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del “Cuerpo Facultativo de Archiveros, Bibliotecarios y Arqueólogos”
ottenenendo così, come prima destinazione “el Archivo de Simancas5”.
Dopo una breve permanenza a Simancas, nel 1923 Maria Moliner si
trasferisce presso l’ “Archivo de la Delegación de Hacienda6” a Murcia,
città nella quale conosce Fernando Ramón y Ferrando, professore
universitario di Fisica, che sposerà nell’agosto del 1925.
In quegli anni la Spagna stava vivendo un periodo economico-politico
particolare. Il sistema monarchico stava affrontando una profonda crisi.
L’instabilità apportata dalle ribellioni in Marocco, ed il mancato
inquadramento in quel XX secolo segnato dalla rivoluzione industriale,
dalle tensioni nazionaliste; consegnarono la Spagna nelle mani del Capitano
Generale della Cataluña Miguel Primo de Rivera, il quale, il 23 settembre
1923 con un colpo di Stato saliva al potere con l’appoggio della
maggioranza delle unità militari e con l’appoggio del re Alfonso XIII, che
lo nominava ufficialmente Primo ministro.
Primo de Rivera nel periodo della sua dittatura militare aveva sospeso la
costituzione e istituito la legge marziale. Aveva imposto una rigida censura
e bandito tutti i partiti politici. Nel 1924 aveva fondato l’ “Unión Patriótica
Española7”, creando un sistema monopartitico. Durante il suo governo molti
5
Data la grande importanza di questo “archivo”, sarà bene riportare qualche importante notizia
che lo riguarda. Simancas di fatti, oltre ad essere un comune spagnolo di 3.952 abitanti, situato
nella comunità autonoma di Castilla y León, è stato la sede dell’Archivio di Stato, fondato
dall’imperatore Carlo V e dal suo segretario Francisco de los Cobos nel 1540 e ultimato in seguito
da suo figlio Filippo II. La scelta di Simancas è stata determinata dalla sua vicinanza a Valladolid,
allora capitale amministrativa della Castilla. Per quanto riguarda l’archivio, attualmente l’
“Archivo General de Simancas” , è uno tra i più antichi del mondo ancora in funzione. Collocato
nell’antico castello degli Henríquez, Almirantes di Castilla, l’archivio, aperto al pubblico, contiene
tutta la documentazione prodotta dagli organi di governo della monarchia spagnola a partire
dall’epoca dei Re Cattolici (1475), è dotato di oltre dodicimila metri di scaffali di documenti, di
una biblioteca specializzata con oltre 22.000 volumi caratterizzati da 250 titoli di periodici
specialistici. I fondi dell'archivio si dividono in quattro grandi gruppi: quello dell'epoca asburgica
(Consejos); quello dell'epoca borbonica (Secretarias); quello del XIX secolo e delle sezioni
(Facticias).
6
Secondo quanto afferma suo figlio Fernando, il passaggio dall’archivio di Simancas a quello “de
Hacienda de Murcia”, non aveva niente a che vedere con quelli che erano i suoi interessi
intellettuali: “A los veintidós años, ya era funcionaria de Archivos y Bibliotecas, en Simancas, y
poco después, en Murcia, en un oscuro puesto del Archivo de la Delegación de Hacienda -ella,
llamada a revolucionar nuestra lexicografía, entre impuestos, tasas, y legajos de bienes y
patrimonios-. Su interés por la cultura era incansable..”. R. S., art.cit., p. 12.
7
La “Unión patriótica” è stato un partito politico creato dal dittatore Miguel Primo de Rivera come
associazione di cittadini, ovvero un’associazione di “todos los hombres de buena voluntad” che
avrebbe integrato tutta la società dando supporto al regime, sostituendo i partiti tradizionali
- 7 -
intelluttuali erano stati costretti all’esilio, come ad esempio Miguel de
Unamuno, che in un primo momento era stato confinato sull'isola di
Fuerteventura, e in un secondo momento invece, era riuscito a scappare per
rifugiarsi nella vicina Francia, a Parigi, da dove tentava, con grande lavoro
e tanacia di opporsi a quel regime che in ogni caso non avrebbe retto a
lungo alle crescenti tensioni sociali che si erano venute a creare nel
frattempo in molte regioni della Spagna.
