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Capitolo III
Strategie didattiche per l’insegnante
3.1. Consigli pratici per l’insegnante di lingua
La sfida più grande che l’insegnante di lingua straniera si trova a dover affrontare
in merito alla presenza di studenti dislessici nella propria classe, riguarda la
costruzione di risorse didattiche per l’apprendimento che siano veramente
accessibili, rinnovando le proprie pratiche educative e cercando di coinvolgere
non solo coloro che manifestano specifici disturbi ma raggiungendo tutti gli
alunni. Finalmente, negli ultimi anni, disturbi come la dislessia stanno ricevendo
grande attenzione da parte delle istituzioni scolastiche, le quali stanno
sensibilizzando docenti e anche studenti nello sperimentare nuove strategie di
apprendimento e di insegnamento evitando quelle situazioni e pratiche che in
passato si sono dimostrate inadeguate e prive di successo.
La prerogativa da tenere sempre ben presente in qualità di insegnanti è di cercare
di evitare di porre continuamente l’accento sui disturbi che un allievo può
presentare: molto spesso, i docenti anche se in maniera inconsapevole utilizzano
termini scorretti e discriminanti come disabilità, disturbo, incapacità, difficoltà,
specialmente se pronunciati di fronte a tutta la classe. In questo modo il rischio
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che si corre è che lo studente DSA venga etichettato per quelle azioni che non
riesce a svolgere al pari dei compagni rispetto alle capacità che invece possiede,
inoltre si potrebbero verificare situazioni di discriminazione e di esclusione,
aggravando solamente la componente psicologica dell’allievo. Il compito degli
specialisti è quello di occuparsi in prima persona del disturbo che l’individuo
dimostra, l’insegnante dovrebbe limitarsi a far leva su altri aspetti che lo studente
avrà già sviluppato, come le preferenze individuali in tema di apprendimento e
gli interessi personali, ad esempio.
Un docente dovrebbe sempre sforzarsi di creare un clima favorevole nelle proprie
classi per facilitare lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento, inoltre può spiegare
chiaramente che ognuno di noi ha un proprio stile di apprendimento e che la
“diversità”, intesa anche come pensiero divergente, va gratificata poiché risulta
essere un momento di confronto e di arricchimento per tutti gli studenti. In
presenza di allievi dislessici, l’insegnante può dedicare del tempo alla creazione
di una “cultura della dislessia”, spiegando che un ragazzo dislessico presente
certe caratteristiche che non vanno intese come un deficit, piuttosto andranno
favorite e non ostacolate, generando momenti di crescita per tutti, insegnanti
compresi.
Una volta instaurato un clima di fiducia gli alunni saranno più propensi a parlare
apertamente dei problemi e degli insuccessi che li spaventano, così l’insegnante
conoscendo le cause e le difficoltà specifiche di ognuno di loro, saprà come
supportare i ragazzi sia dal punto di vista emotivo ma specialmente sotto l’aspetto
pratico, adottando strategie personalizzate e adatte alle modalità di
apprendimento individuali. La via percorribile e più immediata per un insegnante
verso un apprendimento significativo della lingua straniera da parte di uno
studente dislessico è proprio quella di dedicargli uno spazio, grazie ad esso potrà
ascoltare direttamente tramite la sua voce le difficoltà che l’alunno riscontra e
potrà lavorare così sui problemi che lui afferma di dover affrontare
quotidianamente.
I docenti, in particolare quelli di lingue straniere, per prima cosa devono trovare
un metodo che possa interessare e far appassionare la classe alla materia,
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nell’individuazione di quest’aspetto sarà necessario pensare fuori dagli schemi,
abituarsi a cercare risorse tramite ogni mezzo disponibile, evitare competizione e
disordine nella classe, riconoscere che lo sviluppo e l’apprendimento variano da
soggetto a soggetto e non sono aspetti prevedibili. Importante sarà anche
riconoscere il successo e l’impegno dello studente, premiando non solo il vincitore
(ad esempio, quando vengono proposte alcune delle attività indicate nel capitolo
II), ma anche gli sforzi compiuti da ogni partecipante. Nei confronti dell’alunno
dislessico, l’insegnante durante l’espletamento della didattica dovrà utilizzare
strategie compensative o dispensative; nei confronti del resto della classe, grazie
all’attenzione che il docente pone sul soggetto affetto da disturbi, potrà invece
offrire un metodo più efficace rispetto a quelli adottati tradizionalmente,
incentivando anche per questi studenti l’uso del brainstorming e delle mappe
concettuali, stimolando gli atteggiamenti di positività, incoraggiando gli sforzi
compiuti e lasciando spazio al confronto sulle strategie utilizzate da ciascuno di
loro, sempre presentando i materiali in modalità diverse e multisensoriali.
