californiano si può accostare a quella di Hammett, Ellroy o Hemingway (per
citare altri americani), narratori dalla vita avventurosa e che in questa hanno
trovato ispirazione per i loro romanzi. Ma più di tutti sembra avvicinarsi a
quella di una altro letterato del Novecento, che con l’autore di Animal Factory
condivide un passato fatto di crimini e prigione: Jean Genet
2
. Come lo scrittore
francese, Bunker è uscito dal mondo della criminalità, ed ha iniziato una
nuova vita grazie alla propria vena narrativa. Ma non si è completamente
staccato dal mondo di emarginazione dove ha vissuto durante gli anni passati
da delinquente: è il protagonista di tutti i suoi romanzi. Capace di una
scrittura fredda e distaccata, Bunker descrive la violenza e il degrado
dell’ambiente dove ha vissuto senza alcun compiacimento, ma con l’occhio
attento di chi sta filmando un documentario. Ed aggiunge <<a ciò che già
conosciamo la dimensione sconosciuta e terrificante della verità>>
3
.
Due sono le tesi che hanno guidato la realizzazione di questo lavoro. La
prima si rifà alla convinzione che la capacità dello scrittore statunitense di
descrivere la reale psicologia di chi vive in condizioni di estremo disagio
sociale, raccontare con sguardo critico l’emarginazione dall’interno, pongono la
sua narrativa ai confini estremi della letteratura di genere, non unicamente nel
filone degli scrittori che pescano nella propria esperienza e si limitano a
raccontarla. La seconda idea trae spunto dall’estremo realismo dei testi di
Bunker e dall’implicita critica alla società che contengono: una lettura attenta
può rappresentare, per chi svolge una professione educativa in tale ambito,
una base di partenza ricca di spunti e riflessioni sulla realtà del disagio sociale
e sulle filosofie che guidano gli interventi messi in atto per affrontarlo.
Durante la stesura di questo lavoro, si è cercato di analizzare l’opera di
Edward Bunker prendendo in esame tutti gli aspetti che la caratterizzano.
2
Jean Genet (Parigi, 1910 - 1986 ), autore di romanzi e opere teatrali. Ricordiamo: Le
cameriere (1947), Sorveglianza speciale (1949), I paraventi (1961).
3
CORRADO AUGIAS, Le storie di Cane pazzo e dei suoi amici criminali, <<la Repubblica>>,
15 ottobre 1999, pag. 44
4
Così, dopo due capitoli introduttivi - dedicati alla vita dello scrittore
statunitense e ad un breve riassunto dei suoi romanzi - il terzo si propone di
analizzare l’interesse che Bunker ha sollevato nella critica letteraria del nostro
Paese: saggi critici, recensioni ed interviste sono stati presi in considerazione
per avere un idea più completa possibile del credito che l’autore ha ottenuto
con la pubblicazione italiana delle sue opere. Il capitolo quarto analizza il
ruolo che la città, soprattutto quella di Los Angeles, riveste nel tessuto
narrativo dei romanzi dello scrittore californiano. Ai personaggi costruiti da
Bunker, alla loro dimensione psicologica ed a quella morale ed emotiva, è
dedicato il capitolo quinto. L’esperienza vissuta dallo scrittore californiano nei
sistemi educativi e correzionali degli Stati Uniti si rispecchia fedelmente nei
suoi libri ed è alla base del capitolo sei dedicato, appunto, alle istituzioni
educative e rieducative. I capitoli sette e otto, affrontano il rapporto tra
Bunker, la letteratura ed il cinema. Un legame, soprattutto il primo, che ha
guidato ed influenzato la nascita e la formazione dello stile dell’ex-detenuto.
5
1. Biografia
Precisazione d’obbligo: la fonte delle informazioni sulla vita di Edward
Bunker contenute nel capitolo è l’autore stesso. Per stendere questa parte ci si
è rifatti all’autobiografia Education of a felon pubblicata nel 2000 ed edita in
Italia dalla Einaudi nel 2002 con il titolo Educazione di una canaglia.
