INTRODUZIONE
L’elaborato intende, attraverso l’analisi dei medium audiovisivi e degli sviluppi teorici della
sociologia della comunicazione, evidenziare gli elementi e le caratteristiche fondamentali del
sistema dei media contemporaneo, e di evidenziare l’importanza di una conoscenza più
approfondita di tale argomento.
La prima parte è dedicata principalmente ad un analisi storica, sociologica e teorica del cinema,
visto come il primo grande medium audiovisivo. La comprensione delle caratteristiche e degli
aspetti più rilevanti del medium cinematografico risultano di grande importanza al fine di una
approfondita comprensione del complesso sistema dei media. Infatti attraverso lo studio del cinema
e dei suoi elementi, è possibile avere una visione più accurata dello sviluppo e dell’evoluzione
dell’intero settore audiovisivo dall’inizio del Novecento ad oggi. Inoltre, proprio a partire dallo
studio del cinema e della sua natura di mass medium, vengono a svilupparsi le prime analisi
teoriche e sociologiche di grande rilievo, determinandone ulteriormente il suo grande valore
culturale e sociale.
Dalla comprensione del medium cinematografico, si arrivano ad analizzare due elementi
fondamentali della società odierna, il tempo libero e la concezione di gusto. Attraverso l’analisi di
questi due elementi, affrontati da un punto di vista prettamente sociologico, si viene a sviluppare un
discorso sulla relazione tra tempo libero e il sistema audiovisivo, e sull’evoluzione del gusto nella
scelta dei contenuti e della fruizione di dei media dell’intrattenimento come il cinema e la
televisione.
La seconda parte dell’elaborato si interessa invece di evidenziare gli sviluppi teorici della
sociologia, e non solo, nello studio dei diversi medium. A seguito di un’analisi cronologica dello
sviluppo delle teorie sui media, in questo elaborato vengono messi in evidenza i pensieri di alcuni
sociologi in particolare come: Innis, McLuhan, De Kerckhove e Meyrotwitz. Queste figure
permettono una comprensione innovativa e particolare del sistema dei medium, dimostrando,
attraverso il passaggio delle diverse visioni sull’argomento, l’evoluzione dello studio e della
concezione del medium stesso.
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La terza parte, partendo da un’analisi del medium televisivo, si interessa delle sue evoluzioni e della
differenziazione del sistema audiovisivo, ponendo in evidenza l’importanza dello sviluppo dei
media elettronici in grado di trasformare interamente il sistema generale dei media.
Infine, con l’ultimo capitolo attraverso l’utilizzo di dati statistici, viene mostrato lo stato del sistema
audiovisivo italiano dal 2008 al 2014. L’ultima parte risulta utile alla comprensione in concreto, di
quanto il sistema dei media ed in particolare il settore audiovisivo siano in continua fase di sviluppo
e crescita anche in Italia, mettendo in rilievo, principalmente i dati interessanti del Cinema italiano.
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CAPITOLO I
IL CINEMA
CHE COS’È IL CINEMA?
Un film è un gioco di ombre, una combinazione di macchie che il nostro occhio
interpreta come ambienti, personaggi, azioni.
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E’ un’arte completamente differente da quelle che l’hanno preceduta, sia per la sua origine storica,
che per le intrinseche caratteristiche tecniche che la definiscono.
Il cinema è infatti l’arte del ventesimo secolo, è la decima musa introdotta dalla società
contemporanea, il risultato elaborato di uno sviluppo tecnico figlio dell’800 e della sua rivoluzione
industriale. E’ considerata come una forma rappresentativa del ventesimo secolo per il rapido
sviluppo che dai suoi albori, come mezzo di intrattenimento limitato e ancora da definire, lo porterà
a diventare un mezzo pronto per un grande pubblico, una “massa” vera e propria di individui che
andrà a caratterizzare il secolo delle guerre mondiali.
A differenza delle arti tradizionali il cinema ha un carattere materialistico:
parte dal basso per arrivare in alto. Sono i film ed essi soltanto , che si
adeguano a quell’interpretazione materialistica dell’universo di cui, piaccia o
meno, è tutta pervasa la civiltà contemporanea .
