5
Capitolo 1
Origine del turismo
Il sentimento tutto moderno che si
impadronisce di noi allo
spettacolo di acque precipitanti nell’abisso, di
cime nevose, di foreste secolari e di orizzonti
finiti,deriva dalla stessa sorgente da cui
fruisce la gioia che ci pervade alla
contemplazione di un quadro
, all’audizione di una melodia, ispirata alla
lettura di un libro fiorito di immagini e pensieri
(…) E se la civiltà moderna ha sentito il
bisogno di difendere per il bene di tutti il
quadro, la musica, il libro, non si capisce
perché si sia tardato tanto ad impedire che
siano distrutte le bellezze della natura
1
.
Benedetto Croce
Il fenomeno “turismo” nasce ancora prima di una sua definizione
teorica, addirittura possiamo farne risalire le origini agli inizi del xx
secolo
2
. Infatti la pratica europea del Gran Tour
3
può considerarsi la
prima forma di turismo, sebbene le differenze teoriche con quello
propriamente detto siano comunque rilevanti. La Sociologia in
particolare muove da questa esperienza per analizzare dal principio il
1
Nel 1922 Benedetto Croce, Ministro della Pubblica Istruzione, ne l governo Giolitti, illustrava il
suo disegno di legge “per la tutela delle bellezze naturali”.
2
Montani, A.R. (a cura di), Messer,Milione, Internet, Liguori Editore,Napoli 2005.
3
Il Gran Tour era una sorta di moda, diffusa tra gli aristocratici inglesi del 1500 e in generale
europei, di effettuare un viaggio formativo, almeno una volta nella vita, per imparare, conoscere
le diverse culture, ammirare l’arte e la natura. Questo viaggio poteva durare da uno a tre anni e
doveva concludersi a Roma
6
significato innovativo del viaggio moderno in termini sia culturali che
sociali.
Dal XIX secolo in poi il viaggio diventa un momento catartico, in cui si
promuovono esperienze molto private e appassionate
4
, diventerà poi
nell’età moderna il tempo di svago, ma continuerà sempre a mantenere
questo fascino “romantico”.
A un certo punto il turismo diventa un fenomeno cosi importante
economicamente, praticato ormai dalla maggior parte delle persone, che
si sente l’esigenza di studiarlo in tutte la sue spigolature, per capire in
profondità la sua essenza e quella di chi lo pratica, le cause psicologiche
che ne hanno fatto un movimento di massa e le conseguenze a livello
culturale, i suoi apporti economici e i modi per continuare a promuoverlo.
Diventa facile capire quindi perché nasce recentemente l’esigenza di
dare una definizione teorica al turismo, cosi come è recente
l’interessamento a questo fenomeno da parte degli insegnamenti
disciplinari come l’antropologia e la sociologia. All’inizio esse adottano
come oggetto di studio i grandi flussi di turismo internazionale, per la
massiccia entità dei movimenti che si registrano dopo gli anni Settanta,
ma subito l’interesse si rivolge al fenomeno del turismo in quanto tale
5
.
Una unica vera definizione accademica del turismo non esiste
6
, vista la
vastità dell’argomento troviamo numerosissime interpretazioni ed è per
questo che, come suggerisce Boyer
7
, possiamo attenerci all’antica
concezione che vedeva il turismo semplicemente come l’arte di essere
turisti
8
. Tuttavia possiamo fissare due caratteristiche peculiari che fanno
di un uomo un turista: lo spostamento dal proprio luogo di residenza (la
mobilità spaziale) e la durata del soggiorno che va dal minimo di un
giorno al massimo di un anno.
4
Towner, 1985 in Urry J. Lo sguardo del turista Edizioni Seam 1990.
5
Savelli, A. cit.in Montani,A.R. 51
6
Simonica, A. Antropologia del Turismo Carocci Editore, Roma 2000
7
Boyer,M cit. in Montani 44
8
Ci riferiamo alla concezione diffusa nel xix sec fra gli aristocratici europei secondo cui
viaggiare era proprio ritenuta un’arte per l’alto valore formativo che imprimeva nella vita
dell’aristocratico.
