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Edilizia popolare della metà del ‘900: recupero e miglioramento energetico di un edificio nel quartiere Serra Venerdì di Matera
CAPITOLO 2
CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE, FORMALI, COSTRUTTIVE
DEL PATRIMONIO DI EDILIZIA SOCIALE DEL SECONDO
DOPOGUERRA. QUADRO NORMATIVO E DEFICIT
PRESTAZIONALE.
2.1 Indirizzi e criteri progettuali: il I fascicolo Ina-Casa “Suggerimenti,
norme e schemi per l’elaborazione e presentazione dei progetti. Bandi
dei concorsi”
Al fine di evitare un eccessivo “liberismo progettuale”, dovuto al gran
numero di professionisti coinvolti, vengono predisposti, come è noto, dal
Comitato di attuazione del Piano, quattro fascicoli di “raccomandazioni e
suggerimenti”, due per il primo settennio (prodotti nel 1949 e nel 1950) e
due per il secondo settennio (prodotti nel 1956), in modo da definire una
precisa linea urbanistica, architettonica e tecnologica, e anche per garantire
elevata qualità nelle fasi progettuali e di realizzazione.
L'insierne di questi fascicoli, che costituisce un manuale sui generis, merita
particolare attenzione per la sua rilevanza pratica e la sua capacità
performativa. E questa dipende anche dalla particolare fattura, la quale
spicca in un periodo che già
registra la crisi della
manualistica di settore.
Figura 6. Le copertine del secondo e terzo
fascicolo per la guida alla progettazione.
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Nel primo fascicolo del 1949, Suggerimenti, norme e schemi per la elaborazione
e presentazione dei progetti. Bandi dei concorsi, la regola tecnica tesa a guidare
la progettazione degli alloggi viene espressa figurativamente attraverso
abachi, ovvero con una casistica di schemi planimetrici decontestualizzati,
volti a mostrare possibili soluzioni distributive.
Questo primo fascicolo invita ad “evitare qualsiasi spesa superflua”, ma al
tempo stesso “a dare all'abitazione un aspetto lieve e accogliente ed una
perfetta funzionalità". Tali obiettivi sono raggiungibili mediante un
approfondito studio di tutti i particolari tecnici ed architettonici, tenendo
conto del benessere della famiglia, dell’economia dello spazio e dei
materiali.
In questo opuscolo vengono così individuati i lineamenti e le esigenze
tecnico-sociali del piano. Viene sottolineata l’importanza di una sana
impostazione dei progetti ed un approfondito studio di tutti i particolari
tecnici ed architettonici. Sono, inoltre, elencate una serie di
raccomandazioni tecniche che dovranno essere considerate nella
progettazione (ossatura solida, perfezione tecnica negli impianti, cura
nelle rifiniture per evitare le spese di manutenzione).
Vengono passati in rassegna alcuni suggerimenti di carattere generale,
prima di dar avvio ad un progetto (conoscenza approfondita preliminare
delle caratteristiche planimetriche, altimetriche, geologiche, ubicazione del
terreno oltre alle vie d'accesso, all’aspetto fisico e panoramico, ai vincoli
del Piano Regolatore e alle possibilità di allacciamento alle reti dei servizi
pubblici di prima necessità (gas, elettricità, acquedotto e fognatura).
Al progettista viene, quindi, suggerito di adattare il progetto al luogo di
realizzazione (abitudini di vita, altitudine, materiali da costruzione locali,
ecc.), attraverso lo studio attento delle caratteristiche planimetriche,
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altimetriche e geologiche, del sistema viario, della possibilità di
allacciamento ai servizi pubblici di prima necessità. Viene inoltre
segnalato di valorizzare “le risorse paesistiche” che esercitano grande
influsso sulle “condizioni psicologiche degli ospiti' e di tener conto del
verde esistente conservandolo e di prevedere nel progetto l’inserimento di
altro verde.
Tutti i suggerimenti mirano a rendere “un quartiere ben riconoscibile,
attraente, vario e intimo, in una parola gradevole per coloro che lo
abitano". ln tal senso, l'indirizzo è di evitare tipologie abitative ripetute
monotonamente, privilegiando una disposizione a scacchiera.
