4
INTRODUZIONE
“Un ragazzo sale su un’ albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all’altra, decide
che non scenderà più.”
1
Questa frase non è l’incipit del Barone rampante di Italo Calvino,
ma è l’inizio della prefazione scritta dallo stesso autore nel 1957, celatosi dietro il nome
anagrammato di Tonio Cavilla. La prima frase del romanzo invece, che come vedremo alla
fine della mia tesi avrà un significato determinante, recita: “Fu il 15 di giugno del 1767 che
Cosimo piovasco di Rondò, mio fratello sedette per l’ultima volta in mezzo a noi.”
2
In queste
due citazioni è racchiusa tutta l’idea del Barone rampante.
Questa semplice sintesi dell’opera, ho l’ardire di credere, sarebbe piaciuta a Calvino, che
ammetteva sotto le spoglie di Tonio Cavilla : “l’autore ci dice molte cose come fossero tutte
essenziali, ma alla fine di essenziale resta solo l’immagine che egli ci ha proposto : l’uomo
che vive sugli alberi”
3
. Considerava il suo romanzo come uno di “quei libri scritti per gioco,
che sono tradizionalmente destinati allo scaffale dei ragazzi”
4
, da mettere accanto alle altre
novelle di Calvino pubblicate in questo periodo. Una favola.
Egli era in quel tempo stanco dei tentativi di scrivere romanzi sulla linea “realistico-social-
picaresca”
5
, o come è stata anche definita, della sua fase neorealista, caratterizzata dal
romanzo d’esordio Lungo i sentieri di nidi di ragno. Calvino si abbandona “ alla sua vena più
spontanea d’affabulatore”
6
: ne esce nel 1960 la trilogia degli antenati in un volume unico
dove il Cavaliere inesistente, uscito nel 59, è presentato come il primo della serie e il Barone
rampante del 57, è diventato l’ultimo. Inoltre, insieme ai romanzi e alle favole, Calvino fu
1
In: Barone rampante,Calvino,Verona, Oscar Mondadri,1993
2
Ibidem
3
Ibidem
4
Ibidem
5
In: Italo Calvino, Elisabetta Mondello, Pordenone, Edizioni Studio Tesi, 1990
6
Ibidem
5
scrittore di numerosissimi saggi, e mai avrebbe confuso questa sua attività considerata da lui
più seria, con quella di “divertissement”. Egli sosteneva che “l’albero della letteratura male
sopporta i frutti fuori stagione”
1
. Date tali premesse, indirizzare lo studio del Barone
rampante verso mete meno leggere come la storia, la letteratura, la filosofia, può apparire
fuorviante poiché a detta dell’autore stesso “racconto filosofico non è […] e non è neppure
romanzo storico”
2
. Purtroppo per lui però, non è cosi.
Calvino ripete che il Barone rampante è “ un’avventura scritta per gioco” ma poi ammette
“che il gioco sembra ogni tanto complicarsi , trasformarsi in qualcosa d’altro.”
3
Ed io,
ispirato da quest’ ultima ombrosa considerazione dell’autore, cercherò di muovere i miei
passi verso questo “qualcosa d’altro”. La critica abbonda di scritti su Calvino e sulle sue
opere, eppure credo che nessuno finora abbia diretto seri studi sul Barone rampante e gli
elementi illuministici che ne caratterizzano, non solo l’opera, ma, come cercherò di
dimostrare, anche il pensiero politico e filosofico dell’autore.
A questo punto però alcune cose potrebbero suonare strane: che Calvino, comunista, possa
abbracciare un’ideologia storicamente “borghese” , quale l’illuminismo, appare se non
improbabile, quanto mai imbarazzante. Inoltre le democrazie borghesi si ritenevano
direttamente responsabili dei regimi fascisti, e Calvino fu fiero partigiano. Ciò nondimeno
Calvino scrive Il Barone rampante in una data chiave: il 1957. Data delle dimissioni dal
partito comunista dopo i fatti di Ungheria e di conseguenza abbandono della scena politica
come attività militante.
Gli elementi illuministici nel Barone rampante sono tantissimi.
1
In: Barone rampante,Calvino,Verona, Oscar Mondadori,1993
2
Ibidem
3
Ibidem
6
Calvino fu attento lettore di tutta la produzione letteraria francese del settecento, vedremo
con quanti riferimenti ipertestuali, citazioni, rimandi e come anche a livello stilistico l’opera
di Calvino sia permeata di tutta la cultura illuministica francese.
Vedremo come l’autore prenda soprattutto come modelli tre scrittori, tre filosofi sopra tutti
gli altri: Voltaire, Diderot e Rousseau. Muovendomi dalle considerazioni prese da questa
particolare lettura del romanzo, cercherò di tracciare un profilo di Italo Calvino ancora poco
conosciuto o appena sfiorato dalla critica: quel suo nuovo atteggiamento velato di
pessimismo razionale, un po’ disilluso, ma ancora prode partigiano, questa volta però della
cultura, che si volterà a guardare con simpatia a l’America anticomunista .“ Un gusto
dell’Autore per gli atteggiamenti morali, per la prova umana, per lo stile di vita. E tutto
questo tenendosi in bilico su sostegni fragili come rami circondati dal vuoto”
1
.
Un’inedita figura di Calvino che nasce insieme al suo Barone rampante un Calvino appunto
neoilluminista.