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La capacità di cogliere la realtà fisica in un modo, fino alla sua nascita ancora assente, “naturale” e
così concreto, permette al mezzo cinematografico di non essere considerato più come un semplice
strumento di intrattenimento vuoto e leggero, ma di rappresentare una vera e propria arte capace di
catturare momenti di vita e del reale, come mai nessuno prima del suo avvento. In considerazione di
P. Sorlin, Ombre passeggere. Cinema e storia, Marsilio, 2013, p. 9
1
S. Kracauer, Teoria del film, il saggiatore,milano,1995, p. 34
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questa sua capacità specifica è possibile arrivare a considerare il cinema come essenzialmente uno
sviluppo della fotografia. Al pari di essa, dimostra una notevole inclinazione naturale per il mondo
visibile circostante, al punto tale da svolgere una funzione rivelatrice della realtà fisica.
Registrando ed esplorando la realtà fisica, il cinema rivela un mondo prima mai
visto, un mondo che sfugge come la lettera rubata di Poe, invisibile proprio perché
alla portata di tutti .
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Dal momento in cui il cinema risulta come un nuovo mezzo artistico, comincia, come accaduto in
passato per le altre arti, a svilupparsi un interesse da parte degli intellettuali, dei letterati che,
affascinati dallo sviluppo e dalle continue innovazioni apportate dal mezzo, scrivono i primi saggi
dedicati al cinema, alla sua tecnica, alla sua natura, dando vita ad un ricco e particolare discorso
tecnico e culturale.
L’interesse per il cinema si spinge oltre la categoria dei soli critici cinematografici, viene infatti ad
attirare a se anche figure intellettuali di più ampie categorie di studio, come sociologi, storici,
linguisti e filosofi. La motivazione di un interesse così articolato e diversificato per il mezzo
cinematografico, è riscontrabile in un’ulteriore e fondamentale caratteristica, il cinema è
linguaggio , è comunicazione. Come aggiunge Metz, “ora il cinema, come le arti, e proprio perché è
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una di queste, è una comunicazione a senso unico; è infatti molto di più che un mezzo di
espressione che non di comunicazione”.
Il cinema può essere quindi inteso anche come linguaggio che sintetizza gli altri linguaggi
dell’uomo, dallo scritto alla parola, al gesto, alla musica, tenendo fermo, però, che mentre ci sono
codici che esaminano figure, segni e semi in modo sincronico, il codice cinematografico tende a
codificare la riproducibilità del reale in immagini diacroniche.
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Questa caratteristica comunicativa complessa, che interessa un discorso semiologico e non solo,
ancora in corso, determina le potenzialità del cinema e del suo sviluppo come medium, in grado di
esprimere concetti anche senza l’uso della parola o dello scritto, ma attraverso la semplice
immagine e visione, capace di arrivare più facilmente ad un pubblico ampio ed eterogeneo.
Come sosteneva uno storico regista, Fritz Lang:
S. Kracauer, Film: ritorno alla realtà fisica, il Saggiatore, Milano 1962, p. 428
3
C. Metz, Semiologia del cinema, Garzanti, Milano 1980 p. 119
4
E. Escher, Il quarto occhio, Franco Angeli, 2006, p. 66
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In tutti i secoli è esistita una lingua in cui le persone colte riuscivano a comunicare.
Il cinema è l'esperanto di tutti - e un grande strumento di civiltà. Per capire il suo
linguaggio non c'è bisogno di nient'altro che di avere gli occhi aperti .
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La possibilità di raggiungere un pubblico numeroso, di intrattenerlo e coinvolgerlo in modo
soddisfacente, rappresentano due aspetti della potenzialità economica del settore cinematografico.
Una potenzialità individuata già agli albori del mezzo cinematografico, da parte di capitalisti o
imprenditori, che insieme agli sviluppi tecnici ed espressivi, furono determinanti per la
trasformazione dell’invenzione dei fratelli Lumière in un settore industriale moderno, altamente
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differenziato, ma incapace di produrre in continuità e in serie.