Tra gli accorgimenti che il docente può tenere in classe in presenza di studenti
dislessici ma che sicuramente agevolano anche il resto della classe, si consiglia
ad esempio prima di iniziare la lezione vera e propria di fare riferimento alla
lezione precedente, chiedendo ai ragazzi che cosa è stato studiato e tramite brevi
domande. senza alcun fine di votazione, verificare se gli elementi affrontati sono
in fase di acquisizione. Per il dislessico è necessario avere ben chiari gli argomenti
da studiare e da affrontare, pertanto è importante definire chiaramente il topic
del giorno stabilendo così un focus rendendo tutti partecipi: l’insegnante può
redigere una mappa riassuntiva dell’argomento o se si preferisce uno schema che
riprende i punti salienti della lezione, potrà poi essere fornito agli studenti per
uno studio autonomo a casa. Infine, si consiglia di adottare un tono di voce
piacevole e melodico, senza picchi, incoraggiando così un clima disteso e di
serenità. Quando il docente si troverà a dover scrivere alla lavagna o ancora
meglio alla LIM si raccomanda l’uso dello stampatello maiuscolo e l’utilizzo di
colori e pennarelli per evidenziare le parole chiave, permettendo così di
ricapitolare i punti salienti della lezione e creare collegamenti tra ciò che è stato
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affrontato e ciò che si andrà a studiare subito dopo, in modo da rendere esplicito
il percorso glottodidattico che è stato strutturato. Pochi minuti prima dello scadere
del tempo previsto per la lezione è sempre utile lasciare uno spazio per una sintesi
di ciò che è stato affrontato e per eventuali domande da parte dei ragazzi, con
una breve spiegazione degli esercizi eventualmente assegnati per la volta
successiva, magari verificando che l’allievo DSA abbia recepito correttamente le
informazioni e non abbia domande in merito ai compiti a lui destinati, i quali
possono essere differenziati rispetto al resto della classe sia per quantità che per
difficoltà.
Nei confronti dello studente dislessico in particolare, il docente deve cercare di
ricoprire un ruolo decentrato, quasi come fosse un mediatore ed un tutor: un
ambiente di apprendimento strutturato in questo modo permette all’insegnante
di ricoprire il ruolo di “facilitatore” e l’alunno potrà sentirsi così maggiormente a
proprio agio. Sempre nell’ottica dell’agevolare l’apprendimento le pareti della
classe tornano estremamente utili poiché possono essere utilizzate per esporre
cartelloni e lavori di gruppo, utili anche come rinforzo durante le lezioni e i
momenti di verifica.
Alcuni degli errori da non compiere in qualità di insegnanti riguardano proprio
l’ambito della lettura, come tali non ci si deve aspettare che tutti gli studenti
seguano la lettura condotta in classe ad alta voce allo stesso modo, poiché
ognuno avrà tempistiche diverse e non tutti potrebbero riuscire a tenere il segno
e restare al passo. È consigliabile non richiedere di leggere ad alta voce a tutti gli
studenti, ma solo coloro che se la sentono e non hanno problemi nello svolgere
questa attività, piuttosto è una buona pratica prevedere dei momenti destinati
alla lettura silenziosa ed individuale senza stretto controllo del risultato. Qualora
venissero assegnati libri di lettura in lingua, come quelli tipicamente consigliati
durante il periodo estivo ai ragazzi, è possibile prevedere gradi di difficoltà
differenti per agevolare la comprensione dei testi specialmente per quegli
studenti che dimostrano maggiori difficoltà anche a causa dei loro disturbi, senza
discriminarli da coloro che invece dimostrano un livello più avanzato. Per l’alunno
dislessico è possibile redigere un piano dettagliato per la programmazione delle
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interrogazioni: per questi soggetti lo studio richiede maggiori sforzi e tempi diversi
rispetto ai compagni, pertanto con un preavviso prestabilito verrà data la
possibilità di prepararsi al meglio senza avere sovrapposizioni di momenti di
verifica all’interno della stessa giornata scolastica sovraccaricando lo studente.