7
2. I vari tipi di turismo
Nella società post industriale, nascono tantissimi nuovi modi di fare
vacanza, dal momento che il turista moderno non si accontenta più di
viaggi monotematici e sente il bisogno invece di soddisfare più
esigenze: dallo svago al semplice riposo, dalla curiosità alla cultura o
anche per necessità solo fisiche, ecc. In questo modo furono proprio le
agenzie di promozione a incentivare forme diverse di turismo, adatte a
soddisfare qualsiasi sfizio dell’uomo moderno.
Questa varietà del fenomeno si riflette anche nelle discipline, infatti gli
studiosi nelle loro teorizzazioni, oltre a descrivere sociologicamente il
caso turismo e cercarne le cause sociopsicologiche, hanno cercato di
semplificare la vastità dell’argomento definendo diversi tipi di turismo, per
descrivere soprattutto i comportamenti dei vari visitatori. In realtà
esistono veramente numerosissime distinzioni tipologiche di turismo e di
turisti, ogni autore ha creato la propria in base alle più varie mobilità di
usufruire il tempo libero.
Quella che andremo a descrivere è la tipologia di V. Smith, il quale vede
il turismo come “l’attività di tempo libero che struttura il personale ciclo di
vita per fruire di periodi alterni di lavoro e relax” motivato quindi dalla
“ricerca di ricreazione individuale in nuovi contesti”. In relazione a questo
punto di vista, Smith seleziona cinque tipi di turismo, che sono: etnico,
culturale, storico, ambientale, e ricreativo
9
.
Il turismo etnico è quello che l’autore definisce come l’esposizione al
pubblico di “costumi strani e esotici” e quindi un tipo di turismo che ha
come obbiettivo un sito presumibilmente esotico e un pubblico
interessato al valore culturale degli abitanti, ma che tuttavia mantiene un
minimo contatto con questi.
Il turismo culturale è invece quello fondato sul desiderio di visitare i centri
ricchi di patrimoni di inestimabile pregio. A volte si riversa su un tipo di
turista che guarda con nostalgia a tradizioni e stili di vita ormai in
estinzione e che si nutre quindi di tutti i tratti folkloristici del sito, dalla
9
Smith V. 1978 in Simonica : 42-43
8
cucina all’artigianato, dalle feste alle manifestazioni artistiche. Anche in
questo caso il rapporto fra ospitanti e ospitati si rivela conflittuale per la
riduzione dei locali a mero oggetto di studio. Infatti è un tipo di turismo
che, per consentire al vacanziere di accrescere la capacità di lettura
critica della realtà e di inserirsi nella comunità locale, richiede una
attenta conoscenza degli usi e dei costumi del posto. In caso contrario
nascerà inevitabilmente un conflitto fra le due parti.
Il turismo storico si sviluppa all’interno delle città d’arte con un pubblico di
turisti spesso colti che vivono la vacanza all’insegna di visite a musei,
chiese, monumenti; per cui il contatto con la popolazione locale è
pressoché inesistente.
Il turismo ambientale invece vede come obbiettivo la scoperta della
natura e di paesaggi inusuali. La vacanza sarà di tipo salutista per il
turista ma anche e soprattutto di riguardo per il territorio. In questo caso i
contatti con le popolazioni locali variano in relazione alla varie regioni
visitate. Sono numerosi i tipi di vacanza che si possono chiamare di tipo
ambientale. Infatti il turismo rurale, l’agriturismo e qualsiasi altro tipo di
vacanza legata a una qual si voglia risorsa naturale, sono diversi modi di
vivere le ferie, che si stanno sviluppando solo in questi ultimi anni, alla
luce delle nuove esigenze, legate alla società attuale, di ricerca della
purezza, naturalità, aria buona e relax.
Il turismo ricreativo è quello propriamente conosciuto come “turismo di
massa”, è quindi vissuto da turisti che cercano una vacanza divertente e
con poco interesse di vera conoscenza per il posto in cui si va a stare,
visto che l’attrazione è data da “immagini di luoghi dai bei colori dove si
desidera dire di essere stati”
10
.
Dopo questa breve introduzione su origini e definizioni del fenomeno
turistico, pare giusto inoltrarci subito sul discorso che, prendendo avvio
da queste considerazioni generali, arriva ad argomentare la necessità di
un cambiamento che ha colpito le motivazione turistiche dei visitatori.
