Essendo donne e nere esse sono sottoposte ad una doppia
oppressione, quella sessuale e quella razziale, e sono costrette ad
affrontare nel corso della loro vita tutte le problematiche legate alla
loro identità, a partire dallo sfruttamento connesso alla schiavitù che
ha segnato gran parte della vicenda afroamericana.
“Slavery is terrible for men: but it is far more terrible for
women. Superadded to the burden common to all, they
have wrongs, and sufferings, and mortifications peculiarly
their own”
3
.
La mia analisi parte dalla collocazione storica delle donne afro-
americane, dagli anni della schiavitù all’emancipazione, fino ai giorni
nostri, ripercorrendo gli eventi più significativi e mettendo in evidenza
le difficoltà affrontate ma soprattutto i traguardi raggiunti, un percorso
storico e socio-culturale che dimostra quanto le donne afro-americane
abbiano da insegnare al mondo. Molte donne hanno subito nel silenzio
la sofferenza di una lunga schiavitù, molte altre si sono esposte
maggiormente e hanno lottato in prima fila e in diversi ambiti per
l’emancipazione femminile e soprattutto per il progresso della propria
razza. Hanno resistito trovando continue risorse e forza nei propri
3
LINDA BRENT, Incidents in the Life of a Slave Girl, New York, Harcourt Brace Jovanovich,
1973, p.79 (la schiavitù è terribile per gli uomini, ma è ancora più terribile per le donne. In
aggiunta al peso comune a tutti, loro hanno ingiustizie, e sofferenze e mortificazioni
particolarmente proprie).
II
valori, nella religione, nel forte attaccamento alla “community”, alla
famiglia, all’educazione e ad ogni forma di arte e cultura.
Una lunga storia di sofferenza ma soprattutto di speranza che ha
dato loro la forza di resistere e sopravvivere.
Nel corso dei secoli molte donne nere hanno combattuto per
l’affermazione dei propri diritti e molti traguardi sono stati raggiunti,
tanto che attualmente negli Stati Uniti le donne di colore fanno parte
integrante della vita socio-politica e culturale.
Due tra le più importanti donne afroamericane contemporanee
affermate in America sono Condoleezza Rice e Oprah Winfrey.
Condoleezza Rice, ormai al vertice della politica statunitense, è
segretario di Stato, riconosciuta a livello internazionale per le sue
capacità, ed è simbolo dell’emancipazione della donna nera in
America.
Oprah Winfrey è una delle più note conduttrici televisive,
businesswoman e ultramiliardaria, che ha creato la sua ricchezza dal
nulla, avvalendosi della sua caparbietà e diventando in pochi anni
esponente di spicco della società americana.
III
CAPITOLO I
1. 1. Dalle origini della schiavitù alla Guerra Civile
(1619-1860)
Il percorso storico della popolazione afroamericana, e delle
donne nere in particolare, s’innesta nella storia degli Stati Uniti
d’America, ma si sviluppa attraverso meccanismi ed eventi particolari
che caratterizzano e segnano la vita di questa popolazione in maniera
singolare.
La storia delle donne nere in America ha un’importanza
rilevante e copre un arco di tempo di 400 anni durante i quali le donne
afroamericane hanno lottato duramente per l’affermazione della
propria razza e per la propria emancipazione.
Era il 1619, quando la prima nave da guerra olandese salpò
sulle coste di Jamestown, Virginia; ed è questo l’anno in cui ha inizio
per la popolazione afroamericana quell’orribile e disumana condizione
denominata “slavery” che durerà per secoli.
Ritenuti più resistenti e adatti al lavoro nel New World, gli
africani divennero oggetto di una tratta internazionale di schiavi che si
1
rivelò economicamente proficua per i commercianti portoghesi,
inglesi, olandesi e francesi.
Su quella prima nave che affrontò il cosiddetto “middle
passage”
1
dall’Africa al Nord America, erano venti gli schiavi
trasportati, di cui almeno tre donne. Da questa data in poi saranno
migliaia le donne portate a lavorare in America, donne strappate al
proprio mondo, private della famiglia, del linguaggio, della propria
vita.
La condizione di schiavitù aveva inizio già durante la traversata
atlantica dall’Africa alle coste meridionali degli Stati Uniti, e sin da
subito si nota un trattamento diverso riservato alle donne. Mentre gli
uomini erano ammassati nelle stive e legati a due a due per le mani e
per i piedi, le donne affrontavano questo lungo viaggio sul cassero di
poppa e non erano incatenate.
