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letteratura, � rimasta un po� relegata in secondo piano: la figura paterna. Nell�odierno
panorama, in verit�, vi � un rinnovato interesse per tale figura. Sono messi in evidenza i
ruoli e le funzioni che essa viene ad assumere all�interno dall�ambiente familiare, quali,
ad esempio quello di supporto emotivo alla propria consorte, di separatore della diade
madre-bambino, fino al ruolo classico di interdittore dell�incesto.
Assume pertanto rilievo, nel nostro studio, la relazione padre-bambino asmatico, pur se
sempre inserita all�interno della pi� ampia relazione madre-padre-bambino.
Nel capitolo 1, dopo una breve introduzione sulla questione del rapporto corpo-mente,
viene presentato un exursus storico delle concezioni in psicosomatica. Partendo dalla
prospettiva di Freud, legata allo studio delle nevrosi, si viene a delineare un percorso in
cui i vari autori prendono sempre pi� in considerazione la partecipazione delle matrice
relazionale nell�insorgenza del disturbo psicosomatico. Essa diviene centrale nel
capitolo 2, dove si giunge a delineare il quadro delle concezioni pi� attuali. L�interesse
� focalizzato sull�evoluzione del rapporto soma-psiche nel bambino, e sui possibili
elementi che vengono ad interferire in questo processo, generando cos� quel terreno
favorevole per l�insorgere dei fenomeni psicosomatici. Si considerano due prospettive
fra loro interagenti: il ruolo delle fantasie genitoriali nel contribuire alla patologia del
figlio e quello dei fallimenti genitoriali. Con il capitolo 3, si sviluppa un discorso sulla
figura paterna. Molti studi recenti attestano un interesse per questa figura e ne rivalutano
l�importanza ai fini di uno sviluppo armonico della personalit� del bambino. Da una
parte vi sono gli studi osservativi, che riconoscono le influenze dirette che vengono ad
avere i padri sui loro figli; dall�altra parte, autori di prospettiva psicoanalitica mettono in
evidenza quelle molteplici funzioni paterne che, indirettamente, vengono ad incidere
sulla relazione madre-bambino. Il capitolo 4 introduce nell�universo del bambino
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asmatico. Il discorso si sviluppa a partire dalla questione dei vari fattori implicati
nell�etiologia del disturbo, soffermandosi intorno alla questione di un possibile ruolo
primario dei fattori psicologici nel determinismo dello stesso. Si fa riferimento a quelle
dinamiche relazionali che circondano l�esistenza del bambino asmatico, a partire dai
clessici studi sulla diade madre-bambino, fino a considerare, in particolar modo, quegli
studi che descrivono le caratteristiche dei padri di questi bambino.
Nell�ultimo capitolo, La conoscenza che ne avremo dalle considerazioni precedenti, si
incontrer� con quell�immagine che ci � stata fornita dall�incontro con le parole di alcuni
medici pediatri, operanti sul territorio italiano, da noi intervistati. La scelta di rivolgerci
a questa figura professionale � motivata dal fatto che il pediatra � la prima persona che
viene a contatto con il bambino asmatico e la sua famiglia e , pertanto, potr� fornire una
prima impressione sulle problematiche che ruotano intorno al disturbo.
L�incontro fra studente di psicologia e medico potr� prefigurarsi come un terreno di
confronto fra due modi di pensare probabilmente differenti ma che comunque
riproporr�, simbolicamente, quell�intreccio fra psiche e soma che � peculiare di tutti i
fenomeni psicosomatici.
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CAPITOLO 1
LA PROSPETTIVA STORICA IN PSICOSOMATICA
1.1 NOTE INTRODUTTIVE
La parola psicosomatica riunisce in s�, contemporaneamente, due aspetti : l�immagine
del corpo e quella della mente. La questione psicosomatica va dunque ad intrecciarsi
con la definizione del rapporto corpo-mente , in una modalit� che non giustappone
semplicemente i due elementi : infatti � l�unit� bio-psico-sociale dell�essere umano che
viene posta a fondamento.
