133
4. L’INDAGINE EMPIRICA: LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI
ECONOMICI DIRETTI DI UMBRIA JAZZ SULLA PROVINCIA
DI PERUGIA
4.1. Il festival di Umbria Jazz
Come introdotto in precedenza (cfr. par. 2.1.) il festival di Umbria jazz può
essere considerato un “grande evento” in relazione alla sua capacità di attrarre
turisti da ogni parte del mondo e di rappresentare il più importante
appuntamento di musica legata alla tradizione afro-americana ed , in
particolare, al jazz in Italia ed in Europa. In particolare questo grande evento
appartiene ad una categoria particolare di festival. Generalmente i festival
nascono e si diffondono come la forma più comune di celebrazioni a carattere
culturale e sociale. Oggi, tuttavia, l’elemento ricreativo è predominante su
quello celebrativo ed i festival più che come “momento autocelebrativo della
comunità, della sua identità, ideologia e continuità storica
149
” si sviluppano
soprattutto come eventi artistici, culturali e di spettacolo (come, appunto,
consideriamo il festival di Umbria Jazz).
Senz’altro è un festival particolare in relazione anche alle sue caratteristiche
peculiari, come per il fatto di essere ambientato nel contesto medievale della
città (splendide chiese, piazze suggestive, antichi teatri) ricca di storia e di
antichità che si fonde per dieci giorni con l’atmosfera speciale della musica,
degli spettacoli, dei concerti sia a teatro che gratuiti, delle danze e delle parate.
Il successo del festival è dovuto principalmente alla presenza di artisti di fama
internazionale, spesso invitati in esclusiva, che contribuiscono a creare un’alta
149
Ferrari S. op. cit.
134
qualità del cartellone proposta ogni anno da Umbria Jazz, permettendogli di
diventare uno dei principali jazz festival a livello mondiale (il terzo secondo
un articolo pubblicato un paio di anni fa sul New York Times). In queste 34
edizioni sono stati infatti proposti tutti i principali musicisti jazz italiani ed
internazionali, concedendo comunque ogni anno delle importanti divagazioni
in generi musicali diversi, come il blues, il rock, il pop o la canzone brasiliana,
per quella parte di pubblico più generalista e probabilmente più affascinata
dalla magica atmosfera che si crea a Perugia nei dieci giorni della
manifestazione piuttosto che dal jazz vero e proprio
150
.
Il successo di Umbria Jazz è mostrato da una indagine dell’Acabus sulla
notorietà di alcuni eventi
151
, da cui risulta che l’evento in esame è conosciuto
dal 40% del totale degli intervistati, con valori del 55,1% e del 47,5%
rispettivamente nelle fasce di età 25-34 anni e 35-54 anni, che in ultima analisi
rappresentano una quota rilevante della manifestazione
152
.
4.1.1. L’evoluzione del festival nel tempo: dalla prima edizione del 1973 ad
oggi
Come in genere avviene per gran parte degli eventi le cui origini non derivano
tradizioni storico-popolari, anche Umbria Jazz deve la propria nascita all’idea
e all’iniziativa di pochi individui, i cosiddetti ideatori o promoter. Umbria
Jazz, infatti, è nata nel 1973 dall’intuizione e passione di Carlo Padessoli,
150
basti pensare a: Dizzy Gillespie, Sam Rivers, Herbie Hanckok, Enrico Rava, Miles Davis, Lionel
Hampton e nelle edizioni più recenti del festival Dedee Bridgewater, Gilberto Gil , Milton
Nascimento, Terence Blanchard, Paolo Conte, Vinicio Capossela, Nicola Arigliano, Miriam Makeba,
Renzo Arbore e i suoi Swing Maniacs, Sergio Cammariere, The Coolbone Brass Band of New
Orleans,Lyle Henderson & Emmanuel Gospel Singers.
(www.bellaumbria.net/Perugia/umbria_jazz.htm).
151
L’indagine svolta negli anni 1999 (per Umbria Jazz) e 1998 (per Umbria jazz winter e per Gospel
& Soul), ha comportato l’intervista ad un campione di 1500 soggetti.
