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INTRODUZIONE
La fine del secondo conflitto mondiale ha segnato per il mondo l‟inizio
di una nuova fase della tutela dei diritti umani, una nuova fase che
avrebbe dovuto portare all‟ “internazionalizzazione” di tali diritti, cioè
alla loro tutela a livello mondiale, seguendo un unico codice riconosciuto
universalmente. I diritti dell‟uomo, però, sono una categoria
enormemente vasta e variegata, molti di questi diritti sono già
riconosciuti, garantiti e protetti da una serie di atti e trattati
internazionali, altri invece, sono soggetto di dibattiti alquanto accesi e
controversi nella comunità degli Stati. Lo sviluppo scientifico e
tecnologico, che proprio in questi ultimi decenni ha subito una forte
accelerazione, ha posto il mondo di fronte a nuovi problemi politici,
economici, ma soprattutto morali ed etici, nei quali si avverte la necessità
di trovare un accordo proprio sulla tutela dei nuovi diritti.
La nascita di queste nuove problematiche ha anche contribuito alla
creazione di nuove scienze, tra le quali la Bioetica.
Per quanto concerne l‟ambito trattato in questo lavoro, lo sviluppo
scientifico e tecnologico è interessante in quanto si è spinto ad un punto
tale da poter permettere la clonazione di un uomo, ma, com‟è noto, tale
possibilità non è scevra di effetti collaterali per l‟embrione che, in tale
ottica, rischia di diventare un mero oggetto, la cui creazione è finalizzata
esclusivamente alla tutela della vita di una “persona”(clonazione
terapeutica) o, in altri casi, alla realizzazione di alcuni desideri di
quest‟ultima (clonazione riproduttiva). Questa è una visione che
privilegia esclusivamente l‟essere umano nato, relegando l‟essere umano
nelle fasi precedenti alla nascita al grado di semplice “strumento” nelle
mani della scienza.
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Uno degli obiettivi della Bioetica è proprio quello di promuovere il
dibattito su questo argomento, cercando di capire quando si possa parlare
di persona umana e se sia giusto creare un essere umano fino ai primi
stadi di sviluppo, per poi usarlo come “pezzi di ricambio” o
semplicemente per esaudire i desideri di maternità-paternità di qualcuno.
Si tratta di un dibattito complesso e di difficile soluzione, in quanto
coinvolge componenti di natura politica, economica, giuridica e morale.
Ancora più difficile sarà trovare una soluzione a livello mondiale,
perché, alle problematiche già citate, si aggiunge quella della diversità
culturale e religiosa.
Nel seguente elaborato si cercherà di analizzare a tuttotondo il tema della
clonazione e della tutela dell‟embrione, inizialmente parlando
dell‟origine della Bioetica, dei diversi punti di vista in merito alla
clonazione e delle possibilità future che essa potrà creare.
Successivamente verrà chiarito come sia tecnicamente possibile
effettuare le diverse tipologie di clonazione (terapeutica e riproduttiva),
non tralasciando di parlare accuratamente delle cellule staminali (con le
quali è possibile riparare organi o tessuti), della differenza tra staminali
adulte ed embrionali, delle problematiche etiche ad esse correlate.
L‟ultimo capitolo tratterà la normativa italiana e mondiale in merito alla
clonazione e prenderà in considerazione alcune delle religioni più
praticate nel mondo, al fine di capire quanto sia influente l‟elemento
religioso e culturale nella stesura degli atti normativi dei diversi Stati.
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CAPITOLO 1
1.1: Origini della bioetica
Cos‟è la Bioetica? E‟ sicuramente un termine ormai noto a tutti, ma
quanti saprebbero rispondere con esattezza e precisione a questa
domanda?
Innanzitutto è una parola dal significato ambiguo: bio-etica, ovvero etica
della vita? Oppure la vita dell‟etica? O ancora vita ed etica insieme?
La cultura americana ed europea concentra sotto questo termine una
quantità di principi e valori che spesso hanno origine in altri settori e che
risultano spesso incompatibili e non omogenei.
Nella bioetica si fanno rientrare diverse tematiche come la responsabilità
etica riguardo agli ecosistemi, il rispetto degli animali nella
sperimentazione scientifica, etc.