In verit� , l�uso del termine �psicosomatica� � stato pi� volte criticato in quanto
evocherebbe una contraddizione rispetto ai suoi intenti: nel momento in cui presuppone
un�unit� fra psiche e soma , propone di fatto la dicotomia corpo-mente, di reminescenza
cartesiana . Un�immagine pi� unitaria sembrerebbe essere fornita dal circuito corpo-
mente-corpo: la mente � come se scaturisse da un corpo che la precede
ontogeneticamente ( nel bambino piccolo � dominante la sfera biologica ) , per poi
influenzare il corpo, modificandolo. Infatti nei movimenti di crescita individuale lo
sviluppo della mente avviene attraverso un processo graduale che si dispiega nella
direzione dal corpo alla mente, quasi una sorta di emergenza dal corpo, che coincide con
la graduale acquisizione mentale del s� corporeo (Bevilacqua et al.,1982 ) .
Corpo e mente sono dunque considerati sotto l�aspetto di un continuum funzionale , il
cui elemento principale � costituito da quel processo di differenziazione della funzione
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mentale sopra citato : � importante sottolineare come la direzione di tale evento vada dal
corpo alla mente , sebbene , ad esempio, la psicoanalisi lo abbia studiato, soprattutto
inizialmente, pi� nella direzione dalla mente al corpo. Aspetto generale di questo
continuum funzionale , indice della sua complessit�, � che il funzionamento mentale , in
quanto determinato dal funzionamento corporeo ( Freud: �gli psicoanalisti non
dimenticano mai che il mentale � basato sull�organico�, 1910 ), ne � anche influenzato
in misura e modi diversi ; in quanto capace di influenzare il funzionamento corporeo,
pu� anche determinarlo (Gaddini E., 1981).
Nell�orizzonte psicoanalitico , Winnicott ha percorso la strada mente-corpo in entrambe
le direzioni : il suo pensiero si � volto a cogliere sia l�effetto delle cure corporee
adeguate in termini di integrazione del s� ( nella direzione dal corpo alla mente ),
sottolineando il ruolo determinante dell�ambiente per lo sviluppo del bambino, sia il
senso della somatizzazione ( nella direzione dalla mente al corpo ) (Rocchetto, 1998).
Per cogliere questa sequenza evolutiva dal corpo alla mente , pur tenendo sempre
presente la reciproca interazione che intercorre fra il piano somatico e quello psichico,
pare utile adottare il termine somato-psichico , introdotto da K.W.M. Jacobi nel 1822 ,
in contrapposizione al termine psicosomatico , utilizzato per la prima volta ,
nell�ambito della medicina romantica, da J.C. Heinroth nel 1818. Parlare di �somato-
psichico� risulta maggiormente definitorio, sebbene non possa placare le controversie
che ruotano intorno alla problematica corpo-mente . L�area di cui ci occupiamo appare ,
dunque, gi� da questa breve nota introduttiva , complessa; i vocaboli utilizzati per
definirla risulteranno pertanto evocativi di quanto le inerisce , pi� che eliminare ogni
ambiguit� .
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La natura stessa dei fenomeni , somatopsichici o psicosomatici , risulta enigmatica :
essa fa riferimento alla rottura dell�armonioso funzionamento mente-corpo e ai
meccanismi che determinano il deflusso nel soma del disagio psichico . Ci muoviamo,
dunque, nell�ambito di quel �salto dalla mente al corpo� che ancor oggi appare
�misterioso�, come, circa un secolo fa, apparve a Freud, il padre della psicoanalisi ,
nonostante il pensiero occidentale ne abbia ricercato l�enigma fin dai tempi pi� antichi.
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1.2 CONCEZIONI IN PSICOSOMATICA: UN POSSIBILE PERCORSO STORICO
Gli arbori di una concezione psicosomatica si possono far risalire ai tempi di Ippocrate ,
il quale sviluppa un pensiero relativo alle relazioni mente-corpo , imperniato sul
concetto di anima o psiche. Questa era concepita come funzione regolatrice della vita
fisica e psichica della persona ; la malattia era intesa come un�entit� dinamica , in
termini di reazioni di difesa e catarsi ( Monari, 1997).