Una sorta di ritorno al viaggio catartico di stile romantico che si vuole
staccare dalla massificazione, in senso totale, della società, per creare
10
Ivi,cit 43
9
qualcosa di più profondo e personale. Si arriva cosi alla diffusione di un
tipo di turismo “alternativo” che prenderà distanza dalle solite forme
comportamentali standardizzate sin qui descritte.
10
3.Turismo di massa versus turismo alternativo: un
nuovo modo di vivere la vacanza
Il termine “turismo di massa” è ormai involontariamente avvolto da un
ombra di pregiudizio che rimanda all’immagine del turista passivo che va
a visitare il luogo di moda di volta in volta promosso da qualche agenzia
turistica
11
. Tuttavia dobbiamo cercare di capire come si è arrivati dal
viaggio esplorativo di stile romantico a questo tipo di turismo incontrollato
e superficiale.
Sicuramente in Italia (ma in generale l’iter di sviluppo è simile in tutte le
regioni europee) il turismo di massa nasce da quel tipo di turismo
popolare, di stampo fascista, sviluppatosi dopo la seconda guerra
mondiale, che organizzava periodi di villeggiatura al mare in stile colonia,
per refrigerare i lavoratori provati da miseria e duro lavoro. Era la nascita
di una vacanza accessibile, per la prima volta, ai ceti medio bassi che
iniziava quindi a diffondere proprio tra i lavoratori, l’esigenza della
“vacanza per tutti”.
Successivamente intorno agli anni Cinquanta, cambia la situazione
economica dei cittadini: un maggior benessere monetario e la possibilità
di usufruire dei mezzi di trasporto veloci, ma soprattutto la
consapevolezza della conquista del tempo di non-lavoro e quindi la
nascita del tempo libero, trasformano il viaggio sporadico in una pratica
diffusa e accessibile alla maggioranza delle persone. Nasce quindi il
turismo di massa vero e proprio che si caratterizza per il numero elevato
di turisti e per il comportamento di questi, per cosi dire, omologato
12
.
Intorno agli anni Settanta la messa in discussione di tutta la società
moderna non poteva naturalmente risparmiare il fattore turismo, visto
ormai solo come una pratica istituzionalizzata, codificata e promossa
dalla società, dove il pubblico è solo un ricettore passivo della volontà
degli organizzatori di pacchetti turistici. Non solo, ma si iniziano a fare le
prime stime sui danni di tipo ambientale che questa massa incontrollata
11
Totaro.E.A. Ecologia del turismo:compatibilità ambientale dei fenomeni turistici e
strategie di turismo sostenibile. Napoli 2001
12
Ivi 5
11
di visitatori causa ai paesaggi di volta in volta visitati.
Arriva quindi un cambiamento di mentalità che negli anni Ottanta si
traduce addirittura in attività politica: se fino a qualche anno prima il
turismo poteva essere governato dallo spontaneismo, ora invece ci si
rende conto che è assolutamente necessario superare la
frammentazione degli interventi, bisogna avviare azioni su scala locale
per tutelare i diritti di un ambiente preso d’assalto e di una popolazione
che si sente ogni volta colonizzata dai visitatori.
Sebbene sia cosa risaputa che il turismo contribuisca alla crescita di una
regione, fornendo ulteriori sbocchi professionali e producendo nuove
ricchezze, un afflusso di turisti superiore alla capacità di sopportazione
della destinazione turistica, ha causato danni irrimediabili a livello
ecologico ma anche il degrado delle città d’arte
13
.
Non solo, ma i turisti stessi sono stanchi di una vacanza “pre-
impacchettata” priva di qualsiasi autenticità, che ripropone sempre solo
una mercificazione del turismo. Insomma, avveniva un cambio totale di
mentalità che portò la necessità di una svolta nell’ “industria
dell’ospitalità
14
”
È in questi anni che si gettano le basi fondamentali per una svolta a
favore dell’ambiente. Questo nuovo corso di pensiero si sviluppa sulla
scia di due contributi fondamentali che si estendono uno sul fronte della
sensibilizzazione (parliamo dei movimenti ambientalisti di fine anni
Settanta) e l’altro sulla linea del riconoscimento politico (quindi le
conferenze, le dichiarazioni e le carte internazionali ).