Negli anni l’avvento della crisi economica e la mancata sintonia con la
borghesia, avevano portato Primo de Rivera a perdere non solo il controllo
della situazione, bensì anche il supporto della popolazione, portandolo così
al ritiro nel gennaio del 1930, lasciando campo libero all’avvento della
Seconda Repubblica.
In questo contesto, all’inizio degli anni trenta, la famiglia Ramón-Moliner
si trasferisce a Valencia, Fernando presso la Facoltà di Scienze e Maria
presso l’ “Archivo de la Delegación de Hacienda”.
La tappa “valenciana” è per certo il periodo di maggiore vitalità per la
nostra autrice; Maria Moliner diventa, insieme al marito, una stretta
collaboratrice della Repubblica.
In primo luogo bisogna evidenziare il contributo apportato nella“Escuela de
Cossío8”, ispirata chiaramente alla “Institución libre de Enseñanza9”, la
considerati corrotti. Finalità propostasi dal partito: fare propaganda dell’immagine del dittatore e
divulgare l’immagine dell’ideologia cattolica di destra del regime.
8
Fondata nel 1931 da José Navarro Alcácer e inspirata chiaramente alla “Institución libre de
Enseñanza”, si propone come scuola innovatrice in cui venivano proposti autori del calibro di
Federico García Lorca, Pio Baroja, Juan Ramón Jiménez, José Augusto Trinidad Martínez Ruiz
conosciuto meglio con lo pseudonimo di Azorín e Ramón de Valle-Inclán. Secondo quanto
riportato dalle nostre fonti, sappiamo che Maria Moliner presso quest’ultima svolse soltanto lavori
marginali relativi all’amministrazione della segreteria e sporadiche lezioni di lingua latina. Infatti
secondo quanto afferma Fernando Ramón Moliner in un’intervista: “(...)Mis padres participaron
en la Escuela Cossío fundamentalmente llevando a sus hijos allí y, en algún momento, en el caso
de mi madre, intentando dar clases de latín. Es decir, cuestiones administrativas, reuniones de
padres y mantener por así decir, los principios fundamentalmente laicos e ilustrados de la
institución. Pero nada más (...)”R. S., art. cit. p 12.
9
Data la grande importanza de la “Institución libre de Enseñanza”, sarà bene riportare, in linea
generale, alcuni tratti che ne sostengano il suo fondamentale ruolo culturale svolto nella Spagna
post Prima Repubblica fino all’instaurarsi della dittatura del generale Francisco Franco avvenuta al
termine della “guerra civil” nel 1939. Secondo quanto tratto da un articolo di Antonio Jiménez
Landi, sappiamo quindi che, la “Institución Libre de Enseñanza” o anche ILE, è stata
un’importante istituzione educativa spagnola privata che a partire dalla caduta della Prima
Repubblica (1873-1874), ha influenzato in forma progressista tutti gli aspetti della cultura
spagnola fino alla caduta della Seconda Repubblica in seguito all’inizio della ‘guerra civil’ 1936-
- 8 -
quale, si era prefissa l’obiettivo di portare alla gente, in particolar modo a
coloro che abitavano nelle zone di campagna, i furori ed i mezzi del
progresso, in modo che tutti, in tutti gli angoli della Spagna potessero
partecipare a questa ventata di cultura e di novità.
La Spagna versava in una situazione di basso livello culturale rispetto alla
media degli altri paesi europei; circa il 44% della popolazione era
analfabeta, di cui la maggior parte era localizzata tutta nelle campagne.
Il governo della seconda Repubblica voleva e doveva porre rimedio a
questa situazione. È il 29 maggio 1931 quando “el Ministero de Instrucción
Pública y Bellas Artes” con il sostegno del “Museo Pedagógico Nacional”
ispirandosi alla filosofia della “Institución Libre de Enseñanza”, fondano il
“Patronato de Misiones Pedagógicas”.