E� per� con l�avvento della psicoanalisi che emerge una medicina psicosomatica come
movimento organizzato. Freud dirige il proprio interesse verso una problematica
psicosomatica, la sintomatologia organica dell�isteria e della nevrosi d�angoscia ,
cercando di scoprire l�etiologia psichica di queste affezioni organiche. Il sintomo
organico , nella nevrosi d�angoscia , era il risultato di una deviazione di eccitazione
sessuale somatica cui era impedito l�accesso alla sfera psichica , provocando cos� una
utilizzazione abnorme di questa eccitazione. Nel caso della conversione isterica , esso
era conseguenza di una rimozione a livello somatico dell�eccitazione psichica derivata
da un conflitto: diveniva pertanto il rappresentante di un contenuto psichico di pensiero.
Sebbene Freud faccia ricorso a due modelli distinti per spiegare la genesi di sintomi che
possiamo considerare psicosomatici ( egli non fa menzione nei suoi scritti di tale
termine ) , in realt� vengono fornite risposte unidimensionali alla problematica della
somatizzazione. Con l�introduzione del concetto di inconscio, le realt� che vengono
percepite come psichiche o somatiche vengono ad essere rappresentazioni diverse di
una realt� inconscia , che non � di per s� n� psichica, n� somatica ; il soma dunque non
viene considerato nella sua materialit� : il corpo erogeno, cio� il valore assunto da
alcune zone del corpo nel divenire generatrici di forme particolari di piacere, e il corpo
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come ricettacolo della libido narcisistica sono i costituenti dello psichismo (Bevilacqua
et al., 1982). Freud traccia un percorso che affida ai processi somatici un valore
simbolico, manifestazione di conflitti rimossi e degli affetti ad essi associati.
In continuit� con questa linea di pensiero si pongono altre personalit� . G. Groddeck
(1926) , considerato uno dei fondatori della medicina psicosomatica, elabora la sua
formulazione teorica nell�ambito di una particolare concezione sull� ES: una potenza
assoluta e sfuggente che sottende tanto la vita psichica , quanto quella biologica; essa �
responsabile del benessere o della malattia di una persona. Quest�ultima condizione
risulta essere un messaggio dell�ES, espresso in forma di simbolo: il corpo pertanto
viene considerato come una mappa di rappresentazioni simboliche , dove nulla risulta
privo di significato e la malattia persegue sempre uno scopo, un fine.
F. Deutsch (1959) rivendica la dignit� e la significativit� del linguaggio corporeo ,
attraverso cui la psiche si rappresenta : nel corpo non accade nulla che non si inserisca
in modo comprensible nello psichismo. La chiave che permette di affrontare il problema
mente-corpo � dato dal concetto di inconscio, cos� come � stato concepito da Freud. Nel
suo modello teorico , la malattia organica viene compresa facendo riferimento al
processo di conversione , combinato con l�ipotesi della regressione fisiologica. In ogni
individuo normale avverrebbe un processo di conversione continuo , necessario per il
mantenimento della salute e dell�equilibrio; la malattia si delineerebbe come un mezzo
per evacuare conflittualit� , tramite un dispendio energetico minore rispetto a quanto �
implicato nelle nevrosi e rispettando le norme comportamentali del contesto sociale.
Ai giorni nostri ritroviamo echi delle posizioni freudiane nel pensiero dello
psicoanalista argentino L. Chiozza (1982). Nella sua concettualizzazione tutte le
malattie sono da considerarsi come espressione di una fantasia inconscia specifica , cos�
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come Freud aveva sostenuto per l�isteria di conversione. Cos� ogni processo somatico
assume un valore simbolico che � la manifestazione di queste fantasie inconsce. Non �
per� sufficiente fermarsi a questo livello interpretativo: il significato del sintomo deve
essere messo in relazione con la comprensione della disorganizzazione somatica nella
storia individuale del paziente. Questo deve condurre ad indagare la �funzione� che la
malattia svolge in relazione ai sistemi nei quali si integra.
