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dapprima i suoi interessi verterono sullo studio del pianoforte e della chitarra,3
ben presto iniziò a sviluppare e coltivare la passione per la creazione poetica.
Il suo avvicinamento alla produzione letteraria venne favorito ed
incentivato da due professori dell‟Università di Granada, Martín Domínguez
Berrueta e Fernando de los Ríos, determinanti nella formazione dell‟artista. Fu, ad
esempio, in seguito ad un viaggio-studio nella Vecchia Castiglia, organizzato dal
professore Berrueta, che Lorca scrisse e pubblicò Impresiones y paisajes (1918),
una raccolta di prose poetiche in cui, secondo uno stile ancora modernista e
romantico, venivano evocate le terre della Castiglia con le proprie città quasi
deserte ed i paesaggi dai colori accesi. In esse un posto di rilievo assunse la
visione della città di Granada, tratteggiata con sottile psicologia ed intima
adesione spirituale in quegli aspetti che la rendevano affascinante e nostalgica.4
Trasferitosi a Madrid (1919), seguendo il consiglio del maestro Fernando
de los Ríos, proseguì i suoi studi presso la prestigiosa Residencia de Estudiantes,
punta di diamante dell‟insegnamento liberale nonché centro culturale ed artistico
più importante della Spagna del Novecento.5
3
Ad occuparsi della sua formazione musicale fu Antonio Segura Mesa che, secondo le stesse
parole del poeta, lo iniziò allo studio sistematico della musica folcloristica tanto che divenne un
eccellente interprete di centinaia di canzoni popolari spagnole. Inoltre la passione per la musica e
la sua inequivocabile bravura sia nel comporre che nell‟eseguire brani di diversa levatura
accompagnò il poeta per tutta la sua vita diventando una delle caratteristiche principali con cui
viene ricordato da critici e poeti.
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Possiamo leggere in un passo tratto da Granada. Paraíso cerrado para muchos contenuto
nell‟opera Impresiones y paisajes, Federico García Lorca, Obras Completas, op.cit, pp. 5-9:
«Granada, quieta y fina, ceñida por sus sierras y definitivamente anclada, busca a sí misma sus
horizontes, se recrea en sus pequeñas joyas y ofrece en su lenguaje diminutivo soso, su diminutivo
sin ritmo [...] Diminutivo asustado como un pájaro, que abre secretas cámaras de sentimiento y
revela el más definido matiz de la ciudad. [...] Granada es una ciudad de ocio, una ciudad para la
contemplación y la fantasía, una ciudad donde el enamorado escribe mejor que en ninguna otra
parte el nombre de su amor en el suelo. Las horas son allí más largas y sabrosas que en ninguna
otra ciudad de España. Tiene crepúsculos complicados de luces costantemente inéditas que parece
no terminarán nunca». «Granada, tranquilla e fine, cinta dalle sue montagne e in esse
assolutamente ancorata, ricerca se stessa nei suoi orizzonti, si ricrea nelle sue piccole gioie ed offre
nel suo linguaggio dal diminutivo insulso, diminutivo senza ritmo [...] Diminutivo spaventato
come un uccello, che apre segrete stanze di sentimento e rivela la più precisa sfumatura della città
[...] Granada è una città di ozio, una città fatta per la contemplazione e la fantasia, una città dove
l‟innamorato scrive meglio che in qualsiasi altra parte il nome del suo amore per terra. Le ore sono
lì più lunghe e piacevoli che in nessuna altra città della Spagna. Possiede crepuscoli complicati di
luci costantemente inedite che sembrano non debbano finire mai».
