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«La mafia teme la scuola più della giustizia,
l'istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa».
Antonino Caponnetto
Introduzione
«Nessuno potrà fermare mai la convinzione che la giustizia no, non è solo
un’illusione», la frase della canzone “Pensa” vincitrice di Sanremo 2007 sezione
giovani, scritta e interpretata dal cantautore romano Fabrizio Moro, mi ha portato
ad approcciarmi per la prima volta con l’argomento della legalità. Una canzone
scritta contro la mafia, che sin da subito ha suscitato in me un interesse
particolare, facendomi avvicinare al tema della legalità. Per questo motivo ho
deciso di finire il mio percorso di studi proprio con questo argomento.
Educare alla legalità molto spesso sembra un’utopia, ma in realtà serve per cercare
di dare degli strumenti ai ragazzi e alle future classi dirigenti, per creare una
società migliore e meno corrotta. Per questo in un paese dove vi è molta
corruzione (basterebbe aprire un giornale qualsiasi per rendersene conto) è il
motivo per cui i progetti di educazione alla legalità dovrebbero far conoscere alle
nuove generazioni ciò che realmente è la legalità, cercando di far in modo che essi
possano interiorizzare le regole, di farle proprie. Una volta effettuato questo,
rispettare le regole diventa semplicissimo, condividere il pensiero che c’è dietro
una legge ti aiuta a non infrangerla, perché sono dei valori di vita. Per questo
esistono progetti di educazione alla legalità, perché i ragazzi spesso sono
influenzati dai modelli negativi che derivano dalla società, dalla televisione, dai
film. Troppo spesso ci si trova a dover combattere con genitori, con forme
aggregative che in alcune zone di provenienza e aree geografiche di appartenenza,
possono ostacolare un percorso di legalità, ma non per questo la scuola, o le
istituzioni debbano smettere di favorire progetti sulla legalità, parlarne con i
ragazzi, confrontandosi con essi su questi argomenti. Solo combattendo contro
l’illegalità con tutta la forza possibile, facendo schierare contro di essa le nuove
generazioni, si può creare una società diversa, dove l’emarginato non è più il
diverso, ma colui che compie atti illegali. La scuola ha a disposizione il miglior
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materiale del mondo per costruire le teste dei ragazzi, perché se non si cambia la
mentalità non si può far progredire la società.
La modalità didattica del teatro scelta come forma per educare alla legalità è un
modo creativo per condurre i ragazzi verso un percorso. Il teatro offre molti spunti
di riflessione per cambiare il punto di vista delle cose, molto spesso si indossano
le vesti di personaggi che non rappresentano se stessi, ma nel teatro c’è la capacità
di poter vivere tanto io, di essere tanti me, di sviluppare tanti pensieri. Mettersi nei
panni degli altri significa cambiare punto di vista, modo di vedere, quindi è aprirsi
incondizionatamente all’altro, percependolo non più come nemico, ma come un
fratello con il quale condividere tante emozioni. Rappresentare una scena diventa
calzare nuovi vestiti, e nuove emozioni. Il teatro non è solo impararsi delle battute
a memoria e recitarle su un palco scenico, è lavorare introspettivamente sulla
persona cercando di apportare più benefici possibili. Quindi diventa uno
strumento per contrastare situazioni di disagio nei giovani e negli adulti, aiuta a
prevenire situazioni di disagio, ma soprattutto diventa una valida terapia per
malattie quali la depressione e l’ansia. Il teatro è come una valvola di sfogo che
aiuta il ragazzo, l’adulto, a sfogarsi, ad affrontare al meglio la paura, a divertirsi
ma anche a riflettere su se stesso e sugli altri. Il teatro, la musica, l’arte in
generale, può essere un ottimo modo per combattere fenomeni illegali, quali la
mafia, lo spaccio di droga, ecc., cercando di dare strumenti nuovi per combattere
tali fenomeni, dare un modo nuovo per affrontare la vita, senza dover ricorrere
all’illegalità, dovrebbe essere un metodo per prevenire tutto ciò, soprattutto
operando in luoghi con un’alta intensità di penetrazione dell’illegalità. La scuola
deve aiutare i giovani ad avere strumenti necessari per non essere attratti dagli atti
illegali, con il quale con tanti rischi riesci a guadagnare tantissimi soldi, tutto ciò
può essere allettante per i ragazzi, ma le istituzioni, la scuola, deve porre un muro
tra le nuove generazioni e i fenomeni illegali. I ragazzi devono essere pronti a
combattere, non rimanendo più muti davanti alle ingiustizie, non pagando il pizzo,
non restando fermi davanti alla violenza, cercando ogni giorno di cambiare le
cose.
“La giustizia no, non è solo un’illusione” deve diventare uno stile di vita per i
ragazzi, che coinvolga tutta la società, pronta sempre al cambiamento, che porterà
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ad una nuova cultura senza fenomeni illegali, dove i giovani saranno portatori di
legalità.
«La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha
un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può
vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa
battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni».
Giovanni Falcone
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Capitolo 1: L’educazione alla legalità.
