4
Capitolo I
Negli ultimi anni il popolo curdo è tornato a far parlare di sé ed occupare le agende
politiche di governi dell’area Mediorientale e attori internazionali, legando il suo nome
alle guerre in Iraq sotto Saddam Hussein ed alla lotta allo Stato Islamico nell’area
Siria-Iraq-Turchia, ma cos’è il Kurdistan? Chi sono i curdi?
Con il termine Kurdistan intendiamo un’area di circa 450.000
1
km² abitata da persone
di etnia curda, che si estende sull’arco montuoso formato dai monti Tauro e Zagros e
si allunga dalle coste orientali del Mediterraneo al Golfo di Basra. Come in molte
lingue asiatiche, stan in curdo significa ‘paese, nazione’, quindi Kurdistan significa
nazione dei curdi.
Il popolo curdo conta una popolazione tra i trenta e i trentacinque milioni di persone
2
ed è la più grande nazione senza uno Stato territoriale proprio, le cui aspirazioni
indipendentiste sono sempre state sistematicamente disattese. È però difficile poter
quantificare con esattezza i curdi, poiché i censimenti non sono attendibili: essi non
comprendono le tribù nomadi e seminomadi e tendono ad assimilare la popolazione
curda sedentaria all’etnia dominante. Di conseguenza, quelle delle autorità statali sono
sottostime, mentre i gruppi nazionalisti curdi tendono a sovrastimare tale cifra.
3
La regione abitata dal popolo curdo è oggi divisa tra Turchia, Siria, Iraq ed Iran.
L’area più rilevante è quella del Kurdistan settentrionale, che occupa il 30% del
territorio turco e ne comprende 18 delle 67 province (Adıyaman, Ağrı,
Bingöl, Bitlis, Diyarbakır, Elazığ, Erzincan, Erzurum, Gaziantep,
Hakkari, Kars, Malatya, Mardin, Muş, Siirt, Tunceli, Urfa, Van). Il Kurdistan
orientale si estende su 4 delle 24 province iraniane, mentre quello meridionale
comprende 4 delle 18 province irachene. Nel Kurdistan sud-occidentale è conglobato
il Kurdistan siriano, che si tende a considerare come un’espansione del Kurdistan
turco, a cui i curdi siriani fanno riferimento per affinità linguistiche e culturali.
4
1
Kurdos, Manuel Martorell, Catarata, 2016, p. 139
2
Kurdistan, la nazione invisibile a cura di Stefano M. Torelli, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori,
2016, p.30
3
Storia dei Curdi, Mirella Galletti, 2004, Jouvence, p. 22
4
Storia dei Curdi, Mirella Galletti, 2004, Jouvence, p. 19
5
Oggi, pertanto, più che di un solo Kurdistan è bene parlare di diversi Kurdistan, con
agende diverse e, a volte, in conflitto tra loro.
Un aspetto importante di tale regione è quello economico: il Kurdistan è ricco di risorse
naturali quali fosfati, lignite, rame, ferro, cromo ed è una tra le regioni dotate di
maggior autosufficienza, data la presenza di acqua e petrolio oltre che del clima che
garantisce un’abbondante produzione agricola e l’esercizio di quella che ancora oggi
è l’attività per eccellenza della regione: la pastorizia, elemento centrale della vita dei
curdi. La presenza di petrolio, acqua ed altre risorse rende il Kurdistan una regione
potenzialmente ricca, ma le risorse non vengono sfruttate in loco, bensì dai governi
centrali, rendendo il Kurdistan una regione estremamente povera
5
e condannando la
regione alla storia recente di conflitti e tensione.
Prima di addentrarmi nello specifico nel rapporto tra il popolo turco ed il popolo curdo
in Turchia, dove i 20 milioni di curdi rappresentano circa il 28% della popolazione, si
mostra imprescindibile un’analisi della storia antica del popolo curdo nel suo insieme,
per meglio comprendere le odierne dinamiche e la situazione attuale della realtà curda.
