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CAPITOLO 3 - Le dinamiche relazionali ed i ruoli all’interno del
gruppo
3.1 Il Gruppo
Il bisogno di aggregarsi fa parte dell’indole dell’uomo che, sin dalle prime esperienze di
vita, lo esprime attraverso il gioco di gruppo per poi svilupparlo nel corso della vita personale
e lavorativa
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. La famiglia, la scuola, il luogo di lavoro, lo sport, le associazioni sono
generatori di forme di aggregazione in cui si sperimentano esperienze comuni e si
condividono gli stessi valori ed interessi, ciò consente al soggetto di soddisfare in modo
graduale ed armonico bisogni primari essenziali nel processo di crescita e di formazione
personale.
Le dinamiche che si creano all’interno di un gruppo, visto come un ambiente aperto in cui
esprimere al meglio le proprie caratteristiche umane e professionali, si possono così
sintetizzare:
1. ciascuno deve rispettare le norme che ne regolamentano il funzionamento;
2. i soggetti possono interagire ed influenzarsi vicendevolmente;
3. ogni membro ricopre un ruolo all’interno del gruppo;
4. ogni soggetto è interdipendente dagli altri.
Le motivazioni che spingono un individuo a far parte di un gruppo sono essenzialmente
una serie di “bisogni” quali il desiderio di identificazione, il senso di sicurezza, l’attaccamento,
20
www.narrativaesaggistica.it/441257222
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l’affettività ed il senso del potere. Il gruppo-rete è una realtà più complessa del semplice
gruppo perché, come ogni gruppo di lavoro, presuppone non solo interazione ma anche
integrazione. In esso occorre distinguere il momento della coesione, che lega i membri del
gruppo, attraverso anche la condivisione di regole, ed il momento della interdipendenza, in
cui la persona si vede riconoscere un ruolo, si lega agli altri membri del team per conseguire
obiettivi comuni, condivide con essi informazioni e risorse materiali e acquisisce la
consapevolezza del legame di reciprocità che si crea tra tutti i membri, in un rapporto di
interdipendenza positivo e gratificante. Il “gruppo-rete” si presenta come la somma dei
pensieri, degli atteggiamenti e delle aspettative dei singoli, che sono raccolte, interpretate e
rappresentate dal leader, cioè colui che ha il compito ed il ruolo di rendere funzionale la rete
al singolo ed al gruppo.
3.2 La governance
La governance è un “esercizio dell’autorità, della direzione e del controllo. Può essere
riferita all’insieme delle istituzioni formali e informali che regolano l’attività economica e al
funzionamento delle organizzazioni economiche. Con riferimento alle imprese, governance
indica il complesso delle regole e dei processi attraverso i quali sono dirette e gestite; la
governance si riferisce tipicamente al più alto livello decisionale, include la definizione degli
obiettivi, della strategia, dei sistemi di controllo, della struttura organizzativa”
21
.
Di fatto è “un’autorità di governo, in grado di gestire la direzione politica e amministrativa di
uno stato, l’insieme delle procedure e dei principi che consentono la gestione di un’azienda,
di un’istituzione ecc.”
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21
Enciclopedia www.treccani.it
22
Enciclopedia Garzanti
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La governance di un gruppo ha il compito di promuovere e tutelare gli interessi del
collettivo, gestire e ridurre le criticità, garantire la correttezza delle attività svolte dal gruppo e
nel gruppo, aumentare ed agevolare le interazioni e le informazioni tra i partecipanti. Uno dei
compiti principali che fanno capo alla struttura della governance è quello di individuare per
tempo, anticipare e prevenire il “conflitto” che, se non adeguatamente gestito, può ingenerare
una escalation di problematiche che nel tempo possono produrre dei danni nei rapporti tra i
componenti del gruppo stesso; un conflitto che, se non affrontato tempestivamente, può
generare frizioni anche insanabili.
