Riassunto
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RIASSUNTO
Riassunto
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Lo scopo di questo studio è stato quello di verificare gli effetti dell’acido retinoico (RA)
sullo sviluppo e l’organizzazione della sistema nervoso di planule di due specie di idroidi,
Clava multicornis ed Eudendrium racemosum. Gli idroidi (Phylum Cnidaria) sono tra i
primi metazoi in cui si riconosce un sistema nervoso. C. multicornis ed E. racemosum sono
due idroidi coloniali, caratterizzati da un ciclo vitale in cui è assente la fase di medusa: dai
gonozoidi maschili vengono liberati gli spermi che fecondano le uova sulla colonia madre,
ove si completerà lo sviluppo embrionale e schiuderà una larva planula. Questa per un
breve periodo rimane libera nell’acqua alla ricerca di un adeguato substrato per fissarsi e
metamorfosare in un polipo. Sul sistema nervoso della planula esistono pochi lavori e gli
studi più approfonditi riguardano gli animali adulti.
E’ noto che nelle planule delle due specie di interesse gli elementi del sistema nervoso
sono: una rete nervosa diffusa, cellule sensoriali e ganglioniche. Sia le fibre della rete
nervosa sia i neuroni sono particolarmente numerosi al polo anteriore della planula.
Gli effetti dell’acido retinoico sullo sviluppo embrionale sono ben noti nei cordati dove
alterano il differenziamento del sistema nervoso lungo l’asse antero-posteriore con la
troncatura delle strutture più anteriori. Pochissimi studi sono stati fatti sugli invertebrati e
nessuno sugli Cnidari. Le colonie fertili di entrambe le specie di idroidi sono state trattate
con RA alla concentrazione di 10-7M. Inoltre in C. multicornis, si è effettuato un
trattamento alla stessa concentrazione anche di embrioni a due diversi stadi. In entrambi gli
esperimenti le planule raccolte sono state marcate con il metodo dell’immunofluorescenza
doppia, con anticorpi anti-tubulina acetilata, un marcatore del sistema nervoso, e anti-
RFamide, un neuropeptide molto comune negli cnidari.
In larve di Clava multicornis trattate, la rete nervosa risulta disorganizzata, il numero delle
cellule positive a RFamide è inferiore e la loro disposizione appare diversa rispetto al
controllo. In E. racemosum,RA provoca una disorganizzazione ed una diminuzione delle
fibre della rete nervosa, marcate sia con tubulina acetilata sia con RFamide.
Abbiamo osservato che il fenotipo indotto da RA nelle planule raccolte dal trattamento
delle colonie è molto variabile: la rete nervosa può essere quasi assente o presente ma è
sempre disorganizzata. Questa variabilità dipende dal diverso stadio di sviluppo a cui i vari
embrioni presenti sulla colonia madre sono stati trattati. Nel trattamento dei due stadi
embrionali di C. multicornis, i fenotipi indotti da RA sono più simili in tutti i campioni.
In questo studio si è potuto confermare che anche in metazoi basali come gli idrozoi, l’RA
agisce sul differenziamento del sistema nervoso, in particolare non permettendo la corretta
formazione delle strutture più anteriori della planula.
