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Prefazione
Il motivo fondamentale che mi ha spinto ad intraprendere questo lavoro è stato il
desiderio di conoscere un settore poco noto per un ingegnere delle telecomunicazioni
con un curriculum di studi classico. Tuttavia in ambito industriale la ricerca in
microacustica rappresenta un settore chiave per le future evoluzioni delle
radiocomunicazioni
Finalità della tesi
Lo scopo del seguente lavoro è di costituire un documento informativo sulla
tecnologia dei dispositivi ad onda acustica di superficie, nell’ambito della
collaborazione tra il Dipartimento di Ingegneria delle Telecomunicazioni e la ST
Microelectronics.
Questa finalità ha profondamente influenzato lo stile e la forma. La tesi è stata
sviluppata, nell’intento non di realizzare un trattato rigoroso e dettagliato in un
settore così avanzato e profondamente interdisciplinare, ma di esprimere i concetti
fondamentali per poter meglio comprendere le caratteristiche, le applicazioni, le
evoluzioni e le prospettive che solo tali elementi possono offrire.
I dispositivi ad onda acustica di superficie (SAW) sono legati allo sviluppo delle
tecnologie microelettroniche e per questo hanno avuto un’evoluzione rapidissima.
Al giorno d’oggi ogni buon sistema di radiocomunicazione non può prescindere
dall’utilizzare componenti così eccellenti.
Organizzazione della tesi
La stesura della tesi rispetta la norma UNI ISO 7144. Il materiale, suddiviso in sette
capitoli e due appendici, è stato organizzato come segue.
Il primo capitolo, di carattere introduttivo, inizia con alcuni cenni storici.
Ripercorrere le intuizioni e le idee che sono alla base dei dispositivi SAW è
fondamentale per capire come conoscenze in settori molto distanti possano essersi
incontrate. Successivamente si introducono i fenomeni fisici che rendono possibile la
realizzazione di queste strutture e i modi ondosi che si possono propagare in un
materiale cristallino. Il capitolo si conclude con la classificazione dei dispositivi
SAW, mettendo in evidenza le caratteristiche di questi sistemi, rispetto agli altri.
Nel secondo capitolo si evidenziano le applicazioni dei dispositivi SAW,
focalizzando l’attenzione sui filtri. La prima parte è costituita da una breve
descrizione delle architetture dei sistemi di radiocomunicazione e mette in luce il
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ruolo determinante e le funzioni svolte dai filtri SAW. Particolare attenzione è posta
sui filtri sia dei ricevitori che dei trasmettitori per le applicazioni wireless.
Con il terzo capitolo inizia la parte fondamentale della tesi. Esso descrive in
dettaglio la struttura e le caratteristiche dei componenti dei filtri SAW.
Le prestazioni di questi filtri dipendono da numerosi fattori oggetto di studio di
discipline molto diverse dalle telecomunicazioni, come l’ingegneria dei materiali.
Per questo motivo nel capitolo sono inseriti due paragrafi integrativi, uno sulla
cristallografia e uno sui processi industriali che permettono la costruzione di cristalli.
Queste parti non sono esaurienti, ma una loro trattazione approfondita esula
completamente dagli scopi di questo lavoro. La loro conoscenza ha il solo fine di
migliorare la comprensione dei parametri dei filtri SAW per il progetto di sistemi di
telecomunicazione.
Il capitolo quarto descrive dettagliatamente le caratteristiche e le proprietà di
questi filtri, cercando di fornire le conoscenze e gli strumenti per poter valutarne la
qualità e le prestazioni dai data sheets resi disponibili dalle industrie.
I capitoli quinto e sesto entrano in dettaglio nel progetto dei filtri SAW.
Il capitolo quinto introduce il circuito elettrico equivalente. In esso si descrivono i
parametri e le procedure per la corretta modellizzazione, simulazione, nonché
l’inserimento ottimale di un filtro ad onda acustica di superficie in un circuito per le
telecomunicazioni. Il capitolo sesto descrive il modello a risposta impulsiva e le più
diffuse tecniche impiegate per modificare il comportamento in frequenza.
In questo capitolo vengono prese in esame anche alcune strutture introdotte per
migliorare le caratteristiche dei filtri, come i trasduttori multifase.
Il capitolo settimo evidenzia i limiti dei filtri SAW. La crescente saturazione
delle bande impone la realizzazione di sistemi che operino a frequenze elevatissime.
Quest’andamento ha imposto la costruzione di nuove tipologie di filtri che utilizzano
strutture più complesse e onde caratterizzate da una maggiore velocità di
propagazione. Nel capitolo vengono trattate diverse tipologie di dispositivi che, per
la maggior parte, sono ancora in fase di studio. Particolare attenzione è rivolta alle
loro caratteristiche, allo scopo di delineare i possibili sviluppi futuri.
Nell’appendice A sono riportate le classificazioni delle bande alle microonde;
nell’appendice B si prosegue con il confronto tra alcuni filtri per applicazioni
wireless attualmente in commercio.
Il primo è effettuato tra due filtri per il controllo remoto ed il secondo tra filtri a RF
impiegati nel sistema GPS.