Proprio a causa della vastità degli argomenti e, di conseguenza, delle
materie interessate (economia, politica, religione, ecologia, medicina),
sorgono spesso “conflitti di interesse” all‟interno della bioetica, sia tra i
soggetti che si pongono dai diversi punti di vista, sia per via del legame,
volta per volta, delle varie problematiche con i diversi aspetti della vita
sociale. Il dibattito riguardante questo campo è volto proprio a cercare di
dissolvere questi conflitti, cercando di capire se accanto ai problemi
particolari di bioetica (eutanasia, trapianti, ing. genetica e le altre
problematiche già menzionate) esista una bioetica generale con principi
di conduzione della ricerca che possano essere condivisi dai più (ma
anche rispettosi della dignità umana). Di tutti gli argomenti di cui la
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bioetica si occupa, in questo lavoro ne sono stati trattati due in maniera
specifica: clonazione e tutela dell‟embrione.
A questo riguardo si può dire che, sebbene tutti i politici, i religiosi, gli
scienziati, i filosofi, gli economisti e gli studiosi in generale affermino di
voler difendere l‟uomo e di volerne promuovere la dignità, in realtà,
mancando un consenso sul concetto di natura umana e un punto di vista
comune, a queste affermazioni non possono che legarsi “etiche” diverse
1
e quindi diverse visioni della bioetica, per cui si suole distinguere una
bioetica laica (caratterizzata da una visione aperta, basata sulla ragione)
da una bioetica cattolica
2
(caratterizzata da una visione più chiusa e
valida solo per i credenti). E‟ inevitabile che esistano, quindi, diverse
definizioni di bioetica, ma una abbastanza recepita è quella fornita da
Warren T. Reich nell‟ Encyclopedia of Bioethics: ‹‹ Lo studio
sistematico della condotta umana nell‟area delle scienze della vita e della
salute, esaminata alla luce dei valori e dei principi morali ››
3
.
La storia della bioetica raggiunge la sua unità e consistenza scientifica a
partire dal progetto di Potter di “contribuire al futuro della specie umana
con la promozione di una nuova disciplina, la “bioetica“
4
.
Prima di Potter, la bioetica non esisteva né come termine, né come
disciplina, tantomeno esistevano istituzioni che se ne occupavano. La
storia della biotica inizia con la proposta di Potter e con la coniazione del
termine, apparso per la prima volta in “Perspectives in Biology and
Medicine” nel 1970, anche se è appurato che questa disciplina ha avuto
come riferimento movimenti culturali precedenti, a partire dagli anni ‟50
(ma ciò riguarda la “preistoria”).
1
E. Agazzi, Quale etica per la bioetica? Franco Angeli, Milano 1990.
2
Bioetica laica e bioetica religiosa, in Bioetica, Rivista interdisciplinare, n.1, 1994, pp. 126- 150.
3
W. T. Reich, Introduction all’ Encyclopedia of Bioethics, 4 voll., Free Press, New York 1978.
4
V. R. Potter, Bioethics: Bridge to the future, 1971, Prentice – Hall.
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Stando alle parole di Potter, la bioetica è la “scienza della
sopravvivenza“
5
, ma noi oggi la associamo alla medicina… perché? La
risposta sta in un altro nome: Andre Hellegers.
E′ stato Hellegers ad introdurre il termine bioetica nel mondo
accademico, in quello delle scienze biomediche, nel governo e nei
media. E‟ stato lui a fondare e a dirigere il primo istituto al mondo
dedicato alla bioetica nel 1971: “The Joseph and Rose Kennedy Institute
for the Study of Human Reproduction and Bioethics”
6
. Mentre Potter ha
inteso la bioetica in senso più globale, come “ponte tra biologia ed
etica”, Hellegers ha promosso e diffuso, con i suoi mezzi, una bioetica
“ponte tra medicina, biologia ed etica”.
