Il problema alla spalla nei giocatori di pallavolo, sia uomini che donne, è da
sempre riconosciuto come uno dei più frequenti e ricorrenti fra i disturbi, visto
l’impegno costante di questa articolazione in ogni gesto basilare di questo sport.
Infatti, se pur lievemente o per breve tempo, ogni giocatore ha sofferto di disturbi
almeno una volta nella propria carriera.
Parte cosi la mia inchiesta ponendo un questionario di indagine a 14 squadre e
quindi a circa 150 atlete che praticano a livello agonistico il gioco della pallavolo.
Spero che i risultati che emergeranno dalla mia modesta ricerca e di conseguenza
le considerazioni seguenti a questa, possano essere di aiuto prima a me stessa
come pallavolista, reduce da trauma alla spalla, e come futura laureata in scienze
motorie.
Mi auguro inoltre che ciò sia utile a tutti quelli che si interessano del mondo della
pallavolo, atlete e allenatori, perché tutto questo ci faccia porre delle domande sul
nostro operato, ci aiuti a valutare piccoli errori mai notati, e infine che riesca a
rafforzare e migliorare le tipologie di allenamento come mezzo prioritario di
prevenzione primaria per l’atleta.
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CAPITOLO 1
LA SPALLA
1.1 Anatomia della spalla
L’articolazione della spalla ha struttura anatomica il cui scheletro, composto da
omero scapola e clavicola, si raccorda in due articolazioni fondamentali: la gleno-
omerale e l'acromion-claveare.
Articolazione gleno-
omerale
Articolazione
acromion-claveare
L'articolazione gleno-omerale possiede la particolarità di lavorare sospesa nel
vuoto ed è costituita dall’estremità sferoidale della testa omerale che ruota su una
superficie della scapola, detta glena consentendo al braccio di compiere una
rotazione vicina ai 360° nello spazio.
L'articolazione acromion-claveare è formata dall’estremità della clavicola e da
una parte della scapola chiamata acromion; le due ossa si affrontano mantenendo
il reciproco rapporto mediante una spessa capsula e robusti legamenti tesi fra di
loro.
Queste articolazioni, racchiuse da capsule fibrose, sono stabilizzate da un apparato
legamentoso e muscolare assai complesso che garantisce alla spalla un ampio
raggio di movimento nello spazio ed una potente e sicura leva articolare.
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Il complesso muscolare, che consente la rotazione del braccio e la sua elevazione,
è indicata come cuffia dei rotatori, cui è sinergico il muscolo deltoide.
Mobilità del cingolo scapolo-omerale
(Clicca sui disegni per visualizzare i movimenti)
Elevazione
Flessione ed estensione
Mobilità dell'articolazione scapolo-omerale
Elevazione
Abduzione
Adduzione
Rotazione
La duttilità articolare della spalla, associata alla possibilità di esprimere gran
potenza, espone in numerose attività sportive (tennis, basket, pallavolo, baseball,
golf, sci, football), le strutture anatomiche al rischio di lesioni.
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Per meglio comprendere il carico funzionale che colpisce, durante l’atto
sportivo, le strutture articolari della spalla, basti pensare che l’energia prodotta
durante il servizio nella pallavolo è generata principalmente dalla muscolatura
del tronco e del bacino ed in minima parte dal complesso funzionale spalla-arto
superiore, anche se l’energia residua viene in gran parte dissipata sulla struttura
anatomica della spalla.
Una semplice prova di quanto detto consiste nel lanciare una pallina restando in
piedi e sfruttando il movimento di torsione del corpo ripetendo poi il lancio dal
medesimo punto restando seduti, quindi con il tronco ed il bacino immobile. La
distanza coperta dal secondo lancio, che ha sfruttato l’energia prodotta
esclusivamente dalla muscolatura della spalla e del braccio, sarà assai inferiore
rispetto al primo.
