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1) Introduzione
Questo elaborato tratta del progetto Erasmus+. Ho scelto come titolo “Erasmus: il
giusto progetto per l’Europa del futuro” pensando fermamente che questo progetto
sia il futuro dell’Europa, dando possibilità a coloro che partecipano di guardare da
un punto di vista europeo quello che prima vedevano solo dal punto di vista
nazionale, questo all’insegna dell’innovatività, internazionalismo, tolleranza,
interculturalità e dinamicità per un’Europa, ad ora, troppo statica. Io stesso mi sono
confrontato con questo programma per due volte, anche io ho provato l’ebbrezza di
sentirmi europeo, anche io ho avuto molti dubbi prima di intraprendere questa
strada; eppure oggi mi trovo a parlare proprio di quel programma che mi ha fatto
cambiare punto di vista, che mi ha fatto capire l’importanza di conoscere altre
lingue, che mi ha fatto conoscere persone provenienti da tutta Europa e da vari
luoghi del mondo condividendo parte della loro cultura semplicemente parlando di
usi e costumi davanti ad una birra. Famosa nella comunità Erasmus è la frase “once
Erasmus, forever Erasmus” che mi rispecchia, ad ora anche se “a casa” cerco di
confrontarmi/avvicinarmi alla comunità straniera presente in Italia tramite
un’associazione universitaria per studenti e stranieri, nella quale collaboro da
quando sono tornato dal mio ultimo Erasmus. Sono stato spinto a prendere questa
decisione sicuramente per mantenere le lingue che ho appreso all’estero ed avere più
possibilità di praticarle e, soprattutto, per rimanere in quel contesto internazionale
per continuare ad approfondire la conoscenza delle altre culture ed usanze; non solo,
ho capito l’importanza del volontariato e l’importanza di aiutare il prossimo. Quindi
posso affermare che il programma Erasmus è un processo d’integrazione e di
sensibilizzazione verso la comunità Europea e non. Fondamentale è stata la
partecipazione al programma per costruire quelle che sono le mie convinzioni
attuali. È proprio quel cambio di prospettiva che mi ha fatto realizzare la situazione
attuale che c’è in Italia, in Europa e nel mondo. Mettere a confronto modi di vivere,
esperienze, punti di vista, conoscenze condivise mi ha aiutato a focalizzare meglio i
miei obiettivi e mi ha fatto capire l’importanza che dà l’unione. È proprio vero:
“L’unione fa la forza”, e l’Unione Europea ne è l’esempio: insieme siamo più forti!
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Su questa base è stato di mio interesse cercare di capire meglio la struttura del
programma, partendo dalla storia della creazione di tale progetto e come si è evoluto
nel tempo; per poi passare ad un approfondimento più specifico del programma
stesso analizzandone gli obiettivi, gli scopi e le priorità politiche. Dopodiché mi
sono concentrato sull’analisi della gestione, controllo ed erogazione dei fondi ai
singoli beneficiari, analizzando le tre action key principali che compongono il
programma Erasmus+. In genere, quando si osserva il progetto Erasmus+, lo si fa
guardandolo dal punto di vista del beneficiario delle borse di studio che eroga
l’Unione Europea; invece, ho voluto studiare come un ente universitario possa
presentare un progetto Erasmus+ soffermandomi, nello specifico, in una proposta
per l’attuazione di un progetto EMJMD (Erasmus Mundus Joint Master Degree)
con i relativi passi che l’ente deve effettuare ed i metodi di sovvenzione. Tramite
dati raccolti con un sondaggio da me effettuato, ho voluto dare una rilevanza
scientifica, capendo quali sono i mezzi d’informazione più utilizzati con cui gli
studenti vengono a conoscenza del programma, la percentuale di persone che hanno
partecipato e le abilità maggiormente sviluppate durante lo svolgimento di tale
programma.
