Il fine è stato quello di comprendere i meccanismi della comunicazione
politica nella realtà sarda e le strategie di comunicazione utilizzate dai
politici locali. Si è dato particolare rilievo al profilo personale di ogni
candidato, all’uso dei media in campagna elettorale, al ruolo dei contatti
interpersonali e alle opinioni dei politici sulla campagna appena
conclusa.
Da questo studio è nato il mio lavoro di ricerca che indaga sui mezzi di
comunicazione politica più utilizzati nel contesto locale e, nello
specifico, cerca di comprendere se i mezzi tradizionali di promozione
politica quali: comizi, dibattiti in piazza e comunicazione “faccia a
faccia” sono stati sostituiti o no dai net-media.
In particolare la domanda di ricerca a cui cerco di rispondere con
quest’elaborato è: perché, nel locale, nonostante si evidenzi
l’importanza di mezzi quali blog e social network sites quali strumenti di
promozione e comunicazione elettorale, pochi li usino efficacemente e li
gestiscano personalmente? Inoltre, ho dato particolare rilievo all’analisi
dello strumento del “faccia a faccia” che, per la maggior parte dei
candidati intervistati, risulta essere ancora oggi il mezzo più efficace di
propaganda politica, specie nel contesto isolano in cui comizi, incontri,
cene, la storia personale del candidato, la sua professione e il suo
trascorso politico sono elementi indispensabili per influenzare il voto
dell’elettorato.
Il percorso seguito può essere concretamente diviso in tre parti.
Nella prima, il capitolo 1, si approfondisce la situazione vissuta dalla
Sardegna nelle ultime elezioni regionali 2009 facendone una fotografia
generale. Si analizzano le specificità di questa campagna rispetto alle
precedenti: panorama politico nazionale focalizzato sull’unicità della
competizione elettorale in Sardegna. In quel periodo, infatti,
nessun’altra regione è stata impegnata in consultazioni elettorali e di
conseguenza si è evidenziata la particolare attenzione data all’evento
da parte di media nazionali, locali e dai leader politici. In conclusione di
capitolo si descrive, infine, lo scenario politico dell’isola: i due
2
schieramenti, le difficoltà nel trovare il candidato presidente per il
centro-destra, la conferma per il candidato dello schieramento di centro
sinistra, e si fa una comparazione con le precedenti consultazioni
elettorali evidenziandone i cambiamenti avvenuti.
Nella seconda parte, il capitolo 2, si analizzano gli strumenti di
comunicazione politica utilizzati nella campagna elettorale dell’isola,
concentrando lo studio su quelli maggiormente utilizzati dai candidati e
ritenuti, dunque, più efficaci ai fini del risultato elettorale. Si è studiata la
legge elettorale regionale ordinaria e le particolarità elettorali concesse
dallo statuto speciale di cui gode la Sardegna rispetto alle altre regioni
italiane; la modifica alla legge elettorale introdotta nel 2004 che prevede
l’elezione diretta del Presidente della Regione con un sistema a turno
unico, che gli garantisca maggiori poteri decisionali, unitamente ad una
maggioranza stabile in Consiglio.
Nell’ultima parte del lavoro, il capitolo 3, si parte con un’analisi dei nuovi
modi di fare politica introdotti dai social network sites per arrivare a un
resoconto sulla digitalizzazione in Italia e in particolar modo in
Sardegna. Si osserva la situazione dell’isola per quanto concerne l’uso
e la diffusione dei mezzi digitali (cittadini connessi, caratteristiche, età,
istruzione e fenomeno del digital divide) per poi giungere al cuore del
capitolo: la ricerca. Vengono descritti nel particolare: il campione, le
tecniche d’indagine utilizzate, e infine, si analizzano le interviste dei
candidati grazie alle quali si è potuto rispondere alla domanda di ricerca
posta.
