2
INTRODUZIONE
L‟avvento delle tecnologie informatiche comporta una vera e
propria rivoluzione nell‟ambito della produzione e diffusione della
cultura, dove si assiste alla creazione di nuovi formati elettronici,
attraverso i quali diffondere i contenuti, i cosiddetti new media.
In Italia la multimedialità ha trovato un grande favore di
pubblico e un certo entusiasmo da parte degli operatori economici,
anche grazie all‟affermarsi impetuoso di Internet e del commercio
elettronico. Sebbene l‟opera multimediale abbia fatto la sua
comparsa da diversi anni, la sua qualificazione giuridica resta
tutt‟oggi tema di dibattito dottrinale; infatti il legislatore non ha
ritenuto necessario dare una definizione giuridica, né emanare una
disciplina di protezione ad hoc. Ma lo svilupparsi del mercato e
degli interessi di autori, editori e degli stessi utenti, ha aumentato la
necessità di interventi normativi in materia di protezione
intellettuale.
Partendo dalla L. 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del
diritto d‟autore e di altri diritti connessi al suo esercizio e
analizzando la sua evoluzione con la L. 18 agosto 2000, n. 248,
dove per la prima volta viene riconosciuta espressamente,
nell‟ambito della disciplina del diritto d‟autore l‟esistenza
dell‟opera multimediale, senza però fornire alcuna definizione o
regime di tutela, si cercherà in questa trattazione di fornire
innanzitutto una definizione dell‟opera multimediale, accennando
alle sue caratteristiche, ai diritti connessi e ai contratti stipulati
dall‟editore per la produzione dell‟opera.
Nella seconda parte verrà affrontato il tema della distribuzione
dell‟opera multimediale; con le licenze per la commercializzazione
off-line su supporti magnetici; e la distribuzione on-line che
avviene per mezzo delle reti telematiche, le responsabilità del
fornitore e dell‟utente, sempre però con un occhio ai diritti
dell‟autore dell‟opera.
3
CAPITOLO 1
L’avvento delle tecnologie informatiche
1.1 Dall’analogico al digitale
L‟evoluzione della trasmissione di informazioni o di opere
dell‟ingegno, di qualunque genere e intelligibili all‟essere umano, è
caratterizzata dalla traduzione del segnale analogico
1
in digitale
2
;
questa viene indicata indifferentemente con le locuzioni “processo
di digitalizzazione” o “trasformazione in numerico”
3
. I due concetti
coincidono perfettamente, unica differenza è il riferimento, uno
indica il tipo di segnale di rappresentazione delle informazioni
(segnale digitale), l‟altro il codice rappresentativo del segnale
digitale (codice numerico costituito da una serie di 1 e di 0).
Nella realtà durante la fase di traduzione del segnale da
analogico a digitale vengono “perse” delle informazioni, in quanto
il segnale digitale è costituito da un insieme discontinuo, mentre
quello analogico è continuo. La traduzione dal codice analogico a
quello digitale è tanto migliore quanto il sistema utilizzato sia in
grado di simulare la continuità del segnale analogico.
Il processo di digitalizzazione determina una maggiore
accuratezza e stabilità del segnale registrato, nonostante la perdita
di informazioni: questo perchè vengono eliminati i segnali di
disturbo all‟informazione primaria (nel settore musicale, ad
esempio nella conversione in mp3, i rumori di fondo estranei alla
melodia) e i dati cc.dd. non significativi.
4
1
Un segnale è analogico quando i valori utili che lo rappresentano sono continui (infiniti) in un
intervallo e non numerabili (in R). P.e. la rappresentazione analogica dell'informazione può
avvenire tramite un segnale modulato in ampiezza, fase, frequenza, secondo una rappresentazione
sinusoidale della portante. www.dizionarioinformatico.com 1994-2004, F. LONGO.
