II
si è studiata la “comunità” come organizzazione produttrice
di conoscenza.
La seconda parte della ricerca, dopo aver gettato le basi
di tipo teorico, affronta il problema dell’impatto del
processo di E-Government nell’Ente specifico della
Provincia di Bologna e più in particolare analizza la
percezione che i dipendenti del Servizio Gare e Contratti,
hanno del processo tuttora in corso.
Il processo di E-Government, con la conseguente rivoluzione
tecnologica, ha modificato ambiente e organizzazione del
lavoro in termini di spazi, compiti, comunicazioni e
relazioni. L’ipotesi di partenza dalla quale prede corpo la
ricerca, considera che questo processo è stato accolto
positivamente dai dipendenti del Servizio Gare e Contratti
della Provincia di Bologna e ha completamente trasformato
l’azione amministrativa e i processi di organizzazione del
lavoro all’interno dell’Ente.
Nel quinto capitolo del paper, è tracciata la metodologia
utilizzata nella ricerca e le finalità che si è preposta di
raggiungere. Attraverso la metodologia dell’analisi di caso
la ricerca si è proposta, infatti, di:
¾ illustrare il processo di governance realizzato
dall’Ente con particolare attenzione all’indagine su
politiche e strumenti innovativi attuati nella
gestione dei servizi erogati (piani telematici,
coinvolgimento altri enti, monitoraggi di qualità dei
servizi)
¾ effettuare un’indagine conoscitiva dei progetti
approvati attraverso una ricerca documentale (atti,
norme, delibere)
¾ monitorare il clima organizzativo e la percezione
che i dipendenti hanno riguardo le innovazioni
tecnologiche (attraverso questionari a risposta
III
multipla) e riguardo alcune tematiche come
l’organizzazione del lavoro, clima organizzativo,
aspetti formativi
¾ analizzare i dati emersi dai questionari somministrati
ai dipendenti del Servizio Gare e Contratti,
attraverso interviste semi-strutturate ai dipendenti
del servizio in questione e al segretario generale
della provincia
Il sesto capitolo, quindi, oltre a mostrare un’analisi
strutturale del Servizio Gare e Contratti e ad esplicitare
il ruolo e le funzioni che i dipendenti hanno all’interno
del servizio stesso, riporta, attraverso tabelle e grafici,
i principali risultati emersi dall’analisi dei questionari
potenziata da un’indagine parallela di tipo qualitativo
(interviste semi-strutturate) che mostra un forte
ripensamento del ruolo occupato dal personale che deve
essere in grado di “comunicare efficacemente, risolvere
problemi e decidere”.
L’ultimo capitolo del paper,infine, descrive le principali
differenze tra i risultati emersi nel Servizio Gare e
Contratti della Provincia di Bologna con quelli della
ricerca svolta nel Servizio Appalti, Contratti e
Patrimonio della Provincia di Reggio Emilia, per la quale
sono stati utilizzati gli stessi criteri metodologici e
alla quale sono sottese le medesime finalità.
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
1
1 – LO SCENARIO DI RIFERIMENTO: UN PROFILO
SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA’ DELL’ACCESSO E
DELL’INFORMAZIONE
Introduzione
L’impatto delle nuove tecnologie sta cambiando radicalmente
la struttura della società e il nostro modo di vivere.
Il passaggio da una economia di scambio di beni materiali
all’accesso a servizi, rappresenta una vera e propria
rivoluzione.
In questo capitolo si cercherà di delineare il passaggio
sempre più evidente dal paradigma dell’industrialismo,
basato sulla grande azienda, la razionalizzazione della
burocrazia, la graduale diminuzione del lavoro agricolo
etc……, a quello dell’informazionalismo centrato sul ruolo
fondamentale dell’informazione e della conoscenza (Castels,
2002).
Nel primo paragrafo, attraverso il contributo di alcuni
autori (in particolre Castels, Rifkin), si cercherà,dunque,
di tracciare un quadro di quella che oggi viene chiamata
network society.