Le lesioni alla spalla possono essere di due tipi:
da sovraccarico funzionale
(sollecitazione articolare abnorme e/o eccessivamente ripetuta)
traumatiche
(cadute o colpi diretti). (35) (15) (16)
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1.2 Il sovraccarico funzionale alla spalla: il problema basilare nel pallavolista
La patologia da sovraccarico funzionale tipica del pallavolista è detta "spalla del
lanciatore". Carichi di lavoro eccessivi per intensità e durata possono favorire la
comparsa di sindromi dolorose ed evoluzione cronica, le cui sedi maggiormente
interessate sono rappresentate dai tendini,cartilagini articolari ed ossa. La genesi
del sovraccarico è determinata da fattori intrinseci:difetti di assialità, dismetrie arti
inferiori, squilibri o deficit muscolari e/o da fattori estrinseci:errori di allenamento
(gesto tecnico e/o intensità), uso attrezzature non idonee.(36) (19)
Il sovraccarico funzionale è un'affezione dolorosa della spalla che colpisce atleti
praticanti anche la ginnastica, la pallamano, i lanci, il tennis, il nuoto, il
sollevamento pesi. Essa ripete i sintomi della periartrite scapolo-omerale, termine
non corretto in questo caso, poiché non è coinvolta l'articolazione scapolo-
omerale. La spalla del lanciatore riconosce come suo fattore patogenetico quello
micro traumatico cronico, che agisce sulle inserzioni dei muscoli della spalla,
primo fra tutti i muscoli quello sovraspinoso e il capolungo del bicipite brachiale.
Il dolore compare gradualmente senza alcun rapporto con un evento traumatico
acuto.
Tale dolore non è quasi mai spontaneo, ma è provocato dallo stesso movimento di
abduzione della spalla. All'esame obiettivo va ricercato il punto doloroso preciso,
ricerca non sempre facile per la presenza del muscolo deltoide che in alcuni atleti
è particolarmente sviluppato. Si può meglio identificare l'inserzione dolorosa,
invitando l'atleta ad assumere con il braccio la posizione di massima adduzione ed
extrarotazione. Dall’esame radiografico talora possono risultare alcune
calcificazioni, generalmente localizzate in prossimità del muscolo sovraspinoso,
che s'instaurano nel corso di anni assieme alle alterazioni degenerative del tendine
determinate dal sovraccarico funzionale, protratto nel tempo. La spalla dolorosa
del lanciatore va differenziata dall'infiammazione della borsa sottodeltoidea nella
quale il dolore acuto non compare gradualmente, ma improvvisamente, dalla
flogosi della capsula articolare, nella quale è presente anche una limitazione
progressiva dei movimenti articolari e dalla nevralgia cervicobrachiale, nella
quale il dolore si irradia fino al gomito ed alla mano. Per quanto concerne la
terapia, l'affezione si giova della fisioterapia e ionoforesi con sostanze
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antinfiammatorie e correnti antologiche. Per il miglioramento della
sintomatologia, si può iniziare una specifica chinesi terapia attiva che dovrà
concludersi con la remissione del dolore.(24) (39)
1.3 Condizioni patologiche della spalla
La spalla può essere sede di numerose condizioni patologiche di origine
traumatica oppure no.
Cercherò di presentare e analizzare le condizioni patologiche che più
comunemente necessitano di rieducazione funzionale e che comportano una
riduzione della mobilità e della forza nella spalla.(17)
1.3.1- Lesione o rottura della cuffia dei rotatori
L’origine dei disturbi alla cuffia, oltre che da una causa
traumatica violenta, può nascere da un'irritazione dei tendini
dovuta all’iperuso funzionale cui segue una fase di
infiammazione, edema ed iperemia tissutale (aumento della
vascolarizzazione nei tessuti articolari). Perdurando lo stimolo
irritativo, quindi aumentando l’edema, si restringe lo spazio
articolare causando un conflitto tra il tendine e la parete ossea sovrastante durante
il movimento; ciò perpetua la sofferenza del tendine facendolo degenerare sino
alla rottura, parziale o completa.
