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grande maggioranza degli studiosi che si sono occupati di questo tipo di
analisi, il modello che assicura le migliori performances. Nella vasta scelta
di metodologie statistico-econometriche disponibili per la stima di questo
modello è stato utilizzato il modello classico di regressione lineare, ossia
OLS, poichè questo ci assicura dei buoni risultati, che tecniche più
elaborate molto spesso non sono in grado di migliorare.
Una volta stimato il modello che “governa” i rendimenti dei titoli
in esame è stato possibile determinare quei rendimenti che sono
direttamente imputabili all’evento da noi preso in considerazione e che
quindi non rientrano nel normale andamento del titolo. A questa parte dei
rendimenti è stato dato il nome di “rendimenti anomali”. Su questi
rendimenti anomali è quindi necessario condurre dei test statistici, per la
verifica della loro significatività; sono stati scelti a questo riguardo il t test
e un test di natura non parametrica che va sotto il nome di rank test.
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2. L’analisi inferenziale
L’analisi inferenziale è stata condotta su ventotto titoli appartenenti
all’indice Dow Jones Industrial Average, e in particolare sui seguenti titoli:
AXP: American Express
T: At&t Corp.
BA: Boeing Corp.
CAT: Caterpillar inc.
C: Citigroup Inc.
KO: Coca cola Co.
DD: Dupont Co.
EK: Eastman Kodak Co.
GE: General Electric Co.
XOM: Exxon Mobil Corp.
GM: General Motors Corp.
HD: Home Depot Inc.
HON: Honeywell International Inc.
HWP: Hewlett-Packard Co.
IBM: Ibm Corp.
INTC: Intel Corp.
IP: International Paper Co.
JNJ: Johnson & Johnson
MCD: Mcdonald's Corp.
MRK: Merck & Co.
MSFT: Microsoft Corp.
MMM: Minnesota Mining & Manifacturing
MO: Philip Morris Co.
PG: Procter & Gamble Co.
SBC: Sbc Communications Inc.
UTX: United Technologies Inc.
WMT: Wal Mart Stores Inc.
DIS: Walt Disney Co.
L’arco di tempo preso in considerazione per l’evento annuncio
degli utili è di un anno, il 2001. La pubblicazione degli utili viene fatta alla
fine di ogni trimestre, e quindi nei giorni tra fine marzo e primi di aprile,
fine giugno primi di luglio, fine settembre primi di ottobre e fine dicembre
primi di gennaio.
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La prima parte dell’analisi prevede la stima dei parametri secondo
il seguente modello:
(1) rendimento del titolo i-esimo = α
i
+ Dow Jones*β
i
Il campione utilizzato per la stima dei parametri è formato dalle
250 osservazioni precedenti la pubblicazione degli utili.
E’ stato quindi necessario testare singolarmente tutte le variabili
attraverso il test t di student e verificare la significatività di ogni singolo
coefficiente. Secondo questo test le variabili non significative sono
rispettivamente per i quattro trimestri:
marzo: CAT, EK JNJ, MRK, MMM, PG e SBC
giugno: BA, MRK, MMM, MO, PG, SBC e UTX
settembre: T, CAT, JNJ, MO e PG
dicembre: T, JNJ, MO, PG e WMT.
Si nota che alcune variabili si ripetono nel corso dei mesi, e questo
sostanzialmente si potrebbe voler significare che questi titoli hanno
andamenti più complessi di quelli da noi ipotizzati. Le altre variabili sono
invece sporadiche, è pertanto difficile trovare una logica nella loro non
significatività.
Per valutare la bontà del modello è stato utilizzato considerato un
altro buon indicatore, l’indice di determinazione lineare, che evidenzia un
valore alto per le variabili significative e un valore basso per le restanti.
Successivamente si è fatto ricorso anche al test di Fisher per valutare
complessivamente la significatività della variabile considerata e della
costante e i risultati ricalcano quelli del test di Student.
Con buona approssimazione abbiamo quindi ricavato un modello
che, escluse le dovute eccezioni, rappresenta abbastanza fedelmente gli
andamenti dei rendimenti della maggior parte dei titoli in esame. Non resta
ora che verificare se questi rendimenti risentono dell’evento preso in esame
in questa sede.
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3. Analisi dei rendimenti anomali
Si giunge quindi all’analisi dei rendimenti anomali, cioè di quella
parte dei rendimenti che è plausibile ritenere conseguenza dell’annuncio
degli utili. Questi rendimenti anomali sono calcolati facendo la differenza
tra i rendimenti effettivi e quelli stimati (questi ultimi ottenuti utilizzando il
modello di mercato nei giorni dell’evento, ossia sostituendo nell’equazione
di mercato le realizzazioni dell’indice dow jones nei dieci giorni a cavallo
di ogni trimestre) .
L’arco temporale preso in considerazione per l’evento, la
cosiddetta event window, è di dieci giorni, gli ultimi cinque di ogni mese di
pubblicazione degli utili (quindi marzo, giugno, settembre e dicembre) e i
primi cinque del mese successivo (aprile, luglio, ottobre e gennaio); si
hanno quindi 4 campioni, ciascuno composto da dieci osservazioni.
E’ necessario, a questo punto, verificare la significatività di questi
rendimenti anomali: per realizzare questo obiettivo si è fatto ricorso a due
test statistici: il test t di student e il rank test.
E’ opportuno soffermarsi sul primo test, il test t di student
1
.
