (10-20 giorni per
gli impiegati e 6 per gli operai) risalgono al 1919 - 1920" (Corvo, 2003: 29).
Comunque si può tranquillamente dire che la maggioranza degli stipendiati dei paesi più
industrializzati ottiene il diritto alle ferie tra gli anni Venti e Trenta.
Senza dubbio un altro aspetto decisivo che ha permesso lo sviluppo delle vacanze su una scala
di massa è stato l'imponente miglioramento nei trasporti e il notevole perfezionamento delle
strade; la diffusione dell'automobile prima, dell'aereo poi ha dato un impulso notevole
all'esplosione del fenomeno turistico.
Si aggiungano anche i numerosi interventi di manutenzione e miglioramento delle linee
ferroviarie tra paese e paese e all'interno di ciascun paese, la creazione di nuove tratte e il
miglioramento di quelle già funzionanti.
Inizia ad affermarsi la vacanza invece della villeggiatura: mentre prima molte persone, per lo
più ricche o comunque di buona famiglia, si allontanavano dalla propria casa per un periodo
variabile (solitamente lungo), andandosi a rifugiare nella propria casa al mare o in montagna, o
comunque in casa di parenti, ma continuando a praticare la propria attività di sempre
(soprattutto nel caso di liberi professionisti che avevano la possibilità di portarsi il lavoro a
casa), inizia ora ad affermarsi la figura del turista, colui che si allontana dalla propria abitazione
ma per svago, o comunque lo fa per staccarsi per un periodo, seppur breve, dalla proprio
quotidianità, dal proprio lavoro, dal proprio ambiente di sempre.
Il turismo di massa si sviluppa molto prima negli Stati Uniti, dove già negli anni Cinquanta è
un fatto acquisito; per quanto riguarda l'Europa occidentale bisogna aspettare il secondo
dopoguerra, quando il forte boom economico, dovuto tra l'altro alle ricostruzioni post belliche,
produce innumerevoli vantaggi anche sui flussi turistici.
L'incremento è ovviamente dovuto al periodo di relativa stabilità internazionale (certamente la
Guerra Fredda era già `scoppiata', ma di fatto non ci fu quasi mai la percezione di uno
scivolamento delle tensioni fino allo scoppio di una guerra vera e propria; in questi anni le vere
guerre non scoppiano sul continente europeo, semmai al di fuori di esso) e soprattutto a un
certo benessere economico raggiunto.
"E' negli anni Cinquanta che in Italia si diffonde il mito della vacanza estiva, mentre negli anni
Settanta nasce la moda della settimana bianca nel periodo invernale e più di recente si
affermano i viaggi da weekend" (Corvo, 2003: 29).
Come per i consumi di massa,caratteristica peculiare di questa forma di turismo sono il gran
numero di persone interessate, una organizzazione collettiva dei viaggi e l'utilizzo di strutture
ricettive di grandi dimensioni in grado di soddisfare un grande numero di clienti. Inoltre il
turista è inserito in un gruppo; difficilmente emerge nella sua individualità.
Altro carattere è la standardizzazione e il `preconfezionamento' della vacanza; pertanto il turista
non ha molto potere di scelta, in quanto il ventaglio di offerte tra cui scegliere è piuttosto
limitato.
E' il periodo in cui le mode sono fondamentali nell'influenzare le persone verso certe soluzioni
turistiche piuttosto che verso altre. Anche il turismo di massa, quindi, non si sottrae a quel
processo di omologazione dei comportamenti e a una certa passività dell'attore sociale;
potremmo dire che è presente una sorta di rassegnazione nella scelta non-scelta.
"La vacanza sole-mare, la pensione completa, il viaggio organizzato rappresentano insieme al
periodo di Ferragosto, alcuni elementi definitori del turismo di massa" (Martinengo-Savoja,
1998: 61).
E' il periodo che vede il continuo sviluppo e miglioramento di soggetti creati per organizzare e
vendere i prodotti turistici: le agenzie di viaggio e i tour operator, con la premessa che i due
termini non sono assolutamente dei sinonimi, ma che ci troviamo di fronte a due soggetti
diversi. Spesso la confusione e la poca informazione porta la gente a confondere le due cose,
facendoli passare come equivalenti, ma non è affatto così.
In questo contesto è utile pertanto distinguere i due concetti onde evitare confusioni; in tal
proposito si riprenda la distinzione proposta dal Touring Club Italiano, definizione presente
sull'Annuario del Turismo 2005 (Pagg. 199 e 203):
• Agenzia di viaggi: impresa che esercita attività di produzione/organizzazione di viaggi e
soggiorni, intermediazione nei predetti servizi o entrambe le attività, compresi
assistenza e accoglienza ai turisti. E' in atto un trend secondo cui si aggregano in reti,
specializzandosi lungo due rami: business travel (viaggi di lavoro) e leisure travel
(viaggi vacanza). Potremmo semplificare questa definizione dicendo che l'agenzia
viaggi vende al dettaglio pacchetti e soluzioni turistiche già pronte, preparate da altri
soggetti, e funge da biglietteria aerea, ferroviaria e navale
• Tour operator: operatore che assembla pacchetti di viaggio comprendenti almeno il
trasporto e il pernottamento acquistando gli elementi di base del prodotto dai fornitori di
servizi (alberghi, vettori) in quantità rilevanti e attraverso contratti particolari. In questo
modo l'utente non si deve più preoccupare di nulla; comprando questi prodotti ha la
sicurezza di non dover cercare forme di trasporto 0 transfer privati. A differenza
dell'agenzia, che vende solamente, il tour operator crea il pacchetto turistico, ma non è
detto che lo venda direttamente al pubblico. Spesso infatti a sua volta si serve di agenzie
turistiche per la distribuzione. Solo i tour operator più grandi a volte possiedono una
rete distributiva propria che si occupa direttamente della vendita, ma non è la norma.
Essenzialmente organizza e non vende il prodotto turistico.
Negli ultimi anni stiamo assistendo alla comparsa di soggetti che si pongono a metà tra
l'agenzia turistica tradizionale e il tour operator, poiché creano i pacchetti turistici e li vendono
direttamente al dettaglio.
E' utile ricordare che la prima impresa creata per fornire servizi legati ai viaggi turistici fu
quella fondata in Inghilterra negli anni Quaranta dell'Ottocento da Thomas Cook, grande
esploratore e viaggiatore del tempo; essa organizzò il primo viaggio, in treno, nel 1841.
Via via questa organizzazione acquisì sempre maggiore importanza divenendo ben presto
anche l'organizzatrice di numerosi viaggi religiosi, e di pacchetti turistici sempre più completi e
complessi.
2.4 Turismi alternativi
Lentamente da questa massa pressoché uniforme inizia ad emergere un soggetto più riflessivo e
consapevole di sé, il che fa spostare maggiormente l'attenzione sulla componente individuale,
poiché "la massa è comunque composta da tanti individui diversi, con un grado di
condizionamento dalle mode e dagli stili di vita che dipende dalla loro personalità e dalla loro
cultura" (Corvo, 2003: 31).
A dimostrazione di questo fatto si sono sviluppate, contemporaneamente al turismo di massa, e
maggiormente dagli anni Sessanta - Settanta, pratiche turistiche che si potrebbero definire
`alternative', "in quanto si fondano prevalentemente su una scelta individuale e sul desiderio di
scoperta di nuovi spazi e di vie inesplorate, oltre che su una richiesta di personalizzazione dei
servizi turistici" (Corvo, 2003: 32).
Butler è stato forse il primo studioso a occuparsi di queste nuove tipologie.