Un atteggiamento della governance costruttivo, di apertura al dialogo ed al confronto, limita
o evita quegli attriti tra i componenti che contaminerebbero altrimenti più soggetti;
l’esperienza della governance deve far comprendere l’importanza dei rapporti intra-gruppo
dove le relazioni, nella vita privata così come in quella professionale, non vanno
semplicemente strette ma soprattutto coltivate per condividere una crescita personale e
professionale collettiva.
Il coinvolgimento è essenziale per aumentare il senso di appartenenza al gruppo e
l’identità di sé, per evitare che un atteggiamento impositivo venga vissuto come
“partecipazione passiva” non coinvolgendo i soggetti in quella catena di condivisione
decisionale che li renda consapevoli dello “stato dei lavori”.
Il coinvolgimento attuato dalla governance aumenta il senso di responsabilità dei
componenti del gruppo ed una attenta gestione del capitale intellettuale, umano, sociale ed
organizzativo fa sì che la pluralità dei soggetti con diverso potere di influenza possa
sviluppare il senso di rappresentanza e rappresentatività del team.
Sfruttando quindi gli atteggiamenti costruttivi delle persone e la disponibilità a collaborare,
la governance deve essere in grado di realizzare il programma, raggiungere gli obiettivi
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prefissati e gestire la rete in corso d’opera, creando un modello organizzativo di lavoro e/o di
business.
In sostanza, quindi, la comunicazione, l’informazione, la condivisione dell’avanzamento
lavori e del know-how creano le condizioni necessarie per far evolvere il gruppo in un centro
di trasformazione strutturale e organizzativo.
3.3 Groupship
All’interno di un gruppo si creano relazioni interpersonali e relazioni sociali che nascono tra
i singoli membri ed il gruppo stesso, visto come “una totalità dinamica basata
sull’interdipendenza invece che sulla somiglianza”
23
. Esso si può considerare un insieme
globale ed interdipendente, caratterizzato da pensieri e da emozioni che vanno al di là del
singolo membro e le persone che ne fanno parte sono portatrici di abilità, capacità e
competenze la cui combinazione genera vantaggio competitivo.
La groupship va intesa come pluralità in interazione, con un valore di legame, che ne
determina anche l’emergenza psicologica; l’interazione aumenta a sua volta la motivazione.
A decretare l'efficacia ed il successo della groupship è anche la scelta dei suoi membri
costitutivi: quanto più essi sono consapevoli, motivati, partecipi dello scopo comune -mission-
e disposti ad investire in energie, tanto maggiori sono le probabilità di una buona riuscita.
Colui che lavora con e nel gruppo mobilita le proprie risorse, sviluppa capacità di relazione
e mediazione, mette a disposizione del team competenze umane e professionali, rafforza il
senso del bene comune e di responsabilizzazione, esalta le abilità intellettuali e trasversali
(skills) nello svolgere un certo compito.
23
Lewin K., Resolving social conflicts: selected papers on group dynamics, Harper & Row, New York, 1948
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Il gruppo si configura anche come la risultante dei punti di vista, che crea una
organizzazione che facilita collaborazioni efficaci.
3.4 Membership
Come detto sopra, tra i componenti del gruppo si creano interazioni ed interdipendenza
che sviluppano il senso di coesione e di appartenenza e la condivisione di regole e di
obiettivi.
La percezione di uno scopo comune, la formazione di relazioni stabili e costruttive tra i
team members e la consapevolezza della mission, a loro volta, amplificano la motivazione ed
aumentano la fiducia e l’autostima; la convergenza di interessi e di scopi rinsalda la
solidarietà dei singoli e potenzia il sostegno reciproco, così da creare un clima di forte
membership, generatrice di soddisfazione e benessere fra i soggetti del gruppo e con il
gruppo.
Ogni gruppo risulta essere un sistema dinamico e flessibile che vive al proprio interno degli
equilibri e degli eventi psicologici mutevoli e che attraversa varie fasi di sviluppo i cui esiti
sono difficilmente prevedibili. Ad ogni azione, notoriamente, corrisponde una reazione: se nel
team anche un solo membro modifica il proprio atteggiamento rispetto a quello iniziale, ne
consegue che si possano ingenerare cambiamenti negli altri membri e che si creino
fenomeni di instabilità che trovano soluzione soltanto quando si raggiunge un comportamento
adattivo equilibrato; solo attraverso la trasformazione delle relazioni interpersonali si possono
ristabilire equilibri mediati ed in questa fase risulta determinante il ruolo del leader.