Pisa, luglio 2004
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Ringraziamenti:
Ai relatori per la loro guida, in particolare al prof. Paolo Nepa per la
saggezza con cui ha indirizzato le mie scelte e per i preziosi consigli.
A tutti coloro che mi hanno sorretto in questi anni, permettendomi di raggiungere
questo obiettivo, in primo luogo i miei genitori e Veronica che mi ha aiutato e
sopportato pazientemente, a tutti voi il mio profondo grazie
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.
Surface Acoustic Wave
“… it is proposed to investigate the behaviour of waves upon the plane
free surface of an infinite homogeneous isotropic elastic solid, their
character being such that the disturbance is confined to a superficial
region, of thick-ness comparable with the wavelength…”
Lord Rayleigh, 12 November 1885.
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Introduzione
I primi sistemi a microonde utilizzavano solo guide d’onda, cavi coassiali e
microstrisce. Dalla metà degli anni Settanta la dirompente tecnologia che è alla base
dei circuiti integrati è stata introdotta dalle industrie anche nella produzione dei
componenti alle microonde.
Al giorno d’oggi i circuiti alle microonde sono diffusissimi e possono essere
classificati in tre grandi categorie:
1) Microwave Discrete Circuits (MDCs): i circuiti discreti alle micronde sono
costituiti da elementi distinti connessi insieme con linee conduttive.
2) Microwave Monolithic Integrated Circuits (MMICs): i circuiti monolitici
integrati sono costituiti da un singolo cristallo di semiconduttore sul quale
sono costruiti tutti gli elementi sia attivi che passivi, nonché le loro
interconnessioni.
3) Microwave Integrated Circuits (MICs): questi componenti sono costituiti
dalla combinazione di elementi attivi e passivi che sono realizzati mediante
successivi processi di diffusione su di un substrato di materiale
semiconduttore.
I MICs sono differenti dai MMICs perché caratterizzati da una maggiore densità
degli elementi.
I MICs costituiti da elementi sviluppati su un semiconduttore, come l’arsenuro di
gallio, sono chiamati circuiti integrati a film sottile, mentre i circuiti costituiti dalla
combinazione di diverse strutture, a film e monolitici con anche elementi discreti,
sono denominati circuiti ibridi integrati. Il loro impiego è molto diffuso nei sistemi
elettronici a bassa potenza e nei sistemi militari.
La possibilità di costruire dispositivi con la tecnologia a film sottile e a sviluppo
planare ha favorito lo studio e l’evoluzione dei sistemi ad onda acustica. Questi
dispositivi sfruttano le proprietà piezoelettriche di alcuni materiali come il quarzo e il
niobato di litio e i fenomeni di propagazione delle onde acustiche sulla superficie dei
cristalli. I filtri ad onda acustica di superficie (Surface Acoustic Wave Filters) sono
dei dispositivi ibridi che sfruttano le proprietà delle onde meccaniche viaggianti sulla
superficie dei materiali piezoelettrici.
L’onda acustica di superficie viene eccitata dal campo elettrico indotto tra gli
elementi di strutture metalliche periodiche .
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I reticoli metallici depositati sulla superficie dei substrati piezoelettrici convertono
un’eccitazione armonica di tipo elettrico in un’onda acustica che si propaga sulla
superficie dei materiali.
La combinazione di queste strutture consente la realizzazione di filtri passivi, di
elementi di ritardo e di risonatori molto stabili ad elevatissime frequenze.
1.1 Cenni storici
Per ripercorrere l’evoluzione delle conoscenze scientifiche all’origine dei dispositivi
che sfruttano la “Surface Acoustic Wave” (SAW) bisogna risalire alla fine dell’800.
Lord Rayleigh dimostrò il fenomeno delle vibrazioni elastiche sulla superficie di
solidi, scoprendo l’esistenza di onde acustiche di superficie nel 1885 [1];
precedentemente i fratelli Curie (1880) avevano rivelato e dimostrato la
piezoelettricità. Questi due fenomeni fisici sono alla base dei filtri a onda acustica di
superficie (SAW Filters).
L’onda di Rayleigh, in seguito così chiamata, fu osservata verso la fine del secolo
come componente dei segnali sismici associati ai terremoti.
Venne notato che i terremoti sono percepiti a grande distanza perché ad essi sono
associati tre tipi distinti di tremori.
I primi due corrispondono ai modi di propagazione all’interno di un volume: l’onda
trasversale e quella longitudinale e il terzo, percepito dopo qualche secondo, è
associato alla propagazione di un movimento più lento della superficie della crosta
terrestre, appunto un’ onda acustica superficiale.
Quest’onda si propaga lungo la superficie di separazione del mezzo, attenuandosi
fortemente con la profondità, mentre il movimento delle particelle avviene nel piano
sagittale: il piano contenente la normale alla superficie e la direzione di propagazione.
L’onda superficiale è più lenta rispetto alle altre due perturbazioni, ma ha un’intensità
maggiore perché si propaga in due sole dimensioni.
