philosophique sur Catherine de Médicis, dipinge una Francia
energica, mossa dalla ferocia e dalla violenza di chi aspira al
potere. Descrive soprattutto medici e militari, accomunati da forza
e audacia e pronti a tutto pur di emergere.
4
Ritrae un regime
politico molto vicino a quello del Terrore, mette in scena la forza e
l’aggressività come mezzi di affermazione e di comando.
5
Questi
uomini sono i soggetti privilegiati dallo scrittore ai quali
attribuisce azioni crudeli e riconosce comportamenti atroci, simili
a quelli che scopriamo in Barbey.
D’altronde, come ha sottolineato J. Petit, in molte occasioni lo
scrittore normanno ha riconosciuto Balzac come suo maestro.
Connaissez-vous Le Réquisitionnaire de Balzac? Toute mon œuvre sort de
là.
6
Le Réquisitionnaire è un’opera importante per l’evoluzione di
Barbey, un testo dove angoscia, meraviglia e sospetto, stati
d’inquietudine e sorpresa agiscono rafforzando la somiglianza tra
i due scrittori.
L’iniziale scelta di Barbey del titolo Ricochets de conversation evoca
inoltre Une conversation entre onze heures et minuit inserito nella
raccolta Contes brunes di Balzac. In entrambe le opere, la scrittura
poetica è volta a far suscitare un senso di paura nel lettore,
attraverso scene di violenza capaci di sedurre e, allo stesso tempo,
di inquietare. Alla base della creazione vi è una poetica dell’attesa
e dello shock, dove temi e modi di rappresentazione oscillano tra
detto e non-detto, tra visto e non-visto. È creato un tipo di testo
che non solo racconta di un crimine, ma rappresenta per primo “le
5
4
J.A. Barbey D’Aurevilly, Œuvres romanesques complètes, cit., p. 155.
5
Ibid., p. 213.
6
Ibid., p. 34.
crime majeur”. Infatti l’immoralità non risiede tanto nei temi
esposti, quanto nella maniera in cui gli episodi sono narrati, nel
modo in cui è messa in scena la rivelazione della violenza. “Les
personnages, les histoires insérées et les cercles d’auditeurs
mettent en abyme la peur que le conte vise à susciter chez son
destinataire”.
7
Anche un senso di rivolta verso l’ambiente socio-politico in cui
vivono gli scrittori, accomuna Barbey e Balzac. Il genere noir di
quest’ultimo è una forma di denuncia dell’ordine sociale e morale,
un’accusa delle contraddizioni del mondo moderno. Balzac crea
uno “specchio” della realtà, registrando eccessi e peccati e
denunciando comportamenti e passioni guidati da interessi di
denaro e di potere. Analogamente Les Diaboliques sono il risultato
di un’opposizione al XIX secolo e soprattutto a un periodo cupo e
difficile per l’autore. Senza considerare la novella del 1849, Le
dessous de carte d’une partie de whist , le altre sono composte tra il
1863 e il 1873, anni di profonda crisi per lo scrittore, derivata dalla
rottura del rapporto intimo con l’amico Trébutien, dalla definitiva
fine del progetto matrimoniale con Mme de Bouglon e dal crollo
delle speranze riposte in precedenza nei confronti dell’Impero.
8
Nella denuncia della realtà, Barbey risente fortemente della
componente religiosa. P.J. Yarrow sostiene che il cattolicesimo era
sentito dallo scrittore come “un’autorité et vérité absolue”,
9
capace di rispondere ai bisogni del genere umano e alle necessità
sociali. Barbey, infatti, nonostante dichiari grande ammirazione
per la chiesa cattolica e un profondo rispetto per il papato
10
e
nonostante creda ai principi religiosi, non riesce mai a uniformare
6
7
C. Marcandier-Colard, Crimes de sang et scènes capitales, cit., pp. 170- 172.
8
J.A. Barbey D’Aurevilly, Œuvres romanesques complètes, cit., pp. 1274-79.
9
P.J. Yarrow, La Pensée politique et religieuse de Barbey d’ Aurevilly, Droz – Minard,
Geneve – Paris, 1961, p. 163.
10
J.A. Barbey D’Aurevilly, Œuvres romanesques complètes, cit., pp. 162-65.
a essi la propria vita: è stato più cattolico che praticante.
11
Il suo è
un cattolicesimo insolito, perché anche attraverso la sua penna,
Barbey manifesta un’attrazione per tutto quello che il
cattolicesimo rifiuta e combatte: scandali, crudeltà, peccati,
violenze, satanismo, i quali, per l’autore, devono far parte del
romanzo cattolico perché parte dell’umanità. Il romanzo, come
“specchio” della realtà contemporanea, di una società turbata e
stravolta dalla rivoluzione, deve rappresentare questi mutamenti.
Le continue lotte hanno reso l’uomo, e la religione, privi di vitalità
e valori, e compito del romanziere cattolico è mostrare questi
cambiamenti, queste passioni e questi vizi, frutto del satanico e
dell’angelico in continua lotta.