L�adozione del modello della conversione , per comprendere tutte le malattie organiche,
porta ad abbandonare l�ipotesi iniziale di Freud di due meccanismi differenti operanti ,
rispettivamente, nell�isteria e nella nevrosi d�angoscia. Come conseguenza risulta
l�impossibilit� di distinguere quelli che vengono considerati disturbi psicosomatici , dai
disturbi di conversione . Nel panorama storico � invece possibile rintracciare il tentativo
di delimitare l�area della psicosomatica . Il lavoro di F. Alexander (1950) si � mosso in
tale prospettiva : suo presupposto essenziale era la netta distinzione fra conversione e
nevrosi d�organo, da lui chiamata nevrosi viscerale, in base a criteri sia fisiologici che
psicodinamici. La prima viene considerata come espressione simbolica di un contenuto
inconscio carico di emotivit�, nel tentativo di scaricare la tensione; avrebbe luogo nel
sistema neuromuscolare volontario e sensoriale. La nevrosi viscerale riguarderebbe
invece organi viscerali controllati dal sistema nervoso autonomo , i quali , nelle parole
di Alexander, �non hanno una rappresentazione psicologica diretta nella mente e
probabilmente neppure nell'inconscio�(Alexander, 1936) . Gli organi interni forniscono
la componente fisiologica di uno stato emotivo che, se eccessivo e prolungato, provoca
la nevrosi vegetativa: le modificazioni d�organo sono quindi concomitanti alla stato
emotivo. In questo caso il processo organico non presenta un significato psicologico ( e
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pertanto non pu� essere interpretato e verbalizzato in termini psicologici ) ; tuttavia egli
afferma che lo studio psicodinamico degli stati affettivi pu� essere la chiave per la
comprensione della nevrosi d�organo.
Gi� un suo predecessore , il medico e psicoanalista F. Dunbar (1935) , aveva esposto
una concezione che criticava l�idea che i sintomi psicosomatici avessero
prevalentemente un significato simbolico; infatti il modello della conversione isterica
viene visto come solo uno dei modi tramite cui il corpo viene influenzato dagli eventi
psichici. Molti sintomi psicosomatici sarebbero la conseguenza della scarica di energia
istintuale nei sistemi vegetativi del corpo.
L�opera di Alexander introduce nuove prospettive con cui accostarsi alla questione
psicosomatica , le quali , sebbene non sufficientemente sviluppate, contengono nuclei
anticipatori di un approccio relazionale alla considerazione dei disturbi psicosomatici.
Accanto a problemi datati , quali la costituzione ereditaria e la compiacenza d�organo, si
inserisce l�attenzione per la situazione interpersonale della prima infanzia. La dinamica
patogena messa in evidenza non � prodotta da un conflitto fra le istanze psichiche :
deriva piuttosto da una risposta inadeguata , da parte della madre , nei confronti dei
bisogni ricettivi di dipendenza e delle tendenze aggressive di autonomia del suo
bambino. Tutti i pazienti psicosomatici svilupperebbero cos� conflitti relativi alla
dipendenza .
La psicologia dell�Io , derivata dalle teorizzazioni di Hartmann, negli Stati Uniti, va a
focalizzare la sua attenzione sullo sviluppo psicofisico del lattante e sugli effetti della
carenza precoce delle cure materne. Viene a riconoscere come nucleo della disfunzione
psicologica, nella maggioranza dei pazienti con disturbi psicosomatici, non tanto i
conflitti psicodinamici ma i difetti nel funzionamento dell�Io. Il fenomeno
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psicosomatico viene visto come implicante una regressione alla fase indifferenziata
dello sviluppo somatopsichico, nei casi in cui l�Io del soggetto sia incapace di difendersi
adeguatamente dallo stress. L�agire nel somatico , pertanto, cortocircuita con la
possibilit� di simbolizzare (Scoppola, 1997).
