2
Arnaut Daniel riscuote alcuni giudizi negativi nei provenzalisti del ‘900. J.F. Raynouard2 afferma: «En
lisant les ouvrages qui nous restent de ce troubadour, on comprend difficilement les causes de la
grande célébrité dont il a joui de son vivant, et que lui assurée les éloges de Dante et de Pétrarque».
[…] «Arnaud Daniel semble avoir affecté la bizarrerie des idées, l’obscurité des expressions,
l’incohérence des images […] ». Nello studio sulla sestina dantesca, F. Howell3 definisce lo stile di
Arnaut «affettato».
Deve essere sembrato dunque arduo, nel contesto della letteratura novecentesca, voler pubblicare
una edizione critica di un poeta come Arnaut ritenuto oscurissimo. E’ U.A.Canello4 il primo ad
ammetterlo nella introduzione alla sua edizione critica:«Il mio proposito di scrivere un libro come
questo- dice l’autore -deve essere parso temerario, in me, a più di uno fra i colleghi e compagni di
studi». Aggiunge inoltre:«Voler rendere chiaro nel secolo XIX un autore che i contemporanei di sette
secoli fa dicevano inintellegibile, e che i più insigni tra i recenti maestri di filologia provenzale hanno
dichiarato oscurissimo, pare un assunto non pure temerario ma vano del tutto».
Il filologo italiano però, sollecitato dallo studioso tedesco Bartsch, che gli dona la collezione di N,
decide di scrivere nel 1883 l’editio princeps delle liriche di Arnaut Daniel. K. Bartsch5 aveva già messo
nella sua «Crestomanzia provenzale» due liriche del trovatore e, pubblicato una significativa
recensione6, limitata però soltanto alle prime nove canzoni di Arnaut.
Il testo canelliano contiene oltre ad un’ampia prefazione storico-filologica, l’edizione e la stampa dei
testi accompagnati dalla loro traduzione. Il filologo per la scelta dei testi non si basa sulla valutazione
individuale delle attestazioni dei codici. A suo parere: «i codici di una famiglia non possono attestare,
tutti insieme, che per uno7».
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2
J. L. Raynouard, “Choix des poesies originales des troubadours”, Genève 1982, rist. anast. dell’ed. Paris 1816-1821, pp. 30-31. 3 F. Howell,
“La sestina dantesca fra Arnaut Daniel e il Petrarca.” Dante Studies 91 (1973), pag. 40.
3
F. Howell, “La sestina dantesca fra Arnaut Daniel e il Petrarca.” Dante Studies 91 (1973), pag. 40.
4U.A.Canello, “La vita e le opere del trovatore Arnaldo Daniello: edizione critica, corredata dalle varianti di tutti i manoscritti, di una
introduzione storico-letteraria e di versione, note rimario e glossario”, Halle M.Niemeryer, 1883, pp.4-10.
5K.Bartsch, “Chrestomathie provençale accompagnée d'une grammaire et d'un glossaire”, 4. éd. rev. et corr. - Elberfeld: R. L. Friderichs,
1880.
6K.Bartsch, “Denkmaler der provenzalischen Litteratur”, Struttgart: Litterarischen Vereins, 1856.
7U.A.Canello, “La vita e le opere del trovatore Arnaldo Daniello: edizione critica, corredata dalle varianti di tutti i manoscritti, di una
introduzione storico-letteraria e di versione, note rimario e glossario”, Halle M.Niemeryer, 1883, pp.24-25.
3
Dopo aver classificato i manoscritti per famiglie, l’autore sceglie tra le lezioni varie e contraddittorie,
quelle che abbiano maggiori possibilità di essere autentiche. Predilige il codice A, per lui il migliore
conservato, cui gli altri codici: I K, SR, N2, M, Mc, IKDN ed E sono strettamente collegati. Sceglie molto
spesso la lectio difficilior, ritenendola quella con la probabilità più alta di avvicinarsi alla volontà del
nostro poeta.