152
In merito al profilo tipo (in termini di valori medi su un campione di 1629 di interviste complete)
del consumatore-viaggiatore di Umbria Jazz, si veda il paragrafo 4.3..
135
presidente del Jazz Club Perugia, in collaborazione con Carlo Pagnotta, primi
direttori artistici dell’evento, nonché principali referenti in Italia dei jazzisti
americani.
La caratteristica principale del festival è stata la sua progressiva evoluzione
nel tempo sia in termini organizzativi che di importanza acquisita,
inizialmente, a livello regionale, poi nazionale ed infine internazionale,
portando, il semplice comitato organizzatore dei primi anni ad una
riorganizzazione costante fino ad arrivare all’assetto attuale dell’ Associazione
Umbria Jazz. Questo modello di sviluppo dinamico, tipico degli eventi con
cadenza periodica regolare, è scaturito dalla necessità di soddisfare
l’incremento dell’interresse nazionale ed internazionale, dall’accresciuto
volume d’affari generato e dal successo di pubblico attratto sempre più ampio
e variegato.
Getz
153
ipotizza e sintetizza lo sviluppo e l’evoluzione degli eventi dal punto
di vista organizzativo in varie fasi, relazionandole al tempo (età
dell’organizzazione) ed alla disponibilità di risorse materiali ed immateriali
(spesso funzione della comunità interessata). Secondo a tale modello, al
crescere dell’anzianità dell’organizzazione e della quantità di risorse
disponibili aumenta la professionalità dell’organizzazione, con gli
appesantimenti degli aspetti formali e burocratici, con la presenza di uno staff
stabile e retribuito e con crescente attenzione alla pianificazione di marketing.
L’evoluzione dell’organizzazione di Umbria Jazz segue il modello di Getz
appena descritto, incrementando in funzione del tempo e del successo del
festival la professionalità dei membri dell’organizzazione e la formalizzazione
dell’attività, ora affidate ad organizzazione professionali o istituzionalizzate.
153
Getz. D., Event Management and event tourism, Cognizant, Communication Corporation, New
York, 2005.
136
La storia di Umbria Jazz può essere suddivisa in tre principali fasi, ciascuno
corrispondente a diversi assetti della struttura organizzativa, nonché differenti
scelte strategiche.
Il primo periodo va dal 1973, anno della prima manifestazione, fino al 1978,
escludendo il 1977, anno in cui le tensioni e la paura del terrorismo politico ed
il clima degli “anni di piombo” inducono ad una interruzione. Inizialmente,
Umbria Jazz assunse una formula che può essere definita “itinerante”, a
differenza delle recenti edizioni, la manifestazione si svolgeva nei tanti luoghi
suggestivi della regione, come Piazza del Popolo di Todi, Piazza IV
Novembre di Perugia o il Teatro Romano a Gubbio, spingendo così i visitatori
a spostarsi ogni sera da una città all’altra. Nonostante le iniziali difficoltà
registrate dal punto di vista organizzativo e di coordinamento degli eventi,
Umbria Jazz presentò però un pregio non indifferente: cioè quello di offrire la
totalità dei concerti in forma gratuita, specie in una fase storica in cui i giovani
consideravano la musica come una sorta di “servizio sociale”
154
. Anche dal
punto di vista musicale si può affermare che Umbria Jazz segnò una specie di
rivoluzione, portando un genere come il Jazz fino ad allora sempre destinato a
piccoli spazi come club o tutto al più teatri, in piazze affollatissime di persone.
Proprio le immagini di queste piazze colme di gente fecero presto il giro
dell’Italia e arrivarono in America, con l’effetto di far approdare un turismo
giovane e di massa in Umbria.
Il grande afflusso di spettatori si rivelò tuttavia un’arma a doppio taglio: se da
una parte era la conferma che Umbria Jazz adottava una formula gradita al
pubblico, dall’altra comportava un eccessivo sovraffollamento delle principali
piazze della manifestazione, come quella di Perugia. Nei giorni dei concerti, in
effetti, fin dal primo pomeriggio, le piazze diventarono delle interminabili
distese di sacchi a pelo comportando grossi disagi. Anche gli spostamenti
154
Cfr la voce “Umbria Jazz” al sito: www.wikipedia.org
137
risultarono difficoltosi e addirittura in alcuni casi perfino i musicisti ebbero
delle difficoltà a raggiungere i luoghi dove dovevano suonare. C’è stato chi,
come Count Basie, non arrivò affatto; la sua orchestra rimase bloccata nel bus
vittima dello stesso ingorgo in cui furono intrappolati i tanti aspiranti
spettatori.
