Tale progetto di massima ha richiesto nel suo complesso di: identificare la
tipologia di processi e delle tecnologie da adoperare per il trattamento dei reflui
prodotti dalle industrie campane; realizzare un piano di gestione tecnico-
amministrativa; dimensionare tutte le principali apparecchiature allo scopo di
studiare i costi di impianto e definire un lay-out definitivo .
Lo scopo di questo lavoro Ł proprio quello di operare il dimensionamento delle
principali apparecchiature nel caso in cui si debbano trattare reflui liquidi di
composizione stimata a valle di una indagine di marketing precedente.
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Parte I: Descrizione dei processi di trattamento dei reflui
liquidi industriali.
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Capitolo 1 : Caratteristiche generali dei reflui industriali
Con il termine refluo industriale si intende qual siasi acqua di scarico derivante
da operazioni industriali; ognuna di esse possiede caratteristiche proprie, le quali
devono essere valutate al fine di scegliere il tipo di trattamento piø adatto da
utilizzare per la rimozione dei contaminanti e per il rilascio di un effluente che
possa essere reimmesso nell ambiente con un impatto non significativo.
Le principali caratteristiche di tali reflui dipendono dal tipo di attivit industriale
da cui derivano e si distinguono in:
•fisiche
•chimiche
•biologiche
1.1 Caratteristiche fisiche
• Contenuto di solidi totali: Ł l insieme del materiale in sospensione,
sedimentabile, colloidale e in soluzione, presenti nel refluo, cioŁ tutto quello
che rimane come residuo in seguito ad evaporazione ad una temperatura
compresa tra 103 C e 105 C. I solidi totali inoltre , possono essere distinti in
filtrabili (colloidali e disciolti) e non filtrabili o sospesi (sospesi volatili, di
natura organica, e sospesi fissi, inorganici) ottenuti facendo passare il liquido
attraverso un filtro con porosit di 0.45 µm (per le norme italiane).
•Contenuto di solidi sedimentabili: vengono determinati ponendo il refluo in un
cono Imhoff e misurando il materiale sedimentato dopo 2 ore; tale quantit Ł
indice di quanto fango verr rimosso durante la sed imentazione primaria.
•Odori: sono dovuti principalmente alle sostanze gassose che si formano dal
processo di decomposizione delle sostanze organiche e solforate.
Le cause principali di tali emissioni sono: le componenti del refluo, le
trasformazioni biochimiche che avvengono nell impianto di trattamento e i
reagenti chimici utilizzati nel suo interno.
Il fattore che viene preso in considerazione Ł la percettibilit , cioŁ la minima
concentrazione di gas necessaria alla sua percezione.
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•Temperatura: Ł un molto parametro importante in quanto incide sulla velocit
delle reazioni chimiche, sulla vita acquatica del corpo idrico ricettore (se lo
scarico dell effluente avviene direttamente in corpo idrico) e sulla solubilit
dell ossigeno in acqua.
•Densit : Ł definita come la massa del refluo per unit di volume. Di solito, per
gli scarichi industriali, si considera una densit maggiore di quella dell acqua
pura.
•Colore: il refluo ha un colore diverso a seconda della permanenza dello stesso
prima del trattamento. Un refluo fresco ha un colore marrone-grigio; quando viene
stoccato in sistemi di raccolta, il colore diventa sempre piø scuro fino a diventare
nero (in questo caso il refluo viene detto settico), in seguito allo stabilirsi di
condizioni anaerobiche.
I reflui industriali sono spesso soggetti a variazione di colore in quanto si
verificano delle reazioni chimiche come ad esempio quella dei solfuri con i
metalli che gli conferisce un colore molto scuro .
•Torbidit : Ł la misura della propriet dell acqua reflua di trasmettere la luce.
Questa viene effettuata confrontando il campione di refluo con uno di riferimento
nelle stesse condizioni.
1.2Caratteristiche chimiche
Le caratteristiche chimiche vengono espresse in termini di contenuto di materiale
organico ed inorganico. Il materiale organico Ł costituito da proteine, carboidrati,
grassi e oli, tensioattivi, composti a basso peso molecolare (COV) e pesticidi.
Analisi specifiche relative a tali parametri vengono condotte nel caso in cui si
voglia controllare e classificare gli effluenti industriali ai fini dell accettazione
all impianto e talvolta prima dello scarico nel corpo idrico ricettore; la loro
determinazione non Ł sempre possibile, per cui si utilizzano indici in grado di
esprimere il contenuto organico complessivo del refluo. I parametri piø utilizzati
sono: BOD, COD e TOC.
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Il BOD, cioŁ la domanda biologica di ossigeno, rappresenta la quantit di
ossigeno disciolto che viene utilizzato dai microrganismi per ossidare la sostanza
organica presente nel refluo.
Il COD, la domanda chimica di ossigeno, Ł la quantit di ossigeno richiesta per
ossidare chimicamente le sostanze organiche (ossidabili biologicamente e quelle
non biodegradabili) presenti nel refluo.
Il TOC, il carbonio organico totale, Ł una misura piø accurata del contenuto di
sostanza organica.