Barbey difende le sue “pécheresses” criticate per offesa al pudore
e alla morale pubblica
12
, sostenendo che, per alcune vicende o
personaggi, si è ispirato alla realtà. L’autore stesso è accusato di
immoralità.
13
Les Diaboliques suscitarono scalpore soprattutto
perché Barbey si dichiarava un moralista cristiano, difensore della
religione e dei suoi principi. Come cattolico, sente però di essere
l’unico capace di poter scrivere di tali argomenti, peccando di
osservazioni vere, ardite e tragiche. Legittima le sue scelte
dichiarandosi un vero moralista cristiano che non teme di
osservare i difetti della società, i quali possono risultare anche
tragici e suscitare orrore e vergogna, perché reali. Afferma che
descrivere queste immoralità, non significa farne un’apologia,
bensì il suo intento è far nascere aborrimento, ripugnanza.
14
Ces Histoires sont malheuresement vraies. Rien d’inventé. Tout vu. […]
Les Diaboliques ne sont pas des diableries; ce sont des Diaboliques, des histories
réelles de ce temps de progrès et d’une civilisation si délicieuse et si divine,
7
11
Ibid., p. 173.
12
J.A. Barbey D’Aurevilly, Œuvres romanesques complètes, cit., p. 1290.
13
P.J. Yarrow, La Pensée politique et religieuse de Barbey d’ Aurevilly, cit., pp. 163- 194.
14
J.A. Barbey D’Aurevilly, Œuvres romanesques complètes, cit., pp. 1290-1298.
que [..] il semble toujours que ce soit le Diable qui ait dicté!..Le Diable est
comme Dieu.
15
Nella società moderna, corrotta e viziata di Barbey, tutti cercano
di mascherare le proprie colpe e le proprie debolezze. L’intreccio
delle relazioni, come le azioni umane, sono cadute in uno stato di
volgarità e indecenza, difficile da immaginare e raccontare. La
realtà appare guidata da una mano diabolica che ha reso l’uomo
capace di ogni immoralità, di cui nessuno sembra rendersi conto.
L’autore infine non manca di motivare la scelta del titolo
Diaboliques riferito principalmente alle protagoniste dei suoi
racconti e rappresentanti di tutto il genere femminile. Nella sua
concezione, la donna è più debole e istintiva dell’uomo e più
esposta agli assalti di Satana. Nelle sue mani l’uomo, coinvolto
nelle sue trasgressioni, diventa uno strumento sottomesso. Il
dandy, figura maschile ricorrente nelle novelle, per lo più
descritto giovane, aristocratico o soldato, è il più delle vote
incapace di difendersi dagli attacchi di una passione fatale.
16
Tout époque se résume dans une femme qui en exprime les mœurs, qui
en est la substance, - la goutte d’élixir rectifié et concentré, - et qui, comme la
pierre d’agrafe, réfléchit cette époque, la ferme et la couronne.
17
La donna, più facilmente soggetta alla corruzione e al peccato, è la
massima raffigurazione del diabolico nella società moderna;
8
15
Ibid., p. 1291.
16
F. Graubi, Histoire, analyse et interprétation des mythes fondamentaux du Symbolisme,
Librairie Nizet, 1994, pp. 108-109.
17
H. Schwartz, Ideologie et art romanesque chez Jules Barbey d'Aurevilly, Munchen, W.
Fink, 1971, p. 191.
esprime al meglio lo spirito di tutta l’epoca storica post-
rivoluzionaria, la decadenza del XIX secolo.
La denuncia fatta da Barbey alla sua epoca, si articola quindi
attraverso un intreccio di cronaca e di forte critica, derivati
appunto da Stendhal e Balzac. Costruisce un tipo di racconto che
cattura tutto quello che del mondo è degrado, vizio, peccato. La
realtà che lo circonda, osservata e interpretata, è l’oggetto e il
bersaglio della sua penna. Le sue storie, create per mezzo di
vicende che prendono spunto dalla società della sua epoca,
suscitano terrore e riflessione. Ogni personaggio è enigmatico,
compreso il testimone-narratore della vicenda, ognuno nasconde
un mistero, è coinvolto in vicende ambigue, oscure o tragiche,
dove persino gli ambienti contribuiscono a mascherare l’enigma.
Anche la religione è parte di questo mistero, fa da sfondo alla
provocazione esposta dall’autore e accresce l’inquietudine e la
sorpresa del lettore, interrogato a riflettere sul vero significato
delle azioni umane. A lui l’autore svela lentamente quello che mai
poteva immaginare, fornisce dettagli che lo aiutano a ricostruire
l’evento oscuro e getta indizi per comprendere il significato dei
comportamenti dei personaggi. L’enigma che Barbey racconta è
però tanto quello della storia, quanto quello degli uomini, delle
loro identità o dei loro sentimenti. Non è possibile riconoscere o
definire con certezza chi ha ragione, chi ha sbagliato o chi
rappresenta il “cattivo”, il “buono” o l’onesto nella realtà. Les
Diaboliques raccoglie enigmi che noi lettori siamo indotti a
rivelare, ma l’autore lascerà nel mistero le sue storie, non darà
risposta ai nostri dubbi, che resteranno tali per ogni episodio.
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