INTRODUZIONE
Intento di tale ricerca è quello di consentire una analisi approfondita e costruttiva
su cosa valutare come esito di interventi clinici nel day hospital psichiatrico, in
termini di qualità della vita. Vi sono state varie epoche nello sviluppo dell’idea di
salute: dall’idea negativa di assenza di malessere si è passati a quella positiva di
presenza di benessere. In questo passaggio di concezioni dalla priorità del
malessere alla priorità del benessere si incontra una “rivoluzione culturale”, cioè un
netto cambio di cultura da esaminare con molta attenzione. In termini psicologici, si
sta passando dalla cultura di coppia a quella di gruppo, dalla costruzione della
struttura a quella del clima, da quantità a qualità. Conseguentemente
l’organizzazione della salute significa oggi creazione del sentimento di benessere,
di salute soggettiva, di cenestesi. Il soggetto “sano” è titolare di un’ipotesi di
benessere e porta con sé tre conseguenze sulla salute soggettiva: organizzazione
come stato d’animo, il clima come origine della struttura e la salute come costrutto,
come titolarità, sovranità, proprietà di un’ipotesi di benessere sempre più
soggettiva. Il benessere è quindi misurabile. In questa ricerca ho inserito alcuni
parametri di misura del benessere soggettivo in termini di miglioramento dello
stato di salute e di rilevazione del grado di soddisfacimento dell'utenza. Nelle
indicazioni nazionali del Progetto Obiettivo “Tutela salute mentale” (D.P.R.
1/11/1999) si fa presente che uno degli obiettivi prioritari del Piano Sanitario
Nazionale riguarda il miglioramento della qualità della vita e l’integrazione sociale dei
soggetti con malattie mentali” mantenendo la persona nel proprio habitat sociale e
familiare. Il più recente Rapporto sulle ineguaglianze sociali dell’OMS [2008]
1
raccomanda che gli operatori della salute si concentrino sui seguenti aspetti:
1. migliorare le condizioni ambientali e sociali di vita delle persone;
2. contrastare le ineguaglianze nella distribuzione economica, di potere e delle
risorse troppo concentrate in mano a pochi;
1
OMS, Inequalities in young people’s health, Regional Office of the World Health Organization, Scotland, 2008
3
3. misurare e comprendere la dimensione dei problemi e misurare gli effetti
delle proprie azioni professionali.
A partire da queste considerazioni è stato definito l’approccio “Investment for
Health”, ovvero la modalità attraverso cui l’Ufficio Europeo dell’OMS ha impostato
l’agenda di promozione della salute, la cui finalità è quella di intervenire sulle
cause delle malattie e problematiche in modo credibile, efficace ed etico.
L’approccio propone di agire attraverso una combinazione di azioni che
intervengano per modificare comportamenti e stili di vita, e politiche finalizzate a
migliorare le caratteristiche dei contesti e delle condizioni di vita. In termini
operativi questo significa individuare i contesti dove la salute viene promossa e
rafforzata in una data popolazione. In questo scenario, il Day Hospital potrebbe
rappresentare un luogo di intervento attraverso cui recuperare il gap esistente fra
l’offerta dei servizi territoriali e le attuali necessità dei pazienti. Il Day Hospital
risponde alle dichiarate finalità istituzionali e funziona da campo relazionale che
accerta e consolida la disponibilità alla cura, favorisce il ristabilirsi di contatti
sociali, stimola l’attivazione nel paziente e lo sollecita a nuovi investimenti. Esso
rappresenta, dunque, uno strumento per integrare competenze terapeutiche diverse
in uno stesso spazio ed attorno ad un progetto unitario di cura della persona:
persona intesa anche nel suo Mitwelt, nel modo di sperimentarsi nella relazione con
gli altri. Heidegger, infatti, scrive: “Il mondo si articola secondo le sue possibili
direzioni della cura come mondo ambiente (Umwelt), mondo-del-con (Mitwelt) e mondo-
del-sé (Selbstwelt)”
2
Nel Day Hospital la sfida è conciliare la tecnica con il rispetto della persona,
similmente a quanto accade nei paesi anglosassoni in cui si parla di “Intensive
Care”, dando al paziente un maggiore spazio di autonomia. In sintesi
l’ospedalizzazione diurna consente:
- di assicurare un approccio globale di una intera èquipe di cura senza la necessità del
ricovero notturno;
2
Phanomenologie Interpretation ausgewahlter Abhandlungen (GA 62), p.352. Heidegger si riferisce per la prima volta a
questa tripartizione in Grundprobleme der Phanomenologie (GA 58), pp.43-46
4
- di non separare del tutto un paziente dal suo ambiente di vita;
- di diminuire i costi dell’assistenza, riducendo perciò la percezione di gravità della
malattia.
