1 La Francia e il Potere navale
Nel 1715 il deficit dello stato francese era di tremila milioni di lire1 .
Per capire come si sia arrivati a creare una situazione economica di tale
fatta e come questa situazione sia in relazione con il potere navale può
essere utile fare un passo indietro per esaminare l‟evoluzione
dell‟economia francese nel lungo regno di Luigi XIV, dal momento che la
situazione dei conti francesi non fu sempre così disastrosa.
La prima fase del regno del re Sole non fu infatti caratterizzata da disastri
finanziari almeno fino a quando fu al potere come ministro delle finanze
Jean Baptiste Colbert al quale si associa abitualmente l‟attuazione del
programma più coerente e massiccio di politica economica mercantilista
del XVII secolo. Al nome di Colbert è anche riconducibile il tentativo di
creare una grande flotta militare e mercantile sempre all‟interno della
logica mercantilistica.
Semplificando e riassumendo le idee base del mercantilismo si possono
identificare nei seguenti punti:
- La ricchezza delle nazioni è misurata dalla quantità di oro e argento
possedute
- L‟oro e l‟argento affluiscono in un paese grazie all‟avanzo della
bilancia commerciale
- Ogni paese deve mirare all‟autosufficenza economica e lo stato deve
incoraggiare il sorgere di industrie nazionali
- L‟agricoltura deve essere protetta perché così si riduce la necessità di
importare prodotti dall‟estero ed i contadini ricchi sono una buona base
per la tassazione
- Il commercio deve essere regolato da tariffe doganali e sussidi alle
esportazioni.
- Il potere navale è assolutamente necessario per proteggere il
commercio nazionale ed imporlo con la forza o l‟intimidazioni ai rivali
- Le colonie possono essere uno sbocco per i prodotti nazionali ed una
fonte di approvigionamento di materie prime
- Una grande popolazione è necessaria per avere grande manodopera da
imiegarsi in patria e nelle colonie
1
Si veda Kennet Yap in www.geocites.com
2
- I beni di lusso debbono essere evitati perché (nel caso della Francia in
particolare ) sono prodotti all‟estero.
- L‟azione dello stato è necessaria per far nascere industrie e regolare
monopoli2.
Ovviamente quanto detto non esaurisce in toto il pensiero mercantilistico
soprattutto perchè le politiche mercantilistiche non sono così strettamente
riducibili in semplici formulette dal momento che il loro grado di
realizzazione concreto variò enormente tra i vari stati e le diverse epoche.
Si può ulteriormente aggiungere che la ricchezza nel mercantilismo serve
ad aumentare il potere del sovrano e non ha il compito se non in via del
tutto marginale di migliorare le condizioni di vita dei sudditi.
Per le nostre argomentazioni ci pare utile fermarci sui punti più connessi al
potere navale come ad esempio le importazioni e le esportazioni e la
creazione di una potente marina che furono due egli obiettivi perseguiti più
coerentemente da Colbert.
Per esportare più di quanto si importa la ricetta mercantilista, seguita da
Colbert, imponeva l‟uso di sussidi all‟esportazioni e tariffe doganali
all‟importazioni per facilitare la penetrazione commerciale delle merci
nazionali. Per la verità i sussidi e le tariffe non furono propri del solo
mercantilismo o di forme piò omeno edulcorate di questo dal momento che
anche gli stati che non hanno optato per forme “dure” di mercantilismo
hanno seguito queste ricette. Un esempio tipico lo ritroviamo nei
Navigation Acts di Cromwell che si muovono in una logica di questo tipo3
e che furono mantenuti in varia forma anche da governi inglesi più inclini
al liberismo.
Colbert tentò di rendere la Francia più ricca di oro e argento tentando di
proibire l‟esportazioni di moneta e mettendo pesanti tariffe sulle merci
importate. Il commercio internazionale si realizzava però con l‟impiego
delle navi. Era dunque necessario per poter commerciare possedere una
grande marina mercantile. Si evitava così di dipendere dai c.d “carrettieri
del mare” olandesi che trasportavano le merci ovunque. Ritornando
all‟avanzo della bilancia commerciale è essenziale sottolineare che il
surplus del esportazioni si realizzava concretamente attraverso il trasporto
fisico delle merci al di fuori delle frontiere francesi. Questa banale
considerazione implica conseguenze molto rilevanti per la nascita e
2
per questi punti si veda fra gli altri Mun ( ed 1964)
3
Per navigation acts si intende un complesso di provvedimenti presi da Cromwell attorno alla metà del 1600 tesi a
debellare il monopolio olandese sul commercio internazionale.
3
l‟affermarsi del potere navale, le merci infatti si trasportano
essenzialmente con le navi.
La Francia che Luigi XIV “ereditò” dal Cardinal di Mazzarino era un
“pigmeo navale” privo di flotta mercantile e di flotta da guerra4.
