2
a) La stratigrafia di dettaglio e l’analisi di facies dei depositi di versante e
dei piccoli canali. In tal modo si presume di poter comprendere quali
siano stati i processi intervenuti nella loro genesi e quando questi si siano
verificati.
b) Analisi dei processi erosivi in atto e delle attuali dinamiche fluviali: la
loro correlazione con i dati climatici disponibili può fornire un adeguato
strumento per la previsione delle future condizioni ambientali.
c) Lo studio dei suoli sepolti nelle successioni sedimentarie e dei suoli relitti.
L’analisi dei dati ottenibili da tale indagine, integrati con quelli forniti dai
rilevamenti stratigrafici, può provvedere attendibili informazioni su quali
siano state le fasi di stabilità ed instabilità dei versanti e quali siano stati i
processi di modellamento e smantellamento intervenuti. L’analisi
pedologica, insieme all’ampio studio sulle condizioni sociali ed
economiche, della popolazione (condotte da studi precedenti sull’area
presa in esame) aiuta la comprensione dell’attuale fase di degradazione
ambientale e le fornisce i mezzi per prevedere quale sarà la tendenza
futura.
d) Analisi paletnologica e archeologica su i reperti ed artefatti preistorici,
utili nella ricostruzione del quadro cronologico dell’area e nella
ricostruzione dell’impatto antropico..
3
L’area presa in esame nel progetto si presenta particolarmente adatta
all’obbiettivo che si intende raggiungere. Essa è inserita all’interno di un bacino
endoreico particolarmente sensibile sia ai cambiamenti climatici che alle attuali e
pesanti influenze dell’attività umana: la pressione demografica ha subito in questa
regione un incremento esponenziale dagli anni quaranta ad oggi. Inoltre per questa
zona sono già disponibili diversi dati paleoclimatici, pedologici e datazioni
radiometriche effettuati da studi precedenti, parte dei quali recentemente condotti dai
partecipanti a questo programma di ricerca.
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Capitolo 1
1. Descrizione dell’area di studio
1.1-Posizione e geografia:
La ricerca si è svolta in Etiopia, nell’area conosciuta come Regione dei Laghi.
Questa si trova a circa 140 Km a Sud di Addis Abeba, approssimativamente tra 7°30’
e 8°30’ di latitudine Nord e 38°15’ e 38°45’ di longitudine Est, corrispondente alla
parte centrale e più depressa della Rift Valley etiopica (FIG 1).
L’estensione della superficie coinvolta nel progetto è di circa 12000 kmq e
comprende il bacino endoreico di diversi laghi. I più importanti per estensione sono:
Ziway, Abiyata, Langano e Shalla.
Convenzionalmente si è trovato utile distinguere l’area del progetto in 3 zone:
- La fascia centrale: comprende il bacino endoreico dei 4 grandi laghi. Ha una
quota media di circa 1600 m, è caratterizzata da una serie di terrazzi lacustri,
testimoni delle oscillazioni del livello dell’acqua raggiunto dai laghi in
passato. Sono presenti inoltre edifici vulcanici quali il monte Alutu (2335m),
e la grande caldera Gademotta Ridge rispettivamente a Sud e ad Ovest del
lago Ziway.
-
5
- Le zone di scarpata: situate tra la fascia centrale e i plateaux laterali, costituite
da gradoni ad andamento N/E-S/O. Le scarpate sono determinate da un
sistema di faglie longitudinali, l’aspetto morfologico complessivo è
paragonabile ai sistemi Horst-Graben specialmente nelle zone di Mito e Tora.
-
- I Plateaux: pianeggianti e situati lateralmente rispetto alla depressa area
centrale, hanno un’altezza media costante di 2500-3000 m. Queste strutture
derivano da effusioni basaltiche alternate a tufi e rioliti, conosciute come
Serie dei Trappi, Sono le rocce vulcaniche più antiche della zona, datate tra
l’Eocene superiore e l’Oligocene. Le maggiori altitudine si raggiungono a
Asta Dega (3609 m) nel plateau occidentale e sul monte Chilallo (4005 m)
sul plateau orientale.
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1.2-Clima:
La regione ha un clima tropicale asciutto con massimo estivo delle
precipitazioni, secondo la classificazione Koeppen rientra nella definizione Bw.