5
La Residencia fu istituita nel 1910. Essa rappresentava il risultato delle idee innovatrici della
Institución Libre de Enseñanza, fondata nel 1876 da Francisco Ginér de los Ríos, il quale pose alla
base di questa i principi della filosofia di Krause (ovvero il Krausismo) quali la laicità, la libertà
della scienza da qualsiasi condizionamento e soprattutto l‟attenzione verso il discente visto come
parte attiva del processo educativo da stimolare e non come soggetto passivo da modellare. La
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La Resi fu la palestra perfetta per le grandi doti di Federico e fu così che,
tra il 1919 e il 1926, entrò in contatto con le più importanti personalità artistiche
ed intellettuali dell‟epoca. Sono note le amicizie che strinse soprattutto con
Salvador Dalí, Luis Buñuel, Rafael Alberti, Vincente Aleixandre e il resto del
gruppo della cosiddetta Generación del ‘27. Trascorrere la vita in quei luoghi gli
conferì una nuova visione della “responsabilità dell‟artista” nei confronti della
società e rafforzò il suo amore per la cultura, da quella classica a quella popolare
spagnola.
E, dunque, se il periodo andaluso gli infuse l‟interesse e l‟amore per la
tradizione popolare, Madrid gli trasmise l‟entusiasmo per le novità formali che
provenivano dall‟estero. Gli anni „20 furono quelli delle Avanguardie artistiche
europee ed il poeta non ne rimase certo estraneo, dato che in Spagna i principali
interpreti delle stesse fecero parte della cittadella universitaria e si mossero
nell‟entourage dei cenacoli letterari madrileni che Lorca si trovò a frequentare
all‟epoca. Strinse rapporti con l‟ultraista Guillermo de Torre, il creazionista
Huidobro, Gerardo Diego e Juan Larrea e si dedicò con più attenzione allo studio
del Surrealismo6 stimolato dagli amici Dalí e Buñuel: fu in questo momento che
iniziò a delinearsi nell‟opera di Federico una poesia più concreta e schietta. Egli
sentì nel suo intimo una voglia di cambiamento formale, poiché nell‟epoca delle
macchine, delle automobili e degli aeroplani, avrebbe potuto trovare validazione
solo un‟arte asettica e libera da sentimentalismi. Gli anni nella capitale furono
dunque anni di intenso lavoro letterario, in questo periodo portò in scena El
maleficio de la mariposa (1920), rivelatosi però un insuccesso di pubblico e
critica, portò a termine e pubblicò il Libro de poemas (1921),7 compose Suites ed
elaborò altre pièces teatrali come Mariana Pineda e La zapatera prodigiosa.
Residencia ebbe quindi il compito di tradurre questi principi in un‟educazione che desse enfasi allo
sviluppo individuale degli studenti creando un ambiente intellettuale e di convivenza stimolante.
L‟obbiettivo che si prefiggeva era quello di completare l‟insegnamento universitario degli studenti
dandogli la possibilità di ampliare i propri studi ufficiali, ricevere proficui orientamenti ed entrare
in contatto con personaggi affermati nell‟ambito artistico, letterario e scientifico. Alberto Jiménez
Fraud fu il preside della Residencia durante i suoi primi anni di vita; fece di essa un luogo aperto
alla creazione, al libero pensiero, al dialogo interdisciplinare ed il centro di diffusione della
modernità in Spagna.
6 Si tratterà del rapporto di Lorca col surrealismo ed in generale con i movimenti d‟avanguardia
nel capitolo II di questo lavoro.
7 La pubblicazione della raccolta fu seguita e stimolata in modo particolare da Juan Ramón
Jiménez, uno dei più rappresentavi poeti della Generación del ‘98. Mentore di tutti i giovani poeti
11
L‟anno che lo consacrò come artista ed intellettuale fu il 1927, periodo in
cui, in occasione del tricentenario della morte di Luis de Góngora (23 maggio
1627), si organizzarono atti ed interventi pubblici ai quali Lorca partecipò
attivamente insieme agli amici della Residencia (tra cui Rafael Alberti, Vicente
Aleixandre, Pedro Salinas, Jorge Guillén, Dámaso Alonso, Emilio Prados,
Gerardo Diego, Luis Cernuda). Federico divenne così parte attiva della
Generación del „27, uno dei gruppi artistici più importante dell‟epoca o come
soleva affermare lui stesso: «más importantes de Europa, por no decir el más
importante de todos».8 In questo stesso anno venne rappresentata prima a
Barcellona e successivamente a Madrid la sua pièce teatrale Mariana Pineda, con
scenografie firmate Dalì ed interpretata da Margarita Xirgu.9 L‟opera ottenne un
discreto successo e non mancò chi in essa vide riferimenti alla dittatura di Primo
de Rivera.