Il merito di aver iniziato la discussione linguistica intorno ai luoghi arnaldiani più impervi va
sicuramente a Canello, che oltre ad una raccolta sinottica delle varianti, arricchisce le sue note con i
suggerimenti di C. Chabaneau8. Sotto forma di recensione inglobata al testo, le scelte dell’erudito
francese sono di volta in volta riportate e discusse.
E’ l’edizione di Lavaud nel 1910 ad aprire le barriere francesi ad Arnaut: l’autore si rifà all’editio
princeps italiana, cercando di migliorarla in alcuni punti. Tutto ciò si può già intendere dal
titolo:«Riedizione critica dopo il Canello; trascrizioni e annotazioni moderne». Lavaud inizia il
processo di revisione all’opera italiana già nelle pagine introduttive, “rimproverando” il filologo per
aver dato nel complesso un’interpretazione fallace del canzoniere di Arnaut, in particolare nelle
traduzioni del testo.
Tra i propositi del Lavaud c’è quello di voler rendere leggibile un trovatore spesso bollato dalla critica
come difficile, senza tenere in considerazione che: «cette obscurité des poésies d’Arnaut Daniel a été
très exagérée, qu’elle ne tient nullement à des arcanes de langage qui lui seraient propres, mais aux
conditions générales d’infériorité où nous trouvons aujourd’hui pour l’intérprétation de la langue
limousine classique 9». L’autore francese aggiunge che a suo avviso Canello ha scartato, per la loro
ovvietà, una serie di valide soluzioni alternative. Lavaud vuole fornire un testo di più agile lettura,
senza troppe note, rimandando per gli approfondimenti all’edizione italiana. Il volume non
comprende ricostruzioni stemmatiche, appoggia quanto già fatto da Canello e lo stesso manoscritto
A resta la base anche per le soluzioni grafiche.
Nelle annotazioni, continuando idealmente la linea del C. Chabaneau, Lavaud ha il merito di acquisire
importanti aperture metodologiche dalla ricerca linguistica tedesca (si vedano i riferimenti a C.
Appel) ed italiana (gli studi di Canello), estranei fino allora ad una parte della filologia d’area
francese.
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8 C.Chabaneau., “ Les biographies des troubadours en langue provençale”, Toulouse 1885.
9R. Lavaud “ Les poésies d'Arnaut Daniel, réédition critique d'après Canello avec traduction française et notes, suivie d'éclaircissements et
d'un fac-similé musical transcrit en notation moderne [par]”. - Genève: Slatkine, 1973, pag.5.
4
G. Toja pubblica nel 1960 un’edizione critica10 di Arnaut Daniel, riprendendo gli studi fatti già dal
Canello e dal Lavaud. Il critico giustifica però la nascita della sua opera per la scoperta del
manoscritto Sg, di origine catalana, ignoto ai suoi predecessori.
Malgrado ciò, la sua eccessiva prudenza lo spinge a far ricadere la propria scelta sul codice A, già
approvato e ritenuto «valido» da Canello. L’impianto critico risulta dunque tradizionale nella prima
parte che contiene notizie sulla vida e, un panorama sulla critica al trovatore. La seconda parte
invece, dopo l’edizione dei testi con la loro traduzione, è arricchita da un utile rimario ed un vasto
glossario.
Bisogna attendere il 1978 per l’edizione critica11 di M. Perugi, definita «monumentale12» da G.
Contini. L’opera è un esempio concreto di connubio fra filologia e linguistica. L’autore non ripercorre
in maniera sistematica i suoi predecessori, né nelle questioni storiche né nella versificazione del
trovatore, ritenendo ormai ovvio e assodato quanto già scritto prima di lui. L’attenzione è rivolta ai
problemi testuali, il primo dei due tomi è interamente dedicato alla ricerca di nuove proposte e
diverse soluzioni linguistiche. Nel secondo tomo, dopo una serie di attenti e scrupolosi esami
grafemici dei manoscritti, Perugi legge le lezioni scientificamente sotto forma di algoritmi, tutto ciò
avviene: «scomponendo il significante e ricomponendo il significato verso cui le varie lezioni
coincidono13».