La qualità realizzativa si sostanzia in pochi criteri progettuali volti al
miglioramento delle esigenze funzionali: la necessità di separare i reparti
notturno e diurno, raggruppando il reparto notturno intorno al servizio
igienico, la riduzione al minimo della superficie per i disimpegni a favore
dell’ampiezza degli ambienti, la dotazione di spazi di servizio esterni,
quali vaste logge per la vita familiare all'aperto, e balconi, di ripostigli e di
un lavatoio.
Inoltre, il fascicolo specifica le superfici utili minime per gli alloggi di 1, 2,
3, 4, 5 vani utili rispettivamente in mq 30, 45, 60, 75, 90 (misurate al netto
di muri, tramezzi, logge e balconi).
Grande importanza viene data all’esposizione e si consiglia, pertanto, di
non realizzare cortili chiusi, semichiusi e chiostrine in modo da garantire
un sufficiente soleggiamento anche agli appartamenti più bassi e, per
l’orientamento, viene consigliato di limitare l’esposizione a nord, in
quanto meno soleggiato d’inverno e soggetto spesso ai venti
predominanti. Le indicazioni di carattere igienico ambientale suggeriscono
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una duplice esposizione e raccomandano un rapporto aero-illuminante
adeguato.
Le tipologie prevalenti sono le schiere e gli edifici multipiano in linea con
altezze e distanze reciproche funzionali ad un buon soleggiamento.
L’altezza massima è inoltre condizionata dall’opportunità di non installare
l’ascensore ed è generalmente limitata a 4 piani con una distanza fra gli
edifici pari a una volta e mezzo l’altezza.
Gli edifici in linea sono generalmente composti da due o tre appartamenti
per piano, con corpi scala disposti in posizione centrale. La maggior parte
di questi appartamenti hanno una piccola cucina aperta sullo spazio
soggiorno e due camere da letto, per una superficie complessiva di 50-60
mq. Il modulo tipologico elementare è generalmente replicato in diverse
unità secondo forme di aggregazione differenti, riproposte nella seconda
parte del fascicolo in ottantuno schemi distributivi di alloggi consigliati
per l’elaborazione e presentazione dei progetti.
L’obiettivo di questi ottantuno schemi distributivi è quello di dare un
preciso orientamento ai progettisti, i quali hanno poi la responsabilità di
adattare lo schema alla situazione specifica, fatta salva la considerazione
di alcuni principali aspetti che non potranno comunque essere trascurati:
esposizione, il rapporto tra i reparti giorno e notte dell'appartamento,
l'allacciamento idraulico, il disimpegno ecc.
Come già detto, gli schemi riguardano sostanzialmente due tipologie
edilizie: la casa multipiano in linea e la casa a schiera. Gli schemi sono
raggruppati per i 4 tipi edilizi ammessi (casa multipiano continua e
isolata, casa a schiera a 1 e 2 piani), con riferimento alla diversa capacità
abitativa degli alloggi (1/2/3 stanze da letto) e alle «abitudini di vita»
(modi d'uso della zona cucina-soggiorno-pranzo).
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Dall'esame degli schemi proposti risulta evidente che l'lNA-CASA sceglie
soluzioni architettoniche correnti, senza offrire incentivazione verso
progetti sperimentali o avanzati.
La terza parte del I fascicolo è costituita da esempi di progetti di massima,
derivanti da uno stesso schema per dimostrare proprio come si potesse
pervenire “ad espressioni architettoniche diverse anche partendo da un
medesimo impianto planimetrico”.
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Figura 7. Alcune indicazioni costruttive dei fascicoli normativi
2.2 Indirizzi e criteri progettuali: il II fascicolo Ina-Casa, “Suggerimenti
esempi e norme per la progettazione urbanistica. Progetti tipo”
Il secondo fascicolo, dal titolo “Suggerimenti esempi e norme per la
progettazione urbanistica. Progetti tipo”, si occupa della configurazione dei
quartieri in una prospettiva di urbanistica estensiva.