L’insegnante di lingua straniera dovrebbe prediligere le verifiche orali rispetto a
quelle scritte per questi studenti, tenendo comunque presente che talvolta
dimostrano anche serie difficoltà nell’organizzazione del discorso, si consiglia
quindi di porre domande più dirette e più specifiche almeno nella prima parte del
colloquio in modo da non provocare ansia nello studente, sempre considerando
la possibilità di far utilizzare all’allievo dislessico gli opportuni strumenti
compensativi e cercando di premiare l’impegno e non soltanto il risultato.
Il docente di lingua straniera in una classe dove sono presenti studenti dislessici
deve ricordarsi di definire degli obiettivi primari che solitamente si concentrano
sulle abilità essenziali come: comprensione globale di testi, interazione e
produzione. Qualora si decida di testare altre competenze, come ad esempio una
verifica solamente su degli aspetti grammaticali, si dovrà tenere presente che
rappresenta un’area di particolare difficoltà per questi soggetti, quindi nella
valutazione globale si dovrà tenere in considerazione magari un peso diverso per
non svantaggiare e demoralizzare l’allievo.
3.2. Struttura dei materiali ed accessibilità
In modo da agevolare lo studio e l’apprendimento degli studenti dislessici è
necessario creare dei materiali ad hoc che siano veramente accessibili e
sfruttabili, individualizzando la didattica senza particolari timori dando ad ogni
studente ciò di cui ha bisogno.
“Fattori di complessità
̀ linguistica hanno per i dislessici lo stesso effetto delle
barriere architettoniche per il disabile motorio. La rimozione di queste barriere
non risolve i suoi problemi, ma agevola il raggiungimento dell’autonomia.”
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E’
importante quindi cercare di rimuovere queste barriere attraverso la produzione
30
Stella G., La dislessia, Il Mulino, Bologna, 2014, p.77
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di materiali in formato accessibile per i soggetti con dislessia, in particolare,
secondo alcuni sondaggi è emerso che le sezioni del libro di testo abitualmente
utilizzato in classe che si dimostrano meno accessibili e più confusionarie per
questi studenti sono: la parte di grammatica, quella relativa alla memorizzazione
del lessico, quella dedicata allo sviluppo della competenza comunicativa orale o
scritta e la sezione relativa alla comprensione scritta. Molto spesso i dislessici in
ambito scolastico hanno la percezione che vengano impiegati dei manuali non
propriamente adatti a loro per diversi motivi che verranno analizzati e suddivisi
in tre macro aree.
Le principali cause della mancanza di accessibilità relativa ai libri di testo adottati,
riguarda l’area grafico-stilistica: i manuali presentano molto frequentemente font
di scrittura poco leggibili con dimensioni del carattere talvolta inadeguate,
generalmente a causa di esigenze di spazio ma capita frequentemente di
riscontrare testi o lettere che richiamano una scrittura a mano e in corsivo; inoltre
si riscontra un uso non propriamente attento dei colori e del grassetto con una
conseguente carenza di chiarezza nella segnalazione delle diverse sezioni ed
unità.
Un altro aspetto ritenuto causa di diverse difficoltà da parte dei dislessici è
rappresentato dall’organizzazione dei contenuti nel manuale di lingua stranierai:
si evidenzia un accumulo di troppe informazioni in determinate sezioni del libro,
specialmente nella parte dedicata alla grammatica, gli esempi forniti sono ritenuti
privi di contesto e pertanto non utili, gli schemi realizzati tramite tabelle risultano
loro poco chiari, la descrizione delle regole grammaticali utilizzando la lingua
straniera causa solamente ulteriori complicazioni e la richiesta di uno studio
mnemonico per la compilazione di esercizi non giova all’apprendimento.
L’ultima macro area riguarda invece proprio le tipologie di esercizi che vengono
proposte normalmente dagli editori: gli studenti dislessici riscontrano consegne
poco chiare, specialmente quando vengono scritte in lingua straniera, le
esercitazioni vengono considerate troppo lunghe e confusionarie con mancanza
di supporti extralinguistici quali immagini, grafici e fotografie.