In uno dei frequenti ritorni a Granada, Federico conobbe il musicista
Manuel de Falla, col quale strinse una profonda amicizia e una prolifera
collaborazione artistica.10 Il compositore lo spronò allo studio della musica
popolare andalusa el cante jondo: Lorca rimase affascinato soprattutto per il modo
in cui, in tale arte, trovavano espressione i sentimenti più profondi dell‟anima
andalusa. Da questo interesse nacque Poema del cante jondo (1931), una raccolta
che comprende una serie di componimenti nei quali il poeta tenta di ricreare, più
nell‟ascoltatore che nel lettore,11 l‟illusione di vivere e sentire gli scenari primitivi
da cui proviene l‟angoscia di tale musica.
Il mondo metaforico che l‟artista creò nel Poema del cante jondo ritorna
inesorabile e con maggiore forza nel libro che porterà Federico all‟apice della
spagnoli dell‟epoca allacciò con Federico una duratura amicizia e lo influenzò dal punto di vista
poetico. Fu, infatti, sulla sua rivista Indice che vennero pubblicati numerosi scritti del poeta.
8 Federico García Lorca, Obras Completas, op.cit., p.1.720. «più importante d‟Europa, per non dire
il più importante di tutti».
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Magarita Xirgu era la più importante attrice spagnola dell‟epoca, essa rappresentò il tramite di
Lorca con l‟ambiente teatrale e divenne una delle interpreti preferite per le sue opere.
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Manuel de Falla volle averlo vicino nell‟organizzazione del Primer Concurso de Cante Jondo
tenutosi a Granada nel giugno del 1922. La loro collaborazione diede vita anche alla messa in
scena di un racconto popolare andaluso La niña que riega la albahaca y el príncipe preguntón,
eccellente esempio di teatro de títeres ovvero marionette.
11
Federico preferiva infatti essere lui stesso il cantore delle sue poesie, oratore eccezionale
riusciva ad arricchirle di un ritmo e una musicalità uniche in particolar modo nella suddetta
raccolta.
12
fortuna: Romancero gitano (1928). I quattro nuclei tematici che formano la
raccolta12 portano all‟estreme conseguenze la drammaticità della terra andalusa
andando alle origini del sentimento di fatalità, mistero, dolore che caratterizza la
complessa psicologia del mondo gitano in cui odio e amore, vita e morte
convivono e si combattono con eguale violenza e passione.
Nonostante la fervida attività letteraria improntata ai contatti e alle
relazioni sociali, il poeta visse un periodo di profondo conflitto interiore. Nel ricco
epistolario che in quel frangente intrattenne con gli amici più cari, Federico
confessò un‟intima sofferenza ed una profonda crisi sentimentale. In una lettera a
Rafael Martínez Nadal, datata agosto 1928, rivelò: «Estoy convaleciente de una
gran batalla y necesito poner en orden mi corazón. Ahora sólo siento una
grandísima inquietud. Es una inquietud de vivir, que parece que mañana me van a
quitar la vida».13 Inquieto ed “ancora convalescente”, accettò la borsa di studio
per la Columbia University of New York offertagli dal maestro Fernando de los
Ríos e partì alla volta del nuovo mondo forse alla ricerca di una via di fuga da tutti
quegli affanni.
