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INTRODUZIONE
Negli ultimi decenni, l o s t udi o del l ’ i t al i ano ha av ut o com e pubbl i co pr i nc i pa l e, t r a g l i al t r i , que l l o degli immigrati; tale mutamento sociale impone profonde riflessioni in merito alle politiche
d’ i n t eg r az i on e nec e ss a r i e, ed è i m per at i v o che l e i s t i t uz i oni in primis, si facciano promotrici di
un’ a t t i v a ca m pag na di f o r m az i one l i ng ui st i ca , m i r a t a n on sol o a l l ’ ac q ui s i z i o ne deg l i s t r um ent i grammaticali o l es s i c al i pe r sopr av v i v er e, m a i ncor ag g i ando l ’ u so de l l a l i ng ua c om e m e zz o g r az i e al quale iniziare una nuova vita e realizzarsi come individui.
A l g i or no d’ og g i , “i nt eg r a r si ” si g ni f i c a anc he av er e ac ce ss o a t u t t i i media che la società utilizza
quotidianamente , primo fra tutti, senza dubbio, il computer, fondamentale strumento di lavoro, mezzo
di promozione della propria immagine, e punto di contatto immediato con servizi e istituzioni,
r i ch i am ando pe r t ant o l ’ at t enz i one, sia sulla necessità di alfabetizzazione linguistica, sia su quella
informatica.
Il presente lavoro punta a fornire uno strumento in più per rispondere alle esigenze formative di un
pubblico, quello degli immigrati adulti, che negli ultimi decenni ha visto accrescere in maniera
esponenziale la sua presenza in Italia. Il corso teorizzato in questa sede nasce dal l ’ ana l i si di una
moltitudine di fattori differenti ma complementari quali: lo studio del gruppo target di riferimento,
una pa nor am i ca de l l e t eor i e d el l ’ a ppr endi m ent o m ul t i m edi a l e e non, la disamina di alcuni degli
aspetti più importanti della formazione in rete e le buone pratiche ad essa collegate nonché, in
pr osp et t i v a ext r an az i ona l e, una v i st a d’ i ns i em e del l e i ni z i at i v e ana l og he pr opos t e dai pae si de l N or d Europa.
In relazione a tutti questi elementi, si è cercato di avanzare una proposta originale che tenesse in
considerazione quanto già creato, analizzando, rielaborando e costruendo un percorso didattico
innovativo che apportasse soluzioni alle lacune riscontrate, tenendo in considerazione, non solo le
necessità dei discenti, ma anche alcune delle tendenze più moderne in materia di formazione a
5
distanza, così come anche le linee guida proposte dal Quadro di Riferimento Europeo per la
conoscenza delle lingue.
Il corso che ne nasce si configura quindi come uno strumento in grado di sostenere lo studente
immigrato, mirando sia alla formazione linguistica sia alla coesione di diversi elementi che non
possono essere scissi nella delicata fase di transizione verso il definitivo inserimento nella comunità
ospi t e, qua l i l ’ e duca z i o ne al l a c i t t adi nanz a a t t i v a e co nsa pev ol e e l ’ av v i ci nam ent o al l a c ul t u r a i t a l i a na t r am i t e l ’ ut i l i z z o di pi a t t af o r m e i nf or m at i che st r ut t ur at e pe r es s er e i l pi ù pos si b i l e “ user friendly ”.
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Capitolo I
Recenti tendenze migratorie in Italia e panorama della formazione linguistica
1.1 Alcuni dati riguardanti l’immigrazione
L'Italia è ormai da decenni il punto di arrivo, permanente o temporaneo, di migliaia di emigranti che
decidono di lasciare la loro terra in cerca di condizioni e prospettive di vita migliori; tuttavia, la crisi
europea, e in particolare quella italiana, sta giocando un ruolo fondamentale nel delinearsi di nuove
tendenze migratorie che, per la prima volta dopo anni, registrano una sensibile inversione di rotta
rispetto al passato.
Secondo lo studio fornito dall'ISMU
1
, al 1° gennaio 2011 si è registrato un aumento di circa 70mila
unità rispetto allo stesso periodo del 2010, dettaglio questo che acquisisce maggior risonanza se
par ag ona t o a i d at i r el a t i v i ag l i ot t o ann i pr ec e den t i : t r a i l 2 003 e i l 20 09, i nf a t t i , l a m edi a d’ i ng r es s i ( r eg ol a r i e non) ne l n ost r o pae se si at t e st av a i n t or n o al m ez z o m i l i one d ’ i ndi v i dui , ev i d enz i and o dunque un drastico calo della crescita dell'86%.
Rimane comunque chiaro che, una volta sfumato l'"effetto crisi", i flussi migratori riprenderanno con
la consueta forza anche se, stando al rapporto della OIM
2
, con modalità del tutto innovative: paesi
tradizionalmente identificati come "luoghi dell'esodo", diverranno infatti meta di immigrazione, Cina,
Giappone e Corea del sud in primis, senza contare alcuni paesi dell'Europa dell'est che, già oggi,
registrano interessanti tassi di crescita dovuti all'ingresso di cittadini stranieri
3
.