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Alla luce di queste considerazioni è chiaro che quando si parla di intervenire
sull’accessibilità di un testo per un alunno dislessico, non si deve fare riferimento
alla semplificazione dei contenuti o andare a ridurre la difficoltà linguistica dei
materiali, si dovrà agire per modificare proprio la grafica, l’organizzazione testuale
e i supporti extra-linguistici eventuali. In merito ad applicazioni pratiche di
interventi di accessibilità su materiali di lingua straniera, si consiglia a livello
generale di:
1. utilizzare un font di scrittura “semplice” che permette la distanza tra le diverse
lettere come Arial, Comic Sans, Verdana o Tahoma, con dimensione 12 o 14
(per alcuni sarà preferibile ancora più grande);
2. impostare una lunghezza della riga di circa 13 centimetri, quindi 60-70
caratteri;
3. evitare di andare a capo dividendo la parola in due, infatti per chi soffre di
dislessia le parole interrotte causano gravi problemi di leggibilità: se la parola
viene suddivisa in due parti si creano involontariamente due unità lessicali diverse
che non appartengono al lessico mentale che l’individuo conosce;
4. preferire l’uso di carta più spessa in modo da non far trasparire l’inchiostro nel
retro;
5. adottare carta opaca e non lucida, evitando il bianco e scegliendo piuttosto un
colore pastello o tenue che possa risultare meno abbaglia2nte e permetta
all’inchiostro nero di essere comunque perfettamente leggibile;
6. impostare una distanza tra le righe del testo con interlinea almeno di 1,5;
7. utilizzare il grassetto e non il corsivo o il sottolineato per evidenziare parole
chiave o altre sezioni;
8. evitare di scrivere il testo in maiuscolo in quanto risulta più difficile da leggere
per la maggior parte dei dislessici poiché vengono a meno i tratti distintivi
ascendenti e discenti del carattere stesso;
9. strutturare la pagina con colori, caselle, tabelle e bordi in modo da aumentare
l’impatto visivo
10. inserire immagini che possano richiamare l’attenzione del lettore;
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11. impostare l’allineamento a sinistra con suddivisione in brevi paragrafi separati
da uno spazio vuoto;
12. evitare colonne troppo strette come quelle normalmente utilizzate nei giornali,
preferire piuttosto una scrittura a pagina intera evitando periodi troppo lunghi e
cercando di andare a capo frequente per permettere di sezionare il testo
facilmente.
Per quanto riguarda l’organizzazione del testo di brani più corposi, si consiglia di
suddividere il testo in più paragrafi, assegnando un titolo preciso per ognuno di
questi e predisporre all’inizio della pagina un indice riepilogativo con i vari titoletti
introduttivi che renda così possibile allo studente attraverso una rapida lettura di
comprendere gli argomenti trattati nel testo. In riferimento a testi prodotti in
prima persona dal docente, quest’ultimo dovrà preferire uno stile di scrittura
chiaro e diretto, evitando frasi troppo complesse, doppie negazioni e forme
passive.
Nell’adattamento di esercizi, invece, si dovranno formulare consegne semplici in
lingua italiana piuttosto che straniera, evidenziando le particolarità e gli elementi
sul quale lo studente dovrà prestare più attenzione e magari fornire un piccolo
esempio illustrativo.
Se si vogliono inserire elementi extra-linguistici nel testo, si dovranno preferire
immagini che favoriscano la comprensione del brano e che siano veramente
significativi rispetto ai contenuti trattati. Quando possibile è meglio utilizzare
tabelle e grafici per fornire una sintesi redatta direttamente dall’insegnante e,
quando lo si ritiene necessario, associare al testo scritto anche testi orali o video
che possano aiutare nella comprensione, prodotti dal docente o reperibili nel libro
di testo o online.
Normalmente gli esercizi relativi alle lingue straniere sono composti da quattro
elementi principali: un focus (obiettivo da raggiungere), una procedura (ciò che
lo studente deve fare), una consegna (le indicazioni date all’alunno) ed,
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Fig. 3 – Invitations Chart
learn-english-today.com
Ultima consultazione 11.08.2021
eventualmente, un supporto (un esempio da seguire)
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. Tranne in rari casi,
regolati dall’apposita normativa di riferimento, il focus didattico degli esercizi
assegnati agli studenti DSA dovrebbe essere lo stesso degli altri componenti della
classe, pertanto spesso risulta necessario intervenire sugli altri fattori per rendere
il testo più adatto ed accessibile.
Di seguito si riporta una tabella scaricabile online che illustra in maniera
schematica i modi per invitare, accettare e rifiutare in lingua inglese. Propongo
quindi, sulla base delle indicazioni del capitolo 3.2., un possibile adattamento
redatto da me personalmente che si dimostra maggiormente consono nei
confronti studenti dislessici, ma più in generale anche di maggiore impatto e
funzionalità per tutta la classe (vedi fig.4).
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Cfr. Daloiso M., Lingue straniere e disturbi specifici dell’apprendimento, Loescher Editore, Torino,
2014, p.73