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2) 30° Anniversario del Progetto Erasmus+
Nel 2017, si svolge il 30° anniversario del Progetto Erasmus+; diventando una vera e
propria pietra miliare dell’Europa dei giorni nostri dando la possibilità a milioni di
studenti di svolgere un’esperienza di studio, lavoro e volontariato all’estero migliorando
quella che è la visione dell’Europa nel suo complesso e attivando un processo di
europeizzazione e di rafforzamento degli ideali europei, nonché inclusione sociale,
interculturalità e multilinguismo. Oggi con la globalizzazione che avanza in maniera
smodata, stare al passo con i tempi è molto difficile, questo programma mette a
disposizione esperienze, differenti approcci di studio, differenti modi di vivere, capacità
d’adattamento, differenti metodi lavorativi, i cambiamenti del mondo e del lavoro.
2.1) Evoluzione cronologica del progetto Erasmus
Il progetto Erasmus nacque ufficialmente dai Ministri della Pubblica Istruzione dei
Dodici Stati membri il giorno 14 maggio 1987 dando vita a quello che è oggi un
progetto che spazia in ogni ambito riguardante l’istruzione, la formazione e la gioventù.
L’acronimo della denominazione Erasmus proviene da una figura di spicco che è
vissuta a cavallo tra il XIV e il XV secolo, Desiderio Erasmo (1469-1536) un umanista
olandese del Rinascimento dalla straordinaria cultura, diventato particolarmente famoso
per i suoi viaggi verso i maggiori e famosi centri europei tra cui Parigi, Cambridge,
Venezia. Si tratta proprio di questo, la possibilità di studiare o fare esperienze lavorative
all’interno di quello che è il territorio dell’attuale Unione Europea (UE); Il nome
dell’umanista olandese fu suggerito proprio da un italiano, Domenico Lenarduzzi, al
tempo a capo della Divisione della Cooperazione europea, che a forza di giocare con le
parole arriva a ricavare l’acronimo, “Erasmus” che semplifica il nome del progetto:
European Region Action Scheme for the Mobility of University Students; diventato poi
EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students.
Il principio sul quale si basa il progetto Erasmus è quello di creare una fitta rete europea
universitaria (e non) di mobilità internazionale, supportata da borse di studio dirette ai
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singoli studenti direttamente erogate dal Fondo Sociale Europeo (FSE), riconoscimento
reciproco di qualifiche, corsi, esami tramite il sistema di ECTS
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.
Allora venne presentato il “Programma di speranze per la gioventù” e come un
investimento che la Comunità Europea fa per il futuro della stessa Comunità dando la
possibilità a tutti di fare quella che ora tutti chiamano una “Esperienza Erasmus”.
Ancor prima di arrivare al 1987 con la partenza del programma, un accenno a quella che
è stata la scintilla che ha fatto scattare il meccanismo che poi portò al programma
Erasmus; si tratta di “Mamma Erasmus”, così venne chiamata la docente universitaria
ormai in pensione, Sofia Corradi, un soprannome coniato da studenti e colleghi
dell’università Roma Tre, nella quale ha insegnato fino al 2004. Le venne riconosciuto,
non più di un anno fa in Spagna, un prestigioso premio internazionale assegnato in
passato a personalità di rilievo come Jacques Delors e Mikhail Gorbaciov proprio per il
contributo fornito alla causa. La scintilla scatta nel 1958, quando Sofia Corradi, ritorna
da un periodo di studi all’estero tramite il programma Fulbright
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. Dopo un anno di studi
in America, presso la Columbia University di New York, non le vennero riconosciuti gli
esami sostenuti all’estero. Spronata da questo rifiuto progettò uno schema di
riconoscimento di titoli sostenuti all’estero, che fu presentato all’allora Ministro
dell’istruzione italiano, Mario Ferrari Aggradi, che venne tramutato in un articolo di
riforma che agevola il riconoscimento dei titoli sostenuti all’estero anche se il
richiedente non è residente all’estero, permettendo così di svolgere parte del piano di
studi dello studente all’estero.