Si pensi a quando nascono conflitti nel rapporto tra individuo e gruppo, in quanto nel
soggetto emergono desideri, aspettative e speranze, che non vede né rappresentate né
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realizzate dal gruppo, vissuto come una gabbia che di fatto limita lo sviluppo ed il senso di
realizzazione del singolo, limitandone lo spazio di identità e di iniziativa individuale.
Può accadere in questi casi che nascano idee e sentimenti negativi, che possono portare a
divergenze, individualismi, conflitti, atteggiamenti ostili ed ostativi e determinare fratture
insanabili fino all’abbandono o all’esclusione dal gruppo.
3.5 Leadership
Ciò che caratterizza la leadership è la capacità di integrare e armonizzare il potere,
l’autorità ed il controllo ottenendo di fatto il riconoscimento unanime del ruolo assunto.
Il potere, visto come la capacità di uno o più soggetti di esercitare sugli altri influenza e
condizionamento
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, può essere classificato in cinque categorie
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, a seconda dell’impatto e
della modalità d’azione:
il potere di ricompensa, che si basa sulla capacità di promettere
ricompense materiali o altro;
il potere coercitivo, basato sulla minaccia e sulla costrizione;
il potere legittimo, che comporta da parte dei membri l’adesione alle
norme che legittimano il potere di chi lo detiene;
il potere di esempio, che si basa sull’identificazione dei membri con colui
che li rappresenta;
il potere di competenza, che si identifica nel soggetto che detiene
maggior esperienza specifica, riconosciuta da tutti i soggetti.
24
Levine J.M. e Moreland R.L., Progress in small group research in Annual Review of Psychology, 1990
25
French J. e Raven B.H, The Bases of Social Power, University of Michigan,1959
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Secondo Rupert Brown, il leader è “colui che all’interno di un gruppo possiede la maggiore
influenza sui membri, che è maggiore di quella che lui stesso subisce ed ha inoltre lo status
più alto, essendo al centro della comunicazione intragruppo”
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.
Una leadership efficace, all’interno del “gruppo-rete”, racchiude in sé tutti gli aspetti sopra
esposti; ha la funzione di amalgamare e bilanciare le speranze e le aspettative del singolo
con quelle del gruppo, presidiare i bisogni emergenti, anticipare dinamiche involutive,
differenziando gli interventi in base alle criticità che si possono creare e soprattutto
valorizzando le risorse umane e professionali di ogni membro del team, così che possa
ricoprire con successo il ruolo assunto.
La leadership determina il passaggio dall’interazione all’interdipendenza ed
all’integrazione; una leadership riconosciuta è in grado di alternare l’attenzione dal singolo al
gruppo e viceversa, garantendo il senso di equità e di equilibrio richiesti dai soggetti e dal
gruppo, legati in modo indissolubile tra di loro.
La leadership richiama, come detto, il concetto di potere ma non sotto forma di coercizione
bensì di influenza, elemento chiave negli equilibri interni al team ed il suo esercizio, anche
nell’ambito della rete, risulta efficace e riconosciuto quando si evita l’imposizione e si
privilegiano l’ascolto e la comunicazione tra pari, la strategia persuasiva, l’esplicitazione della
“mission” nella ricerca consapevole e condivisa di obiettivi comuni.
Questo ruolo per risultare vincente deve fondarsi sulla motivazione e sulla collaborazione
attiva e partecipata dei singoli membri che si sentono così parte integrante, integrata e
cooperante nel progetto rete e riconoscono al tempo stesso la necessità di una figura
competente che li guidi e li coordini e che ottiene il consenso dei soggetti.
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Brown R., Psicologia Sociale dei gruppi. Dinamiche intragruppo e intergruppi, Il Mulino, Bologna, 1990