Partendo, in proposito, dalla definizione del concetto di
“nodi” si tenterà di mettere in evidenza le caratteristiche
principali di questa società “reticolare” alla luce del
fenomeno della globalizzazione dei mercati.
Nel secondo paragrafo l’attenzione si sposterà sul concetto
di capitale immateriale che va sostituendo gradualmente
quello di capitale fisso o materiale.
Il capitale umano, inteso come combinazione di risorse
individuali, sociali, tangibili ed intangibili, tacite e
codificate, è la conoscenza che gli individui acquisiscono
nel corso della loro vita ed usano per elaborare ed
implementare idee, teorie, concetti, iniziative di vario
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
2
genere (Rifkin, 2000). A questo proposito con il prezioso
contributo di Rifkin si cercherà di comprendere
l’importanza del capitale intellettuale divenuto l’elemento
più ambito della nuova era e di sottolineare come nella
new economy sono le idee, i concetti, le immagini – non le
cose – i componenti fondanti del valore (Rifkin,2000).
1.1 - Dall’industrialismo alla Network society
Il ruolo delle moderne tecnologie è di fondamentale
importanza nel nostro ragionamento in quanto apre la porta
a un nuovo modo di gestire le attività economiche e, più in
generale, a quello che si è soliti chiamare l’ “approccio
reticolare” all’economia (Rifkin, 2000). Al volgere del
millennio, il mondo è nel mezzo di una trasformazione di
portata storica e come tutte le grandi trasformazioni
anche questa riguarda non una ma molteplici dimensioni: è
ad un tempo, infatti, tecnologica, economica, sociale,
culturale, politica e geopolitica (Castels, 2002).
Cercheremo,dunque,di seguito, di chiarire il significato di
questa trasformazione, esaminando in particolare quei
processi che generalmente ne sono considerati i fattori
scatenanti: la rivoluzione tecnologica dell’informazione e
il processo di globalizzazione.
1.1.1 - La rivoluzione tecnologica dell’informazione
Oggi stiamo vivendo un periodo di passaggio causato dalla
comparsa di un nuovo paradigma tecnologico centrato
sull’ICT (Information Communication
Technology)(Castels,2002).
L’industrialismo, il paradigma tecnologico che sta
tramontando è nato con la rivoluzione nella tecnologia
energetica che ha avuto luogo nell’Ottocento per merito
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
3
dell’energia a vapore, la quale si è sviluppata fino ad
avere un balzo evolutivo con la diffusione
dell’elettricità.
Queste due fonti di energia hanno costituito in tempi e
contesti diversi i due fulcri intorno cui si sono addensate
altrettante rivoluzioni, derivate e/o influenzate dal
vapore prima e dall’elettricità poi, in campi differenti
quali nei trasporti, nella meccanica, nella chimica, nella
biologia, nella medicina, nella metallurgia. Queste
rivoluzioni in campi settoriali sono venute a costituire,
in sinergia, le parti dell’infrastruttura tecnologica dello
industrialismo. Dall’affermazione di questo nuovo paradigma
tecnologico, ha avuto luogo la società industriale, le cui
caratteristiche principali sono state la fabbrica, la
grande azienda, la razionalizzazione della burocrazia, la
graduale diminuzione del lavoro agricolo, il processo di
urbanizzazione su larga scala, la formazione di sistemi
centralizzati per la diffusione di servizi pubblici,
l’affermarsi della comunicazione attraverso i mass media,
la costruzione di un sistema di trasporti nazionale e
non(Castels,2002).
L’epoca di transizione in cui viviamo vede l’industrialismo
prgressivamente rimpiazzato da un nuovo paradigma
tecnologico dell’informazionalismo (Castels,2002).