Le problematiche urbanistiche di inserimento dei complessi edilizi nello
sviluppo dei centri urbani e di articolazione dei quartieri sono riprese in
questo secondo fascicolo, in cui si sottolinea la scelta verso insediamenti a
carattere estensivo, in quanto un secolo di esperienza aveva provato che
l’addensamento di popolazione in nuclei residenziali di elevata densità,
con cortili chiusi, strade relativamente strette, privi o quasi di zone verdi,
comporta un peggioramento delle condizioni generali di vita, materiali e
morali. Pertanto, occorre privilegiare “composizioni urbanistiche varie,
mosse, articolate, tali da creare ambienti accoglienti e riposanti, con vedute
in ogni parte diverse e dotate di bella vegetazione dove ciascun edificio
abbia la sua distinta fisionomia, ed ogni uomo ritrovi senza fatica la sua
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casa col sentire riflessa in essa la propria personalità… gioco alternato di
pareti alte e basse, continue e spezzate, brevi e allungate, piane e frequenti
di aggetti e vuoti… ritorno all’uso del colore, tipico nella tradizione
architettonica italiana.. adeguasi all’andamento del terreno..”
Il modello urbanistico di riferimento è costituito dal quartiere autonomo e
isolato di matrice scandinava e anglosassone, mentre sono più rari gli
esempi di realizzazioni improntate ai principi insediativi del
funzionalismo; l’unità di vicinato costituisce l’elemento base della
costruzione del quartiere e della nuova comunità urbana. L’impianto dei
nuovi quartieri è caratterizzato da forme variate e articolate con
l’aggregazione di tipi edilizi differenti, mentre il linguaggio architettonico
privilegia il riferimento alla familiarità e spontaneità delle costruzioni
tradizionali.
Elemento di criticità delle nuove realizzazione è la localizzazione
periferica e la carenza di attrezzature e servizi collettivi. Le dinamiche
della speculazione edilizia e della rendita fondiaria, insieme alla necessità
di reperire aree a basso costo per l’avvio delle attività di costruzione,
porta, infatti, all’acquisizione di aree spesso molto distanti dai centri
urbani. La collocazione in aree periferiche per il minor costo del terreno
concorre spesso a determinare le direttrici dello sviluppo insediativo
successivo.
Dal punto di vista costruttivo, la chiara indicazione è verso materiali
tradizionali, resistenti ma “nello stesso tempo più economici per la località
dove le case devono sorgere”. Ciò si traduce in una combinazione di
ossatura portante muraria, riferibile ad una tradizione pre-moderna
artigianale, con orizzontamenti latero-cementizi.
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E' innegabile che tante limitazioni di tipo economico non abbiano potuto
non incidere sulla qualità del prodotto edilizio dell`lNA-CASA e sulla sua
durata nel tempo.
A partire dal 1955, in vista della proroga dell'attività, l'lNA CASA avvia
una generale analisi del lavoro svolto, con una apposita indagine condotta
tra gli assegnatari, al fine di rivedere le norme progettuali che vengono
ripubblicate, secondo il consueto mezzo dei fascicoli-guida, nel 1956
(Guida per l’esame dei progetti e delle costruzioni Ina-Casa da realizzare nel
secondo settennio, III fascicolo) e nel 1957 (Norme per le costruzioni del secondo
settennio, IV fascicolo).
2.3 Indirizzi e criteri progettuali: il III fascicolo Ina-Casa, “Guida per
l’esame dei progetti e delle costruzioni Ina-Casa da realizzare nel
secondo settennio”
La gestione INA-Casa, in questo volume pubblica il referendum promosso
allo scopo di far aderire il più possibile le case costruite alle reali esigenze
dei lavoratori cui sono destinate.
Vengono inizialmente prese in esame le indagini condotte presso gli
assegnatari delle abitazioni già occupate, al fine di accertarne le preferenze
sui tipi e sulle caratteristiche delle abitazioni stesse. Si catalogano tutti i
reclami pervenuti all’Ente dagli assegnatari delle abitazioni, individuando
attraverso la casistica raccolta, gli inconvenienti funzionali e costruttivi di
maggiore rilievo cui rivolgere particolare attenzione nell'intento di
eliminarli nelle future costruzioni.
Successivamente, vengono riportate alcune caratteristiche salienti per la
progettazione urbanistica di edifici con un numero basso di piani, in modo
da non turbare l’assetto morfologico urbano. Per gli edifici con un numero
di piani superiore, si consiglia la realizzazione di stabili di 7/8 piani,