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INTRODUZIONE
Conviviamo con sempre maggiori tensioni, contraddizioni,
responsabilità.
La ricerca di un equilibrio sociale, politico ed economico è una delle
più grandi sfide del nostro tempo: un equilibrio compromesso,
difficile, ma possibile.
Una diversa, equa produzione e distribuzione della ricchezza e delle
risorse, il rispetto per le persone e per l’ambiente, la solidarietà, la
trasparenza, sono le regole di comportamento che le persone, le
istituzioni, le imprese, oggi possono decidere di seguire e attuare.
Le relazioni, le distanze e i confini sono cambiati, la globalizzazione
delle culture, delle informazioni, dei mercati e il progresso
tecnologico sono alcune delle principali chiavi di lettura della
situazione attuale, nella quale un’economia nuova, etica, orientata
allo sviluppo umano, è un’alternativa di cui si sta comprendendo sia
l’importanza che la necessità. Scelte ed azioni fondate su valori
forti, veri, permettono la nascita di nuove forme di legami sociali ed
economici basati sul coinvolgimento emotivo e sulla
corresponsabilità, e non sull’individualismo.
L’economia, al pari delle altre discipline di carattere scientifico che
interessano l’uomo non può sottrarsi al compito di essere al
servizio dell’uomo, migliorando le sue condizioni di vita, in
equilibrio con ciò che lo circonda.
“In ogni età e paese del mondo - scriveva Adam Smith - gli uomini
devono aver fatto attenzione al carattere, alle intenzioni e alle
azioni reciproche, e si devono essere affermate molte regole e
massime di condotta rispettabili, poi approvate dal consenso
7
comune. [...] In che cosa consistesse la felicità e la perfezione di
un uomo considerato non soltanto come individuo ma anche come
membro di una famiglia, di uno stato e della grande società umana,
era l’oggetto che l’antica filosofia morale si proponeva di
indagare.”
1
Creare le condizioni necessarie allo sviluppo umano nel
suo complesso, salvaguardando l’esistenza di un sistema
economico giusto e orientato al bene, è un obiettivo importante per
la scienza economica di ogni tempo.
E’ essenziale ricordare che l’economia è una scienza sociale:
“scienza, nel senso che è parte di uno studio sistematico sul mondo
in cui viviamo; sociale, nel senso che riguarda lo studio del
comportamento umano, e quindi delle scelte, circa gli affari ordinari
della vita, ma nel quadro complessivo della società. Non si occupa
tanto di cose - come prezzi e moneta, produzione e investimenti,
consumi e redditi, salari, profitti, tassi d’interesse e di cambio, ecc.
- quanto delle relazioni umane (e quindi degli uomini) che le
determinano, anche nei loro rapporti con la natura e con
l’ambiente. E’ piuttosto una tecnica di ragionamento applicata
all’indispensabile conoscenza di fatti riguardanti una dimensione
fondamentale del mondo reale”
2
.
Mario Talamona, sosteneva fermamente che “lo studio
dell’economia politica ha uno scopo prettamente pratico. Ma questo
scopo non va confuso, poniamo, con quello di far denaro e
neppure, in via diretta, con finalità di addestramento nei metodi di
amministrazione e gestione privata o pubblica. Esso ha piuttosto a
che fare, come sbocco, con le sfere dell’etica e della politica, nel
senso più elevato ed ampio di questi termini”
3
. Occuparsi del
1
A. Smith, La Ricchezza delle Nazioni, UTET, Torino, 1975, Libro V
2
Ibidem
3
Mario Talamona - Introduzione a Tendenze e prospettive dell’Economia Politica,
Cisalpino-Goliardica, Milano, 1989
8
benessere delle persone, della distribuzione delle risorse e della
ricchezza, di un futuro sostenibile e possibile, sono - o dovrebbero
essere - i fini ultimi dell’economia. Non si può continuare a far finta
di nulla lasciando che tutto proceda seguendo teorie e modelli
lontani da questi obiettivi.
Fortunatamente, cresce il numero degli economisti che indagano
sulle cause che hanno condotto alla situazione attuale e che
cercano delle soluzioni possibili e sostenibili per risolvere i gravi
problemi sociali, oltre che economici, dei nostri giorni.
Nella mia tesi ho dato particolare risalto alle teorie e alle
affermazioni del premio Nobel Amartya Sen che, partendo da
un’attenta rilettura del pensiero economico classico, ricorda con
forza che etica ed economia non sono tra loro assolte, indipendenti,
ma che benessere, libertà e felicità sono alla base di una buona
vita, sia per i singoli, che per l’intera società.