In considerazione del fatto che quello presentato in questa tesi è un
lavoro di ricerca, nell’elaborato, la descrizione degli accadimenti può
apparire, spesso, giornalistica. Questo perché, a oggi, molto poche
sono le fonti bibliografiche che hanno documentato le elezioni regionali
sarde del 2009 e, conseguentemente, ci si è affidati a una ricostruzione
degli avvenimenti basata su articoli di giornali locali e nazionali.
3
CAPITOLO 1
“Sardegna al voto”
Il 25 novembre scorso, dopo la bocciatura della giunta in materia di
urbanistica e di governo del territorio, e alla vigilia dell’esame di
approvazione della finanziaria, la notizia di uno spaccamento all’interno
del Governo Regionale porterà inevitabilmente le dimissioni del
governatore dell’isola. Renato Soru, senza indugi ed esitazioni, il 23
dicembre lascia il suo incarico anticipatamente. Come si sente dalle sue
parole però: “non c’è resa né rinuncia, semmai, determinazione a
combattere, ma senza compromessi, senza farsi piegare né
ammorbidire dalle avversità e dai contrasti interni alla maggioranza”.
Soru è ancora in campo, le dimissioni sono solo “l’ultimo atto della mia
esperienza politica dice
1
".
La Sardegna è pronta per un’altra battaglia, ma questa volta la
conquista sarà molto più dura perché lo scontro annunciato è tra Soru e
Cappellacci-Berlusconi.
Dopo un’iniziale incertezza sulla data del suffragio si apprende, dal
vicepresidente del Consiglio Carlo Mannoni, che le consultazioni
elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale e l'elezione diretta del
governatore della Sardegna si terranno domenica 15 e lunedì 16
febbraio 2009. È stata scartata l’ipotesi del 22-23 febbraio, come
anticipato, per evitare la coincidenza con la Sartiglia di Oristano e gli
eventi del carnevale, avvenimenti di grande rilievo per l’isola.
Alle urne saranno chiamati all'incirca 1.473.054 sardi, di cui 721.432
uomini e 751.622 donne, distribuiti in 1.796 sezioni. Il nuovo Consiglio
sarà composto di almeno ottanta membri: sedici eletti su base
4
1
Da www.sardegnademocra?ca.it, web tv, edizione del 23 dicembre 2008: “Il discorso conclusivo del
presidente Soru in Consiglio regionale a conferma delle dimissioni rese il 25 novembre scorso”.
regionale, i restanti sessantaquattro su base circoscrizionale. Le
circoscrizioni elettorali sono su base provinciale e ciascuna provincia
elegge un numero di consiglieri proporzionale al numero di abitanti così
come quantificati sulla base dei risultati ufficiali dell’ultimo censimento
della popolazione. In particolare, la provincia di Cagliari eleggerà
ventuno consiglieri, quella di Sassari tredici, quelle di Oristano e Nuoro
sette, quelle di Carbonia-Iglesias e Olbia-Tempio cinque, quella del
Medio Campidano quattro, e infine quella dell’Ogliastra due.
I candidati alla presidenza della regione sono cinque, ma il vero match
non può che essere tra il candidato del centro-sinistra: il governatore
uscente Renato Soru; e per il centro-destra: Ugo Cappellacci.
Rispetto alle elezioni regionali di cinque anni fa il quadro delle coalizioni
in campo presenta novità non secondarie.
Renato Soru, leader de “La Sardegna che cambia” è sostenuto dalle
liste del Pd, del Pdci, di Rifondazione, dell’Italia dei valori e per la prima
volta da Sinistra Autonomista e da una nuova formazione, quella dei
Rossomori, transfughi del Partito Sardo D’Azione.
Lo sfidante, Ugo Cappellacci, ex coordinatore regionale di Forza Italia e
candidato per il Pdl, è sostenuto dalle liste Pdl, Riformatori Sardi, Udc,
Movimento per le autonomie, e infine, dal Partito Sardo d’Azione e da
Sardegna insieme-Uds-Nuovo Ps, per la prima volta insieme al centro-
destra. Nel 2004 proprio il Psd’Az e Uds avevano rispettivamente
ottenuto il 3,8 % e il 3,7 % dei consensi, un bacino di voti che a livello di
alleanze potrebbe fare la differenza
2
.