Dal test t di student si evince che le variabili che non risultano
significative sono in numero maggiore rispetto all’analisi effettuata
precedentemente. Infatti abbiamo che le variabili che non risultano non
significative sono:
marzo: AXP, BA, C, DD, GM, XOM, HD, HWP, IBM, INTC,
JNJ, MSFT, SBC e WMT
giugno: T, BA, CAT, C, KO, DD, GE, GM, XOM, HD, HON,
IBM, IP, JNJ, MCD, MRK, MSFT, MMM, SBC, UTX e DIS
settembre: CAT, DD, XOM, IBM, MRK e PG
1
Il test si riferisce ad un livello di significatività α = 5%
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dicembre: AXP, T, CAT, C, KO, DD, GE, GM, XOM, HD, IBM,
INTC, IP, MCD, MSFT, MMM, MO, PG, SBC, WMT e DIS
Come è possibile notare l’elenco di titoli i rendimenti anomali non
sono significativi è decisamente numeroso, tranne forse nel caso del
trimestre relativo al mese di settembre. Negli altri tre trimestri la
percentuale dei rendimenti anomali che non risultano significativi supera la
metà del campione. Questo risultato ci conduce a due conclusioni: la prima
è che la regressione effettuata in precendenza ha prodotto dei buoni
risultati, ossia è riuscita a cogliere il modello che determina e governa le
variazioni dei prezzi dei titoli. La seconda e ancora più importante
conclusione è che, in base a quanto visto finora, i prezzi dei titoli si
muovono relativamente poco in seguito alla pubblicazione degli utili delle
rispettiva aziende, anzi il più delle volte non si muovono affatto.
Prima di giungere a cosi drastiche conclusioni è il caso di vedere
come si comporta il secondo test qui preso in considerazione, e cioè il rank
test. Questo test, elaborato da Corrado(1989), non solo è di natura non
parametrica, per cui più generale del t test, ma è anche più potente;
consente cioè di rifiutare l’ipotesi nulla quando essa è falsa in un numero
maggiore di casi rispetto al t test. In base a questo secondo test il numero di
rendimenti anomali significativamente diversi da zero cresce sensibilmente
e supera abbondantemente la metà del campione. La situazione cosi si
rovescia e la tesi che sembra prevalere è quella di un consistente effetto
degli annunci trimestrali degli utili sulle quotazioni dei titoli presi in esame.
Di seguito sono elencati i titoli i cui rendimenti anomali risultano
essere significativamente diversi da zero:
Marzo: AXP, T, BA, CAT, C, KO, GE, GM, HON, HWP, IBM,
MCD, MSFT, MO, PG, SBC, WMT, DIS
Giugno: AXP, T, BA, CAT, C, DD, EK, GE, XOM, HD, IBM,
INTC, JNJ, MRK, MSFT, MO, SBC, WMT, DIS
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Settembre: T, BA, C, EK, GE, XOM, HD, HON, HWP, IBM,
INTC, MRK, MSFT, MMM, MO, SBC
Dicembre: CAT, C, DD, GM, HON, HWP, IBM, INTC, IP, MCD,
MMM, PG, UTX, WMT, DIS
Risulta pertanto evidente che l’evento “annuncio trimestrale degli
utili” produce i suoi effetti sui titoli delle società direttamente interessate.
Del resto non si può affermare che il precedente test smentisse del tutto
questo tipo di ipotesi, semplicemte le toglieva forza in virtù
dell’insufficiente numero di casi di rendimenti anomali significativi che
presentava.
Ci si potrebbe chiedere a questo punto come mai si è deciso di
privilegiare i risultati del secondo test, cioè il rank test, ponendo invece i
risultati del t test in secondo piano.I motivi sono stati già esposti e sono
costituiti dal fatto che il rank test non solo è un test di natura parametrica,
ma è anche un test più potente; a questo proposito è sufficiente citare
nuovamente l’articolo di Charles Corrado, nel quale sono messi a confronto
i due test, con risultati senza dubbio soddisfacenti per il rank test.
Un aspetto importante che viene ripreso spesso nella letteratura
econometrica, e che non viene perciò tralasciato nella presente analisi,
riguarda l’analisi dei residui. Abbiamo per questo analizzato, attraverso due
test, l’omoschedasticità e l’autocorrelazione dei residui. I test a cui si fa
riferimento sono rispettivamente il test di Breusch-Pagan e quello di
Durbin-Watson. Dall’analisi si evince che per tutte le variabili e per tutti e
quattro i mesi viene accettata l’ipotesi di omoschedasticità e rifiutata
l’ipotesi di autocorrelazione dei residui. Possiamo quindi confermare
ancora una volta la buona analisi di regressione effettuata.
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4. Alcune considerazioni finali
Lo scopo di questo lavoro è di stabilire se la diffusione delle notizie
relative agli utili di 28 società americane appartenenti al Dow Jones riesce
a determinare una variazione dei prezzi e quindi dei rendimenti dei titoli
delle stesse società. In seguito all’analisi svolta risulta abbastanza evidente
che questa variazione si verifica nella larga maggioranza dei casi. Questo
risultato ci porta a riflettere sul contenuto informativo che queste
pubblicazioni hanno nella vita di una società e diversi sono gli interrogativi
che è possibile sollevare. Non si può innanzitutto fare a meno di rilevare
che questo contenuto informativo c’è ed è considerato degno di rilievo
dagli operatori dei mercati finanziari. In secondo luogo è possibile anche
affermare che, nonostante nei suddetti mercati finanziari sia abbastanza
frequente la circolazione di informazioni riservate, queste non arrivano ad
annullare la portata del più classico “disclosure” delle società quotate in
borsa.
In conclusione è possibile affermare che le borse e i titoli in esse
quotati reagiscono sicuramente a degli eventi che li riguardano,
direttamente o indirettamente, e tra questi è possibile annoverare anche le
pubblicazioni trimestrali degli utili.