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Dare una precisa ed univoca definizione di cinema risulta certamente problematico, a causa della
natura ibrida del mezzo , e della pluralità di punti di vista, sia dei singoli, che delle diverse materie
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che se ne interessano ed occupano. Nonostante questa impossibilità teorica, il cinema presenta
caratteristiche precise, riconoscibili ed individuabili che aiutano a delinearne i contorni ed i
significati, concedendoci una comprensione parziale ma utile ad una conoscenza più chiara.
Caratteristiche del cinema come medium
La grande rivoluzione del cinema, che porta il mezzo al suo sviluppo e alla sua diffusione sta in una
principale caratteristica chiave, il movimento. La capacità di rappresentare il movimento senza
soluzioni di continuità, raffigurando così lo scorrere del tempo.
Gran parte della novità del cinema rispetto alle arti figurative risiede appunto in questa dimensione
temporale, nella possibilità di organizzare giustapponendo immagini di durata varia, un percorso
narrativo, un racconto.
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Il cinema è veramente tale quando registra e rivela la realtà fisica, che comprende
molti fenomeni difficilmente percettibili quando non sia la macchina da presa a
coglierli, così come tra le virtù specifiche della fotografia. La conservazione di
E. Beyfuss, A.Kossowsky, Das Kulturfilmbuch, Carl P. Chryselins'scher Verlag, Berlino 1924
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E. Escher, Il quarto occhio, Franco Angeli, 2006, pp. 67-68
7
P. Sorlin, Ombre passeggere. Cinema e storia, Marsilio, 2013, p. 52
8
A. Abruzzese, L’occhio di joker. Cinema e modernità, Carroci, 2006, p. 65
9
E. Escher, Il quarto occhio, Franco Angeli, 2006, p. 75
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opere al di fuori della realtà fisica vera e propria è una funzione secondaria d’un
mezzo così particolarmente adatto all’esplorazione di una siffatta realtà .
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Questa visione del mezzo cinematografico può essere ritenuta troppo materialistica e determinata da
un pensiero realista, ma in modo semplice delinea altre due caratteristiche fondamentali del cinema:
la conservazione e la riproduzione.
La possibilità di conservare momenti della realtà quotidiana, e non solo, rappresenta un elemento di
grande interesse sociologico poiché ritenuto un aspetto rilevante e potenzialmente utile, ai fini della
comprensione del reale e della società.
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Questo rapporto tra il film e ciò che lo circonda è duplice: da un lato si pone come “specchio”,
poiché riproduce o amplifica tale realtà, dall’altro si pone come suo “modello”, offre una
esemplificazione e una lettura attraverso la proposta di una situazione in qualche modo esemplare.
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La riproducibilità, la possibilità di diffondere e porre più volte alla visione di un pubblico il
prodotto cinematografico, rappresenta la sua natura mediale e comunicativa, con tutte le questioni
relative alla trasmissione del messaggio, ai caratteri della ricezione del medesimo e alle funzioni
delle varie codificazioni e decodificazioni dei testi. L’interesse per questo elemento specifico
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viene sviluppato ed approfondito, in relazione alla concezione di arte nella società contemporanea,
dal filosofo Walter Benjamin, che proprio in questa caratteristica del cinema e dei nuovi media,
ritrova un aspetto centrale della nostra società, il consumismo. La riproducibilità determina una
ripetizione dell’opera d’arte sottraendole l’autenticità, che ne costituiva in passato la caratteristica
fondamentale, l’essenza stessa dal punto di vista della fruizione, trasformandola in consumo, in un
prodotto industriale.
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Il cinema, è un mass medium, che va analizzato nella sua struttura complessiva e nei suoi prodotti
singoli in rapporto agli altri mezzi di comunicazione presenti nella società contemporanea.
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Il cinema va compreso e studiato in relazione agli altri mass media, in modo da stabilire nuovi
rapporti di conoscenza che possano illuminare particolari ancora non chiari o difficili da
S. Kracauer, Teoria del film, il saggiatore, Milano 1995, pp. 17-18
11
F. Di Giammatto, Che cos’è il cinema, Mondadori, 2002, p. 9
12
E. Escher, Il quarto occhio, Franco Angeli, 2006, p. 140
13
G. Rondolino, Il cinema, Jaca book, 1992, p. 51
14
W. Benjamin, L’opera d’arte nell’era della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, Torino 1966
15
G. Rondolino, op. cit., p.50
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