1
“ I SMU R ap p o r to s u lle m i g r a zio n i 2 0 1 1 Sin tesi ” s ca r icato il 1 8 /2 /2 0 1 2 d a
http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2011/dicembre/sint-rapp-ismu-2011.html
2
Organizzazione Internazionale per l e m i g r az io n i “ L e m ig r az io n i in I talia. Sce n ar io attu a l e e p r o s p ettiv e” Edizioni Idos, Roma, 2011 p 49, scaricato da www.bollettinoadapt.it/acm-on-line/Home/documento16421.html
il 180/02/2012
3
Organizzazione Internazionale per le migrazioni op. cit. p 50
7
Per quanto riguarda il presente del continente europeo, l'Italia si attesta come quarto paese dell'Europa
“a 27” per i ng r es si d’ i m m i gr at i , su bi t o d i et r o a Spag na, G er m ani a e I ng hi l t er r a, r eg i st r and o, a l f i an co
del l a g i à c i t at a di m i nuz i one d’ i ng r e ss i , un c ons i st ent e a um ent o di un ità residenti in modo stabile.
Secondo quan t o com uni c at o dal l ’ I ST A T , i n f a t t i , l a po pol az i on e s t r a ni e r a r es i de nt e i n I t al i a ha segnato, a fine 2010, un incremento di 335.258 unità rispetto al 2009, segnando pertanto un
incremento pari al 7,9%. Per quanto tale dato sia consistente, va rilevata comunque una contrazione
rispetto agli anni precedenti (494mila unità nel 2007, +16,8&, 459mila nel 2008, + 13,4%, 344mila
nel 2009, + 8,8%).
4
4
C ar itas /Mi g r an tes “ Do s s ier St atis tico I m m i g r az io n e 2 0 1 1 XXI R ap p o r to ” E d izio n i I d o s , R o m a, 2 0 1 1 p . 8 7
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Flusso di immigrati per paese e cittadinanza
Fonte: elaborazioni su dati Eurostat (International migration flows). Note: (a) dato al 2007 anziché
2008.
Questo evidenzia comunque un altro dato significativo: se in passato l'Italia era prevalentemente
punto di passaggio, oggi si è trasformata in "meta residenziale", come testimonia l'anzianità del
soggiorno e il numero di abitazioni acquistate dagli stranieri, secondo una distribuzione sul territorio
che conferma il settentrione come luogo di permanenza prescelto nel 60% dei casi. All'interno di
questo panorama, la comunità romena è la più consistente (quasi un milione di residenti), seguita da
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quella albanese e marocchina (circa 450mila unità ciascuna), mentre le collettività cinesi e ucraine
contano complessivamente circa 400mila residenti; nel complesso i cinque gruppi sopra menzionati
costituiscono più della metà della presenza straniera nel nostro paese
5
.
Secondo un o st ud i o de l l ' I S T A T cond ot t o nel 2 008, l a pr es enz a d’ i m m i g r at i ne l n ost r o pae se è i no l t r e destinato a salire nell'arco dei prossimi 40 anni, anche se secondo tassi di crescita inferiori rispetto a
quelli dell'ultimo decennio, portando gradualmente l'Italia ad allinearsi alla media europea per
presenza di cittadini di origine diversa da quella del paese di residenza.
Popolazione straniera , Italia 2002-2051, dati al 1° gennaio
6
Fonti ISTAT Previsioni demografiche aggiornate al 19 giugno 2008
5
Organizzazione Internazionale per le migrazioni op. cit. p 51
6
La proiezione dello scenario C (scenario centrale) è costituito dalla media tra lo scenario alto (A) e quello
basso (B)
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Esiste però un dato che riveste un ruolo di particolare importanza: nel caso specifico italiano, la
consistente presenza di stranieri nel tessuto sociale è fonte di un sostanziale riequilibrio nel bilancio
tra nascite e morti. La crescita della popolazione italiana, infatti, negli ultimi anni, è stata trainata
esclusivamente dalla componente immigrata: senza questo apporto, infatti, la collettività italiana nella
sua interezza sarebbe in forte decrescita, poiché il saldo naturale negativo dei residenti di cittadinanza
italiana (-98.502 unità) viene parzialmente compensato solo dall'elevato numero di residenti
provenienti da nazioni diverse dalla nostra (+72.958 unità). Inoltre, è fondamentale tenere in
considerazione il fatto che, nella maggioranza dei casi, chi viene in Italia alla ricerca di condizioni più
favorevoli sono soprattutto individui in giovane età, apporto questo che si riflette positivamente sulla
globalità della potenziale forza lavoro italiana, che altrimenti si troverebbe a fare i conti con una
popolazione sempre più vecchia. In particolare, le cifre relative all'occupazione
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testimoniano
un'incidenza di lavoratori di nazionalità non italiana di circa il 9%, percentuale questa che si attesta su
una traiettoria in costante crescita.
I settori nei quali la presenza straniera si rivela più evidente sono tre: i servizi alla persona, le
costruzioni e la manifattura, anche se le ultime tendenze mostrano una crescente presenza di lavoratori
non italiani anche nel settore ricettivo e alberghiero.
7
Fo n d az io n e L eo n e Mo r ess a “L ’ o cc u p az io n e s tr an ier a: esi s t e u n e f f e tto s o s tit u zio n e? ” p 2 s ca r icato il
18/2/2012 da http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2012/02/Occupazione-
straniera-per-settori-e-professione.pdf