Questo modello di funzionamento caratterizzato da una sorta di agenesia del simbolico,
descritto come peculiare delle dinamiche del malato psicosomatico, trova una
trattazione sistematica nel pensiero di Sinfeos (1967) e , indipendentemente , in Europa
nelle teorie di P. Marty (1971) , esponente della scuola francese di psicosomatica. Al
primo si deve il concetto di alexitimia (lett. emozione senza lessico): questo termine
indica una condizione , riscontrata nei soggetti psicosomatici, contraddistinta da una
difficolt� nell�identificare e verbalizzare i sentimenti; una vita di fantasia impoverita ;
un�attenzione centrata sugli oggetti e sulla realt� esterna , pi� che sull�esperienza
interiore. Il concetto di pens�e operatoire di Marty trova analogie con quanto descritto
da Sinfeos. Esso indica un pensiero pragmatico, rivolto al presente e alla realt� concreta
, senza rapporti con fantasie inconsce; scarsa libert� fantasmatica e povert� della vita
onirica ; una relazione bianca che blocca gli scambi personali ; cio� circostanze che
rivelano l�incapacit� dell�inconscio di venire alla luce in forma di rappresentazioni.
Viene quindi identificato un modo di funzionamento, a volte strutturale, indicatore di
una disorganizzazione.
Un contributo importante , nella considerazione delle dinamiche interpersonali del
sintomo somatico, viene fornito dai teorici inglesi delle relazioni oggettuali , i quali
riconoscono il ruolo degli oggetti esterni per lo sviluppo del bambino. Da questo ambito
, prende spunto il pensiero di Winnicott (1966) che volge la sua attenzione alla
questione psicosomatica.
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Egli affronta il problema della integrazione psiche-soma, tendenza evolutiva naturale a
partire da un�unit� indifferenziata originaria madre-bambino. Il passaggio dalla illusione
fusionale alla progressiva differenziazione realt� esterna/interna , madre/bambino ,
psichico/somatico, si realizza a condizione che esista un valido supporto bambino-
madre-ambiente. A fondamento di tale passaggio vi � la realizzabilit� del processo di
simbolizzazione; in mancanza di ci�, si produrranno aree cieche per le quali i
movimenti di separazione-individuazione si realizzeranno prevalentemente nel campo
somatico. Il disturbo psicosomatico risulta cos� connesso ad un Io debole , largamente
dipendente da un atteggiamento materno non sufficientemente buono , che attesta la
dissociazione fra psiche e soma.
La scuola psicosomatica tedesca di G. Ammon (1974) ha ampliato l�area interpersonale
del sintomo , includendovi non solo il rapporto madre-bambino , ma anche le dinamiche
inconsce dell�intero gruppo primario.
La trattazione di Ammon prende le mosse dalla descrizione dello sviluppo dell� Io e
dell�identit� e interpreta i disturbi dell� Io-corpo come disturbi dell�identit�. La fase pi�
importante dello sviluppo � costituita dall�edificazione del confine dell�Io e dalla
distinzione Io e non Io . Nella costruzione del proprio confine , il bambino �
condizionato dal continuo sostegno del suo primo ambiente, il gruppo primario , e
particolarmente dalla madre.
Il comportamento psicosomatico segue una dinamica interpersonale , in cui il bambino �
obbligato dalla madre a rinunciare allo sviluppo e alla delimitazione della propria
identit� ; � costretto , invece, ad assumere la pseudo-identit� di un portatore di sintomi ,
per il cui tramite la madre, a sua volta, riesce a conservare intatta una propria pseudo-
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identit�. L�interiorizzazione del divieto di identit� inconscio imposto dalla madre,
appare come il nucleo psicodinamico della malattia psicosomatica.
Questo fenomeno di spostamento interpersonale del sintomo non va per� ristretto al
solo rapporto madre-bambino, in quanto � implicato nella dinamica inconscia dell�intero
gruppo primario. Questo � possibile comprenderlo se si tiene conto del fatto che la diade
formata da madre e bambino non costituisce un�isola separata dal gruppo in cui �
inserita .