1
Ibidem
7
I. VOLTAIRE
I.1. rapidità
Concettualmente, il Barone rampante è un capolavoro della leggerezza e della fantasia, “di
questa spinta dell’immaginazione a superare ogni limite, il secolo diciassettesimo conoscerà
il culmine con il volo del Barone di Munchausen su una palla di cannone, immagine che
nella nostra memoria si è identificata definitivamente con l’illustrazione che è il capolavoro
di Gustave Doré. Le avventure di Munchausen che come le mille e una notte , sono una
continua sfida alla legge di gravitazione”
1
, dirà Calvino. Ma il secolo illuminista non solo
regala all’autore l’ispirazione fantastica, da dove nascerà la figura di Cosimo, barone, come
Munchausen, sospeso tra cielo e terra, ma anche il ritmo, la rapidità.
Maestro di ritmo e rapidità fu senza dubbio in quel periodo François-Marie Arouet, in arte
Voltaire; ispirato da uno dei capolavori letterari del genio illuminista francese: il Candide.
Calvino sarà sedotto dalla sua lettura, non tanto per il racconto filosofico, nemmeno per la
satira, ma per il ritmo : “con velocità e leggerezza, un susseguirsi di disgrazie, supplizi
massacri corre sulla pagina, rimbalza di capitolo in capitolo, si ramifica e moltiplica senza
provocare nell’emotività del lettore altro effetto che d’una vitalità esilarante e primordiale. Se
bastano tre pagine del capitolo VIII perché Cunegonde renda conto di come, avendo avuto
padre, madre, fratello fatti a pezzi dagli invasori, venga violentata, sventrata, curata, ridotta a
far la lavandaia, fatta oggetto di contrattazione in Olanda e in Portogallo,divisa a giorni
1
In: Lezioni Americane, Calvino, Verona, Oscar Mondadori, 1993
8
alterni tra due protettori di diversa fede, e cosi le capiti d’assistere all’autodafè che ha per
vittime Pangloss e candide e a ricongiungersi con quest’ ultimo.”
1
Anche a Calvino bastano tre pagine del capitolo XIV per raccontare come Cosimo si fosse
fatto degli amici e dei nemici, come nel bosco fosse scoppiato un incendio , come la sua vita
fosse stata messa in pericolo dalle fiamme, e poi come fosse riuscito a mettere in allarme dei
carbonai che vivevano nel bosco. Come essi avessero a loro volta allargato l’allarme a tutti
gli abitanti della montagna, che il fuoco venisse da essi domato. Finche non si scopre che
l’incendio era di natura dolosa, architettato probabilmente per fare secco il barone e come
infine quest’ultimo s’ingegni con l’aiuto dello zio per fronteggiare il pericolo degli incendi
nel bosco con la costruzione di dighe e ponti!
Ma gli esempi di questo tipo sono presenti in tutto il libro. Calvino, come Voltaire, non si
ferma ai commenti morali, trova molto più forte “la suggestione dello scarno riassunto, dove
tutto è lasciato all’immaginazione e la rapidità della successione dei fatti dà un senso
d’ineluttabile”
2
. L’approccio alle favole per l’autore non rappresenta la fedeltà a una
tradizione etnica ne tantomeno scrive per una nostalgia delle letture infantili, ma per un
interesse “stilistico e strutturale, per l’economia , il ritmo, la logica essenziale con cui sono
raccontate”
3
. La scelta di scrivere una favola è come per Voltaire
un’ esercizio stilistico che cerca il legame narrativo, l’anello magico che stabilisce tra i vari
episodi un rapporto logico di causa ed effetto.
I.2 fabula filosofica
“racconto filosofico non è” afferma Calvino. Il suo scopo sembra piuttosto quello di divertire
il lettore . Eppure il gusto dell’autore verso gli atteggiamenti morali, non sembra escludere
1
Ibidem
2
Ibidem
3
Ibidem
9
una “filosofia morale”
1
, caratteristica dei “contes” Volteriani . Inoltre possiamo leggere la
definizione di “conte” dell’”encyclopedie” del 1754: “ son but est moins d’instruire que
d’amuser”
2
. Ciononostante è universalmente risaputo che Voltaire non abbia prodotto
semplici racconti, o favole, solo per intrattenere le dame di corte, ma per portare un
messaggio “filosofico” in senso settecentesco, che allora era più largo, in quanto inglobava la
metafisica, la natura di Dio, del mondo e dell’uomo. Si stende alle conseguenze delle
scoperte scientifiche , allo studio dei sistemi politici e sociali, alle regole morali. La
particolarità della fabula filosofica è di usare la leggerezza e il ritmo del racconto tradizionale
insieme agli elementi della riflessione filosofica. Calvino non sembra distaccarsi troppo da
questo modello. Al contrario, sembra ricalcarlo con sorprendente fedeltà. Il barone
affronterà temi politici nella rivoluzione, problematiche sociali nel rapporto con il brigante
Gian de Brughi, nelle invenzioni per migliorare la vita degli abitanti di Ombrosa, e la critica
del clero con Don Suplicio: “il protagonista trascorre l’intera vita sugli alberi, una vita
tutt’altro che monotona, anzi: piena di avventure, e tutt’altro che da eremita, però sempre
mantenendo una distanza tra se e i suoi simili questa minima ma invalicabile distanza”
3
.
Cosimo vive peripezie incredibili, come il Candide, e ogni cosa sembra rimandare ad una
riflessione più grande, dove tutto si fa ragione:
“-tu pretendi di sottomettere la gelosia alla ragione.
-certo:cosi la rendo più efficace
-Tu ragioni troppo . perché mai l’amore va ragionato?
-Per amarti di più. Ogni cosa , a farla ragionare,aumenta il suo potere
-Vivi sugli alberi e hai la mentalità d’un notaio con la gotta
1
In: Barone rampante,Calvino,Verona, Oscar Mondadori,1993
2
In: Candide, Voltaire, Marie-Hélène Dumeste, Paris, Hatier, 2001
3
In: Barone rampante,Calvino,Verona, Oscar Mondadori,1993