Maria Moliner in quello stesso anno viene nominata membro della
delegazione del Patronato, e accetta di collaborare con la commissione
centrale incaricata di sviluppare il progetto di espansione culturale che
consisteva in:
1. promuovere la fondazione di biblioteche popolari;
2. promuovere l’organizzazione di letture pubbliche;
3. promuovere sessioni cinematografiche;
4. organizzare sessioni musicali caratterizzate da cori ed orchestre;
5. organizzare audizioni radio;
6. ed infine corsi di addestramento per insegnanti e bibliotecari, ai quali
veniva mostrato ed insegnato, ai primi, come far lezione ai bambini
e di quali materiali disporre, ed ai secondi come adempiere e gestire
le loro mansioni pubbliche.
1939; ovvero quando fu sciolta, i suoi beni confiscati e i suoi aderenti costretti all’esilio. Fondata il
16 agosto 1876, per mano di Francisco Giner de los Ríos e da un gruppo di professori universitari
progressisti spagnoli, tra i fondatori possiamo inoltre annoverare Gumersindo Azcárate, Nicolás
Salmerón, Laureano Figueroa, che ne fu il primo Presidente, e tra i sostenitori e sottoscrittori del
progetto tutti gli intellettuali più progressisti della Spagna come Hermenegildo Giner de los Rios
(fratello di Francisco), Joaquín Costa, Augusto González de Linares, Federico Rubio, Teodoro
Sainz Rueda e molti altri ancora. Antonio Jiménez Landi, “Don Francisco Giner de los Ríos y la
Institución Libre de Enseñanza” in “Revista Hispánica Moderna”, 25.1-2 (Jan-Apr 1959).
- 9 -
Le “misiones”, per quanto riguarda il progetto di espansione delle
biblioteche, dal momento che è l’argomento che ci riguarda, avevano il
compito di tracciare un piano di espansione delle biblioteche in tutta la
provincia di Valencia10.
I “misioneros11”, coloro che si occupavano di andare in giro per i
“pueblos12”, e di portare a termine le loro attività, sviluppavano nel loro
periodo di stanziamento -che variava da uno a quindici giorni- “charlas,
proyecciones cinematográficas, representaciones teatrales, etc.13”, dopo di
che, al termine della permanenza, veniva aperta una piccola biblioteca che
veniva lasciata in gestione ad un gruppo di persone del posto,
preferibilmente insegnanti, i quali di conseguenza avevano il compito di
espandere e favorire la lettura presso i loro studenti.
Questo di fatto, era uno dei servizi più importanti dal momento che
l’obiettivo fondamentale era far sì che in Spagna vi fosse un effettivo
sviluppo della lettura pubblica con conseguente sviluppo dell’interesse per
quest’ultima. Inoltre altro obiettivo delle “Misiones Pedagógicas”, era
rendere la cultura un diritto accessibile a tutti, motivo per il quale non
sarebbe più dovuto esistere nel territorio nazionale, un paese, una città o
semplicemente una piccola frazione, isolata a tal punto da non poter
disporre di libri. Questo in gran parte è stato il merito dell’organizzazione
delle “bibliotecas populares”.
Nel 1935 Maria Moliner non solo assiste al “II Congreso Internacional de
Bibliotecas y Bibliografía”, bensì presenta un “ponencia” intitolata
“Bibliotecas rurales y redes de bibliotecas en España” nella quale ribadisce
10
Da notare che l’assegnazione di una missione presso una data città, non era casuale. Di fatti
bisgnava presentare una domanda ufficiale nella quale riportare tutti i dati relativi alla geografia,
all’economia, alla distribuzione della popolazione, alla situazione scolastica e culturale in
generale, alle comunicazioni e agli itinerari possibili, in modo da poter fornire tutti gli elementi
necessari all’organizzazione della futura missione. È molto importante notare il livello di
organizzazione di questo Patronato, soprattutto in considerazione del fatto che stiamo parlando
degli anni ’30 del secolo scorso, quando non esistevano ancora internet, i computer e le
comunicazioni erano sporadiche e difficili.
11
Luis Orera Orera, “María Moliner. Sus aportaciones a la política bibliotecaria de la Segunda
República” in “Boletín de la Asociación Andaluza de Bibliotecarios”, n 62, Marzo 2001, art.cit., p
49.