Il “segreto” di un Day Hospital sta probabilmente qui, in questa rivoluzione di
prospettiva e di indicatori: il paziente e non lo staff al centro dell’organizzazione di
cura; la salute e non la malattia come indicatore principale dell’intervento; la
misurazione dei risultati come verifica costante dell’efficacia del servizio.
Di fronte a questi cambiamenti sostanziali si rileva che:
a) la salute si sta trasformando da prevalentemente fisica in prevalentemente
psichica: dalla mens sana in corpore sano si sta passando al corpus sanum in
mente sana; l’idea di salute sarà sempre più soggettiva e costruita;
b) il benessere, e quindi la salute psichica, si orienta sempre di più verso la
potenzialità, l’empowerment e l’abilità di decision making, componenti dello
sviluppo positivo;
c) si sta verificando progressivamente il passaggio dalla salute
dell’organizzazione all’organizzazione della salute.
Tutti questi indicatori saranno usati, in questa ricerca, come misure del percorso
verso lo sviluppo del benessere soggettivo.
L’ambizione di questo studio è, quindi, duplice: offrire un contributo minimamente
sistematico, ma certamente non esaustivo, sulla valutazione dell’efficacia di un
servizio semiresidenziale e proporsi come strumento spendibile anche sul piano
dell’operatività.
5
CAPITOLO 1
IL DAY HOSPITAL NEL PANORAMA INTERNAZIONALE E NAZIONALE
La tendenza odierna va verso una specializzazione del day hospital rispecchiando
un generalizzato bisogno di distinzione, differenziazione, segmentazione e
individualizzazione degli interventi rivolti alle nuove patologie. L’esplosione della
domanda di assistenza medica in entrambi i sessi, il ringiovanimento dei disturbi
mentali, l’evoluzione nei motivi di ammissione con un importante aumento di
instabilità psicomotoria e problemi comportamentali, nonché il verificarsi di nuove
esigenze di cura e la crescente espansione delle NTIC (nuove tecnologie
dell’informazione e della comunicazione) hanno spinto a riconsiderare l’offerta di
cure e a proporre alternative al ricovero ospedaliero. A Bohars, in Francia, sono
state attivate strutture psichiatriche di assistenza domiciliare. Lo sviluppo di queste
nuove strutture non ha causato l’arresto del massiccio afflusso di pazienti in
ricovero completo, ma ha permesso di ottimizzare la cura di alcuni giovani in
situazioni complesse attraverso un miglioramento dei rapporti con i vari operatori
del mondo sanitario e socio-educativo (ascolto e sostegno da parte degli operatori,
scambi di know-how nella piena consapevolezza di complementarità)
3
. Malgrado
la crescita dell’assistenza psichiatrica di comunità, molte persone con disordini
psichiatrici acuti continuano ad essere trattati come i ricoverati, nonostante questo
sia un modo costoso e inutile di occuparsi di tali pazienti
4
. E’ stato proposto che
molti di quelli attualmente in trattamento ospedaliero potrebbero invece essere
curati in day hospital. Esso è stato definito come unità che fornisce servizi di
trattamento e di sistema diagnostico per i pazienti acutamente malati. Una recente
review (Marshall e coll., 2001) distingue tre differenti modelli di day hospital:
3
Richard Y.,Saint-Andrè S., Porchel G., Lazartigues A., Evolution and description of a complete hospitalization unity
in child and teenager psychiatry, Archives de Pédiatrie: organe official de la Sociéte francaise de pédiatrie, 2010 apr;
17 (4): 446-51
4
Marshall M. e coll., Systematic reviews of the effectiveness of day care for people with severe mental disorders: (1)
acute day hospital versus admission; (2) vocational rehabilitation; (3) day hospital versus outpatient care, Health
Technology Assessment, 2001; 5 (21): 1-75
6
– acute day hospital: considerato come valida alternativa alla degenza ospedaliera
nelle situazioni in cui la richiesta di posti letto è superiore alla disponibilità degli
stessi. La revisione di nove studi randomizzati ha infatti dimostrato che l’Acute day
hospital è adeguato per il 30% dei pazienti (indipendentemente dalla diagnosi) che
necessiterebbero di un ricovero ospedaliero, offrendo vantaggi in termini di più
rapido miglioramento clinico e riduzione dei costi;
– transitional day hospital: inteso come un momento di passaggio tra la degenza
ospedaliera ed il rientro al domicilio, anche nell’intento di ridurre i tempi di
degenza ospedaliera;
– day care centre & day treatment programme: per la riabilitazione e il mantenimento
della relazione terapeutica con il paziente, soprattutto nel caso di pazienti in cui il
programma ambulatoriale risulti fallimentare (anche in virtù delle caratteristiche
psicopatologiche).