Assistiamo così alla definizione di un testo tutto nuovo rispetto agli editori precedenti. L’autore
decide di valorizzare ogni singola lezione, tralasciando quanti hanno seguito il metodo di Lachmann,
valutando la lezione più chiara per cercare in ogni manoscritto: «un frammento di verità14».
I suoi successori, tra cui Eusebi e Wilhelm, pur riconoscendo l’importanza delle innovazioni apportate
da quest’opera, la riterranno incompleta per alcune sviste e scelte discutibili nelle ricostruzioni,
giudicate troppo artificiali e teoriche.
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10G. Toja, Canzoni: Arnaut Daniel; edizione critica, studio introduttivo, commento e traduzione, prefazione di G. Contini, Firenze,
G.C.Sansoni, 1960.
11M.Perugi Le canzoni di Arnaut Daniel, edizione critica, Milano; Napoli, R.Ricciardi, 1978.
12
Contini G., “Breviario d’ecdotica”, Einaudi: Torino, 1992[terza ristampa del volume del 1986, ampliata con una raccolta di saggi.]pp.64-
65.
13M.Perugi Le canzoni di Arnaut Daniel, edizione critica, Milano; Napoli, R.Ricciardi, 1978 Tomo II, pag.64.
14M.Perugi Le canzoni di Arnaut Daniel,edizione critica,Milano;Napoli,R.Ricciardi,1978 Tomo II,pag.95.
5
L’edizione critica del Wilhelm15 nel 1981 porta finalmente in ambito anglosassone una testimonianza
del trovatore Arnaut Daniel. Egli cita il Perugi, continuando però a non applicarne le innovazioni
linguistiche. Wilhelm consulta direttamente le famiglie di manoscritti A e C, attingendo per le varianti
da Toja piuttosto che da Canello, limitandosi così ad un apparato non completo.
Eusebi pubblica l’edizione critica16 di Arnaut Daniel nel 1985. L’opera segna un ritorno al canone
canelliano, perché non accoglie le rivoluzioni linguistiche apportate dal testo del Perugi anzi,
predilige il manoscritto C anche sotto l’aspetto grafico.
Eusebi limita i commenti filologici solo ad alcuni passaggi, arricchisce ogni lirica con un’introduzione.
In queste egli discute dei più importanti problemi ecdotici fornendo, dove possibile, anche una
classificazione stemmatica dei manoscritti. All’autore va il merito di aver messo in risalto la strenua
ricerca metrica e stilistica di Arnaut. Eusebi vuole evidenziare come il poeta provenzale riesca a
fissare in gelide astrazioni i paradossi e i rituali dell’amore cortese, il circolo “vizioso” del suo
desiderio d’Amore.
M. De Riquer nel 1994 stampa la prima ed originale edizione critica17 spagnola di Arnaut Daniel.
Redige un’accurata stesura con traduzione letterale castigliana, riprendendo il testo di Eusebi. Il
manoscritto di base resta sempre A e non presenta una discussione stemmatica. L’autore include
nelle sue note alle liriche i commenti delle edizioni critiche precedenti e, amplia il lavoro con
un’utilissima glossa, con cui si prefigge di rendere più semplice la lettura della poesia arnaldiana.
Alcune annotazioni, anche se limitate all’uso di espressioni in area iberica, sono interessante
materiale di studio e di approfondimento linguistico e storico.
15Wilhelm J. The poetry of Arnaut Daniel,New York;London,Garland,1981.
16
Eusebi M. L’aur’amara,Arnaut Daniel,Parma,Pratiche,1985.
17De Riquer M. Poesías,Arnaut Daniel : traducción, introducción y notas por Martín de Riquer. - Barcelona : Quaderns Crema, 1994.