Sulla scena, ma con ruolo secondario, ci sono anche il Partito
socialista, che candida Peppino Balia; la lista Indipendentzia Repùbrica
de Sardigna, che ha come leader e candidato Governatore Gavino
Sale; la lista Unidade Indipendentista che candida alla presidenza
Gianfranco Sollai che, può contare anche sull’appoggio di altre liste
minori tra le quali Sardigna Natzione.
5
2
Da www.regione.sardegna.it, da? sulle elezioni regionali del 2004.
Inizialmente, però, le liste non erano cinque bensì sei, ma “Doddore
Malu entu”, che candidava Alessandra Meli, si è presentata,
volutamente, senza le necessarie firme per essere accettata, con
l’obiettivo di andare avanti a colpi di ricorsi e fare ripetere la
consultazione. Sotto accusa, per il movimento guidato da Salvatore
Meloni, le leggi che regolano la competizione elettorale ritenute inique:
“un sistema, ha detto Meloni, che tende a escludere e che impedisce la
partecipazione democratica dei cittadini”.
3
Gli elettori sardi andranno alle urne potendo contare sul meccanismo
del voto disgiunto: si potranno esprimere due voti, uno per un candidato
presidente, e uno per una lista provinciale (anche non collegati), oppure
solo un voto per un candidato presidente.
Se il centro-destra mostra soddisfazione per i sondaggi sul voto alle
coalizioni che, indicano il Pdl in buon vantaggio sul centro-sinistra, il
vero confronto, quello maggiormente sentito, sarà tra i due candidati più
forti nella corsa alla guida della regione.
Quella che si preannuncia è, dunque, una sfida all’ultimo voto.
6
3
P. Sole, “Meloni: faremo annullare le elezioni”, 16 gennaio 2009, Sassari, La Nuova Sardegna, sezione
Fa?o del giorno, p 6.
1.1 Consultazioni sarde 2009: una descrizione
Soru l’aveva annunciato e infine l’ha confermato: non essendo
cambiate le condizioni politiche, lascia la guida della regione e, per la
prima volta nella storia, si andrà a elezioni anticipate. Soru, infatti, è il
primo presidente in sessant’anni di Autonomia della Sardegna a
chiudere la legislatura anticipatamente.
A evitare le urne non è servito il periodo di “raffreddamento” previsto
dalla legge statutaria per ricomporre le divisioni interne al Partito
Democratico nell’isola e a rinsaldare una maggioranza nata nel 2004
con la coalizione “Sardegna Insieme”; né sono servite le ultime verifiche
cercate prima dell’inizio del dibattito in aula con il tentativo di
ricompattare il centro-sinistra attraverso la completa adesione alle
richieste del presidente dimissionario: adozione dei vincoli paesaggistici
nelle zone interne; approvazione delle linee per la manovra finanziaria
2009; completamento della riforma su istruzione e formazione
professionale; riduzione a ottanta del numero dei consiglieri;
moralizzazione della politica con riduzione di sprechi e indennità
aggiuntive dei consiglieri regionali.
All’intesa sul piano di rilancio, Soru aveva lavorato fino all’ultimo
momento, ma la presa d’atto della sconfitta, ha trovato conferma nel
corso degli interventi in aula dei consiglieri. È dalla stessa maggioranza,
infatti, che arrivano i distinguo e le prese di distanza.
L’epilogo a questo punto non può essere che uno: tirate le somme, a
fine serata, Renato Soru scrive la parola fine.
L’ex governatore commenta così: “Si poteva concludere un passo
importantissimo nell’azione di tutela del territorio che abbiamo portato
avanti in questi anni. Così non è stato, ma questa notte dormirò sereno
e domani consegnerò le chiavi della Regione. Una Regione senza
scheletri nell’armadio, senza una tv in ogni stanza, ma con più
7
computer. Insomma una Regione più moderna, con regole certe e un
bilancio risanato”
4
.