“According to the 1789 Report of the Committee of the
Privy Council, the female passage was further
distinguished from that of males in that women and girls
were not shackled”
2
.
1
GIULIA FABI, America Nera: la Cultura Afroamericana, Roma, Carocci Editore, 2002, p. 8.
2
DEBORAH GRAY WHITE, Ar’n’t I a woman? Female Slaves in the Plantation South, New
York, Norton, 1985, cit., p. 63 (Secondo la Relazione della Commissione del Consiglio Privato, il
passaggio femminile era ulteriormente distinto da quello maschile nel fatto che le donne e le
ragazze non erano incatenate).
2
Questa usanza aveva due conseguenze rilevanti per le donne; la
prima è che esse erano maggiormente esposte agli assalti a scopo
sessuale dei marinai, allo stesso tempo, però potevano incitare e
aiutare gli uomini nei numerosi tentativi d’insurrezione che
accadevano spesso durante il viaggio, nel tentativo di riguadagnare la
propria libertà.
Durante la maggior parte del diciassettesimo secolo e l’inizio
del diciottesimo secolo il sistema della schiavitù si basava
essenzialmente sulla forza lavoro maschile, infatti, gli uomini
superavano notevolmente il numero delle donne presenti nelle colonie,
nonostante le donne costassero di meno ed erano caricate della stessa
mole di lavoro degli uomini.
Solo in seguito i proprietari di schiavi iniziarono ad apprezzare
il valore economico delle donne schiave e in particolare la loro
capacità di procreare, e ne realizzarono i potenziali benefici. Oltre al
normale lavoro nei campi le donne potevano procreare e questo era un
mezzo naturale per aumentare la popolazione di schiavi.
“Slaveholders were slow to appreciate the economic value
of the slave woman’s procreative ability, but by the middle
of the eighteenth century most slave owners, had come to
realize the potential benefits”
3
.
3
Ibidem, p. 67 (I proprietari di schiavi furono lenti ad apprezzare il valore economico della
capacità procreativa della donna schiava, ma verso la metà del diciottesimo secolo molti
proprietari di schiavi iniziarono a realizzare i potenziali benefici).
3
La popolazione femminile iniziò così ad aumentare non più
attraverso l’importazione dall’Africa bensì tramite un processo
naturale. Una volta che i proprietari di schiavi compresero che la
funzione riproduttiva della donna schiava rappresentava un profitto, la
manipolazione delle relazioni sessuali procreative divenne parte
integrante dello sfruttamento sessuale delle schiave.
“Female slavery had much to do with work, but much of it
was concerned with bearing, nourishing, and rearing
children whom slaveholders needed for the continual
replenishment of their labor force “
4
.
La responsabilità di allevare i propri figli limitava molto la vita
delle donne schiave e nello specifico limitava la loro possibilità di
fuga. La maternità strutturava gran parte della vita delle donne, ma era
importante anche l’esperienza del lavoro femminile che essendo
strettamente legato alla piantagione o alla fattoria limitava la
familiarità con l’ambiente circostante e di conseguenza anche le
possibilità di fuga.
Nel 1624, esattamente diciassette anni dopo la fondazione del
primo insediamento permanente nel Nord America, il 2% della
popolazione della Virginia era nera; nel 1625 il censimento della
4
Ibidem, p. 69 (la schiavitù femminile aveva molto a che fare con il lavoro, ma la maggior parte di
esso consisteva nel partorire, nutrire e allevare i figli, di cui i padroni avevano bisogno per il
continuo rifornimento della loro forza lavoro).
4
Virginia annoverava dodici uomini neri e undici donne nere, di cui
però non si conosce il nome o la data d’arrivo
5
.
Nella seconda metà del diciassettesimo secolo alcune donne
nere iniziarono ad identificarsi con il nuovo mondo e a partecipare alla
realtà politica economica e culturale in cui vivevano, una situazione
che sarà poi improponibile negli anni a venire con l’inasprirsi della
condizione di slavery; altre donne opposero resistenza
all’adattamento, altre ancora morirono a causa dello shock del
trapianto in un altro mondo, lontane dai propri cari e dalla propria
terra. In seguito la legalizzazione della schiavitù e lo sviluppo della
chattel slavery
6
peggiorò la situazione.
Tra il 1641 e il 1717 tutte le colonie eccetto la Georgia
legalizzarono la schiavitù, ma nel 1750 anche la Georgia si unì alle
altre colonie nel riconoscere la “peculiar institution”
7
.