L’alternanza tra la stagione arida e la stagione piovosa è caratteristica in
Etiopia, ed è dovuta alle correnti atmosferiche: tra Novembre e Febbraio spirano
venti secchi, da N/E a S/O, determinando la stagione secca, mentre da Luglio ad
Ottobre il monsone atlantico spira lungo il territorio etiope dopo essersi caricato di
umidità attraversando la foresta equatoriale del Congo. Arriva sui rilievi occidentali
del paese e, per effetto orografico, dà luogo alla stagione delle grandi piogge o
kiremt.
È presente un breve periodo piovoso, tra Marzo e Maggio, conosciuto come
stagione delle piccole piogge o Belg, dovuto alle correnti convenzionali di aria calda
che attraversano la Rift Floor e causano, incontrando masse di aria più fredda, brevi
fenomeni temporaleschi.
Nell’area di studio la piovosità varia sensibilmente: risulta minima nella zona
centrale e depressa del Rift, con circa 600 mm/anno, massima sul plateau occidentale
raggiungendo valori di 1400mm/anno. La temperatura si mantiene mediamente tra i
18°C e i 22°C, ma nelle zone depresse, come Ziway, le massime giornaliere nel
periodo caldo toccano i 30-35°C, mentre nel periodo piovoso, sempre le giornaliere,
non superano i 15°C.
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Riferendoci alle classificazioni USDA per umidità e temperatura dei suoli,
individuiamo nell’area di studio due diversi regimi di umidità e due tipi di regimi
termici del suolo, per quanto riguarda i regimi di umidità abbiamo:
- 1) Aree a regime ustico
1
:
- • Gademotta ad ovest di Ziway, l’altitudine è compresa tra 1600 e 1870 m e
precipitazioni oscillanti tra i 600 e 1000 mm/anno.
- • Area di Mito, morfologia a Horst con altitudini comprese tra i 1600 e 1800
m, le precipitazioni variano tra 600 e 1000 mm/anno.
- • Area di Koshe, morfologia a Horst-Graben, le altitudini sono comprese tra
1700 e 2050 m, e le precipitazioni tra 800 e1100 mm/anno.
- • Area intorno a lago Abay, monte Lanfuro e monti Yalchi, le altitudini sono
tra i 1800 e2200 m, le precipitazioni variano tra 900 e 1100 mm/anno.
- 2) Aree a regime aquico
2
:
- • in generale i fondovalle, le depressioni e le aree palustri.
Per quanto riguarda la temperatura del suolo, possiamo individuare due regimi:
1
Il concetto indica scarsa acqua disponibile per le piante, tuttavia in qualche periodo dell’anno c’è
umidità sufficiente per la crescita della vegetazione. Nelle regioni tropicali, il regime ustico è
caratterizzato da un clima monsonico che ha almeno una stagione monsonica di tre mesi o più. (Soil
Taxonomy).
Esempio di bilancio idrologico di un suolo con regime di umidità ustico.
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Il regime di umidità aquico indica un regime riducente praticamente privo di ossigeno disciolto
poiché il suolo è saturato dalla falda freatica o dalla frangia capillare, per almeno alcuni giorni.
Comunemente il livello della falda freatica varia a seconda della stagione. (Soil Taxonomy).
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• regime isotermico
3
per i suoli compresi tra gli 800 e i 2200 m di altitudine.
• regime isomesico
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per i suoli ad altitudini superiori a 2200 m.
1.3-Vegetazione:
La vegetazione presente nell’area di studio è la Savana Alberata,
caratterizzata da alberi di piccole dimensioni ed arbusti e da una vegetazione erbacea
rigogliosa. La variabilità specifica è notevole, considerando che siamo in ambiente
di savana, sono state contate fino a 38 diverse specie arboree ed arbustive e 75 specie
di piante erbacee.
L’Acacia è il genere arboreo dominante, la specie più diffusa è l’Acacia
tortilis, caratterizzata da una chioma piatta, apparato radicale fittonante, radici
laterali superficiali sviluppate in estensione, in modo da poter sfruttare le riserve
idriche degli strati profondi e l’acqua superficiale durante le piogge.
In altitudine troviamo spesso altre specie arboree quali l’Acacia albida, la
Ficus vasta, la Cordia africana e il Croton macrosthachyus. Nelle zone impervie e
rocciose ed in quelle antropizzate (è comunemente usata nei cimiteri) si trova
l’Euphorbia candelabrum.