In tale caso si indicherà il danno come "lesione della cuffia dei rotatori" cui
conseguiranno lesioni della cartilagine articolare dell’omero e talora dell’osso
sottostante. Spesso l’alterazione articolare conseguente alla lesione della cuffia
produce l’irritazione del capo lungo del bicipite brachiale e della guaina che
l’avvolge; l’infiammazione che ne origina viene definita tenosinovite.
La rottura in genere si verifica al di sopra dei 50 anni, può essere dovuta a traumi
alla spalla in presenza di alterazioni dei tendini resi meno resistenti dalla
senescenza. Il tendine che più spesso si rompe è quello sopraspinoso.
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Sintomi
Il dolore alla regione antero laterale della spalla aumenta con l’attività sportiva e
regredisce con il riposo, ed è l’unico sintomo; con il passare del tempo, il dolore
diviene continuo disturbando anche il riposo notturno.
Diagnosi
La diagnosi è basata su un’accurata visita confortata da successivi esami quali
ecografie/RMN.
Trattamento
Il trattamento è guidato dall’estensione e profondità della lesione. Infatti, dal
semplice riposo articolare associato a terapia fisica e farmacologia si può arrivare
all’indicazione chirurgica per i casi in cui vi siano lesioni della cuffia che non
abbiano risposto alla fisiokinesiterapia ed alla terapia farmacologia o che siano di
tale entità da essere riparabili solo chirurgicamente.(35) (3)
1.3.2- Sindrome da attrito
La sindrome da attrito, detta anche sindrome da conflitto acromio-omerale, è
dovuta ad un’eccessiva ristrettezza dello spazio tra l’acromion, e particolarmente
il suo bordo anteriore, e la porzione laterale della testa dell’omero.
La ristrettezza può essere dovuta ad una particolare conformazione dell’acromion,
o ad un aumento dello spessore di questo margine per ossificazione di un
legamento che su di esso si inserisce alternativamente.
Lo spazio si può ridurre per la risalita della testa omerale conseguente a scarsa
efficienza funzionale dei muscoli e tendini che contribuiscono a mantenere in sede
la testa omerale.
L’effetto della ristrettezza dello spazio acromio-omerale fa si che si crei un
eccessivo attrito tra i due componenti, ciò avviene soprattutto nei movimenti di
elevazione ed abduzione del braccio dove la testa dell’omero scivola sotto
l’acromion.
La conseguenza di questo è un’infiammazione cronica della borsa acromiale e dei
tendini della cuffia, che possono andare incontro a fenomeni di usura da insulto
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meccanico continuo. In questi casi il soggetto ha dolore soprattutto quando alza la
spalla al livello o al di sopra della fronte.(17)
Trattamento
Inizialmente è fondato sui farmaci anti-infiammatori,fisioterapia e spesso,un ciclo
di 1-3 infiltrazioni di un cortisonico nello spazio sotto acromiale.
Se la sintomatologia non si risolve o si ripresenta può essere indicato il
trattamento chirurgico a “cielo aperto” o artroscopia.(17) (39)
1.3.3- Instabilità
Alcuni soggetti, invece di andare incontro e vere lussazioni hanno episodi di
sublussazioni più o meno frequenti.
Una sublussazione consiste nella dislocazione parziale della testa dell’omero, che
fuoriesce solo in parte dal suo posto e torna immediatamente al suo posto a
seguito di un movimento spontaneo del paziente.
La dislocazione parziale o totale della testa dell’omero può verificarsi
anteriormente o in altre direzioni.
La causa della non stabilità della spalla è generalmente rappresentata da un
eccessiva ampiezza della capsula articolare, che consente così alla testa
dell’omero spostamenti di diversa entità.
A questo fattore si può associare una ridotta validità, o volume dei muscoli
responsabili dell’intrarotazione della spalla, considerato che nella maggior parte
dei casi la direzione dell’instabilità è anteriore.
In questi casi i muscoli intrarotatori possono non contrastare adeguatamente
l’azione dei muscoli extrarotatori o può non esservi sinergismo nella contrazione
dei due gruppi muscolari che favorisce così l’abnorme mobilità della testa
dell’omero.(17) (24) (38)
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