Nel 1933 Los Angeles, California, dovette affrontare un terribile terremoto
ed un inverno contrassegnato da nubifragi torrenziali. Nel sentire comune,
questi, erano considerati pessimi presagi per la nascita di un bambino. Nel
dicembre del 1933 a Los Angeles nasceva Edward Bunker. Figlio di una
ballerina di fila del musical e di un tecnico di palcoscenico con problemi di
alcool, già a quattro anni dovette affrontare il dramma della separazione dei
genitori. Venne affidato al padre ma questi, a causa del suo lavoro, non poteva
badare alla cura del figlio. Così Edward inizia il peregrinare tra istituti, collegi
e scuole militari che caratterizzerà la sua prima infanzia. Il trauma è grande:
legatissimo alla figura paterna, rifiuta ostinatamente di essergli allontanato
finendo invariabilmente per “evadere” dai collegi nei quali si trova. Fughe
sempre seguite da un ritorno, nella stessa struttura o in una nuova, con regole
più rigide. Ben presto il ragazzo impara a detestare gli istituti che lo tengono
lontano dal padre e sviluppa un grave problema di relazione con l’autorità, in
qualunque forma essa si presenti. È di questo periodo anche il sorprendente
risultato di un test d’intelligenza che all’età di nove anni attribuisce ad
Edward un Q.I. pari a 152 ed un’età mentale pari a quella di un ragazzo di
diciotto. Ma queste sono notizie che le istituzioni educative (o rieducative) con
le quali Bunker si confronterà per buona parte della sua vita ignoreranno
sempre.
Sin dalla più tenera età Edward manifesta un’indole orgogliosa e ribelle,
sempre assetata di nuove esperienze, forse sviluppatasi proprio per
6
contrastare la rigidezza della vita negli istituti. Così alle continue fughe si
aggiungono i primi piccoli reati (furti, atti vandalici) in compagnia dei pochi
amici con cui ha legato <<altri casinisti ed emarginati come me>>
4
. In quei
mesi, vissuti vagabondando per i sobborghi della Los Angeles anni ‘40, gli
occhi di bambino di Edward Bunker imparano a conoscere quello che per
molti anni sarà il suo “habitat naturale”: il sottobosco umano composto da
quegli strati della popolazione che vivono a ridosso ed oltre la linea di
povertà, a ridosso ed oltre i confini della legge. È a tredici anni, dopo una fuga
durata più del solito, che il futuro scrittore entra nel carcere minorile di Henry
Street e da lì, nel sistema giudiziario della delinquenza minorile. Affidato alle
cure dello Stato della California, deve ben presto imparare le regole e i valori
che disciplinano il nuovo mondo in cui è entrato; valori secondo cui <<la
ragione è del più forte, un codice che ammette l’omicidio ma proibisce la
delazione>>
5
. Per diversi anni, tra fughe e nuovi arresti, Bunker convive con
questo mondo dove la violenza è la regola nei rapporti; non solo nel gruppo
dei pari, ma anche (e soprattutto) nelle relazioni tra i giovani detenuti e coloro
che, all’interno del riformatorio, dovrebbero essere gli educatori, i
rappresentati della legge, i rappresentati della società civile. Il giovane Bunker
subisce ogni sorta di sopruso ed impara a lottare per sopravvivere anche
quando, durante il 1947, viene internato per un breve periodo nel Pacific
Colony State Hospital; un ospedale psichiatrico tra i più degradati dello Stato.
In quel periodo non ha ancora compiuto quattordici anni. Durante le
numerose reclusioni Edward, sfruttando i frequenti momenti di isolamento
punitivo ai quali è sottoposto, coltiva quella che sarà la grande passione della
sua vita: la lettura. Amore nato durante la primissima infanzia grazie ad un
regalo del padre, Bunker già da adolescente è un lettore vorace: attinge a piene
4
EDWARD BUNKER, Educazione di una canaglia, Torino, Einaudi, 2002, pag. 6
5
Ivi, pag. 33
7
mani dalle biblioteche dei riformatori nei quali si trova e si rifugia nei romanzi
per sfuggire alla realtà che vive quotidianamente.