2
La digitalizzazione è il processo di conversione per la rappresentazione di grandezze analogiche
utilizzando grandezze discrete. È possibile digitalizzare qualunque grandezza statica (non variabile
nel tempo): un livello di tensione, un'immagine, ecc... www.dizionarioinformatico.com 1994-2004,
F. LONGO.
3
Vd. C. DI COCCO, L’opera multimediale, Torino, 2005, p. 24, in particolare nota 25.
4
Vd. C. DI COCCO, L’opera multimediale, Torino, 2005, p. 24, in particolare nota 26.
4
Quindi da un punto di vista tecnico, la digitalizzazione
rappresenta un notevole vantaggio in quanto aumenta
sensibilmente la qualità delle opere riprodotte, determina
l‟utilizzazione di spazi di memoria ridotta e, quindi, la
riproduzione illimitata dell‟opera in copie identiche e la loro
trasmissione anche via rete
5
.
Il complesso di informazioni veicolate da media differenti,
normalmente riprodotte con sistemi analogici, subisce un comune
processo di traduzione in linguaggio binario e di registrazione su
supporto fisico che ne permette la gestione da parte di un
microprocessore
6
. Si concretizzano dunque, proprio attraverso tale
processo, quegli elementi sopra richiamati comuni a tutte le opere
digitali ed in particolare ai c.d. nuovi beni informatici (software,
banche di dati elettroniche e multimedia), imprescindibilmente
digitali per loro stessa natura. Le proprietà tipiche delle opere
digitali sono state soggetto di un‟approfondita analisi in un celebre
studio della Samuelson (1990). L‟autrice americana è fra le prime
ad occuparsi dell‟ argomento, è individua le peculiarità delle opere
digitali in sei caratteristiche
7
: 1) la facilità di riproduzione; 2) la
facilità di trasmissione e di utilizzo plurimo contestuale; 3) la
manipolabilità, (cioè la possibilità di apportare modifiche); 4) la
facilità di combinare integrare sovrapporre opere appartenenti a
tipologie differenti; 5) la possibilità di raccogliere su un unico
piccolo supporto una grande quantità di dati; 6) la possibilità di
cercare anche di “leggere” i testi seguendo percorsi e logiche ignoti
al testo a stampa. Questa elencazione è stata ripresa e fatta propria
dalla dottrina nazionale
8
avvertendo il bisogno anche nel nostro
5
Cfr. B. CUNEGATTI, G. SCORZA, Multimedialità e diritto d’autore: multimedia, banche dati,
software e MP3 alla luce della Direttiva 2001/29/CE, Napoli 2001, p. 8-9.
6
Vd. B. CUNEGATTI. Aspetti legali dell’opera multimediale. Milano, 2000, p. 13.
7
Vd. P.SAMUELSON, Digital media and the changing face of intellectual property law, in
Rutgers computer & technology law journal, 16, 1990, p. 324; v. anche P.SAMUELSON,
R.GLUSHKO, Intellectual property rights for digital library and hypertext publishing systems, in
Harward Journal of Law & Technology , 6, 1993, p. 237 e ss.
8
Fra gli autori italiani che trattano quest‟argomento e si rifanno a tale elencazione L. NIVARRA,
Le opere multimediali su Internet, in AIDA, 1996, p. 131; B. CUNEGATTI, La tutela delle opere
5
paese di analizzare le opere digitali e osservare la loro crescente
diffusione.
1.2 Internet e l’ipermedia
La diffusione delle opere digitali si avvale di sistemi informatici
tra loro connessi, ovvero in rete.
Il collegamento tra unità di elaborazione di dati può essere
realizzato sfruttando diverse tecnologie: connessioni basate su reti
fisiche costituite da collegamenti materiali tra diverse unità e unità
connesse sfruttando reti satellitari o di telecomunicazione mobile,
queste sono prive di collegamento materiale (wireless network)
9
.
I prodotti digitali vengono diffusi, principalmente, per mezzo di
reti che sfruttano i cavi coassiali, le fibre ottiche o i più tradizionali
cavi di rame
10
. L‟infrastruttura tecnologica utilizzata per la
trasmissione dei dati tra sistemi informatici viene chiamata “rete”.