1 Introduzione
INTRODUZIONE
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1. CNIDARI
Gli organismi che appartengono al Phylum Cnidaria esistono in forma di polipi, solitari o
coloniali, o di medusa. Agli Cnidari appartengono le gorgonie, le idre dulcicole, gli
anemoni di mare, le madrepore , i coralli , gli idroidi e le meduse. Possono essere sia
organismi coloniali che solitari. All’interno di questo phylum c’è un’elevata
diversificazione la quale raggiunge il suo massimo nelle scogliere coralline. Gli cnidari
sono inoltre diffusi e comuni in tutti i mari poco profondi, dove vivono adesi a fondi duri,
si rifugiano all’interno dei sedimenti o vagano, trascinati dalle correnti, nel plancton. Delle
10.000 specie note, solo 20 popolano le acque dolci, le specie rimanenti sono marine. Il
polipo degli cnidari ha un corpo sacciforme formato da una cavità, il celenteron, che si
estende lungo l’asse principale dell’animale e si apre all’esterno ad un’estremità del corpo
formando una bocca. All’estremità opposta corrisponde il polo aborale, ovvero la parte
basale dell’animale che aderisce al substrato. Il celenteron è un compartimento
plurifunzionale, implicato nella digestione extracellulare, circolazione, escrezione,
riproduzione e supporto scheletrico idrostatico. Può essere costituito da una cavità
semplice e tubulare, oppure da una cavità la cui parete gastrodermica si solleva in pliche
che la suddividono, in numero di quattro o in numero maggiore. A seconda del tipo di
celenteron si distinguono gli Idrozoi che hanno la cavità non settata, dagli Antozoi,
Scifozoi e Cubozoi, che hanno la cavità settata e dotata di pliche. Gli Antozoi hanno polipi
grandi, con molti tentacoli e l’area del gastroderma è aumentata dalla presenza di setti. Il
numero dei setti varia a seconda delle dimensioni del polipo: polipi di grandi dimensioni
hanno molti setti, polipi piccoli ne hanno pochi. Il numero e la disposizione dei setti
costituiscono un’importante caratteristica, usata nella classificazione degli antozoi. Gli
scifozoi hanno polipi di dimensioni intermedie con meno tentacoli rispetto agli antozoi e
non più di quattro setti gastrodermici. Gli idroidi sono organismi piccoli con meno
tentacoli rispetto alle altre classi, e i setti gastrodermici sono assenti, anche se i grandi
idrozoi possono avere due setti o altri adattamenti per aumentare l’area del gastroderma.
Gli cnidari vengono chiamati diblastici perché sono costituiti da due foglietti embrionali,
ectoderma ed endoderma o gastroderma, da cui deriveranno gli epiteli degli adulti
(l’ectoderma è posizionato verso l’esterno, mentre l’endoderma è all’interno). Fra i due
tessuti c’è una lamina acellulare detta mesoglea.
Una caratteristica unica e distintiva degli cnidari è lo cnidocita. All’interno di questa
cellula specializzata è alloggiato un organello, detto cnido, costituito da una capsula
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membranosa piena di liquido, che contiene un lungo filamento formato da una
invaginazione tubulare della parete della
capsula. Ad una estremità dello cnidocita , sulla parete esterna c’è un ciglio sensoriale detto
cnidociglio, che sporge dalla superficie. Esso è un meccanocettore, cioè sensibile a
stimolazioni di tipo tattile. Negli scifozoi e negli idrozoi lo cnidociglio è immobile e rigido,
negli antozoi è mobile ed è chiamato cono ciliare. Per far sì che il tubo all’interno dello
cnidocita venga scaricato non è sufficiente il contatto con la struttura estranea, c’è bisogno
anche di un riconoscimento chimico. Questo è dimostrato dal fatto che gli cnidociti non
scaricano quando i tentacoli del polipo urtano fra di loro. Quando lo cnidocita riceve uno
stimolo appropriato, si estroflette di colpo verso l’esterno. In base al tipo di cnido, il tubo
estroflesso può pungere o paralizzare la preda, infliggendosi nel tegumento e liberando
tossine. Gli cnidociti sono diffusi, in genere, in tutto l’epiderma e sono anche presenti in
gran quantità sui tentacoli e sulle strutture impiegate per la difesa o per la cattura di prede o
in prossimità della bocca. Il tipo più importante di cnido è la nematociste, che si trova in
tutti gli cnidari , mentre le spirocisti e le pticocisti sono presenti soltanto negli antozoi.
Gli cnidari si possono riprodurre sia per via sessuata sia per gemmazione a partire dal
polipo, da cui si possono formare nuovi polipi o meduse.