3
La definizione di regime isotermico è la seguente: temperatura media annua del suolo uguale o
superiore a 15°C ma inferiore a 22°C e la differenza tra la media della temperatura estiva ed invernale
è minore di 5°C. (Temperature misurate a 50cm di profondità).
4
La definizione di regime isomesico è: suolo in cui la temperatura media annua è di 8°C o più ma
inferiore a 15°C e la differenza tra la media della temperatura estiva ed invernale è minore di 5°C
(misurata a 50cm di profondità)
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Tra le specie erbacee comuni si incontrano frequentemente quelle che
appartengono al genere Hyparrheania, specialmente la specie H. anthistriodes.
I locali sfruttano la vegetazione arborea al fine di ricavarne legna da ardere.
Lo sfruttamento appare spesso eccessivo, anche al di fuori delle aree di villaggio e
dove l’antropizzazione è o è stata marcata.
10
1.4-L’evoluzione geologica della Regione dei Laghi:
L’area in esame, ed in senso più esteso la Regione dei Laghi, è inserita nel
sistema di fosse tettoniche conosciuto come Rift Valley.
La Rift Valley è una megastruttura tettonica, un sistema di bacini e faglie in
evoluzione che ha portato alla separazione dell’Arabia dal Corno d’Africa. La sua
estensione investe diversi stati, dal Mozambico procede a Nord verso il Mar Rosso, e
a livello della Depressione Dancala in direzione del Golfo di Aden, è presente una
biforcazione verso Est, individuabile per la presenza della “giunzione tripla”.
Dal punto di vista strutturale, il Rift è caratterizzato da una serie di bacini,
formatisi in conseguenza dell’assottigliamento della superficie terrestre. La
deformazione tettonica delle faglie è stata accompagnata da fenomeni quali sismi ed
eruzioni vulcaniche.
La storia geologica di gran parte del territorio etiope, e nello specifico della
Regione dei Laghi, è profondamente segnata dall’inizio delle attività tettoniche che
hanno luogo nel Cenozoico o Terziario (nella FIG 2 è schematizzata la scala dei
tempi geologici). Tra l’Eocene superiore e l’Oligocene inferiore ha avuto luogo una
serie di effusioni di lave fissurali basaltiche che ricoprono il basamento costituito da
sedimenti metamorfosati. L’evento ha proporzioni gigantesche, gli spessori dei
plateaux basaltici arrivano nel Nord dell’Etiopia a 3500 m. I suddetti materiali
effusivi sono noti come Serie dei Trappi (paragrafo 1.1).
11
I movimenti tettonici che hanno sviluppato la Rift Valley iniziano nel
Miocene e durano migliaia di anni, fino al Pliocene inferiore, interrotti da periodi
variabili di quiescenza. In questa fase ha luogo un intenso fagliamento della Rift e
dei suoi margini, gli episodi vulcanici sono frequenti, ma a differenza delle eruzioni
Oligoceniche-Eoceniche, la lava risulta avere un contenuto silicico più alto.
Gli edifici vulcanici che si formano sul plateau basaltico durante il Miocene
ed il Pliocene sono caratterizzati da due tipi di lave: una di natura trachitica (rocce
ignee alcalino-neutre), caratterizzante gli edifici che si trovano in posizione adiacente
alla scarpata del Rift, (ad esempio il monte Chillalo e il monte Kakka nell’area di
studio); l’altra, di natura lave pantelleritica (rioliti con un maggior contenuto di
feldspati di sodio e potassio) e associata a flussi di ceneri vulcaniche, e pomici, i coni
vulcanici di questo tipo sono localizzati a differenza di quelli trachitici, sul fondo del
Rift.
Nel pleistocene si generano le uniche formazioni sedimentarie dell’area
studiata. Si tratta di sedimenti fluvio-lacustri situati nei bacini dei laghi ed intercalati
a depositi ceneritici, pomici e diatomiti, testimonianza degli eventi vulcanici occorsi.