L’ultimo appello di Soru in aula è stato all’insegna della responsabilità e
rivolto non solo al centro-sinistra, ma anche all’opposizione. La risposta
dai banchi della minoranza, però, è stata netta: “Non c’è nulla
d’interessante che può dirci. Questo è il momento della chiarezza, non
delle trattative o delle camarille” ha spiegato il capogruppo di Forza
Italia, Giorgio La Spisa, annunciando che il centrodestra non avrebbe
nemmeno partecipato alla conferenza dei capigruppo per l’esame della
proposta di Soru
5
.
A questo punto è chiaro: poco prima delle 22:30 del 23 dicembre Soru
ha rotto gli indugi e ha chiesto al presidente del Consiglio Regionale
Giacomo Spissu d’intervenire, annunciando il sostanziale “tutti a casa”.
La Sardegna, dunque, ritorna al voto.
La campagna elettorale per le regionali 2009 è iniziata nel pomeriggio
di martedì 6 gennaio con l’assemblea organizzata a Cagliari, alla Fiera,
dal candidato del centro-sinistra. Renato Soru è il primo a innalzare lo
stendardo di guerra, mentre già da qualche ora dal suo quartier
generale, in piazza del Carmine a Cagliari, l’home page del suo sito
internet metteva in bella mostra lo slogan della sua campagna: “Meglio
Soru, Meglio la Sardegna: la Sardegna è meglio, perché chiamate lo
straniero?”. Uno slogan già utilizzato durante le elezioni del 2004, ma
rispolverato e rinnovato a dovere per quest’altra competizione.
Il suo avversario è stato appena scelto tra le file del partito e presentato
al grande pubblico. Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza
Italia è il candidato del centro-destra alla presidenza della Regione che,
con le stesse parole del Premier, è descritto come: “Un uomo giovane,
8
4
F. Pere䨳 “ Soru apre subito la campagna ele?orale”, 24 dicembre 2008, Sassari, La Nuova Sardegna,
sezione Fa?o del giorno, p 3.
5
F. Pere䨳 “ L’opposizione: ha fallito e scappa”, 24 dicembre 2008, Sassari, La Nuova Sardegna, sezione
Fa?o del giorno, p 3.
elegante, con la faccia simpatica, che ha accumulato esperienza
politica stando tranquillo al calduccio del suo partito”.
Berlusconi tende subito a precisare che, nel caso fosse proprio il Pdl a
vincere le regionali, la nuova giunta avrebbe eliminato tutte le leggi fatte
dalla precedente, riportando così allo splendore un’isola soffocata da
troppe restrizioni.
Il Premier si rivolge alla folla in modo semplice, diretto e rassicurante:
“Sardegna, basta crisi, Berlusconi: l’isola risorgerà” titola L’Unione
Sarda, introducendo le parole e il senso della sua prima presenza
nell’isola. “In questi anni la Sardegna è diventata più povera, ci sono
quasi duecento mila disoccupati, l’economia si è fermata e le
infrastrutture sono rimaste al palo. Il plateale fallimento della gestione di
Soru. C’è un paradiso perduto che verrà restaurato, restituirò ai sardi la
loro bella terra e il loro destino”
6
.
Vedendo Cappellacci sul palco, affianco a Berlusconi, molti giornalisti
commentano che sembra quasi di ritornare indietro nel tempo quando
lì, affianco al Premier, in una situazione del tutto analoga c’era Mauro
Pili, anch’esso giovane alla sua prima candidatura alla presidenza della
Regione, che poi conquistò.