Siamo negli inizi degli anni Ottanta quando questa critica si materializza
in nuove forme di turismo talmente distanti da quelle precedenti,da poter
essere chiamate “alternative”.
13
Citarella F. Turismo e diffusione territoriale dello sviluppo sostenibile. Lofredo
editore, Napoli 1997.
14
Per industria dell’ospitalità s’intende l’insieme delle imprese che organizzano viaggi,
gestite secondo una comune cultura imprenditoriale volta a fronteggiare la
segmentazione del mercato. Citarella, 11.
12
3.1 Origine del turismo alternativo
Alla luce dell’esigenza, in questo nuovo millennio, di un cambiamento
nell’evoluzione socio-economica in funzione della sostenibilità, si è
andato affermando un pò ovunque un nuovo trend turistico che
complessivamente possiamo denominare “alternativo” proprio perché si
pone in netto contrasto con alcuni comportamenti tipici del turismo di
massa, promuovendone di contro altri. Sostanzialmente questo nuovo
tipo di turismo si pone come obbiettivo quello di non creare alcun tipo di
impatto sul territorio, né sulla popolazione ospitante. Infatti possiamo
ormai con certezza affermare che il turismo trasforma l’ambiente proprio
perché aggredisce tutti i suoi aspetti, da quello fisico a quello sociale, a
quello culturale. Paradossalmente anche chi si dimostra sensibile a
queste politiche di sostegno ambientale, non si è mai pronunciato a
sfavore del turismo in sé, proprio perché al contrario di quanto si possa
pensare, questo, se monitorato da una corretta politica ambientale,
addirittura può contribuire al miglioramento economico e culturale delle
popolazioni ospitanti oltre che servire da protezione al possibile
deterioramento del territorio e di aiuto alla sua conservazione.
Questo nuovo trend turistico infatti, abbraccia diversi aspetti dell’attività
della vacanza e, a seconda del settore in cui si sviluppa, assume diverse
denominazioni: turismo ambientale, turismo culturale, ecoturismo,
turismo sostenibile
15
.
In realtà esiste, a livello concettuale, uno stato di totale imprecisione e,
se vogliamo di confusione, sull’ esistenza dei molti termini che, a parole
di Beato, “designano una identica porzione del reale sociale e che qui
sarebbe meglio denominare come reale socio-ambientale”. È infatti
questa invasione lessicale (si pensi che sono stati individuati addirittura
35 termini che si rifrangono l’un l’altro in quanto a contenuto
semantico
16
) che rende difficile una vera distinzione fra la pluralità di
15
Totaro 5
16
Beato F. Parchi e società. Turismo sostenibile e sistemi locali. Liguori Editore,Napoli
1999. Beato cita: turismo basato sulla natura,wuilderness tourism, turismo d’avventura,
turismo verde, turismo alternativo, agriturismo, turismo rurale, turismo appropriato,
turismo a basso impatto ambientale, turismo sostenibile, soft tourism, turismo
scientifico, turismo responsabile,etc.
13
termini esistente per definire tale realtà turistica.
Si può azzardare a affermare che la vera differenza fra i termini sta nel
fatto che tutti i tipi di turismo ambientale citati (quindi qualsiasi tipo di
turismo alternativo) possono presentare anche i caratteri della
“insostenibilità ambientale”
17
mentre il turismo sostenibile fonda la sua
essenza proprio sulla sostenibilità ambientale.
Il turismo sostenibile
18
è il piano su cui è interessante rivolgere un
attenzione particolare per il fatto che non si fonda su una protezione
radicale dell’ambiente, che porterebbe al rifiuto totale dell’economia di
mercato; al contrario si fonda sull’idea di “rispetto delle condizioni di
equilibrio fra le risorse naturali e consumo”
19
nella prospettiva di “rendere
organico il rapporto fra ecosistemi naturali, risorse, ambiente storico,
società locali ed economie (locali, regionali, nazionali), ove il turismo
diventa parte di una strategia generale dello sviluppo sostenibile in
termini di efficienza economica, equità sociale e conservazione
ambientale”
20
.
17
Beato,233
18
Quello definito dal rapporto Brundtland del 1987
19
Simonica, cit pp 220- 221
20
Ibidem