12
L. O. O, art.cit., p 50.
13
L. O. O., art.cit., p 50.
- 10 -
l’importanza che le biblioteche potrebbero avere in Spagna nel processo di
sviluppo culturale; e citando Luis García Ejarque riportiamo quanto detto
dalla stessa Maria Moliner:
“la organización coordinada de todas las biblitecas públicas ha de tender a
conseguir que no exista en todo el territorio nacional, lugar, ni aún cama
aislada en el campo, que no pueda disponer de libros en cantidad
proporcionada a su importancia. Todavía más: como las necesidades
espirituales de un individuo no guardan necesariamente relación con el
número de habitantes del lugar de su residencia, y el contenido de una
biblioteca no es un género uniforme tal que, a menos consumidores. Baste
con menos cantidad de género, sino que su parquedad limita las
posibilidades de cada lector, hay que aspirar, como ideal, a una organización
tal que permita que cualquier lector, en cualquier lugar, pueda obtener
cualquier libro que le interese
14
”.
Questo personalmente credo sia uno dei punti più importanti, ovvero,
dichiarare pubblicamente il diritto alla cultura, rivendicare il fatto che il
luogo di nascita non possa e non debba fungere da ostacolo alla cultura, è
un elemento fondamentale. Il sapere, l’istruzione, sono gli strumenti che
danno l’accesso alla libertà; non essere istruiti quindi, è come non essere
padroni di se stessi.
Nel settembre del 1936, a guerra civile15 iniziata, Maria Moliner viene
chiamata dal rettore dell’Università di Valencia a dirigere la biblioteca
universitaria; posto al quale dovrà rinunciare di lì a poco in seguito alla
nomina di “Directora de la Oficina de Adquisición de Libros y Cambio
Internacional”. La nascita di tutte queste nuove biblioteche aumentava la
necessità di disporre di libri, necessità alla quale rispondeva questo nuovo
incarico svolto dalla Moliner, il quale prevedeva il compito di comprare i
libri per tutte le biblioteche spagnole:
“publicas, escolares, de colonias y de institutos para obreros, que por
primera vez, dan la oportunidad de estudiar a chicos y chicas de la clase
trabajadora
16
”.
14
Luis García Ejarque, “María Moliner, gestora de una politica bibliotecaria”, “B. Anabad”, n 1,
XXI, 1981, art.cit, p 38.
15
Ricordiamo che la “guerra civil” era iniziata infatti il 17 luglio del 1936.
16
Biblioteca Nacional de España, “Biblioteca en Guerra-parte V del documental Biblioteca en
guerra” in “La Biblioteca Naciona de España durante la guerra civil”,
http://www.youtube.com/watch?v=pUPaJXcyaQ8.
.
- 11 -
Alla nascita di tutte queste biblioteche e all’arrivo di tutti questi nuovi testi,
si poneva il problema della formazione dei bibliotecari. Di fatti, sempre in
quell’anno, come direttrice della “oficina” presenta in forma anonima un
manuale d’istruzione “para el servicio de pequeñas bibliotecas17”, nel quale
fornisce semplici consigli a “los bibliotecarios rurales” su come svolgere il
loro lavoro e soprattutto su come rapportarsi con il pubblico.
Nel prologo infatti, quest’ultimi vengono invitati ad assumere un
atteggiamento cortese e disponibile nei confronti del cliente, qualunque
fosse stato il suo ceto sociale d’appartenenza:
“en vuestro pueblo la gente no es más terrible que en otros pueblos de
España, ni que en otros pueblos del mundo. Probad a hablarles de cultura y
veréis cómo sus ojos se abren y sus cabezas se mueven en un gesto de
asentimiento, y cómo invariablemente responden: «eso, eso es los que nos
hace falta: cultura!»
18
”.
Del resto l’ignoranza è un punto debole nell’uomo, e questa debolezza può
essere messa in discussione solo attraverso la diffusione dei libri, spesso
custodi della verità, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o
società del mondo.
Dopo la presentazione del “plan”, Maria Moliner alla fine dell’aprile del
1937 fa convergere nel suo “Proyecto de bases de un Plan de organización
de Bibliotecas de Estado” quanto lei aveva in mente riguardo al sistema
bibliotecario della Spagna.
È bene sottolineare che questo “plan” si tratta di una “organización
piramidal” del sistema bibliotecario, il quale consisteva nell’organizzare la
distribuzione delle biblioteche – da quelle di maggiore a quelle di minore
importanza- in tutto il territorio spagnolo.