Rimase quasi un anno nella città statunitense, dove, oltre a frequentare i
corsi dell‟università e ad occuparsi dell‟armonizzazione di alcuni canti popolari
spagnoli per la ballerina Encarnación López, concepì un nuovo volume in versi,
Poeta en Nueva York (pubblicato postumo ne1 1940). Le figure che popolano i
vari componimenti del volume sono esseri emarginati, schiavizzati da una società
votata unicamente al denaro. Sono i negri della Harlem newyorkese, esseri
estremamente simili ai gitani del Romancero in quanto ultimi e vittime di una
società che li ritiene deboli, inutili ed inferiori. Essi attraverso il jazz si accostano
molto all‟afflato musicale del cante jondo ed anche nella loro predisposizione alla
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Il critico Guillermo Diaz-Plaja nello studio della suddetta raccolta aveva individuato tre nuclei
tematici: il mondo reale in cui i gitani, razza pura e incontaminata, lottano contro la Guardia Civil;
il mondo celeste rappresentato dai romances di stampo religioso ed il mondo magico delle forze
oscure. Gabriele Morelli in Lorca la vita il pensiero le opere riporta questa schematizzazione
aggiungendovi però un quarto nucleo: il mondo di origine letterario comprendente i poemi storici.
Gabriele Morelli, Lorca la vita il pensiero le opere, Accademia, Milano, 1978, p.126.
13 Federico García Lorca, lettera a Rafael Martínez Nadal datata agosto 1928 in Obras Completas,
op.cit., p.1.687. «Sono ancora convalescente da una grande battaglia ed ho bisogno di mettere
ordine nel mio cuore. Adesso sento soltanto una grandissima inquietudine. É inquietudine di
vivere, che sembra quasi che domani mi debbano toglieranno la vita».
13
danza come mezzo d‟espressione e liberazione dell‟anima risultano molto simili ai
gitani.
Nei primi mesi del 1930, Lorca accettò un invito presso L‟Avana dalla
Institución Hispano-Cubana de Cultura per tenere una serie di conferenze, qui
lavorò affannosamente a un nuovo dramma El Público, che rappresentò un
enorme passo avanti rispetto alla sua produzione precedente.14 Sembra che
l‟ambiente libertino di Cuba lo aiutò a sentirsi più libero, più conforme alla
propria condizione di omosessuale.
Nello stesso anno tornò in Spagna permeato da una nuova fiducia: la
dittatura di Primo de Rivera era caduta, la monarchia si trovava in pieno
discredito, i repubblicani erano convinti che stesse per arrivare il loro momento ed
infatti il 12 aprile del 1931 venne proclamata la Seconda Repubblica.
Per Lorca fu un periodo di culminante ispirazione creatrice, si diede a un
intesa attività come poeta, conferenziere, regista ma soprattutto come autore
teatrale. Il crescente interesse per il genere lo portò a mettere in scena La zapatera
prodigiosa e la rinata fiducia nella democrazia spagnola lo indusse a favorire uno
degli obiettivi principali del governo repubblicano ovvero quello di fornire una
cultura al popolo.
Venne incaricato da Fernando de los Rìos, da poco nominato ministro
della Pubblica Istruzione, di organizzare e dirigere La Barraca, un teatro
giovanile universitario che compì un eccellente lavoro di divulgazione e
rivalutazione dei classici del Siglo de Oro, facendoli conoscere nei più remoti
angoli del paese. Fu questa un‟esperienza preziosa e decisiva per la sua carriera
come drammaturgo per due motivi principali: gli permise di apprendere il
mestiere del direttore scenico e lo espose a un nuovo pubblico, lontano ed
estraneo dalla «burguesía frívola y materializada» di Madrid.15
Dopo aver ottenuto un grandioso successo con la rappresentazione di
Bodas de sangre (1933) a Buenos Aires, il poeta volle recarsi proprio in
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Mi soffermerò sull‟analisi di tale opera nel III capitolo di questo lavoro.
15 Federico García Lorca, Obras Completas, op.cit, p.1.748. «borghesia frivola e materialista».