A seguito di questo, nel 1976 vennero riconosciuti a studenti italiani gli esami svolti in
Francia, con quello che al tempo era il programma pilota della Comunità sulla
Cooperazione interuniversitaria, precedente all’Erasmus il quale ha avuto una durata di
10 anni. Nel decennio 1976 – 1986 furono finanziate 586 azioni comuni di scambio e
dello sviluppo di curriculum comuni di studio; le richieste di partecipazione delle
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ECTS: European Community Course Credit Transfer System, Sistema per il riconoscimento dei crediti
accademici, titoli e moduli di studio.
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Fulbright: Programma di scambio internazionale ad altissima competizione negli Stati Uniti d’America,
nato nel 1946 dall’omonimo senatore statunitense J. William Fulbright.
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università a questo programma aumentavano di anno in anno. Fino ad arrivare all’avvio
del programma nel 1987 che ha dato la possibilità a 3.244 studenti di svolgere una parte
degli studi all’estero. Negli anni in numero degli studenti partecipanti al programma
cresce in maniera esponenziale tanto che nel 2010 si sono svolti i festeggiamenti per il
raggiungimento di due milioni di studenti che hanno preso parte al programma
Erasmus. Tale partecipazione ha portato a molte modifiche nel tempo di quella che è
l’organizzazione e la gestione del programma, delegando le singole università, data la
loro autorità nel rilasciare titoli universitari, dando la responsabilità delle decisioni degli
accordi di partenariato; ciò porta alla creazione di uffici Erasmus all’interno delle stesse
università per gestire ed istituzionalizzare gli accordi e flussi di studenti nonché di
garantire la continuità di tali accordi nel tempo. Al contempo nel 1987 venne lanciato
un programma parallelo all’Erasmus, il programma Comett volto a dare l’opportunità di
svolgere tirocini all’estero in aziende ed organizzazioni come parte integrante del
percorso di formazione ottenendo un riconoscimento ufficiale. Punto cruciale nella
storia del programma è l’amministrazione Jacques Delors del 1992, che mette al centro
il problema della mobilità, visto l’obbiettivo di creare un grande mercato interno
europeo; infatti tale programma era basato su quattro libertà (o pilastri): libertà di
circolazione dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone. In particolar modo il
problema sorge nella libera circolazione dei lavoratori, concetto già ipotizzato con il
Trattato di Roma del 1957, le persone che intendevano spostarsi dalla propria nazione
all’interno del territorio Europeo dovevano vedersi riconosciuti i propri titoli di studio.
Il programma Erasmus è stato promotore per il riconoscimento dei titoli all’estero e
cruciale per i lavoratori altamente specializzati le cui esigenze erano quelle di far valere
i propri titoli di studio all’estero; vennero infatti modificati nel tempo i curricula
universitari in risposta a tali esigenze di mobilità e di apertura.
Tramite i Fondi Strutturali Europei, destinati alle regioni più svantaggiati dell’Europa,
sono state create nuove iniziative che hanno come base quella dei programmi Erasmus e
Comett, come Youthstart, Equal e Adapt progetti che alla base hanno un approccio
risolutivo dei problemi economici, sociali e dell’istruzione tramite l’apprendimento
comune. Quindi abbiamo un’evoluzione sostanziale di quelle che sono le politiche
europee passando dalla semplice mobilità degli studenti tra uno stato membro e l’altro,
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alla risoluzione dei problemi di regioni d’Europa meno sviluppate. Questo discorso ci
porta ai progetti Tempus e Erasmus Mundus, il primo prende forma con i paesi
dell’Europa Centrale ed Orientale, concepito per facilitare la riforma universitaria di
questi paesi che desideravano entrare all’interno dell’Unione Europea.
Il secondo viene considerato come collegamento per stabilire partenariati con le altre
regioni del mondo, tramite quello che è un programma di laurea specialistica della
durata di due anni per il rilascio di titoli multipli o condivisi, dimostra l’amplia attrattiva
diplomatica, economica, sociale e culturale dell’Erasmus a livello internazionale dato
che moltissimi Paesi e regioni del mondo hanno aderito e deciso di contribuire, in parte,
al finanziamento di tale programma.