Osserviamo qui di seguito come si caratterizzava il “Proyecto” pensato da
Maria Moliner tratto dall’articolo di L.G. Ejarque19:
17
Maria Moliner considerava di fondamentale importanza la formazione dei bibliotecari che
dovevano ricoprire il ruolo di gestori di queste biblioteche fondate “por las Misiones”; per questo,
nel suo manuale la Moliner afferma che fondare una scuola atta alla formazione dei bibliotecari
fosse un passo altrettanto importante almeno quanto il primo. In ogni caso sarà ben evidenziare il
fatto che il suddeto “manual” non riferisce solo in merito della formazione dei bibliotecari; di fatti
questo consta di altri sette punti nei quali vengono elencati tutti gli accorgimenti utili alla gestione
delle biblioteche.
18
L. O. O., art.cit., p 50.
19
L. O. O., art.cit., p 50.
- 12 -
Attraverso “los órganos” vengono messe in relazione tutte le biblioteche
appartenenti al sistema:
- Sección de Bibliotecas del Consejo Central de Archiveros,
Bibliotecas y Tesoro Artístico: aveva la funzione di portare a termine
la politica bibliotecaria.
- Oficina de Adquisición de Libros y Cambio Internacional: era
incaricata di acquisire e distribuire i libri a tutte le biblioteche
pubbliche di Stato, mantenendo allo stesso tempo l’incarico di
importare libri e pubblicazioni straniere.
- Equipo de Catalogadores: aveva l’incarico di catalogare i fondi a
disposizione per le biblioteche.
- Depósito de Libros: era costituito dalle opere acquisite dalla “Oficina
de Adquisición de Libros” che non sono state ritenute necessarie da
deporle nel suo stesso deposito.
I cataloghi dei libri della “Oficina” sarebbero poi stati inviati presso tutte le
biblioteche al fine di far conoscere le collezioni disponibili e di facilitare il
prestito.
- Oficina de Catálogos General: aveva il compito di elaborare il
catalogo collettivo sia delle biblioteche pubbliche sia delle private
qualora avessero deciso di vincolarsi a questo tipo di sistema.
- Oficina de Información Bibliográfica: vincolata a “la Oficina de
Catálogo General”, aveva la funzione di rispondere alle consulte
sull’esistenza di determinate opere di carattere bibliografico nelle
biblioteche spagnole.
- Escuela Nacional de Bibliotecarios: serviva a completare la
formazione specifica dei futuri bibliotecari.
- Oficina de Información Biblioteconónomica: funziona in relazione
con la “Escuela Nacional de Bilbliotecarios”, il suo lavoro consiste
.
- 13 -
nel mettere a disposizione di qualsiasi bibliotecario le informazioni
tecniche che gli necessitano.
- Biblioteca Nacional o Tesoro bibliografico di stato: è depositaria
della collezione nazionale e lavora in stretto contatto con il
“Depósito Legal. Concepita come una biblioteca specializzata per le
ricerche, dispone al suo interno di: un “Instituto de las Artes del
Libro”, un “Museo Tipográfico” e di una sala adibita
permanentemente per le esposizioni bibliografiche.
- Oficina de Inspeccion y Propaganda: la sua funzione è quella di
effettuare nelle diverse biblioteche delle periodiche ispezioni atte al
controllo del lavoro e alla propaganda della lettura.
- Cuerpo General de Bibliotecarios: formato da funzionari ausiliari e
da funzionari facoltativi; il loro lavoro è regolato da un regolamento
dove vengono specificate le loro categorie di appartenenza e le loro
funzioni.
- Servicio Central de Disinfección: formato da laboratori e da
personale tecnico specializzato nella disinfestazione di archivi,
biblioteche, musei di Stato e non, a seconda delle necessità..
Per quanto riguarda invece le diverse biblioteche, queste invece venivano
distinte in una serie di gruppi.
I.Bibliotecas Generales.