1.1 Significato del termine legalità.
Se prendessimo un qualsiasi dizionario della lingua italiana il termine legalità è
risolto in un trafiletto. Nel dizionario della lingua italiana: “De Mauro” il termine
legalità viene spiegato in questo modo: «l’essere legale, conforme alla legge»
1
poi espone qualche esempio di frase ma nulla di più. Se invece si esamina il
termine legale, sul dizionario della lingua italiana “De Mauro” si legge: «che
concerne la legge/permesso, consentito dalla legge/ avvocato o procuratore/
giuridico/ lecito; legittimo»
2
. Quindi il termine legalità, secondo il dizionario
italiano, è un termine strettamente legalo alla legge. Ma se si cambia punto di
vista, il termine legalità secondo un documento della CEI del 1991 (Conferenza
episcopale italiana): «la legalità è un'esigenza fondamentale della vita sociale per
promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene
comune»
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, quindi non solo un mero rispetto delle leggi, ma “un’esigenza
fondamentale” per vivere in una società, rispettandone non solo le regole ma ogni
persona. La legalità diventa quindi un modo di vivere, stando alla definizione
della CEI, e bisogna interpretare questa parola non solo in termini giuridici ma
anche culturali. La legalità, ciò che è legale e ciò che non lo è, varia in base alla
cultura di appartenenza. L’Unione Europea, per esempio, sancisce nella
Convenzione europea diritti dell’uomo, nell’articolo 2, comma1: «Il diritto alla
vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente
privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da
un tribunale, nel caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena»; comma
2: «La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il
risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: (a)per garantire
la difesa di ogni persona contro la violenza illegale; (b)per eseguire un arresto
regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; (c)per
reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione».
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Gli
USA sono l’unico paese occidentale che prevede ancora la pena di morte, non tutti
1
De Mauro T. (2004), Il dizionario di italiano. Torino: Paravia
2
Ibidem
3
Cei,(1991) citato dall’associazione Libera, “Legalità significa responsabilità”, libera contro le
mafie http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4883
4
Corte Europea dei diritti dell’uomo (1998), Convenzione europea diritti dell’uomo. Strasburgo:
Council of Europe
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gli stati americani però la applicano, essendo una nazione federale ogni stato può
decidere, con leggi apposite se avere all’interno dei codici la pena di morte o no. I
crimini punibili con la pena capitale a livello federale sono attualmente: alto
tradimento; omicidio plurimo; omicidio aggravato; spionaggio, omicidio di agenti
federali, omicidio compiuto in alcuni luoghi definiti sociali, come i parchi
nazionali; atti o favoreggiamento di terrorismo ecc. In alcuni particolari stati la
pena di morte è applicabile anche per reati come l'omicidio premeditato, il traffico
di droga, l'omicidio a seguito di stupro o tortura della vittima, l'omicidio di
minorenni ecc. Nei paesi arabi, per esempio esiste la Shariʿah (legge), che
«consentirebbe la pena di morte in quattro casi: omicidio ingiusto di un
musulmano, adulterio (sia per l'uomo che per la donna), bestemmia contro Allah
(da parte di persone di qualunque fede) e apostasia (ridda).»
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Tutte le altre
sentenze di morte, quali ad esempio le condanne capitali per omosessualità, non
sono previste dalla Shariʿah, ma vengono applicate a discrezione dei governanti
delle nazioni. Ponendo questi esempi di leggi, visto che legalità significa
conforme alla legge, si dimostra che la legalità, la sua percezione da parte della
popolazione, è assolutamente soggettiva, varia da nazione a nazione, varia da
cultura a cultura, e varia, quindi, al variare dell’educazione ricevuta.
5
Wikipedia (2015) “Shari'a”, Wikipedia. http://it.wikipedia.org/wiki/Shari%27a
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1.2 Che cos’è l’educazione alla legalità.
I ragazzi di qualsiasi età, per conoscere le regole e le leggi della società, hanno
bisogno dell’educazione, che viene data non solo dalla scuola, ma anche, e
soprattutto, dall’esempio delle famiglie. L’educazione informale è quasi più
importante di quella formale, perché i ragazzi quotidianamente sono sottoposti a
stimoli provenienti dalla famiglia, dai pari, dagli adulti in generale, che con le loro
azioni, parole, ecc. riescono a influenzare la vita, i pensieri, la personalità
dell’uomo che si sta formando. L’educazione formale, invece, è quella che si
svolge nei luoghi preposti per la formazione, come, per esempio, le scuole di ogni
ordine e grado, per questo motivo i ragazzi non vedono di buon occhio le
informazioni fornite dai docenti, perché percepiscono la scuola come un luogo di
reclusione, che ha come unico obiettivo il privarli della libertà. «L’adolescente
fatica ad acquisire un’identità matura, e propende per un’identità «alternata», cioè
oscilla continuamene fra l’appoggiarsi alle tradizioni o abitudini familiari («da noi
si fa così», «non ho mai visto i miei fare diversamente») e la tendenza al rifiuto
delle norme tramandate («siccome i miei me lo chiedono, allora non lo faccio»)»
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I ragazzi hanno bisogno di un’educazione che li indirizzi verso delle scelte giuste,
e questo deve porre tutte le agenzie educative, formali e non, in accordo in modo
da perseguire un obiettivo comune che porti ad una determinata meta. In questo
frangente si indagherà sull’accordo pattuito dalle agenzie educative per educare
alla legalità.
L’educazione alla legalità può essere intesa in vari modi, in base alla sfaccettatura
di interpretazione del termine legalità. Ovviamente ogni progetto che miri in un
qualsiasi senso, parte da degli assunti di base, che l’insegnante, il ricercatore,
valuta come migliori. Per questo argomento gli assunti di base possono essere
plurimi, ma tutti validissimi, perché il termine legalità è così vasto, ma allo stesso
tempo complesso che offre tantissime interpretazioni.
Educazione alla legalità intesa come formare i ragazzi al rispetto delle leggi della
società, per vivere seguendo delle regole ben precise. Sono nati in Italia vari
progetti nelle scuole e anche in altre strutture, che permettono ai ragazzi, ma
anche ai meno giovani, di conoscere la Costituzione italiana, madre di tutti le altre
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Colombo M., Lomazzi V. (a cura di) (2012), Costruire legalità con gli adolescenti. Dalle
percezioni alla peer education in ambito scolastico ed extrascolastico. Erickson: Trento.