Non vi è benessere dove regna l’egoistico interesse individuale,
dove la solidarietà, i valori e l’impegno sociale sono eccezioni un
po’ controcorrente.
E’ fondamentale che le istituzioni, le persone, e soprattutto le
imprese, riconoscano la posizione dell’etica nella teoria e nella
pratica economica, sostenendo l’importanza e il valore di
comportamenti disinteressati, onesti, altruistici. Creare e ritrovare
fiducia nell’agire individuale e d’impresa appare dunque cruciale in
vista del futuro che ci attende.
Le imprese, in particolare, quali protagoniste principali del contesto
economico, unità costitutive fondamentali dell’economia e “cellule”
di questo organismo fin troppo complesso, sono chiamate a dare
una dimostrazione importante: quella che è possibile un agire
economico etico. Anche il profitto, in questa prospettiva, diviene la
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conseguenza di un processo economico orientato al bene comune,
in cui si è sensibili anche alle conseguenze non economiche
dell’agire, sottolineando, inoltre, come la responsabilità sociale può
divenire un elemento di qualificazione aggiuntivo a favore della
competitività.
Ma prima che le azioni, occorre che cambino gli atteggiamenti e i
modi di pensare. “Si potrebbe essere agiati senza stare bene. Si
potrebbe stare bene senza essere in grado di condurre la vita che
si era desiderata. Si potrebbe avere la vita che si era desiderata
senza essere felici. Si potrebbe essere felici senza avere molta
libertà. Si potrebbe avere molta libertà senza avere molto”
4
.
Quale via?
Il mito dell’equivalenza tra benessere e opulenza è destinato a
scomparire. Le libere imposizioni che facciamo a noi stessi, i limiti
che poniamo alla nostra personale libertà in nome dell’etica, hanno
il fine superiore di salvaguardare l’avvenire e, nel presente, di dare
senso all’agire individuale e d’impresa, in una prospettiva che vede
come una cosa unica norme morali e teoria economica.
Lifegate, credo ne sia un buon esempio.
Lo scenario in cui si muove LifeGate, impresa simbolo dell’eco-
cultura in Italia, è caratterizzato da un riferimento all’etica molto
forte, in cui i comportamenti e le scelte non sono slegati dalla
responsabilità personale e d’impresa e dalla responsabilità di
lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato.
Il riferimento costante ai valori della civiltà della coscienza e la
scelta di obiettivi eco-sostenibili ed equosolidali, fanno di LifeGate
4
A. K. Sen, Il tenore di vita - Tra benessere e libertà, Collana I Grilli, Marsilio, Venezia,
1993
10
un’impresa moderna, attenta all’ambiente e al sociale, con attività
e progetti innovativi, capaci di trovare consenso presso un pubblico
sempre più ampio ed eterogeneo, in altre parole, un’impresa etica.
LifeGate, rappresenta uno spunto per guardare concretamente ad
un’impresa che dichiara - e al momento sembra dimostrarlo nei
fatti - di operare secondo i principi dell’Etica, dell’Ecosostenibilità e
dell’Equosolidarietà.
People, Planet e Profit, sono i concetti a cui cerca di dare nuovo
valore attraverso network, progetti ed attività concrete, operando
secondo principi eticamente fondati, secondo valori chiari e ben
definiti.
L’analisi si sviluppa partendo proprio dai valori di LifeGate, per
guardare a ciò che accade, alle prospettive future e alle speranze.
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CAPITOLO PRIMO
ETICA ED ECONOMIA
12
1.1 Norme morali e pensiero economico
L’attività economica è volta al soddisfacimento dei bisogni
essenziali dell’uomo: l’economia come tale è sempre esistita, essa
è parte della natura umana e sarebbe un errore immaginarla come
una questione a se stante, qualcosa di staccato dalla totalità della
vita sociale. Lo studio dei fenomeni economici viene talvolta
intrapreso senza rendersi conto che essi sono parte di un operare
più complesso dell’attività umana, intrinsecamente connesso con
principi etici.
L’etica, fin dai primi sviluppi dell’analisi economica, costituisce una
sorta di presupposto dell’analisi stessa. Parlare di economia ed
etica vuol dire riflettere su due realtà della vita dell’uomo sempre
presenti, necessarie. Scelte, comportamenti e ricchezza da una
parte, insieme alla responsabilità di pensare, comprendere e fare,
ciò che è meglio. Ma senza valori e obblighi morali comunemente
condivisi e ampiamente radicati, né la legge, né il governo
democratico e nemmeno l’economia di mercato possono funzionare
correttamente.
L’economista non può ignorare completamente il discorso morale.