Con questa denominazione, Maria Moliner si riferisce a quelle biblioteche
che oggi noi comunemente definiamo “publicas”. Sono biblioteche che a
seconda del tipo di interesse possono essere indicate o per il lettore di
cultura media, oppure per il lettore specializzato. Al suo interno in ogni
caso vi ritroviamole seguenti suddivisoni:
- Provinciales: queste biblioteche sono situate solitamente nei
capoluoghi di provincia, giocano un ruolo molto importante nel
campo della coordinazione con le restanti biblioteche generali.
- 14 -
Questo ruolo è caratterizzato da due importanti e distinte funzioni.
Nel “Plan” era previsto che queste biblioteche dovessero contare su
un deposito di libri atto a formare la quantità rinnovabile di testi da
inviare alle altre biblioteche della provincia. Allo stesso modo queste
biblioteche si sarebbero dovute occupare di tenere i contatti con le
scuole che si sarebbero incaricate della formazione dei bibliotecari
destinati alle biblioteche “comarcales y municipales”. Analogamente
era stato stabilito che si sarebbero fatte carico di impartire corsi di
formazione per gli alunni del “magisterio”; si sarebbero occupate
delle biblioteche scolastiche – o meglio si sarebbero occupate poi
delle biblioteche scolastiche qualora queste e quelle municipali
avessero formato un’unica biblioteca. Inoltre si sarebbero fatte carico
di organizzare l’attività del prestito con le biblioteche “comarcales y
municipales” e con le restanti biblioteche della nazione. Tutto questo
era possibile ovviamente solo tramite un efficiente sistema di
catalogazione che quest’ultime avevano a disposizione. Infine, erano
sempre le biblioteche provinciali le incaricate di organizzare le visite
di ispezione e orientamento del resto delle biblioteche della
provincia.
- Comarcales: in queste biblioteche i bibliotecari provenivano dalla
scuola provinciale ed erano funzionari di Stato. Come già visto,
queste ricevevano una serie di servizi da parte della biblioteca
provinciale che a loro volta fornivano un servizio di prestito di libri
propri alle biblioteche municipali.
- Municipales: riceve sostegno dalla biblioteca “comarcal” e dalla
provinciale.
- Rurales: si tratta di biblioteche che venivano fondate sulla base di
petizioni avviate dai consigli municipali. I bibliotecari impegnati in
questo tipo di attività potevano ricevere e meno una retribuzione da
parte della giunta del consiglio. Queste biblioteche, aperte sulla base
di un fondo iniziale di 100 volumi che sarebbe andato
incrementandosi col tempo, inoltre avrebbero usufruito degli stessi
- 15 -
servizi di prestito della provinciale, della municipale e della
“comarcal”.
- Estaciones: venivano fondate in quei paesi con meno di cento
abitanti e non avrebbero avuto a disposizione una propria collezione
fissa. Si sarebbero piuttosto servite dei lotti inviati dalla provinciale e
del servizio di prestito alle stesse condizioni della municipale.
- Corresponsales: erano state pensate per quelle popolazioni che non
costituivano nemmeno una frazione. A quel punto era il paese vicino
che si occupava di avanzare le richieste alla biblioteca più vicina o
alla provinciale, per le opere per le quali queste popolazioni
prestassero interesse.
II.Bibliotecas Escolares.
Le “Bibliotecas Escolares” sono biblioteche destinate alle scuole, per le
quali i maestri ricevono la formazione specifica dalla scuola provinciale
corrispondente. Anche queste biblioteche ricevono lotti rinnovabili di libri
messi a disposizione sempre dalla stessa biblioteca provinciale.
III.Bibliotecas Científicas.
Questo gruppo di biblioteche è rappresentato da20:
“grupos universitarias, las de instituto, las de escuela normales, las de escuelas
especiales y las de cualquier establecimiento docente o de investigación. Aunque
se especifica que de momento, se emezaría por incluir en este grupo, solamente
aquella que estaban atendidas por el Cuerpo Facultativo de Bibliotecarios,
aunque la tendencia en el futuro sería incluir todas quella que respondieran a estas
características”.
20Maria Moliner, “Bibliotecas rurales y redes de bibliotecas” in “Actas de del II Congreso
Internacional de Bibliotecas y Bibliografía”, 1935, Madrid.op.cit. p 180.