Nel 1948, all’età di quindici anni Bunker esce dal riformatorio in libertà
vigilata: la madre si è risposata e non intende curarsene, il padre è ormai
vecchio e malato, così Edward viene affidato alle cure della zia paterna. I
contrasti sono immediati: lei lo vede come un adolescente da redimere, lui si
sente già quasi un adulto sufficiente a sé stesso, e riprende a frequentare gli
amici conosciuti in riformatorio. La scuola pubblica lo respinge, forse
giudicandolo un caso troppo difficile, e lo esonera ufficialmente dal
frequentarla. Per diverso tempo vive di espedienti e di piccoli furti, ma dopo
meno di un anno viene fermato durante una retata, arrestato per infrazione
alla libertà vigilata e rinchiuso nel carcere minorile di Lancaster. Qui
l’impulsività del suo carattere e l’insofferenza verso l’autorità non lo aiutano:
ripreso per motivi disciplinari reagisce alle guardie e durante la colluttazione
che segue ne ferisce una; è immediatamente trasferito alla Prigione della
Contea di Los Angeles. Ed è l’ingresso definitivo di Edward Bunker nel
mondo carcerario degli adulti. Preceduto dalla fama di combina guai è
rinchiuso nel braccio riservato agli ergastolani (o ai futuri condannati a morte)
dove fa conoscenza con assassini e rapinatori d’ogni specie, tutti di gran lunga
più vecchi di lui. Questa detenzione si trasforma nell’apprendistato di Bunker
alla scuola del crimine; dagli altri galeotti impara tutti i segreti del mondo
dell’illegalità e fa la conoscenza di Cheryl Chessman: questi, già condannato a
morte, riuscì a far pubblicare il proprio romanzo Cell 2455 Death Row (Cella
2455 Braccio della Morte) divenendo così fonte d’ispirazione per il giovane
Edward. All’interno del penitenziario Bunker è di nuovo messo alla prova dai
codici di violenza regolano il carcere: dovrà accoltellare brutalmente uno degli
altri detenuti che, approfittando della sua giovane età, cercava di violentarlo.
Così si guadagna cinque giorni d’isolamento in una cella buia infestata dai
topi e l’ammirazione dei componenti di quel mondo dai valori distorti.
8
Nel 1950 Bunker sconta la sua pena ed esce di prigione. Ma le infinite
possibilità che può avere un ragazzo della sua età si scontrano con la cruda
realtà: i suoi unici amici sono quelli conosciuti in riformatorio, non ha una
famiglia ad attenderlo, né alcun titolo di studio e la fedina penale sporca è un
ostacolo apparentemente insormontabile al reinserimento nella società civile.
Attraverso il suo avvocato fa, però, la conoscenza di Louise Fazenda Wallis
6
,
ex diva del cinema muto e moglie di uno dei principali produttori
cinematografici
7
di Hollywood: un incontro che influenzerà (finalmente in
senso positivo) il corso della sua vita. Louise Wallis approfittando delle sue
immense disponibilità economiche cerca di aiutare questo giovane sbandato e
gli si affeziona come ad un figlio (l’affetto che nasce è reciproco, tant’è che, di
nuovo in carcere, Bunker le scriverà spesso aprendo le sue lettere con “cara
mamma”). Così Edward entra alle sue dipendenze come autista ed ha modo di
incontrare personaggi come Aldous Huxley
8
e William Randolph Hearst
9
. Ma,
come si diceva sopra, le frequentazioni del ragazzo durante il tempo libero
sono quelle di sempre: emarginati e delinquenti, tossici e prostitute. Così,
nonostante i buoni propositi, ben presto Bunker ritorna tra le braccia del
crimine. Fermato dopo un inseguimento con la polizia per possesso e spaccio
di marijuana viene condannato ad un anno di reclusione, ma dopo pochi mesi
evade. Arrestato di nuovo viene condannato a scontare una pena dai sei ai
dieci anni nel carcere di San Quentin, perché il riformatorio si rifiuta di
6
LOUISE FAZENDA WALLIS, (1895/1962), attrice proveniente dal teatro di varietà, dal 1910 al
1939 recitò in più di 200 pellicole, tra le quali: Alice in Wonderland di N.Z. McLeod (1933),
Spring is here di J.F. Dillon (1930) e The old maid di E. Goulding (1939). Sposata con il
produttore Hal B. Wallis si ritirò dalle scene nel 1939 e scomparve a causa di un’improvvisa
emorragia cerebrale.