Poiché l’informazionalismo è fondato sulla tecnologia della
conoscenza e dell’informazione, nel modo di sviluppo
informazionale esiste un legame molto stretto tra cultura e
forze produttive, tra spirito e materia. Ne consegue che
dovremmo aspettarci la nascita di forme storicamente nuove
di interazione sociale, controllo sociale e mutamento
sociale. A detta di molti studiosi non sarà un passaggio né
facile né di breve durata in quanto le esistenti forme
sociali, verranno assorbite da quelle emergenti in un
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
4
processo tanto lungo quanto lo richiederà la loro elevata
complessità ed eterogeneità.
Ciò non significa che l’industrialismo cesserà di esistere
ma semplicemente esso coesisterà con il nuovo paradigma
dominante favorendo il delinearsi di una nuova struttura
sociale: la network society.
1.1.2 - La network society
Come tendenza storica, le funzioni e i processi dominanti
nell’età dell’informazione sono sempre più organizzati
intorno a reti. Le reti costituiscono la nuova morfologia
sociale delle nostre società e la diffusione della logica
di rete modifica in modo sostanziale l’operare e i
risultati dei processi di produzione, esperienza, potere e
cultura. Benché la forma di organizzazione sociale a rete
sia esistita in altri tempi e in altri spazi il nuovo
paradigma della tecnologia dell’informazione fornisce la
base materiale per la sua espansione pervasiva attraverso
l’intera struttura sociale (Castels, 2002).
L’informazionalismo è la ragion d’essere del nuovo
paradigma sociale in quanto ha permesso, permette,
permetterà la mutazione dell’organizzazione sociale e delle
istituzioni congiuntamente ad un più vasto schema di
cambiamento sociale.
Ciò che caratterizza l’informazionalismo come nuovo
paradigma tecnologico, non è il ruolo centrale
dell’informazione e della conoscenza (le quali sono state
fondamentali, se non in tutte, in molte società storiche),
nella creazione e nella gestione del potere e della
ricchezza, “ciò che vi è di nuovo è la tecnologia
dell’elaborazione dell’informazione e il suo impatto sulle
generazioni e l’applicazione della conoscenza” (Castels,
2002).
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
5
La rivoluzione dell’informazionalismo è determinata dalla
peculiarità delle nuove tecnologie dell’IT che occupano
un’importanza storica di primo piano nel panorama delle
scoperte tecnologiche, poiché presentano la capacità di
percorrere simultaneamente tre distinte dimensioni: la
capacità di espandersi autonomamente nel volume, nella
complessità, nella capacità di elaborazione (basti pensare
all’evoluzione dei microchip); i processi di ricombinazione
dell’informazione, che producono essi stessi una spirale di
innovazione (l’ipertesto, internet); la flessibilità nella
distribuzione dei dati, la quale sarebbe onnipresente
presupponendo la infrastruttura e le competenze (internet
mobile, telefoni cellulari).
La genesi della network society può essere sintetizzata in
tre particolari eventi che hanno caratterizzato il XX
secolo e che il cui incontro/combinazione reciproca gli
hanno fatti entrare in risonanza: l’avvento dell’IT e la
rivoluzione che subito negli anni ’70; la rivoluzione
nell’organizzazione sociale ed economica, da una parte del
capitalismo, che integrando le innovazioni tecnologiche,
organizzative e cognitive delle reti informatiche è
riuscito a rinnovarsi e dall’altra del comunismo, che
essendone incapace è invece collassato; i movimenti
giovanili libertari, portatori di una nuova cultura
alternativa a quella paternalista-maschilista-capitalista
dominante, che hanno ricercato nuove modalità di relazione
sociale.
Le diversità nei tempi, nei modi e nella profondità di
incidere sul sociale che questi tre fenomeni hanno avuto
nelle varie società e paesi, ha determinato, insieme alle
particolarità storiche, culturali, economiche e sociali di
queste, le peculiari forme di sviluppo della network
society.
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
6
Come l’industrialismo non ha avuto presa sulla totalità
delle comunità umane, sarebbe falso affermare
l’universalità della network society.
Sulle fondamenta dell’informazionalismo emerge la network
society e si espande attraverso tutto il pianeta come forma
dominante di organizzazione sociale della nostra epoca. Si
tratta di una struttura sociale composta di network
informazionali alimentati dalle tecnologie
dell’informazione caratteristiche del paradigma
informazionalista.