Il primo gruppo di cui entra a far parte l�essere umano � la simbiosi diadica madre-
bambino; la madre per� ha bisogno di un sostegno adeguato da parte del gruppo in cui
si trova. Il suo modo di comportarsi nei riguardi del bambino , che dipende in tutto e per
tutto da lei , dipende a sua volta da come essa si percepisce e si comporta nel contesto
interpersonale della situazione in cui vive. La madre nella diade rappresenta il gruppo
nei confronti del bambino nello stesso momento in cui, nei confronti del gruppo
primario, rappresenta i bisogni del bambino. Quest�ultimo non soltanto � determinato
dal gruppo , ma modifica egli stesso la situazione di vita del gruppo in cui entra con la
nascita e di cui , gi� prima della nascita , ha influenzato le fantasie e processi vitali.
La manifestazione dei disturbi psichici e somatici rimanda quindi a dei disturbi di un
processo interpersonale dello sviluppo psicosomatico; ogni forma di patologia , anche
se si presenta sotto l�aspetto di affezione individuale, va ricondotta ad un disturbo
patologico nell�interazione del gruppo di cui il malato � membro e a cui serve come
portatore di sintomi. Questi assolve , di regola , una funzione importante per la
omeostasi del gruppo.
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La scuola americana della psicologia del S� , sviluppando le concezioni originarie di
Kohut, propone anch�essa un modello esplicativo dei disordini psicosomatici che ne
considera l�aspetto relazionale . Punto centrale risulta l�evidenza che le prime
esperienze interattive del bambino si organizzano intorno a nuclei affettivi che
garantirebbero continuit� e consistenza. Un difetto interattivo con l�ambiente
originerebbe la disorganizzazione psicosomatica (Scoppola,1997).
Pi� recentemente, G. Taylor (1987) ha cercato di integrare la prospettiva psicoanalitica
derivata dal concetto di oggetto-S� di Kohut, con le scoperte della psicologia evolutiva,
della biologia evolutiva e della neurobiologia, per giungere ad una concettualizzazione
sui fenomeni psicosomatici. Kohut concepiva l�oggetto-S� come quell�oggetto che
viene internamente esperito come capace di offrire alcune funzioni psicologiche vitali ,
quali la regolazione della tensione e dell�autostima, entro una relazione che influisce
positivamente sulla percezione del S� (Bacal, Newman, 1990). L�idea che viene
proposta , estendendo questa formulazione, � quella di considerare la funzione di
regolazione psicobiologica svolta dagli oggetti-S�: questi possono cos� funzionare come
mediatori biologici, oltre che psicologici. Le relazioni umane vengono cos� ad assumere,
dalla nascita in poi , un ruolo centrale nella regolazione omeostatica delle funzioni
fisiologiche. Gravi difficolt� nelle relazioni oggettuali possono danneggiare la
regolazione dei processi fisiologici, non necessariamente con il loro impatto sulla
mente: bambini che hanno generalmente sofferto di carenze nel loro generale ambiente
oggetto-S�, mostrano gradi variabili di incapacit� a risolvere il compito evolutivo della
separazione-individuazione. Per loro , la rottura di una relazione interpersonale
importante implica , non solo la perdita di un oggetto d�amore, ma anche la perdita delle
funzioni di regolazione fornite dal partner nella relazione; privi di una struttura psichica
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adeguata all�autoregolazione, questi individui sembrano pi� inclini ad ammalarsi
fisicamente.
In quest�ottica risulta chiaro che i sintomi dei pazienti psicosomatici con regressioni
dell�Io o arresti evolutivi precedenti l�inizio della separazione-individuazione, non
possono basarsi su rappresentazioni simboliche : le spiegazioni psicoanalitiche del
contenuto simbolico inconscio hanno perso di significato.
Questo percorso storico � uno dei molteplici che si possono disegnare per far luce sul
pensiero di coloro che si sono interessati ad indagare la natura dei fenomeni
psicosomatici. Differenti fattori sono stati chiamati in causa , nella breve ma variegata
storia della psicosomatica, per chiarire l�etiologia dei disturbi. Le concezioni attuali
vedono , nelle affezioni psicosomatiche , una realt� multicomponenziale , nella quale si
intrecciano fattori biologici, psicologici e sociali.