Con il tempo la bioetica ha trovato adesioni un po‟ ovunque, soprattutto
in Europa e in Canada. In Italia la prima apparizione del termine bioetica
risale al giugno del 1973, presso l‟Istituto di Ecologia Animale ed
Etologia dell‟Università di Pavia ad opera del Dr. Menico Torchio,
professore di Biologia marina. Il termine era compariva in un saggio che
trattava delle implicazioni bioetiche della etologia e dell‟ecologia. La
preoccupazione di Torchio era la stessa di Potter: le alterazioni degli
equilibri biologici e gli inquinamenti degli ecosistemi mettono un punto
interrogativo sul futuro stesso della specie umana. Urge una sapienza per
la sopravvivenza dell‟umanità, una sapienza che dia ragionevolezza alle
relazioni morali dell‟uomo con la terra e con gli animali e le piante.
5
V. R. Potter, Bioethics: Science of Survival e Bridge to the Future ( primo capitolo ) .
6
W. T. Reich, The word Bioethics, Knenedy Institute of Ethics Journal 1995, 5, pp 19-34”.
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1.2 Etica e ricerca scientifica
Il rapporto esistente tra etica e ricerca scientifica è divenuto motivo di
intenso dibattito da quando il galoppante sviluppo tecnologico e
scientifico ha posto alla nostra attenzione non soltanto i risultati benefici
da esso ottenuti, ma anche gli usi perversi che ne possono derivare.
Nell‟esame del rapporto tra etica e ricerca scientifica si pongono due
domande:
1) quale libertà nella ricerca scientifica?
2) quale responsabilità morale dello scienziato?
La clonazione, la genomica (studio della sequenza del DNA) e la
proteomica (studio delle proteine espresse da un genoma) potrebbero
consentire, in futuro, non solo di modificare il patrimonio genetico degli
organismi viventi (cosa già possibile), ma di programmare e creare
individui a proprio piacimento, compreso l‟uomo.
Programmare i geni di un individuo vuol dire determinargli la vita e
questo rende lo scienziato responsabile del destino di quell‟individuo
poiché, anche se la teoria del “determinismo genetico” non è sufficiente
a giustificare completamente la nostra identità, si deve riconoscere che
ciò che siamo è in buona parte dovuto ai nostri geni.
E‟ naturale, a questo punto, porsi la domanda: “chi ha il diritto di
intervenire in maniera così condizionante sulla vita altrui?
Tale quesito si è imposto con forza con l‟avvento delle nuove tecnologie,
proprio a causa del loro enorme potenziale applicativo, in grado di
modificare non solo il singolo individuo, ma intere generazioni future.
E‟ chiaro, a questo punto, che il progresso tecnologico e scientifico
debba certamente proseguire il proprio cammino, ma accompagnato
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costantemente da una profonda riflessione etica. Ora la domanda è:
“quando si impone la riflessione etica?”
Molti sostengono che l‟esigenza di un intervento etico nella ricerca
scientifica nasca solo nel momento applicativo. Indubbiamente ciò è
vero, ma non è sufficiente.
La riflessione etica è indispensabile nelle procedure di ricerca, in quanto
esse, pur perseguendo un fine lecito, possono ledere la dignità umana e il
principio della sacralità della vita. La riflessione interviene anche
nell‟esame delle finalità della ricerca, le quali possono essere rivolte al
bene comune o alla causa utilitaristica dei singoli.
1.3 L’Eugenetica
Come è già stato accennato, in questo lavoro la ricerca è stata incentrata
sulla clonazione e sulla tutela dell‟embrione, motivo per cui, dopo aver
accennato brevemente alle origini della bioetica, alla sua iniziale
diffusione e ai generali problemi etici legati allo sviluppo tecnologico e
scientifico, ci si è indirizzati verso un‟ area ben precisa che ci porta a
parlare di una branca specifica della bioetica: l‟eugenetica.
L‟eugenetica è una disciplina che ha suscitato notevole interesse nel
corso del XIX secolo e ha condotto, al culmine della sua espressione, ad
ispirare le politiche razziste del XX secolo.
La formulazione di tale teoria si deve a Galton il quale, sulle basi delle
prime conoscenze genetiche, ha prospettato la possibilità di realizzare un
miglioramento della specie umana attraverso le generazioni. Nel
dettaglio, tale miglioramento si sarebbe potuto realizzare in due modi
diversi: limitando la trasmissione di caratteri genetici sfavorevoli