Il phylum degli Cnidari viene diviso in 4 classi:
ξ Idrozoi
ξ Antozoi
ξ Scifozoi
ξ Cubozoi
Idrozoi e scifozoi possono essere accomunati nel taxon Medusozoa, chiamati così perché
nel ciclo vitale è compresa una fase di medusa.
Gli antozoi sono organismi esclusivamente marini, con specie sia solitarie che coloniali.
Gli antozoi sono rappresentati solamente da polipi, manca lo stadio di medusa. Il polipo
pertanto è responsabile sia della riproduzione sessuale sia di quella asessuale. I gameti si
originano dall’endoderma, sono liberati nel celenteron e dispersi attraverso la bocca. La
fecondazione è generalmente esterna, lo zigote si sviluppa in una larva detta planula, che
molte volte è provvista di ciglia sensoriali sviluppate all’estremità orale. La metamorfosi
della planula inizia già prima di fissarsi al substrato con la morfogenesi precoce dei
tentacoli. I principali metodi di riproduzione asessuale del polipo sono la scissione,
frammentazione e gemmazione. ( Questa classe possiede tutti i tre tipi di cnidi:
nematocisti, spirocisti e pticocisti).
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Gli scifozoi e cubozoi sono organismi esclusivamente marini: possiedono la fase di polipo,
solitario o coloniale, e la fase di medusa che in questi animali è la forma dominante. Nei
scifozoi la medusa si differenzia dalle altre due classi per la mancanza del velo, la
morfologia della medusa è simile a quella degli idrozoi ma non presenta il velo, si
riproduce sessualmente liberando i gameti nell’acqua, dallo zigote si forma la planula da
cui si origina un polipo. Il polipo si riproduce in modo caratteristico: attraverso scissioni
trasversali della estremità orale del polipo vengono staccate delle giovani meduse, dette
efire. Questa tecnica di riproduzione asessuale si chiama strobilazione. Le efire sono
meduse immature, avranno bisogno di tempo per raggiungere la maturità sessuale, mentre
il polipo dopo il periodo di riproduzione può riprendere la vita di polipo fino all’anno
successivo.
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2. IDROIDI
2.1 Caratteristiche generali
La classe Hydrozoa contiene circa 2700 specie, ma a causa delle loro piccole dimensioni e
dell’aspetto arborescente la loro esistenza sfugge a moltissime persone. I membri di questa
classe hanno in comune tre caratteristiche:
- la mesoglea non è cellularizzata;
- il gastroderma è privo di cnidociti;
- le gonadi sono ectodermiche oppure, se sono gastrodermali, le uova e gli spermi
sono liberati direttamente all’esterno e non nella cavità gastrovascolare.
In generale negli idrozoi può esistere la forma di polipo, sessile, e di medusa, planctonica.
Il polipo di una colonia è tubolare o cilindrico con l’estremità orale, diretta verso l’alto, e
l’estremità opposta o aborale, aderente al substrato. I polipi degli idroidi sono costituiti
dall'idrante, l'estremità orale, che porta la bocca e i tentacoli, dall’idrocaule, la colonna del
polipo, e dall’idroriza, stolone che cresce sul substrato alla base della colonia e la fissa al
substrato. I polipi sono avvolti da un rivestimento di sostegno, secreto dall'epiderma che
prende il nome di perisarco. Esso è composto da uno strato esterno rigido di polisaccaridi,
come chitina, e uno strato interno di proteine. Il perisarco ricopre l'idrocaule e l’idroriza e
in alcuni idroidi, detti tecati, ricopre anche l’idrante. La teca viene usata dagli idranti per
ritirarsi al suo interno cercando protezione. Gli idroidi atecati non possiedono la teca.
La maggior parte delle specie di idrozoi con uno stadio di polipo nel ciclo vitale è
coloniale; le colonie sono costituite sia da polipozoidi che da medusozoidi (Fig. 1).
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