Con questo termine si può far riferimento anche a connessioni tra
computer, già da tempo in uso (per esempio, quelle esistenti tra
filiali del medesimo gruppo finanziario); un‟importante rete che si
è imposta a livello mondiale è sicuramente Internet.
Essa è in grado di contenere – secondo alcune stime – più di 5
milioni di computer, con 30 milioni di utenti sparsi in oltre 125
Paesi in tutto il mondo. In oltre viene definita: “la rete delle reti”
per la sua apertura a tutti, non essendo una rete dedicata a una
particolare categoria di utenti, e quindi “pubblica”,
indipendentemente dalla tecnologia usata per la connessione. Oggi
rappresenta la rete informatica più diffusa e avanzata ma raffigura
anche il prototipo delle future infrastrutture dell‟ informazione, le
multimediali in Italia nell’ambito della disciplina sul diritto d’autore, in Dir. Inf. Informatica, 2,
1998, p. 454; G. GUGLIELMETTI, Le opere multimediali, cit., p. 109.
9
Il termine Wireless Network si riferisce a una tipologia di comunicazione, monitoraggio e sistemi
di controllo in cui i segnali viaggiano nello spazio e non su fili o cavi di trasmissione. In un
sistema wireless la trasmissione avviene principalmente via radiofrequenza (RF) o via infrarosso
(IR). Vd. www.dizionarioinformatico.com 1994-2004, dott. F. LONGO
10
Cfr. B. CUNEGATTI. Aspetti legali dell’opera multimediale. Milano, 2000, p. 15.
6
autostrade dell‟informazione che sono l‟obbiettivo dell‟azione dei
più importanti Stati e dell‟ Unione Europea. Internet è così
l‟antesignano di quella rivoluzione dell‟informazione che è oggi in
atto e che è destinata a trasformare profondamente, insieme ai
modi con cui si raccolgono e diffondono le informazioni, anche i
modi in cui vengono create, riprodotte, diffuse e usufruite le opere
dell‟ingegno
11
.
In rete, si assiste all‟intermediazione di soggetti professionali: i
service providers, questi mettono a disposizione dell‟utente dei
sistemi informatici caratterizzati da ampie capacità di memoria e
perciò in grado di contenere un numero elevato di dati, ossia di
informazioni in forma digitale; è appunto attraverso la connessione
dei servers alla rete che avviene la messa a disposizione al
pubblico di questi dati. Quindi la rete telematica denominata
Internet è organizzata per garantire la connessione sia tra i server
12
,
che tra le singole unità di elaborazione di dati.
All‟interno della rete l‟utente ricopre un ruolo fondamentale,
infatti esso può essere sia soggetto “passivo”, essendo destinatario
del servizio fornito dal service providers, e sia può diventare
soggetto “attivo” della comunicazione mettendo in rete e
diffondendo informazioni, messaggi e opere; un utente, può, ad
esempio, ricevere un opera da un server, rielaborarla e metterla a
disposizione di qualsiasi interessato
13
.
L‟avvento di Internet pone al centro della comunicazione il
fruitore, il quale non è rilegato alla figura di destinatario dei
contenuti, ma sfrutta questa nuova particolare modalità di
fruizione, assolutamente peculiare, che viene indicata con il
termine di “interattività”. In generale oggi “l‟interattività” è la
caratteristica di un sistema che preveda l‟interazione con
l‟operatore-fruitore per il controllo dell‟esecuzione, attraverso sia
11
Vd. P. AUTERI, Internet e il contenuto del diritto d’autore, in AIDA, 1996, p. 83.
12
Un server web o un server php, sono tipici esempi di programmi server (realizzati da uno o più
processi) attivi su un computer server. Vd. www.dizionarioinformatico.com 1994-2004, dott. F.
LONGO.