Ma cos’è un network?
Un network è una serie di nodi interconnessi. Un nodo è un
punto in cui la curva taglia se stessa(Rifkin,2000).
I network sociali sono vecchi quanto l’umanità. Ma con
l’informazionalismo hanno acquisito una nuova vita perché
le recenti tecnologie aumentano la flessibilità inerente al
network e allo stesso tempo risolvono i problemi di
coordinamento e guida che hanno ostacolato i network nel
corso della storia, nella loro competizione con le
organizzazione gerarchiche.
L’operatività dei network viene condivisa attraverso un
processo decisionale che ha luogo lungo i nodi secondo uno
schema interattivo(Castels,2002;Rifkin,2000).
Per definizione un network non ha centro solo nodi. Anche
se i nodi possono essere di dimensioni diverse, e quindi di
importanza variabile, essi sono comunque tutti necessari al
network.
La necessità di organizzarsi in network sociali, capaci per
mezzo della loro elasticità di valorizzare la creatività e
l’ingegnosità dei singoli e di attuare dinamiche di
risposta rapida, deriva dalla competitività che l’attuale
ambiente richiede. La continua accelerazione nel ritmo di
innovazione tecnologica e organizzativa impone che
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
7
l’individuo da una parte sviluppi le capacità di
comunicare, organizzare e adattare continuamente le proprie
competenze in quanto singolo, dall’altro di abbandonare la
mentalità gerarchica per una invece basata sulla
cooperazione e co-creazione di gruppo.
Riassumendo possiamo concludere che nell’era
dell’informazione, il modello organizzativo chiave è quello
della rete.
La distinzione più importante in questa logica
organizzativa è quella tra essere e non essere nella rete.
Come sostengono molti autori (Rifkin, 2000, Castels, 2002)
chi è nella rete ha accesso alle opportunità e, con il
tempo, può aumentare le proprie. Per chi è fuori dalle
rete, o ne viene escluso, le opportunità svaniscono, perché
tutto ciò che conta è organizzato in una trama mondiale di
reti che interagiscono tra loro. Le reti rappresentano la
forma di organizzazione adatta al funzionamento di una
società globale, interconnessa, basata su un adattamento
incessante e su una flessibilità estrema, su una domanda
economica variabile, su una tecnologia continuamente
rinnovata, e sulle molteplici strategie (individuali,
culturali, politiche) dispiegate da diversi operatori, che
danno vita ad un sistema sociale instabile con un livello
crescente di complessità.
La forza delle reti è la flessibilità, la capacità di
decentramento, la geometria variabile, la capacità di
adattarsi a nuovi compiti ed esigenze senza distruggere le
regole di organizzazione fondamentali o modificare gli
obiettivi più generali.
Con la nuova tecnologia dell’informazione e della
comunicazione, la rete è ad un tempo centralizzata e
decentrata e questo decentramento è accompagnato dalla
concentrazione del capitale(Perulli P.,2000).
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
8
L’economia globale non è una grande sfera che comprende e
include tutto e tutti; si basa sui mercati finanziari
interdipendenti, che sono fatti di computer che organizzano
le transazioni tra un punto e un altro del pianeta, ogni
giorno, in tempo reale o in un momento dato. Allo stesso
tempo, per fare queste transazioni alla velocità della
luce, si ha bisogno di buone informazioni, buone conoscenze
e buoni computer . Il sistema è quindi basato , allo stesso
tempo, sulla capacità tecnologica di elaborare le
informazioni in conoscenza e comunicare globalmente, e
sulla capacità di collegare quanto c’è di importante nel
mondo e portarlo all’interno dello stesso network
(Perulli,2000).
1.1.3 - La globalizzazione
L’altra grande trasformazione, che in questo contesto è
doveroso accennare, riguarda i cambiamenti avvenuti nella
sfera economica.