- 16 -
IV. Bibliotecas Históricas.
Salvo eccezioni, erano situate nei capoluoghi di provincia e le rispettive
collezioni erano costituite sostanzialmente tutte da testi storici.
V.Bibliotecas Administrativas.
Sono biblioteche relative agli organi d’amministrazione, come per il caso
delle biblioteche scientifiche, la loro incorporazione al sistema è avvenuta
lentamente.
VI.Bibliotecas Especiales.
Fanno parte di questo gruppo di biblioteche le biblioteche di quartiere, degli
ospedale e dei carceri.
VII.Bibliotecas particulares.
Potrebbero entrare a far parte del sistema mediante convenzioni o contratti.
Presentato il piano, si pone una questione, ovvero: la costruzione di un
sistema bibliotecario così organizzato su tutto il territorio, lo possiamo
definire come la conseguenza diretta dell’opera delle “Misiones
Pedagógicas” oppure come la conseguenza del pensiero riunito di tutti i
bibliotecari, spinti dalla preoccupazione di far arrivare la lettura ovunque?
Al riguardo non abbiamo una risposta certa, ma possiamo avanzare delle
ipotesi, vale a dire, quanto messo in opera dalle missioni ha funzionato da
grande input dal punto di vista dell’espansione, la quale probabilmente non
sarebbe avvenuta se non avesse avuto un organo così ben organizzato e
finanziato alle spalle. Allo stesso tempo però, non bisogna sottovalutare
l’impegno messo a completa disposizione delle missioni da parte dei
bibliotecari. Ciò che intendiamo dire è che, probabilmente il merito di
quanto creato non vada ricondotto necessariamente né all’una né all’altra
- 17 -
frangia, bensì potrebbe essere considerato come la perfetta collaborazione
tra chi organizza e chi mette in campo le idee.
Per quanto riguarda invece la diffusione del “Plan” nello specifico , una
volta presentato al “Consejo Central de Archivo, Bibliotecarios y Tesoro
Artístico”, non venne pubblicato nell’immediato, bensì quasi due anni dopo
nel 1939, ma nonostante ciò viene messo in pratica da subito. Solo tra il
marzo 1937 e l’aprile del 1938 l’ “Oficina de Adquisición de Libros y
Cambio Internacional” investe circa 6.947.000 pesetas in libri,
acquisendone circa 433.000 volumi e fondando circa 188 biblioteche.
Ma purtroppo la politica delle missioni ha vita breve e viene interrotta dalla
caduta della Repubblica e dalla conseguente vittoria del fronte nazionalista.
Una volta terminata la guerra (1 aprile 1939) e proclamata la vittoria delle
truppe nazionaliste guidate dal generale Francisco Franco, il governo
“franquista” non operò alcun tentativo conciliativo con l’opposizione,
optando di conseguenza per una politica epurativa. Molti tra intellettuali e
collaboratori che avevano contribuito alla politica repubblicana fuggono in
esilio, altri vengono arrestati e altri ancora vengono “depurados”. E questa è
anche la storia di Maria Moliner e di suo marito Fernando. Fernando viene
sollevato dal suo impiego presso l’Università di Valencia21, trasferito nel
1944 all’Università di Murcia, vi rimarrà fino al 1946, per essere poi
spostato a Salamanca dove verrà definitivamente riabilitato alla professione
di insegnante e dove vi rimarrà fino al pensionamento, avvenuto nel 1962.
Maria Moliner non poteva più svolgere il suo ruolo di bibliotecaria. La
nostra lessicografa di fatto:
“es depurada y sufre la perdida de 18 puestos en el escalofón del Cuerpo
Facultativo de Archiveros, Bibliotecarios y Arqueólogos22”
che recupererà agli inizi degli anni ’50 (probabilmente nel ‘52) grazie ad un
decreto ministeriale che prevedeva il riassorbimento graduale di tutti coloro
21
Come sempre, dato il materiale a nostra disposizione, ci avvaliamo delle importantissime notizie
rilevate da quanto rilasciato dal figlio Fernando: “A mi padre lo expulsaron de la cátedra, lo
trasladaron después a Murcia (1944-1946) ylo rehabilitaron en Salamanca a partir de 1946 (...)”R.
S., art. cit. p 13.
22
L. O. O., art.cit., p 61.