13
Cfr. B. CUNEGATTI. Aspetti legali dell’opera multimediale. Milano, 2000, p. 17.
7
la visualizzazione di risultati parziali, sia l‟introduzione di nuovi
dati o l‟attivazione di particolari processi
14
. E‟ probabilmente
questo l‟aspetto più rivoluzionario di Internet in quanto consente a
qualsiasi soggetto, non solo di ricevere passivamente una massa
enorme di informazioni, ma anche di comunicare in modo attivo e
autonomo con una cerchia assai ampia di persone e potenzialmente
con tutte le persone che in qualsiasi parte del mondo sono collegate
con la rete
15
.
Proprio in considerazione di tale diverso grado di “versatilità”
richiesto si possono identificare differenti tipi di opere digitali,
prodotti dall‟editore multimediale che si affaccia alla distribuzione
e che deve tener conto delle aspettative individuali e fornire beni e
servizi maggiormente “versatili” rispetto a quelli tradizionali. Nelle
opere tradizionali (ad esempio opere letterarie, o cinematografiche)
al fruitore non viene consentito di intervenire sulla modalità di
consultazione dell‟opera, che deve avvenire (o meglio, che è stata
creata perchè avvenga) in modo lineare, cosi come impostata in
origine dal creatore stesso
16
.
Con l‟interattività, l‟utente ha la possibilità di muoversi
all‟interno dell‟opera secondo associazioni con i c.d. links
17
o
collegamenti predeterminati dal creatore o anche eventualmente
introdotte dal fruitore stesso
18
.
Anche se una lettura non sequenziale può essere connaturale ad
alcune opere letterarie, (si pensi alle opere scientifiche, fornite di
rinvii a ulteriori osservazioni o documenti contenuti nelle note a
14
Cfr. Vocabolario della lingua italiana Treccani, s.v. interattivo.
15
Cfr. P. AUTERI, Internet e il contenuto del diritto d’autore, in AIDA, 1996, p. 86.
16
Vd. C. DI COCCO, L’opera multimediale, Torino, 2005, p. 31
17
Link: (ingl.), collegamento. Nel www come in altri sistemi ipertestuali un link è un segno di
interconnessione tra elementi sorgente ed elementi destinazione. Un link su un testo, su
un'immagine o su qualsiasi oggetto multimediale, richiama un'altro elemento. Tipicamente un testo
con link è denotato dalla sottolineatura. Il link è l'essenza del web e più in generale di ogni sistema
ipertestuale. Vd. www.dizionarioinformatico.com 1994-2004, dott. F. LONGO
18
Vd. A. MUSSO, Ipertesti e thesauri nella disciplina del diritto d’autore, in AIDA, 1998, p. 222,
riguardo possibile tutelabilità delle stesse “strutture reticolari di hyperlink”. Sulla liceità
dell‟utilizzo dei links nel World Wide Web, si veda anche S. MEANI, Sito internet contraffattore
ed uso distorto del linking, del framing, del crawling e dei meta-tag (commento a Tribunale di
Monza 14 maggio 2001), in Cor. Giuridico, 12, 2001, p. 1631 e ss.; E. CORSO, Copyright in
Internet. Analisi di alcuni casi in common law, cit., p. 210 e ss.
8
piè di pagina che l‟utente è libero di prendere in considerazione o
meno)
19
; è indubbio che con lo svilupparsi dell‟informatica e
internet, e l‟affermarsi delle nuove tecnologie di comunicazione, il
concetto di ipertestualità “assume la sua connotazione più piena,
consentendo al lettore non soltanto l‟opzione per la “propria”
sequenza, ma anche per la “propria” determinazione della
completezza, dell‟inizio e della fine nella fruizione dell‟opera
altrui”
20
. Un ipertesto, quindi, si basa su un‟organizzazione
dell‟informazione di tipo reticolare (e non di tipo lineare come un
libro) ed è costituito da un insieme di collegamenti che consentono
di passare a uno o più altri blocchi.