La schiavitù, come categoria legale, definisce alcune persone in
parte come esseri umani e in parte come proprietà; gli schiavi africani
erano ritenuti “chattel” ossia beni mobili da poter vendere e comprare
secondo la volontà del padrone.
5
Ibidem, p. 70.
6
DARLENE CLARK HINE and KATHLEEN THOMPSON, A Shining Thread of Hope: The
History of Black Women in America, New York, Broadway Books, 1998, p. 12 ( “ schiavitù di
beni mobili “).
7
Ibidem, p. 14 ( “ istituzione particolare” ).
5
Gli schiavi non avevano diritti legali e quindi dipendevano
completamente dall’arbitrio del proprietario. A partire dal 1662 con la
Virginia, tutte le colonie americane approvarono una legge la quale
affermava che:
“All children borne in this country shall be held bond or
free only according to the condition of the mother”
8
.
I bambini nati da donne schiave erano schiavi già dalla nascita
e quindi proprietà dei padroni della donna stessa e anche i bambini
nati dai rapporti con uomini bianchi.
Questa legge e molte altre successive ridefinirono lo stato delle
donne nere e la loro posizione. La maternità delle donne schiave
divenne una specie di maledizione legale. Negli anni successivi, nelle
piantagioni del Sud queste giustificazione legale avrebbe celato gli
orribili abusi sessuali subiti dalle donne di colore, inoltre questa legge
significava che la condizione di schiavitù non sarebbe durata un’unica
generazione, ma sarebbe stata tramandata per via materna.
Nonostante questa condizione le donne tentarono in diversi
modi di riconquistare la propria libertà. Alcune la compravano con i
soldi guadagnati dai lavori extra, altre erano acquistate da uomini neri
liberi che poi le sposavano.
8
Ibidem, p. 15. ( “ tutti i bambini nati in questa nazione saranno tenuti in schiavitù o liberi a
seconda della condizione della madre" ).
6
Altre donne diventavano libere quando il padrone moriva e a
volta capitava che lasciassero alle schiave la casa in cui aveva abitato;
una volta libere le donne afroamericane utilizzavano le loro risorse e
questi appartamenti per aprire ristoranti, lavanderie, alberghi.
Con il passare degli anni emerse una piccola classe lavorativa
nera, con a capo numerose businesswomen
9
.
La condizione degli afroamericani era peggiore al Sud rispetto
al Nord; le condizioni lavorative nelle piantagioni rendevano molto
dura la vita degli schiavi e difficilmente nascevano relazioni
interpersonali tra padrone e schiavo, come invece avveniva al Nord,
dove soprattutto le donne nere vivevano a stretto contatto con i
padroni allevando i loro figli e occupandosi delle loro case.
Gradualmente la situazione degli schiavi neri a Nord e Sud iniziò a
differenziarsi in maniera più profonda. Mentre le colonie del Nord
America erano disposte alla liberazione degli schiavi, a Sud le
condizioni di schiavitù diventavano sempre più umilianti ed
opprimenti. Nella prima decade del diciannovesimo secolo il mondo
dell’America nera e della schiavitù cambiò drasticamente.
Sebbene nel marzo del 1807 fu decretata l’abolizione del
commercio degli schiavi, nessuno riuscì a sradicare completamente le
9
Ibidem p. 18 (donne d’affari).
7
radici di una schiavitù a quel tempo regolata da rigide leggi. Negli
stati del Sud le piantagioni di cotone erano numerosissime e
costituivano un’enorme risorsa per gli stati del Nord, per questo il
governo degli Stati Uniti non aveva alcun interesse ad abolire in
maniera definitiva la schiavitù. Inoltre l’invenzione del cotton gin
10
e
la nascente rivoluzione industriale inglese aumentavano la richiesta di
forza lavoro.
In una nazione in cui tutti gli uomini sono ritenuti uguali e
detentori di diritti inalienabili tra cui la libertà, è inaccettabile
l’esistenza della schiavitù; la risposta a questa assurdità sta nel fatto
che gli schiavi neri non erano considerati esseri umani bensì cose,
animali da poter gestire e governare.
I padroni di schiavi hanno attuato nel tempo una vera e propria
disumanizzazione degli afroamericani, dando luogo alla diffusione di
un forte sentimento razzista nei confronti dell’intera popolazione nera,
schiava o libera, e sviluppando uno smisurato uso della forza e della
violenza di cui saranno vittime soprattutto le donne di colore.
10
Ibidem, p. 63 ( sgranatrice di cotone ).
8