7
HAL B. WALLIS, (1899/1986), produttore tra i più influenti della Warner Bros durante la sua
carriera produsse oltre 300 films, tra i quali: Casablanca di M. Curtiz (1941), Sfida all’O.K.
corral di J. Sturges (1957) e Barefoot in the park di G. Sacks (A piedi nudi nel parco, 1967).
8
ALDOUS HUXLEY, (1894/1963), scrittore e filosofo, tra le sue opere: Il mondo nuovo (1932)
e Ritorno al mondo nuovo (1958).
9
WILLIAM RANDOLPH HEARST, (1863/1951), magnate dell’editoria, su di lui Orson Welles
modellò il personaggio di Charles Foster Kane in Citizen Kane (Quarto Potere).
9
accoglierlo. A diciassette anni è il più giovane detenuto ad entrare in uno dei
più tristemente famosi penitenziari degli Stati Uniti.
Nel 1956 all’età di ventidue anni, e dopo quasi cinque di reclusione, Edward
Bunker usciva in libertà condizionata da San Quentin, grazie al diretto
interessamento e all’influenza di Louise Wallis. Entrato adolescente, era ormai
un adulto. Durante la reclusione il suo carattere si era ulteriormente indurito,
ma nel frattempo aveva anche coltivato la sua intelligenza ed i suoi sogni,
maturando una voglia di rivalsa nei confronti di quella che, fino ad allora, era
stata la sua vita. Sentendosi costretto sui binari che portavano lungo le strade
della delinquenza, aveva identificato con la scrittura l’unica strada possibile
per fuggire da un destino che avvertiva altrimenti irrimediabilmente segnato:
quello dell’ex galeotto. Ancora grazie all’aiuto esterno al carcere di Louise
aveva ampliato le sue letture in maniera più critica e meno disordinata di un
tempo. Lesse così, tra gli altri, Cervantes e Dostoevskij, che lo influenzarono
profondamente (entrambi affrontarono l’esperienza della prigionia)
10
e scrisse
il suo primo romanzo. Ovviamente non era assolutamente pubblicabile, ma fu
un primo passo. Trovato un lavoro (grazie a Louise), Edward continuò a
scrivere nel tempo libero e con l’aiuto dell’influenza della signora Wallis
progettava di entrare nel mondo del cinema come lettore di sceneggiature. Ma
nonostante l’appoggio incondizionato e le risorse di Louise Wallis neppure
allora Bunker riuscì a tenersi lontano dai guai. Per circa un anno mantenne il
lavoro e ridusse quasi a zero i contatti con i vecchi amici, ma poi le cose
precipitarono. Lo stato di salute di Louise peggiorò velocemente e (anche a
causa dei contrasti con la famiglia) non poté mantenere i contatti con il suo
protetto. Senza questo aiuto materiale, ma soprattutto senza il sostegno e la
guida morale, e con la fedina penale tutt’altro che immacolata, Bunker tornò
10
MIGUEL DE CERVANTES (1547/1616), catturato dai corsari turchi nel 1575 rimase
prigioniero per cinque anni. FEDOR DOSTOIEVSKI (1821/1881), venne deportato in Siberia nel
1849 per motivi politici e vi rimase fino al 1859.
10
presto alle vecchie amicizie e alle vecchie occupazioni, rinunciando ad ogni
scadenza a lungo termine, perché <<se c’è qualcosa di autentico nella mente di
un criminale, è il bisogno di soddisfazione immediata. Quel che conta davvero
è il qui e l’ora. La gratificazione differita nel tempo è contraria alla sua
natura>>
11
. Ed è in nome di questa gratificazione immediata dei bisogni che si
svolge la vita di Edward Bunker nei mesi seguenti: organizzazione di rapine,
truffe alle assicurazioni, spaccio di marijuana sono le sue attività preferite.