Cenni di storia antica
Quello che oggi chiamiamo Kurdistan risulta abitato sin dai tempi più remoti: la
Mezzaluna fertile è stata la culla di un’incredibile accelerazione culturale tra
paleolitico e neolitico. Storicamente vi sono due tesi circa l’origine curda: secondo
alcuni, il popolo appartiene ad un gruppo etnico iranico e si sarebbe spostato, nel VII
sec. a.C., dal lago di Urmia verso la regione del Bothan. Altri sostengono invece il
carattere autoctono dei curdi e la loro vicinanza ad altri popoli asiatici quali caldei,
georgiani ed armeni.
6
La tradizione curda lega le proprie origini ad un mito fondativo che narra eventi fatti
risalire al 612 a.C., anno della caduta della città assira di Ninive per mano dei Medi, i
più autentici antenati dei curdi, guidati dal loro leader Kawa, il cui nome è
5
ivi. 27-29
6
ivi, p. 65
6
diffusamente utilizzato dai curdi per i loro figli oltre che per associazioni e partiti
politici.
7
Quella del popolo curdo è però una storia dall’origine incerta, a causa della scarsezza
del materiale scritto giunto fino a noi. È una storia di guerre, conquiste, mescolanze di
civiltà. Attestato che i Medi possano essere considerati gli autentici antenati dei curdi,
Senofonte parla nella sua Anabasi del popolo dei Carduchi, montanari bellicosi che
non ubbidivano al re persiano.
8
Tali Carduchi attaccarono Senofonte nel 401 a.C. applicando la tecnica della
guerriglia, ancora oggi usata dai curdi e vengono identificati con i curdi per motivi di
onomastica e geografia. Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, parla dei popoli un
tempo detti Carduchi, ma oggi Cordueni
9
, da cui sarebbe derivato il termine Gordiene
con cui viene poi identificata quella regione dell’odierna Turchia orientale nei pressi
del lago di Van, un tempo a cavallo tra Armenia e Persia, a cui gli storici attribuiscono
le origini del popolo curdo.
10
Le prime informazioni dettagliate circa la storia curda risalgono al 637, anno della
conquista araba, grazie agli storici musulmani. I curdi si sarebbero assimilati ai
musulmani, convertendosi all’Islam. Prima dell’Islam, la religione più diffusa era lo
Zoroastrismo, ma erano presenti anche le religioni monoteiste, cristianesimo ed
ebraismo.
Dal X secolo in poi, sul territorio curdo si sono susseguite alcune dinastie che hanno
governato l’odierno Kurdistan in maniera più o meno autonoma, tra cui i Shaddadidi
(951-1088) in Transcaucasia, area corrispondente agli odierni Georgia, Armenia e
Azerbaigian e gli Hassanwayhidi (941-1014) in Khuzistan, Hamadan e Kermanshah,
nell’odierno Iran. Su tutte spicca la dinastia degli Ayyubidi di Salah al-Din, noto anche
in Occidente con il nome di Saladino per le sue gesta eroiche durante le crociate.
7
Kurdos, Manuel Martorell, Catarata, 2016, p.25
8
Anabasi, Senofonte, libro V, IV 400 a.C. ca.
9
Naturalis Historia, Plinio il vecchio, 77-78 d.C. ca.
10
Kurdistan, la nazione invisibile, M. Torelli, 2016, Piccola Biblioteca Mondadori, p.31
7
L’Islam assorbì la nazionalità curda impedendone la presa di coscienza e creando
sintesi culturali che non soffocavano però le singole specificità dei gruppi etnici.
11
Dal XVI secolo ai Trattati di Sèvres e Losanna
Il XVI secolo rese i curdi consapevoli della loro importanza politica e strategica,
quando il loro territorio divenne l’arena di lotte tra sultani ottomani e scià di Persia.
Con la vittoria a Cialdiran, nel 1514, del sultano Selim I sullo scià di Persia, la maggior
parte dei capi curdi passò dalla parte degli ottomani: si noti che i curdi, trovandosi
obbligati a scegliere tra i due imperi, optarono in maggioranza per quello ottomano,
sunnita, per vicinanza religiosa.