Oggi si parla sempre maggiormente di quella che viene
definita “economia globale”. Un’economia globale è
un’economia le cui attività centrali funzionano come
un’unità integrata che opera simultaneamente su scala
planetaria.
Questa economia globale è storicamente nuova, per la
semplice ragione che solo negli ultimi vent’anni è nata
l’infrastruttura tecnologica necessaria per il suo
funzionamento come un’unità integrata su scala planetaria:
telecomunicazioni, sistemi di informazione, trasporto
marittimo in container, treni ad alta velocità e servizi
finanziari internazionali, diffusi in tutto il mondo.
Le analisi della globalizzazione si propongono di mettere
in luce che con questo concetto vanno compresi non tanto e
non solo la crescita e l’accelerazione degli scambi che
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
9
travalicano i confini degli Stati, dello sviluppo delle
imprese multinazionali alla internalizzazione dei beni e
dei servizi fino alle transazioni finanziarie; bensì tutto
il complesso delle conseguenze che nascono
dall’interdipendenza tra le trasformazioni del quadro
economico, il sistema socio-demografico e le istituzioni
della politica (Ferrarese,2002).
Infatti, la globalizzazione è un fenomeno che riguarda in
primo luogo l’economia capitalista ma si diffonde e impatta
soprattutto delle istituzioni, intese nella duplice
accezioni di organizzazioni istituzionalizzate
1
e di regole
del gioco con valore normativo. Molti autori hanno provato
a dare una definizione del termine mettendo in luce, il più
delle volte, aspetti contraddittori e talvolta parziali del
fenomeno in questione. In particolare, secondo Giddens, la
globalizzazione è una fittissima rete di relazioni sociali,
politiche, economiche e culturali che attraversa le
frontiere di tutti i paesi del mondo, provocando un
processo di condizionamento e interdipendenza, in virtù del
quale il mondo si configurerebbe come un unico sistema
sociale (Giddens,2000). Con parole di Giddens, la
globalizzazione è “l’intensificazione delle relazioni
sociali mondiali che collegano tra loro località distanti
facendo si che gli eventi locali vengano modellati, dagli
eventi che si verificano a migliaia di chilometri di
distanza e viceversa”. Nella definizione di tale autore,
come è stato messo in evidenza da M.Rosaria Ferrarese
(2000), la globalizzazione appare come una semplice
evoluzione del capitalismo.
Secondo questa autrice, infatti, Giddens non mette in luce
il vero aspetto rivoluzionario del processo di
1
Per organizzazioni istituzionalizzate si intendono quelle “organizzazioni che con il passare del tempo hanno
acquisito certi valori , hanno fatto proprie delle predisposizioni culturali verso certi stili di azione peculiari , hanno
sviluppato una determinata identità, un carattere distintivo” (Scott, 1992).
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
10
globalizzazione. I tratti rivoluzionari di questo processo
emergono solo da un’analisi dei mutamenti che esso induce
nella sfera istituzionale e organizzativa (M.Rosaria
Ferrarese,2000).
Per molti autori (Castels, 2002),tutti questi cambiamenti e
le conseguenze da essi generati sono stati resi possibili
dalle nuove infrastrutture tecnologiche che hanno permesso
l’evoluzione del fenomeno e hanno favorito la loro
estensione su scala globale. Altri autori
(Flingstein,2001), invece, sostengono che la
globalizzazione e i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni
hanno portato alla creazione di nuove esigenze tra le quali
anche la nascita di nuove infrastrutture tecnologiche.
Secondo tale punto di vista,quindi, le infrastrutture
tecnologiche non sarebbero un supporto per mandare avanti
il processo su scala globale, ma una nuova esigenza della
società scaturita dai cambiamenti in corso
(Flingtein,2001).
Quello che si metterà in evidenza nei successivi paragrafi
è come questo processo abbia favorito secondo alcuni autori
la nascita di forme di potere immateriali che vanno a
sostituirsi alla proprietà fisica.