Curiosamente le prime interviste di campagna elettorale sono tutte per
la grande stampa italiana: L’espresso, La Repubblica, L’Unità, Il Sole 24
ore, Il Corriere della Sera e La Stampa sono quasi più attivi e interessati
della stampa regionale. Questo perché la scena di queste elezioni
piace, lo spettacolo è vero. “È guerra. Una concreta posta in palio. Ci
saranno vincitori e vinti. Un piccolo contro il grande. Ma di più. Il riscatto
di una parte d’Italia contro l’altra. Il difficile destino del centro-sinistra.
Una possibile vincita di questo. L’anticipo di altri recuperi”.
7
Il contro attacco del centro-destra sembra inizialmente partire in ritardo,
ci sono questioni molto onerose in gioco che, per il momento, la fanno
9
6
“Sardegna, basta crisi. Berlusconi: l’isola risorgerà”, 4 gennaio 2009, Cagliari, L’Unione Sarda.
7
S. Cubeddu, “L’ul?ma ba?aglia. La grande sfida per la conquista della Sardegna. Il racconto delle
elezioni regionali del 2009”, 2009 , CUEC , p 16 .
da padrona: Bossi mette in crisi gli accordi di Alitalia per salvare
Malpensa; si devono definire gli accordi con i giudici e la magistratura, e
infine, si deve “tamponare” il problema dei continui sbarchi di
clandestini sulle coste.
Quindi, mentre Soru annuncia l’apertura della sua campagna elettorale
e inizia a “combattere” per la sua terra, Cappellacci è ancora
nell’ombra, circondato e sostenuto da parenti e amici.
Novità sostanziale di questa campagna è che tra le fila del centro-
destra ora milita anche un partito che, nelle passate elezioni, militava
nel centro-sinistra. Il Partito Sardo D’azione, infatti, fa sapere per bocca
dei suoi dirigenti che, in queste elezioni, si schiererà con Cappellacci.
Paolo Maninchedda, consigliere uscente, dice che sono stati accettati,
da attuare in tempi brevi, nove punti su dodici dell’originale piattaforma
del partito sardo
8
.
Il 18 gennaio il Premier arriva a Nuoro per la presentazione delle liste
amiche e in quell’occasione viene formalizzato definitivamente
l’accordo. “Marchio e bandiera” del Psd’Az gli verranno pubblicamene
confermate dal segretario sardista Efisio Trincas che, in
quell’occasione, sullo sfondo del Nuraghe Losa, nel cuore della
Sardegna, porge nelle mani di Berlusconi la bandiera dei quattro mori.
Non tutti i membri del Psd’Az, però, sono in accordo con la fusione nel
centro-destra ed ecco, quindi, che i “transfughi” trovano spazio in un
nuovo partito a sostegno di Soru: i Rossomori, presentati dall’ex
governatore durante la convention di Cagliari come un nuovo
schieramento politico in campo.
I Rossomori funzionano da portabandiera di Renato Soru, agitatori di
quei colori e di quelle effigi che tanto donano quando emergono dal
rosso degli ultimi comunisti. Sono la vera bandiera di ciò che l’ex
presidente dice e fa girando per città e paesi, dentro fabbriche e teatri.
10
8
G. Bua, “Il Psd’Az dice si a Ugo Cappellacci”, 29 dicembre 2008, Sassari, La Nuova Sardegna, sezione
Sardegna, p 8.
La guerra tra Berlusconi e Soru viene combattuta per terra, per cielo e
per mare, nessuna arma è preclusa, ogni milizia è utile, tutte le forze
vanno messe in campo.
La presentazione delle liste elettorali descrive come si compongono gli
eserciti e il loro sfilare sul campo di battaglia.
9
La strategia di Soru è molto rigida è precisa, non si accettano
sostenitori dubbiosi e, dunque, non affidabili. Fuori dalle sue liste,
anche, coloro irriconoscenti. Fuori anche Balia, che nella scarsa
elezione gli era fedele, perché ritenuto infido. L’ex governatore pretende
un esercito di milizie scelte, di soldati di prim’ordine. “Chi ha tradito resti
solo, passi pure dall’avversario, decida per la vergogna di passare
all’altro fronte”
10
.