Questa è l’epoca d’oro del Kurdistan: il sistema feudale dell’impero ottomano e la
lontananza dal potere centrale permettono notevole autonomia ai cinque principati
curdi dell’impero, luoghi di fiorente vivacità culturale.
12
La forte frammentazione interna e l’isolamento impedirono l’attuazione dell’unità
politica già allora, poiché le varie popolazioni curde non di piegano mai l’una
all’altra.
13
Nel XIX secolo, con la politica ottomana di centralizzazione, aumenta il peso
dell’autorità turca sui curdi ed ha inizio un periodo di rivolte (1805-1812; 1818) volte
a mantenere l’indipendenza curda: i curdi approfittano di ogni momento di debolezza
dell’impero per cercare di liberarsi dal suo controllo. Risale al 1826 la prima
dichiarazione d’indipendenza, proclamata da Muhammad Pascià che occupò Mosul,
Mardin e Giazirah Ibn Omar prima che la rivolta fosse repressa dal potere centrale nel
1835. Nel 1842 Bedir Khan, principe di Giazirah, portò avanti una nuova rivolta
repressa nel 1847. Tra il 1853 e il 1856 vi fu una delle più importanti rivolte curde,
guidata da Yazdansher, che ebbe una forte influenza sulle successive fasi della lotta
del popolo curdo. L’ultima grande insurrezione, quella del 1880 guidata da Shaikh
Ubaydullah, per prima si concentrò sul problema dell’unificazione del popolo curdo,
11
Storia dei Curdi, Mirella Galletti, 2004, Jouvence, p.70
12
Storia dei Curdi, Mirella Galletti, 2004, Jouvence, p.71
13
Sharafnmana, Sharaf Khan, 1, 86, 1596
8
ma anch’essa fu repressa dall’unione delle forze ottomane e persiane. Alla fine del
secolo, tutti i principati curdi indipendenti erano scomparsi.
14
Il popolo curdo resterà sotto il controllo dell’Impero Ottomano fino al collasso di
quest’ultimo in seguito alla Prima Guerra Mondiale in cui, alleato agli Imperi Centrali,
subisce una pesante sconfitta che porta alla sua disgregazione.
Va sottolineato che il sentimento nazionalista curdo vede la nascita in questo periodo
a cavallo della Prima Guerra Mondiale, periodo in cui, per le potenze europee, i curdi
rappresentano un potente attore di opposizione all’Impero ottomano. Il movimento
nazionale curdo si inserisce nel quadro dei movimenti nazionali sviluppatisi negli
imperi multinazionali a fine XIX secolo.
In quest’epoca, l’obiettivo curdo non è l’indipendenza, ma il riconoscimento dei propri
diritti nell’ambito dell’impero ottomano.
Nei primi anni del nuovo secolo, intellettuali curdi iniziano a promuovere le loro idee
attraverso associazioni curde e la pubblicazione di periodici, ma tali attività vengono
interrotte con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che vede i curdi impegnati
nell’esercito ottomano e il Medio Oriente come teatro degli scontri tra potenze
occidentali.
Si noti che durante la guerra i curdi furono sottoposti a una massiccia deportazione a
fini di assimilazione verso le province turche, fatto passato solitamente sotto silenzio.
15
Un documento segreto ratificato da Francia e Gran Bretagna nel 1916, l’accordo
Sykes-Picot
16
volto a spartire l’Asia Minore in due zone d’influenza, una britannica
(Mesopotamia, Palestina e Giordania) e una francese (Siria e Libano), porta alla firma
del Trattato di Sevrès del 10 agosto 1920, uno dei trattati minori ratificati in seguito
alla Prima Guerra Mondiale, tra le potenze dell’Intesa e l’Impero Ottomano.
14
Storia dei Curdi, Mirella Galletti, 2004, Jouvence, pp. 81-83
15
Storia dei Curdi, Mirella Galletti, 2004, Jouvence, p.95
16
The Sykes-Picot Agreement, 1916 http://avalon.law.yale.edu/20th_century/sykes.asp