I risultati emersi dalla ricerca evidenziano come i programmi di trattamento diurno
sono superiori alle cure ambulatoriali in termini di miglioramento dei sintomi
psichiatrici. I primi servizi di day hospital psichiatrici sono sorti in Unione Sovietica
negli anni ’30 come conseguenza della scarsità di posti letto. In America il primo
day hospital aperto è avvenuto a Montreal nel 1946 nel tentativo di ridurre la
richiesta di posti letto. In quegli anni Cameron aveva scritto: “il paziente rimane
ogni giorno in relazione realistica con i problemi familiari e sociali. Questo nuovo
progetto permette di evitare la “fuga in ospedale”. I pazienti possono riferire
giornalmente i loro problemi”
5
. Negli anni ’60, negli USA, questa struttura
semiresidenziale si è ampiamente diffusa tra i sistemi di cura della gente a seguito
della legge del 1963 sulla costruzione di centri sul ritardo mentale e sui servizi
comunitari di salute mentale, in cui si stabiliva la necessità di un “programma di
ospedalizzazione parziale”. Quindi il day hospital originalmente è stato attivato
come una valida alternativa alla degenza ordinaria per pazienti acuti soprattutto in
quelle realtà dove la richiesta di ricoveri ospedalieri è alta. Questi sviluppi hanno
5
Cameron D., The day hospital: an experimental formo f hospitalisation for psychiatric patients. Modern hospital,
1947; 69: 60-3
7
incoraggiato la crescita dei day hospital in altri paesi occidentali includenti il Regno
Unito, i Paesi Bassi e successivamente la Germania negli anni ’70. Recentemente, il
day hospital psichiatrico è stato definito dall’American Psychiatric Association “un
programma di trattamento che include modalità diagnostiche, mediche,
psichiatriche, psicosociali e prelavorative destinato a pazienti con disturbi mentali
anche gravi che richiedono un trattamento coordinato, intensivo, integrato e
multidisciplinare non fornito in un contesto ambulatoriale”
6
. Negli anni ’80 una
ricerca incaricata dall’Associazione Psichiatrica Americana ha rilevato una diffusa
chiusura dei programmi di ospedalizzazione parziale e un ridotto numero di
pazienti che usufruivano di tali programmi. Una serie di fattori hanno contribuito
al loro declino: in primo luogo la crescente consapevolezza della limitata efficacia e
convenienza dei day hospital. Secondariamente, i day hospital hanno affrontato la
concorrenza di trattamento territoriali alternativi, non istituzionali, più radicali. In
terzo luogo, la confusione riguardo il ruolo dei day hospital. Malgrado questi
problemi, l’interesse verso i day hospital psichiatrici non è mai diminuito, piuttosto
ha ispirato lo sviluppo di nuovi tipi di day hospital basati su un aumento dei
servizi e di ore dedicate ai trattamenti
7
. Il day hospital dell’ospedale centrale di
Manchester
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, istituito nel 1985, è un esempio di servizio innovativo focalizzato sul
trattamento acuto come alternativa alle cure in ospedale. Il servizio è operativo 24
ore al giorno, 7 giorni alla settimana; dispone di 30 posti letto per pazienti di età 16-
65 anni che si presentano con un episodio acuto di malattia mentale. Il servizio
combina aspetti di day hospital e trattamento a casa: la maggior parte dei pazienti
vengono visitati da 1 a 3 volte al giorno a seconda della necessità di sorvegliare sul
farmaco. Il focus iniziale del trattamento si basa sul coinvolgimento, riduzione dei
sintomi e sicurezza del paziente. Da uno studio prospettico, comparativo della
durata di 5 anni condotto in Francia emerge che il day hospital rappresenta una
6
Shek E, Stein AT, Shansis FM, Marshall M, Crowther R, Tyrer P, Day hospital versus outpatient care for people with
schizophrenia (Review), published in The Cochrane Library 2010, Issue 5
7
Sibbritt DW., Readmissions of day-only patients in NSW acute hospitals, Department of Statistics, University of Newcastle,
Callaghan, Australia, Journal of quality in clinical practice, 1994 Mar;14(1):31-8
8
Harrison J., Poynton A., Morshall J., Gofer R., Creed F., Open all hours: extending the role of the psychiatric day
hospital, Psychiatric Bulletin (1999), 23, 400-404
8