Cappellacci, invece, è di tutt’altro avviso, la sua strategia è opposta: si
accorda con coloro che in questi cinque anni hanno combattuto contro
l’ex governatore e la sua coalizione; premia coloro che sono stati “feriti”
dalla prepotenza di Soru. La sua tattica è senza dubbio più rassicurante
rispetto a quella dell’avversario, evidente è la sua flessibilità, contraria
all’intransigenza dell’avversario. Costante, inoltre, permane l’impegno a
rimediare e capovolgere, a vittoria raggiunta, tutte le scelte del
precedente Governo.
Cappellacci, seguendo alla lettera i consigli del Premier che, durante
l’apertura di campagna elettorale alla Fiera, aveva detto: “Sarò un
presidente che ascolta tutti”, inizia immediatamente gli incontri con i
rappresentanti di categoria. Il primo incontro è con il vertice della
Coldiretti, seguono immediatamente quelli con il comparto agricolo,
rispettivamente con Giorgio Piras presidente Cia e Gigi Picciau
presidente Confagricoltura. Il giorno dopo è la volta dell’incontro con la
segretaria della Uil Francesca Ticca, l’autorità portuale di Cagliari,
11
9
S. Cubeddu, “L’ul?ma ba?aglia. La grande sfida per la conquista della Sardegna. Il racconto delle
elezioni regionali del 2009”, 2009 , CUEC .
10
F. Pere䨳 “ Soru coglie di sorpresa gli allea?: mi ricandido per le regionali del 2009”, Sassari, La Nuova
Sardegna, 25 dicembre 2008, sezione Prima, p 4.
Paolo Fadda, e dei rappresentanti della Camera di commercio e della
società di gestione dell’aeroporto di Elmas.
L’intento è quello di passare prima per i rappresentanti e poi agli
associati, ma soprattutto, con le sue parole: “Voglio ascoltare la gente, i
sardi che lavorano e quelli che il lavoro l’hanno perso, o non l’hanno
mai visto”
11
.
Non ragiona allo stesso modo Renato Soru, a lui non interessano i
rappresentanti né le associazioni, lui cerca il contatto fisico con la
gente. L’ex governatore è partito dalla Fiera a Cagliari e poi si è diretto
a La Maddalena, poi a Sassari presso un teatro a parlare con gli
studenti del capoluogo, e poi, ancora, Porto Torres e Alghero.
Nello stesso giorno l’ex Presidente è intervenuto a tre manifestazioni: a
Perfugas, ha incontrato i rappresentanti dell’Unione dei comunisti
dell’Anglona; a Viddalba e a Sorso, invece, ha tenuto una conferenza
sul tema della “Sardegna che cambia”, logo della sua azione.
Soru spesso e volentieri nei suoi interventi ironizza sulla pressione
esercitata da Berlusconi verso questa campagna elettorale: “Mentre in
Italia e nel mondo siamo alla rovina il Premier pensa a vincere in
Sardegna”. Beffa, poi, Cappellacci che accetta la folla solo in
compagnia del suo mentore
12
.
Il listino dei sostenitori di Soru rimane segreto fino all’ultimo e contiene
otto persone più lui. Sono state inserite per premio, per rappresentanza
e per utilità e sono: il paziente braccio destro e il costituzionalista di
fiducia, le donne che lo rappresentano, Gian Valerio Sanna che ha
tanto meritato nella battaglia urbanistica, e infine, gli artisti Piero Marras
ed Elena Ledda. Per Soru i due artisti rappresentano sardità,
12
11
P. G. Pinna “Cappellacci riparte dalla sardità", inviato sul posto de La Nuova Sardegna, 5 febbraio 2009,
Sassari, sezione Fa?o del giorno, p 3.
12
P. Mannironi, Murgia, P. G. Pinna, “Soru e Berlusconi muro contro muro”, 14 febbraio 2009, Olbia-‐
Nuoro, La Nuova Sardegna, sezione Olbia-‐Nuoro, pp 2-‐4.