Queste restarono tuttavia solo osservazioni geologiche senza nessuna applicazione,
bisognerà aspettare l’elettronica affinché le onde di superficie vengano largamente
studiate e inizino a essere applicate ai dispositivi commerciali.
Parallelamente allo sviluppo della microelettronica e al crescere delle prestazioni e
dell’ occupazione di frequenze sono apparsi nuovi componenti, forse più strani, che
sfruttano differenti fenomeni fisici.
Alla fine degli anni ’60 è nata la microacustica, una nuova scienza basata sul
connubio della piezoelettricità e della microelettronica. Questa è stata una tra le
principali tecnologie che ha permesso un notevole sviluppo dei segnali a banda larga.
La piezoelettricità può essere sfruttata per generare un microscopico disturbo elettrico
all’intero di un cristallo realizzando un risonatore al quarzo (SiO2).
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Le prime applicazioni consistettero nel costruire oscillatori estremamente stabili e
precisi in frequenza per essere utilizzati nelle trasmissioni radio in ambiente militare.
Infatti i militari hanno ispirato la ricerca iniziale e le prime applicazioni si ebbero
nell’area dei radar a compressione di impulsi.
In particolar modo furono studiate le vibrazioni associate a strutture a più livelli per
la realizzazione di linee di ritardo dispersive per sonar e radar[2].
I primi tentativi per generare le onde di superficie utilizzarono strane configurazioni:
a pettine e a cuneo.
Fig. 1.1 Prime configurazioni per la generazione di onde di superficie.
Queste due strutture sono solo le più efficienti, White [3] ne distinse ben 24.
In entrambe le configurazioni un piatto metallico eccita un’onda di volume che in
seguito genera un’onda di Raylegh.
Elemento cruciale e degno di nota è l’uso del materiale piezoelettrico, all’interno del
quale i campi elettrici e elastici sono accoppiati. Infatti il mezzo ha un notevole
compito nel processo di trasduzione, convertendo il segnale elettrico in acustico e
viceversa.
La prima realizzazione sperimentale di un dispositivo che sfruttava le sole onde
acustiche superficiali fu il trasduttore interdigitale uniforme (Uniform Interdigital
Trasducer IDT), inventato nel 1965 da Whyte and Voltmer [4].
L’IDT è una struttura che può essere fabbricata facilmente grazie alla fotolitografia,
al contrario dei più complicati trasduttori a cuneo e a pettine.
Fig. 1.2 IDT regolare introdotto all’ Università della California
da Voltmer e Whyte (1965).
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Questo trasduttore è costituito da un substrato su cui sono depositati con tecnica
fotolitografia dei “fingers” a distanza e lunghezza costante che offrono un metodo
riproducibile e semplice per generare delle vibrazioni sulla superficie del cristallo.
Tancrell nel 1969 [5] pubblicò i primi risultati di un dispositivo SAW con IDTs
dispersivi, suggerendo di modificare la distanza tra gli elettrodi.
Fig. 1.3 IDTs dispersivi introdotti da Tancrell (1969).
Queste due idee sono all’ origine dei moderni dispositivi a onda acustica superficiale.
In conclusione la storia delle SAW può essere vista come l’esplorazione delle
funzioni ottenibili dalle diverse strutture che si possono realizzare con uno stesso
processo fabbricativo sulla superficie del substrato.
In particolare l’uso della tecnologia planare ha reso possibile e straordinario il
processo di evoluzione di questi dispositivi che continua tutt’oggi.
Le strutture elettroniche che sfruttano le onde superficiali hanno subito una rapida e
veloce evoluzione, trovando innumerevoli campi di applicazione.
Ogni moderno ricevitore televisivo ha come minimo un filtro SAW, svariati sistemi
di telecomunicazione, in particolare i collegamenti satellitari, sono fortemente
dipendenti dalle elevate prestazioni di questi filtri; inoltre le loro proprietà non
lineari sono alla base dei moltiplicatori di frequenza.
L’importanza dei SAW nella manipolazione dei segnali è dovuta a tre caratteristiche
peculiari di questi dispositivi.
La tecnologia delle SAW deriva dalla tecnica della microelettronica ed ha simili
vantaggi: costi relativamente bassi, eccellente riproducibilità e robustezza sia
meccanica che elettrica. In secondo luogo i dispositivi SAW funzionano in un
intervallo di frequenze che è per la maggior parte di dispositivi ‘classici’
inaccessibile: tra le decine di MHz e i GHz.
L’ultima prerogativa è la loro grande flessibilità di progettazione, ad esempio
l’associazione della microacustica e della microelettronica rende possibile la
costruzione di dispositivi programmabili o con funzioni di trasferimento determinate
facilmente e realizzate con precisione disarmante.
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Si può a ben ragione prevedere, anche se fare previsioni in questo settore è
impossibile, che questa famiglia di dispositivi sarà la più diffusa del secolo appena
iniziato. Basti pensare che stime non ufficiali prevedono per l’anno 2004 la
produzione da parte delle 60 compagnie mondiali che producono filtri SAW di circa
1000 milioni di dispositivi.