Soldi facili che gli consentono di concedersi un way of life assolutamente al di
sopra della media, fatto di belle donne, locali alla moda, macchine sportive e
della fama di vero duro che lo accompagna nell’ambiente malavitoso di East
Hollywood. Cosa può chiedere di più un ex carcerato di ventitré anni?
Arrestato di nuovo grazie all’intervento dell’agente responsabile della
libertà condizionale (che in realtà lo accusa ingiustamente di reati più gravi
che Bunker non ha commesso) Edward riesce ad evadere di nuovo dopo poche
ore. Ha inizio così una lunga fuga che lo porta ad attraversare quasi tutti gli
Stati Uniti per poi rientrare, quando sente che il cerchio si sta stringendo
intorno a lui, a Los Angeles. Dove viene definitivamente fermato dopo un
lungo inseguimento con la polizia.
La disperazione che coglie Bunker al momento dell’arresto è quella di chi si
trova in fondo ad un vicolo cieco. Si ribella con tutte le forze all’idea di tornare
in un penitenziario di stato. Così decide di giocare l’ultima carta che gli è
rimasta per ritardare il più possibile questa possibilità: si finge pazzo. Per
alcuni mesi riesce ad ingannare poliziotti, procuratori distrettuali, giudici, e
psichiatri fingendosi completamente fuori di senno (simulando anche due
tentativi di suicidio) tanto che la sua fedina penale porterà per sempre incisa la
dicitura: “Riconosciuto Pazzo Criminale”. La sua permanenza nell’ospedale
psichiatrico di Atascadero ha fine quando, accusato di aver sobillato una
rivolta nel reparto dove è internato per migliorarne le condizioni di vita, viene
11
BUNKER, Educazione di una canaglia, cit. pag. 155
11
trasferito in una carcere della contea. Dal quale poi verrà rilasciato per un
cavillo legale.
Durante gli ani ’60 è prima inserito nella lista dei maggiori ricercati
dell’F.B.I. e poi di nuovo in carcere (uscirà nel 1967 per rientrarvi di nuovo
dopo poco più di un anno), rinchiuso prima nel penitenziario di Folsom, poi
ancora in quello di San Quentin ed infine nella prigione di massima sicurezza
di Marion, Illinois. Si tratta dell’ultima detenzione di Bunker, in tempo per
vivere in prima persona le guerre razziali ed i profondi sconvolgimenti che
arriveranno anche all’interno delle mura carcerarie esasperandone ancora di
più il clima di violenza, odio e segregazione. Ma è anche il periodo che lo vede
riuscire come scrittore. Tempo addietro si è giurato che lo scrivere sarebbe
stato la sua unica ancora di salvezza dal mondo della strada, e con incredibile
determinazione rispetta questo impegno. Durante gli anni di carcere continua
a scrivere: quattro romanzi, decine di racconti e un saggio sulle lotte razziali
nelle carceri americane che sottopone alla supervisione di un agente letterario.
All’inizio degli anni ’70 la svolta: la Norton Press di New York accetta di
pubblicare il suo sesto romanzo: No beast so fierce (da noi: Come un bestia feroce)
esce nel 1972 e la prestigiosa rivista Harper’s Magazine pubblica il saggio sulle
guerre razziali. Questi successi diventano il lasciapassare per la libertà
condizionale prima e per la libertà a tutti gli effetti poi. Anche se dovrà
partecipare alla stesura della sceneggiatura del film tratto da Come una bestia
feroce (Vigilato speciale
12
di Ulu Gosbard) dal parlatorio del penitenziario.
Oggi Edward Bunker è un tranquillo scrittore settantenne ha una moglie,
incontrata poco dopo l’uscita del carcere (e che ha contribuito non poco al suo
reinserimento), ed un figlio piccolo. Dopo il primo, ha scritto altri tre romanzi
ed un’autobiografia e collaborato spesso con il mondo del cinema (come attore
e sceneggiatore) dal quale è particolarmente amato e sta progettando altre
12
Vigilato speciale (Straight Time), USA 1978 di Ulu Gosbard con Dustin Hoffman, Theresa
Russel, Gary Busey e Katy Bates.
12