Nel momento in cui le informazioni che si trovano all‟interno
dell‟opera a struttura reticolare non sono solo documenti, bensì, in
genere, informazioni veicolate da media differenti (testi, immagini,
suoni) l‟ipertesto diventa multimediale, e viene definito
ipermedia
21
. Il valore di un ipertesto
22
e di un ipermedia
23
è dato
dalla possibilità dell‟utente di “muoversi” all‟interno dei contenuti
informativi in maniera non sequenziale, proprio questo grado di
interattività è il “valore aggiunto” dell‟opera.
Una realizzazione digitale contenente informazioni veicolate da
media differenti (testi, immagini, suoni, video), strutturata in modo
19
Vd. G.PASCUZZI, Il diritto fra tomi e bit: generi letterari e ipertesti, Padova 1997, p. 180 e ss.
20
Cosi A: MUSSO, Ipertesti e thesauri nella disciplina del diritto d’autore, cit,. p. 212.
21
Cfr. B. CUNEGATTI. Aspetti legali dell’opera multimediale, Milano, 2000, p. 18.
22
L‟ipertesto E' un software che organizza un testo in modo non lineare (proprio invece del libro a
stampa). Questa strutturazione avviene per moduli (cioè attraverso un numero variabile ed
espandibile di unità di informazione di vario genere dette nodi) collegati in una struttura reticolare
di forma varia da legami logici (link). Ogni nodo di un'unità linguistica è comunicativa e
autosufficiente.
La scelta fra i link consente percorsi non sequenziali di fruizione dell'ambiente informativo:
spostamenti individualizzati guidati dall'interesse del "lettore", propri del pensiero associativo, che
costituiscono la navigazione e possono consentire l'attivazione di processi cognitivi, metacognitivi
e culturali di alta valenza in ambito didattico (in un processo di lettura ma soprattutto di scrittura).
Un'alta possibilità di navigazione tra le diverse unità di informazione, l'accessibilità a un nodo da
molteplici percorsi e il grado di interattività consentita all'utente sono tra le principali
caratteristiche che devono essere considerate nella valutazione di un software ipertestuale.
Vd. http://www.tecnologiaeducativa.it/tecnoedu/ambiti/ipermedia.htm
23
Per ipermedia si intendono dei documenti interconnessi con dei link. Queste connesioni sono
fatte su immagini, video, suoni, ecc... e sono a loro volta collegate con una base di dati. Quindi
l'utente che accede ai documenti è libero di scegliere il percorso da seguire, passando da un
documento all'altro con il semplice fatto di aver scelto per esempio un suono.
Vd. www.dizionarioinformatico.com,1994-2004 dott. F. LONGO, sito consultato a luglio 2005.
9
reticolare e interattiva prende il nome, come si è detto, di
ipermedia o opera multimediale
24
. I due termini, però, vengono
usati in ambiti distinti: di ipermedia si parla in senso tecnico-
informatico, di opere multimediali in senso giuridico
25
. Inoltre
l‟opera multimediale si può identificare come un particolare
ipermedia che per le caratteristiche intrinseche di creatività e
originalità, è ammesso alla tutela giuridica delle opere
dell‟ingegno; ma di questo ne tratteremo nel corso del presente
elaborato. Soffermandoci sulla categoria dell‟ipermedia e sul loro
senso tecnico-informatico, bisogna distinguere, all‟interno di
questa categoria di genere, i c.d. CBT
26
. Con questa locuzione si
identifica un programma caratterizzato da un basso valore
ipertestuale e che fa uso di testo, grafica, animazione e riproduzioni
fotografiche, ma dove non si trovano (se non in rarissimi casi)
immagini in movimento, finalizzato al cosiddetto
autoapprendimento, ossia la formazione assistita da parte del
computer.