C’è poi da considerare che una parte minoritaria, ma piuttosto vistosa di
questo numerosissimo pubblico era costituita da gruppi estremi che vivevano
tutto come una dimensione politica, portando disordini e disagi di ordine
pubblico. I contestatori si dettero agli espropri proletari, si accanirono contro
le sedi dei partiti, a Todi scoppiarono addirittura disordini al passare di una
processione religiosa e furono fischiati grandi artisti come Chet Baker e Stan
Getz perché ritenuti simboli della borghesia, costringendo così i vari comuni a
schierare lunghe file di poliziotti intorno alle piazze in un clima sempre più
teso e sempre meno di festa. Per non correre rischi, gli organizzatori decisero
così di annullare l’edizione del 1977 . La kermesse Umbria Jazz ripartì l’anno
successivo con una formula che cercò di limitare l’afflusso di spettatori o
perlomeno di dividerli, organizzando ogni sera due concerti in altrettante città
della regione. Tuttavia, la folla non accennò a diminuire, ed ma anzi in alcuni
casi addirittura aumentò, comportando un inevitabile ulteriore incremento dei
problemi e diventando di conseguenza sempre meno gestibile. Il festival iniziò
seriamente a vacillare, i disagi portati dalla manifestazione aumentarono di
anno in anno, così che anche i suoi principali sostenitori cominciarono ad
avere delle forti perplessità sul prosieguo o meno della manifestazione. La
giunta regionale dell’Umbria così, dopo aver condotto un’attenta analisi dei
benefici e dei disagi portati da Umbria Jazz, prese la fatidica decisione di
interrompere la kermesse. La sospensione si protrae dal 1978 al 1982 per
affrontare una serie di problemi organizzativi; tale periodo di interruzione
consente di pianificare in modo più attento l’attività degli anni successivi e di
consolidare l’organizzazione.
138
Il festival riprende con il secondo periodo che va dal 1982 al 1994 con una
nuova formula incentrata maggiormente sulla città di Perugia e con un
modesto coinvolgimento delle altre città della regione. A metà degli anni ’80
Umbria Jazz distribuisce i concerti essenzialmente tra il capoluogo e Terni,
mentre nel 1988 è Assisi ad ospitare la musica Gospel. In questo periodo i
principali concerti non sono più ad ingresso libero ma a pagamento e soltanto
gli eventi di apertura, di chiusura e quelli minori sono gratuiti. Altre novità
importanti hanno riguardato anche la gestione del festival che non spettò più
alla regione Umbria, ma fu affidata dapprima all’Arci, un’associazione
culturale, e successivamente, all’Associazione Umbria Jazz (oggi presieduta
da Enzo Arbore), un’associazione senza fine di lucro, nata nel 1985, che ha in
gestione il marchio “Umbria Jazz” rimasto sempre di proprietà della regione e
che gestisce il festival in ogni suo aspetto, da quelli artistici a quelli più
strettamente organizzativi come la logistica e le sponsorizzazioni. Infine, nel
terzo periodo, da 1994 ad oggi, il festival entra nella sua fase più recente,
quella che vede una ricchezza sempre maggiore di proposte e l’ingresso
nell’organizzazione di importanti partner organizzativi e sponsor.
4.2. L’indagine campionaria sul pubblico di Umbria Jazz: la metodologia
seguita ed il questionario proposto
Come già anticipato in precedenza, nel periodo di svolgimento della
manifestazione di Umbria Jazz ’07 svoltasi a Perugia dal sei al quindici
Luglio, è stata effettuata un’indagine statistica condotta presso la facoltà di
Economia di Perugia che ha visto la collaborazione del Dipartimento di
scienze giuridiche ed aziendali e il Dipartimento di Economia, Finanza e
Statistica, coordinati rispettivamente dai professori Luca Ferrucci e Bruno
Bracalente.