1.2 - Società moderna e capitale immateriale
Nelle attuali analisi sulla società, il termine “capitale
fisso” viene sostituito da quello che viene chiamato
capitale immateriale, o "capitale umano".
Questo concetto è ampiamente comprensivo e si riferisce
alla società ed al suo sistema organizzativo come organismo
vitale nel quale la dimensione umana ha un ruolo primario.
Non dovrebbe essere perciò confuso con la teoria sul
capitale umano, frutto delle dissertazioni di A. Smith,
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
11
come investimento in futura capacità di guadagni della
persona (salari) e di profitti (e produttività)
dell’azienda.
Il capitale umano è determinato da una continua interazione
sociale basata sulla qualità della mutualità. La mutualità
implica il riconoscimento ed il rispetto di e fra tutte le
componenti di un sistema sociale. Essa si basa sulla
fiducia (Giddens, 1990), elemento chiave determinato
tramite conflitto, negoziazione, accordo e co-decisione.
In altre parole, l’individuo non può vivere senza "i molti"
altri e viceversa. Egli ha bisogno di esprimere e ricevere
"fiducia" in quanto egli costituisce un’entità sociale che
è contemporaneamente una parte ed un tutto di un più ampio
organismo vivente. Questa interdipendenza, socialmente
determinata, è costituita dalla fusione di opposti e da
atteggiamenti dicotomici, quali isolamento e
partecipazione, dipendenza ed autonomia.
Il capitale umano è, quindi, la combinazione di risorse
individuali, sociali, tangibili ed intangibili, tacite e
codificate. È la conoscenza, intesa come insieme di saperi
che gli individui acquisiscono nel corso della loro vita ed
usano per elaborare ed implementare idee, teorie, concetti,
iniziative di vario genere, incluse attività produttive di
beni e servizi, orientate al mercato o fuori di esso.
Il capitale umano si basa sul miglioramento costante delle
abilità e delle capacità di: analizzare, diagnosticare,
concepire proposte, progettare, sperimentare, migliorare,
realizzare, valutare, diffondere soluzioni. Non si tratta
solo di qualità tecniche o amministrative, ma
fondamentalmente di capacità di sviluppo individuale
autonomo e complessivo; capacità di tipo imprenditoriale
che implicano assunzione del rischio, soluzione dei
CAP. 1 - UN PROFILO SOCIOLOGICO DELLA SOCIETA' DELL'INFORMAZIONE
12
problemi, negoziazione, collaborazione, decisione,
innovazione gestionale, etc.
Tali capacità rappresentano le identità culturali e le
potenzialità delle comunità sociali di un contesto locale.
Il significato di capacità si è spostato dalla
specializzazione all'acquisizione di metodi di
apprendimento continuo (La Rosa, 2004).
Nuovi stili di lavoro tendono a valorizzare il
comportamento personale e sociale; spingono
all’acquisizione ed allo sviluppo di un nucleo forte di
conoscenze all’interno della percezione globale della vita
dinamica di un’organizzazione; stimolano flessibilità,
elasticità e la capacità di utilizzare positivamente
l’incertezza. Questi ingredienti sono richiesti agli
individui in quanto capitale umano a qualsiasi livello di
organizzazione economica e sociale.
Il computer, definito come strumento tanto veloce quanto
stupido (in genere non può vivere senza l’intelligenza
trasmessagli dall’uomo), è un tipico esempio della
trasformazione dall’uomo che lavorava per la macchina (era
infatti chiamato "forza - lavoro") all’uomo che lavora con
l’aiuto delle macchine, utilizzandole per lavori
specializzati, pesanti e rischiosi.
Impiegata saggiamente, la tecnologia dell’informazione
sviluppa, infatti, le capacità intellettuali dell’umanità e
attribuisce all’attività e al lavoro umano una nuova
dimensione rispetto ai meccanismi sincronizzati
uomo/macchina sperimentati durante l’era industriale.
Se questa sincronizzazione era allora basata sulla
specializzazione e sulla velocità, oggi è possibile
divenire più generalisti.