Sempre sotto il profilo tecnico-informatico, laddove si deve
distinguere le due principali figure dell‟autore del “titolo
ipermediale” e del fruitore (reader o viewer), emerge come la
distinzione non risulti cosi netta, in quanto al fruitore è
normalmente consentita una molteplicità di funzioni che vanno
”dalla semplice possibilità di browsing alla possibilità di
modificare forme e contenuto dei nodi”
27
.
L‟interattività rappresenta certamente l‟elemento che più di ogni
altro differenza e caratterizza il multimedia rispetto alle altre
24
Vd. M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. A. ZELA, Internet 2000: Manuale per l’uso
della rete , Roma-Bari, 2000.
25
Cfr. B. CUNEGATTI. Aspetti legali dell’opera multimediale, Milano, 2000, p. 18.
26
CBT: acronimo di Computer-Based Training. È un metodo di teledidattica cioè di insegnamento
o esercitazione a distanza. Solitamente sono le università che mettono a disposizione dei corsi on
line (magari scaricando degli appositi plug-in, per visualizzare le diapositive in modo corretto).
Questi corsi si trovano anche su CD-ROM, o altri supporti magnetici ed è quindi possibile studiare
ed esercitarsi a distanza. Vd. www.dizionarioinformatico.com,1994-2004 dott. F. LONGO, sito
consultato a luglio 2005.
27
Vd. C. MAIOLI, I sistemi ipermediali: dagli ipertesti al web semantico, talune applicazioni alla
didattica e al diritto, Bologna 2002. cit. p. 19.
10
tipologie di opere digitali
28
; gli utenti del medesimo multimedia
potrebbero utilizzarlo attraverso percorsi diversi e personali, tanto
da arrivare eventualmente a non utilizzare i medesimi contenuti o
pervenire allo stesso finale o risultato
29
. L‟interattività è, anzi,
caratteristica “sovraordinata ai contenuti”, proprio perchè lo stesso
progetto per la realizzazione del multimedia è primariamente
influenzato da essa, infatti, indipendentemente dalla tipologia di
materiali che si vogliono incorporare, la presentazione e la
consultazione interattiva dei contenuti è normalmente il risultato
prioritario a cui mira
30
.
1.3 Multimedialità e protezione delle opere digitali
Tradizionalmente il termine media serve ad indicare, nel
linguaggio corrente, i vari supporti o mezzi di comunicazione quali
la stampa, la radio, la televisione. Nel senso letterale del termine, il
multimediale indica la presenza simultanea dei diversi media, quali
immagini, testi, suoni; focalizzando il concetto, il multimediale
potrebbe essere considerato come un qualcosa che rappresenta un
complesso di opere, e tuttavia sarebbe un significato ancora troppo
riduttivo rispetto alla reale portata del fenomeno
31
. La
multimedialità, in un primo momento, è stata sostanzialmente
sinonimo di più media, di più supporti per utilizzare contenuti di
genere diverso; si è notato come un libro non possa essere
compreso nella categoria dei prodotti multimediali, mentre un
ipertesto può già essere considerato come tale almeno per le
tematiche che pone sul piano tecnico contrattuale. In una seconda
28
Alcuni autori, ( tra cui V.M. DE SANTICS, I soggetti del diritto d’autore, cit., p.125 e ss.)
non ritengono che l‟interattività sia un elemento fondamentale delle opere multimediali, potendo
esistere “opere multimediali” a fruibilità lineare, rappresentate, per esempio, dalle raccolte su CD-
ROM di videotape musicali, all‟interno dei quali non è dato interagire con lo scorrimento
dell‟opera (eccezione fatta per la possibilità di selezionare i singoli brani).Vd. C. DI COCCO op.
cit. p. 34.
29
Vd. C. DI COCCO, L’opera multimediale, Torino, 2005, p. 35.
30
Vd. G. GUGLIELMETTI, Le opere multimediali, in AIDA, 1998, p. 115.
31
Cfr. V. RICCIUTO, Internet, l’opera multimediale ed il contenuto dei diritti connessi, in AIDA,
1996, p. 105.