139
L’indagine in questione si è articolata in due parti, la prima volta appunto ad
analizzare le caratteristiche di spesa e socio-demografiche dei turisti che
assistono alla manifestazione e la seconda, dedicata in maniera specifica alle
attività commerciali del centro storico, con lo scopo di individuare la
dimensione dei benefici e delle perdite associate al periodo di svolgimento del
festival.
La ricerca, quindi, è partita attraverso la predisposizione di due diversi
questionari (vedi appendice) da utilizzare in due fasi separate, la prima durante
il periodo del festival che ha visto come oggetto di studio il pubblico presente
e la seconda, immediatamente dopo il termine della manifestazione, orientata
ad analizzare gli effetti economici prodotti sui commercianti del centro
storico.
In entrambi i casi, il gruppo di ricerca della facoltà di Economia si è avvalso di
sei rilevatori, scelti tra studenti e neolaureati, che hanno proceduto alla
raccolta dei dati in questione raggiungendo un numero di contatti complessivi
pari a 3337 unità (di cui 3117 relative ai turisti e 120 ai commercianti).
Per quanto riguarda l’indagine relativa al pubblico di Umbria Jazz, la raccolta
dati è avvenuta presso i luoghi dove si sono tenuti i vari concerti, sia gratuiti
che a pagamento, dislocati nelle diverse zone del centro storico (Giardini
Carducci, Piazza IV Novembre, Arena Santa Giuliana, teatro Morlacchi,
Oratorio di Santa Cecilia e Sala Cannoniera situata all’interno della Rocca
Paolina).
Vista la notevole affluenza di visitatori stimata intorno alle 400 mila
presenze
155
, è stato necessario passare alla costituzione di un campione di
visitatori. Una delle prime necessità di questa parte iniziale del lavoro è stata
quella di garantire la maggior neutralità e casualità nella scelta dei soggetti da
sottoporre all’intervista. Per ciò, per garantire la maggior oggettività del
155
Cfr. D. MILIANI, Locchi:” Un successo enorme e Perugia ha superato la prova. La città è pronta
a gestire grandi eventi anche contemporaneamente”, LA NAZIONE/UMBRIA, 16 luglio 2007.
140
campione, si è preso come criterio di riferimento, la scelta di effettuare
un’intervista ogni cinque, dieci o quindici persone, in base all’affluenza e al
luogo del concerto.
Per quanto riguarda la scelta e selezione del campione, è stato predisposto un
questionario preliminare che portasse all’individuazione di soggetti che
rispettassero tre importanti condizioni. Innanzi tutto, gli intervistati non
dovevano aver già compilato il questionario nelle ultime ventiquattro ore,
evitando così possibili distorsioni di duplicazione, in secondo luogo, non
dovevano essere residenti della provincia di Perugia ed in fine, solo per i
concerti gratuiti, era necessario che il turista non fosse già stato e non andasse
nella medesima giornata a concerti a pagamento. Tale suddivisione è stata
effettuata per cercare di operare una distinzione tra la parte di pubblico che
assisteva ai concerti a pagamento rispetto la parte di pubblico interessata solo
ai concerti a pagamento, per poi cercare di analizzare le differenze
comportamentali tenute dalle due diverse categorie di pubblico durante il
proprio soggiorno a Perugia.