La maggior flotta commerciale del mondo era come già detto quella
olandese con oltre sedicimila navi, mentre la marina militare degli Stuart
era l‟unica in grado di contendere il dominio del mare ai grandi ammiragli
olandesi.
Colbert quindi puntò sulla creazione il commercio di una grande flotta
mercantile di oltre trecento nuove navi.
La marina mercantile era tuttavia solo un aspetto del problema del
commercio internazionale. La marina da guerra era il braccio armato del
commercio. I grandi vascelli permettevano di proiettare potenza al di là dei
mari ristretti, imporre trattati commerciali vantaggiosi, prendere a
cannonate i rivali. Era dunque inevitabile per aumentare le esportazioni
avere uno strumento navale potente e flessibile. Così Colbert sostenne con
sussidi, con l‟intervento diretto dello stato, attraverso propri cantieri
navali, la creazione di una marina da guerra in grado di rivaleggiare con
quella Olandese ed Inglese. Questa attività si concretizzò nella
ricostruzione degli arsenali di Toulon, Brest, Le Havre, Dunkirk. Creò il
sistema delle “classi” secondo il quale ogni marinaio francese doveva
prestare sei mesi di servizio nella Marine Royale ogni 3,4,5 anni a seconda
della classe di reclutamento.
Altro tentativo di Colbert in funzione della creazione di una potente flotta
mercantile fu l‟intervento diretto dello stato per finanziare imprese ed
infrastrutture destinate al commercio internazionale che il mercato non
creava spontaneamente in Francia5. Tutto ciò provocò la nascita di imprese
miste destinate al commercio o alle costruzioni navali nelle quali il
sovrano era “socio” di imprenditori privati o municipalità locali.
Sempre all‟interno della logica mercantilistica una spazio rilevante era
dedicato alle Colonie che dovevano fornire materie prime alla Francia ed
acquistarne i prodotti. Il ministro francese acquistò Martinica e Guadalupa
ed incoraggiò la creazione di avanposti armati di coloni a Santo Domingo,
Canada (Acadia) e Luisiana. Tuttavia non era solo necessario impiantare
nuove colonie, ma occorreva integrarle in un sistema mercantile militare.
4
si veda Mahn 1994 (ed it) pag.103
5
Vedi appendice lettera di Colbert “Colbert to the town official and people of Marseilles”
4
Le colonie per poter commerciare dovevano essere protette e quindi era
necessario creare basi oltremare nelle quali alloggiare divisioni navali.
Di conseguenza il possesso di una grande flotta era la chiave di volta per
lo sviluppo economico pensato da Colbert.
Diventava quindi impellente trovare risorse attraverso riforme fiscali per la
costruzione di una grande flotta. Le navi da guerra erano, assieme alle
fortezze, il prodotto tecnologicamente più avanzato e costoso dell‟epoca
barocca.
Fino a quando Colbert rimase in vita la Francia destinò grandi risorse alla
creazione ed al mantenimento delle squadre navali di alto mare. I risultati
furono in gran parte gratificanti. Il 22 aprile 1676 una squadra navale al
comando dell‟ammiraglio Duquesne affrontò al largo di Augusta (Sicilia)
la flotta olandese guidata dal grande De Ruyter, vincitore della battaglia
dei 4 Giorni (giugno 1666) contro gli inglesi battendola seccamente. Da
allora gli Olandesi persero i commerci che passavano dal Mediterraneo.
La costruzione ed il mantenimento di una grande flotta in Francia era però
competitiva in termini di risorse con la “ricerca di gloria” che il re Sole ed
il suo ministro della guerra Louvois dal 1670 in avanti continuò
tenacemente a perseguire attraverso una serie di guerre contro l‟Olanda,
l‟Impero e la Spagna.
In altre parole le politiche del Colbert riuscirono a realizzare notevoli
risultati, ma sul finire della sua vita Colbert dovette affrontare difficoltà
crescenti per reperire fondi per la Marine Royale.
La Francia si impegnò in guerre terrestri che drenavano ingenti risorse per
gli eserciti e per la costruzione di sistemi fortificati che erano di capitale
importanza per il modo di combattere di allora. Le necessità di cassa
fecero premio su provvedimenti di lungo periodo che il ministro francese
tentava di portare avanti. Colbert fu impossibilitato di sviluppare in toto i
suoi programmi perché le necessità della guerra terrestre erano più
impellenti che per il re Sole di quanto fosse la creazione di una grande
marina i cui risultati si sarebbero manifestati nel lungo periodo.
Le necessità finanziarie delle guerre terrestri limitarono dunque seriamente
la creazione ed il mantenimento in efficienza di una grande marina d‟altura
francese.
Un ulteriore problema per lo sviluppo della marina francese fu costituito
dalla competizione interna in termini di risorse della squadra delle galee di
stanza a Marsiglia. Praticamente solo la Francia e Venezia continuavano a
mantenere in servizio un rilevante numero di galee. Queste navi erano dei
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