Ipotesi “megalake”: I sedimenti lacustri individuati nella Regione dei Laghi,
informano di come alla fine del Cenozoico, nel Pliocene superiore, l’area fosse
occupata da un unico grande lago, (Megalago o Megalake). La sua estensione
superava di gran lunga la somma delle superfici degli attuali quattro grandi laghi,
Ziway, Abiyata, Shalla e Langano. I sedimenti rinvenuti nella caldera della
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Gademotta testimoniano come, 100000 anni fa, il livello di costa del Megalago
arrivasse a 1800 m, superando di 150 m l’attuale livello del lago Ziway.
Nel Neozoico inizierà il ritiro del Megalago, nell’Olocene si parla ormai di
Macrolago, (formato dall’unione dei quattro grandi laghi Ziway-Abitata-Shalla-
Langano). La separazione definitiva ha avuto luogo 4900 anni fa, quando le
caratteristiche climatiche portarono a condizioni di marcata aridità.
Durante l’Olocene i laghi presentano continue oscillazioni delle loro linee di
costa, dovute alle fluttuazioni mesoclimatiche della Rift Valley.
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1.5-Morfologia dell’area di studio
I fenomeni tettonici e l’attività vulcanica sono, come visto, i principali agenti
responsabili del modellamento geomorfologico dell’area di studio.
Le forme individuabili sono molteplici, ai fini espositivi è opportuno
descriverne quattro categorie distinte in base alla loro genesi:
-1) Forme legate agli eventi vulcanici: Si distinguono due tipologie a seconda
del tipo di materiale di formazione:
a) Forme felsitiche: derivate dal processo di “devetrificazione” dei
materiali vulcanici eruttati nel Pliocene e nel Pleistocene. Nell’area
di studio le strutture più importanti di questo tipo sono il margine
semicircolare Ovest della Gademotta mentre il lato Est risulta
sprofondato e ricoperto di sedimenti lacustri. Sempre nell’area di
studio, forme vulcaniche felsitiche sono individuabili nel
pleistocenico monte Alutu, generato da eruzioni successive di ceneri
pomici e lave di natura riolitica.
b) Forme basaltiche: formate nel Neozoico attraverso flussi fissurali e
centrali di lave basaltiche. Nell’area di studio sono presenti a Sud
nei pressi del fiume Dijo e si estendono verso Nord fino a Butajira.
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-2) Forme legate agli eventi tettonici: L’apertura della Rift Valley ha prodotto
una serie di blocchi sollevati (Horst) o depressi (Graben), orientati in
direzione N/E-S/O. Nelle aree depresse si possono formare paludi, o piccoli
laghi, oppure, se di grandi dimensioni, come nel caso della Regione dei
Laghi, originare dei laghi.
Normalmente passando dai Plateaux laterali al fondo del Rift la frequenza
delle scarpate e la ripidità dei pendii decrescono.
-3) Forme derivate dalla dinamica lacustre: Sono tre i casi individuabili:
a) Terrazzi lacustri (individuabili solo nei pressi del lago Ziway).
b) Paleospiaggia: sono i cordoni di spiaggia abbandonati, indicano il livello
dei laghi raggiunto durante l’evoluzione passata dell’area. Sono ben
visibili nella zona del lago Abiyata.
c) Impaludamenti localizzati, si trovano preferenzialmente nei pressi dei
laghi, si formano per inondazione. Più che di palude, in diversi casi,
risulta congeniale parlare di piccoli laghi che nella stagione delle pioggie
assumono dimensioni importanti. Nell’area considerata è il caso dello
specchio lacustre Golel’sha.
-4) Forme derivate dalla dinamica fluviale: Fiumi e torrenti sono in qualsiasi
ambiente tra i maggiori responsabili del modellamento geomorfologico,
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nell’area di studio abbiamo individuato cinque tipologie di forme correlate
alla loro azione:
a) Conoidi alluvionali: nell’area di studio si formano nel momento in cui un
torrente incontra una “rottura” di pendio, la brusca variazione di pendenza
trasforma il regime erosivo del fiume in regime deposizionale. Si trovano
specialmente alla base dei rilievi, come nel caso della Gademotta e del
monte Balchi.
b) Fan-delta: si intende la conoide alluvionale che si forma all’entrata di un
fiume in un lago. Gli esempi nella zona sono correlati alla costa Est del
lago Abay.
c) Terrazzi incisi ad opera di corsi d’acqua. Nell’area di studio ne è un
esempio il torrente Bobodo tra il lago Abay ed i monti Balchi, che incide
materiali di natura vulcanica o sedimenti lacustri.