Un altro dato relativo alla parte preliminare al questionario vero e proprio, è
rappresentato dal totale delle persone presenti ai concerti negli orari in cui
venivano effettuate le interviste. Tale percentuale è stata rilevata per
controllare ogni volta la percentuale delle persone contattate sul totale dei
presenti. Una stima approssimativa (considerando la media di contatti rispetto
l’affluenza media ai concerti) di turisti contattati sul totale dei presenti nei vari
concerti è superiore al 30% per i Giardini Carducci (dove le rilevazioni
venivano effettuate per tutto l’arco della giornata da 13.30 alle 18.00 con
un’affluenza media di 350 spettatori), intorno al 50% per i concerti tenuti
presso la Sala Cannoniera e l’Oratorio di Santa Cecilia (in relazione alla
limitata capienza di 40 posti), intorno al 15% per il teatro Morlacchi con
capienza massima di 780 persone ed infine percentuali piuttosto basse, intorno
all’3%-5% per i concerti serali di piazza IV Novembre (con una stima media
141
di 1300 spettatori per concerto) e dell’Arena Santa Giuliana (con un numero
medio di spettatori paganti intorno ai 3500). Questo dato se facilmente
reperibile per i concerti a pagamento (45000 spettatori paganti nell’arco dei
dieci giorni, di cui si stima il 77% presso l’arena Santa Giuliana, il 18% per il
Teatro Morlacchi, il 4% per la sala Cannoniera e il 2% per l’Oratorio di Santa
Cecilia), ha comportato invece qualche difficoltà di stima per i rilevatori
presenti a quelli gratuiti, valutando l’affluenza all’inizio e alla fine del
concerto.
Queste prime informazioni, seppur propedeutiche all’intervista, sono state
opportunamente registrate dai rilevatori, costituendo anch’esse la prima
informativa da analizzare. Ad esempio dall’elaborazione di questa prima parte
è possibile ottenere dati importanti (vedi tabella 4.1.), come il 27.5%
corrispondente ai soggetti residenti presso la provincia di Perugia rispetto il
totale dei contatti (pari a 3117), oppure la dimensione del campione, pari a
1629 interviste, cioè il 52.2% dei contatti complessivi, la percentuale dei rifiuti
corrispondente al 9.6%, la quantità di soggetti già contattati nell’arco delle
ultime ventiquattro ore pari al 3.4% ed infine coloro che si sono recati o che
sarebbero andati a concerti a pagamento in giornata corrispondente al 7.3% dei
contatti complessivi.
Tabella 4.1. – Elaborazione del campione contatti complessivi
TOTALE VOCI
INTERVISTA
PRELIMINARE
VALORI
NUMERICI
VALORI
PERCENTUALI
Tot. Perugini 856 27.5%
Tot. rifiuti 299 9,6%
Tot. soggetti già contattati 105 3,3%
142
Tot. soggetti concerti
pagamento in giornata
228
7,3%
Tot. interviste complete 1629 52.3%
Tot. contatti 3117 100%
Terminata questa fase preliminare, solamente nel caso in cui il soggetto
intervistato era in possesso dei requisiti richiesti, i rilevatori procedevano ad
effettuare l’intervista vera e propria. Il questionario sottoposto ai turisti,
riportato in appendice n.1, è costituito da 16 domande a risposta multipla ed è
stato presentato in due versioni: una in italiano ed una in inglese, per facilitare
la comprensione dei turisti stranieri.
Le prime quattro domande del questionario sono volte ad individuare la
residenza e la motivazione principale per cui il soggetto intervistato si trovava
a Perugia e si rivelavano propedeutiche per il proseguimento dell’intervista.
Se infatti il soggetto intervistato era venuto a Perugia per motivi del tutto
estranei alla manifestazione Umbria Jazz il questionario terminava alla
domanda numero quattro, in linea con l’obbiettivo del lavoro, essendo ad
esempio irrilevante per l’indagine sapere la spesa effettuata da una persona
venuta a Perugia solo ed esclusivamente per motivi di lavoro e che sarebbe
stata comunque presente nel territorio a prescindere dalla manifestazione.
Superate le quattro domande iniziali e dopo avere chiesto il numero di concerti
visti nelle ultime 24 ore, si arrivava alla domanda 6; la principale di tutto il
questionario. L’obbiettivo era quello di individuare la spesa individuale
effettuata dal turista di Umbria Jazz nelle ultime 24 ore (ad esempio dalle
17:00 di ieri alle 17:00 di oggi) della sua permanenza a Perugia. E’ importante
sottolineare che lo scopo non è quello di rilevare un importo generico della
spesa effettuata, ma piuttosto quello di riuscire a ricostruire nel modo più
dettagliato possibile la tipologia e la quantità di spesa effettuata dal turista in
un’intera giornata, nelle diverse strutture commerciali. La domanda 6 ha