“C’è però anche un rischio molto forte: trasformare il denaro da
mezzo - per vivere dignitosamente, per costruire la comunità nella
solidarietà, - a fine. La ricchezza diventa allora un idolo. Il cuore ne
resta prigioniero. L’ansia di accumulare fa dimenticare l’amore per i
fratelli e prelude l’immagine della salvezza”
1
.
1
Riccardo Milano, L’anima negli affari, Viator Economa
13
Un proverbio inglese dice che non conosceremo mai il valore
dell’acqua finché il pozzo non è asciutto.
Occorre un’inversione di rotta, un salto, uno spostamento
dell’indagine sul valore delle cose: dallo studio di ciò che
apertamente ricerchiamo, ma che è soltanto strumentale, a ciò che
ha invece un’importanza fondamentale, una vita giusta e buona.
“Lo scopo della vita è lo sviluppo di noi stessi, la perfetta
attuazione della nostra natura: è questa la ragion d’essere di
ognuno di noi”.
2
La natura umana, così complessa e varia, può
trovare piena completezza e realizzazione in una vita giusta, in
armonia con l’ambiente e con gli altri. La riscoperta di una
dimensione umana, etica, dell’economia è un passo verso una
grande opera da realizzare a livello globale. “È importante che uno
scopo non sia mai definito in termini di attività o di metodo. Deve
sempre riferirsi direttamente a come la vita è migliore per tutti. Lo
scopo del sistema deve essere chiaro per tutti nel sistema. Lo
scopo deve includere progetti per il futuro. Lo scopo è un giudizio
di valore.”
3
E cosa ha valore per l’uomo? Cosa è realmente
importante? Si può fare qualcosa, qui ed ora, per rendere diversa e
migliore la vita delle persone? Qualunque decisione si prenda, deve
essere quella che con più probabilità conduce verso il miglior
adempimento delle funzionalità umane, delle facoltà umane.
Molti hanno dimenticato che in passato l’Economia Politica (Political
Economy) era una parte della Filosofia Morale
4
. E oggi sorprende
che per molti non sia difficile immaginarle lontane. Ma è falsa
2
“The picture of Dorian Gray”, 1891, Oscar Wilde (1854-1900)
3
Dr. W. Edwards Deming (1900-1993), Statistico americano
4
In tal senso può anche essere richiamata l’antica filosofia greca, divisa in tre grandi
rami: la fisica, o filosofia naturale; l’etica, o filosofia morale e la logica. “Questa naturale
divisione sembra perfettamente conforme alla natura delle cose” da A. Smith, La
Ricchezza delle Nazioni, Libro V, Le entrate del sovrano o della Repubblica, UTET, Torino,
1975
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apparenza. O l’economia è etica, o è diseconomia, sosteneva don
Luigi Sturzo.
Mario Talamona ricorda come l’economia politica rimanga una
disciplina più che mai attuale: “realistica, poco congeniale alle
gratuite illusioni e alle evasioni fantastiche. Dopo tutto,
l’immaginazione creativa, l’aspirazione al cambiamento, la stessa
ansia di trasformazione o più semplici ma concreti miglioramenti
nei rapporti economici e sociali - e, più in generale, nella qualità
della vita in tutte le sue infinite dimensioni - possono esplicare i
loro effetti positivi, e il loro contenuto di libertà, all’interno e non
all’esterno delle circostanze reali da cui scaturiscono e nelle quali si
manifestano”
5
. E continua avvertendo gli economisti di ricordare
che il loro studio deve riguardare “sempre della vita dell’uomo
reale, non di un essere fittizio”
6
. La storia del pensiero economico è
intrisa di questa continua ricerca di equilibrio tra teorico e reale, tra
la possibilità di comprendere i fatti e la tensione a modificarli,
migliorandoli. Occorre passare da “un irrazionale e cieco rifiuto
della realtà”
7
ad un’analisi capace di interpretare “con mentalità
scientifica e critica”
8
ciò che accade, contribuendo al miglioramento
delle condizioni economiche e sociali del maggior numero di
persone possibile, unica via per un progresso giusto. Ecco il motivo
per cui l’economia trova gli scopi della sua indagine nell’etica.
Nell’economia classica si possono rintracciare approcci e
considerazioni di peso differente per quanto riguarda il rapporto tra
economia ed etica, individuando almeno due orientamenti
principali; il primo annovera economisti quali Smith, Marx, Mill ed
Edgeworth ed è più attento ad una dimensione etica dell’agire
5
M. Talamona, Letture di Economia Politica, Mercato, Pianificazione, Sviluppo Economico,
Cisalpino-Goliardica, Milano, 1984
6
Ibidem
7
Ibidem
8
Ibidem