I materiali inorganici presenti nel refluo, si possono classificare in:
Cloruri (derivanti da processi erosivi delle rocce e del suolo, oppure dagli
scarichi domestici);
Basi deboli quali idrossidi, carbonati e bicarbonati (di calcio, magnesio, sodio,
potassio);
Composti azotati, quali ammoniaca, nitriti e nitrati;
Fosforo, presente nei reflui in forma solubile, particellare, organica (10% del
totale) ed inorganica (polifosfati e ortofosfati);
Composti inorganici tossici e metalli pesanti, cationi o anioni, provenienti dagli
scarichi industriali, con elevata tossicit ; gli an ioni piø rilevanti sono cianuri e
cromati (industrie galvaniche), mentre tra i cationi ricordiamo rame, argento,
cromo, boro.
Gas disciolti, quali azoto, ossigeno, anidride carbonica, acido solforico e presenti
nelle acque reflue perchŁ derivano dall aria e da processi di decomposizione
anaerobica della materia organica.
1.3Caratteristiche biologiche
Sono determinate dalla presenza di forme di vita quali:
•Batteri: organismi monocellulari che hanno la funzione di decomporre e
stabilizzare la sostanza organica.
•Funghi: organismi aerobi, multicellulari, eterotrofi; decompongono il carbonio
nella biosfera anche grazie alla capacit che hanno di sopportare bassi valori di
umidit e pH.
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•Alghe: organismi responsabili dell eutrofizzazione, in condizioni di elevate
concentrazioni di nutrienti, soprattutto azoto e fosforo. Lo sviluppo eccessivo di
alghe limita la crescita di altri organismi acquatici.
•Protozoi: organismi monocellulari aerobi o anaerobi facoltativi, molto importanti
nei processi di depurazione perchØ mantengono un equilibrio tra i vari
microrganismi.
•Piante e animali.
•Virus.
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Capitolo 2 : Tipologie di trattamento dei reflui industriali
I trattamenti a cui vengono sottoposti i reflui industriali possono essere svolti
attraverso sistemi fisici, chimici e biologici e raggruppati in quattro categorie
convenzionali:
1.Trattamenti preliminari: hanno lo scopo di rimuovere gli elementi grossolani
dal flusso acquoso che potrebbero danneggiare i macchinari utilizzati nel resto
dell impianto. Sono trattamenti in cui prevalgono forze di tipo fisico come la
grigliatura, la triturazione e la dissabbiatura, disoleatura, miscelazione,
equalizzazione, flocculazione, flottazione, filtrazione.
2.Trattamenti primari: hanno lo scopo di rimuovere fisicamente una porzione
di materiale organico e di solidi sospesi, come la grigliatura fine e la
sedimentazione.
3.Trattamenti secondari: hanno lo scopo di rimuovere le sostanze organiche
biodegradabili e dei solidi sospesi che non sono rimossi nei trattamenti primari.
Sono processi sia chimici che biologici.
4.Trattamenti terziari (non sempre richiesti): sono posti a valle dei trattamenti
biologici e hanno la funzione di rimuovere specifiche sostanze inquinanti, a
seconda del destino finale dell effluente.
La scelta del trattamento a cui sottoporre i reflui dipende dai seguenti fattori:
•Caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche dei reflui: deve essere valutata la
forma predominante in cui sono presenti le sostanze inquinanti (colloidale,
disciolta, sospesa) e la loro biodegradabilit , non chØ la tossicit dei componenti
organici ed inorganici.
•Limiti di scarico vigenti: deve essere rispettata la normativa in materia di
scarichi in corpi idrici ricettori o in pubblica fognatura; inoltre devono essere
considerate eventuali limitazioni future.
•Costi di trattamento e disponibilit delle aree per la realizzazione
dell impianto: i limiti di scarico possono essere raggiunti mediante l impiego di
varie combinazioni di processi individuali; la combinazione ideale risulter quella
economicamente piø valida.
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2.1Trattamenti primari
2.1.1 Processi di trattamento primario
I trattamenti primari consistono in interventi di tipo fisici e chimico fisici, oltre a
rimuovere una frazione di solidi grossolani e sedimentabili), costituiscono una
garanzia per salvaguardare il corretto funzionamento delle sezioni di trattamento
poste a valle.
I principali trattamenti primari cui sono sottoposti i reflui sono:
Grigliatura:
Trattamento che consiste nella rimozione di corpi grossolani presenti nel refluo,
con lo scopo di proteggere le altre apparecchiature dell impianto. Avviene
mediante il passaggio del refluo attraverso una griglia costituita da barre
metalliche o da setacci. Le sostanze trattenute vengono inviate generalmente ad
una pressa che allontana la frazione acquosa (immessa nella linea delle acque) da
quella solida che viene depositata in cassonetti. Tutte le apparecchiature possono
essere poste in ambienti chiusi in modo tale da aspirare l aria che viene inviata ad
un sistema di deodorizzazione [Battistoni,2003].
Dissabbiatura:
Trattamento che consiste nelle rimozione di sabbia, intesa come l insieme di
polvere fine, ghiaia, cenere e altri materiali pesanti con elevata sedimentabilit . La
rimozione di tali sostanze Ł importante per proteggere dall abrasione le parti
meccaniche in movimento, per ridurre il rischio di depositi nelle condutture e per
ridurre la frequenza di pulizia delle vasche (linea acqua) e del digestore (linea
fanghi). La sabbia rimossa Ł sottoposta ad un trattamento di lavaggio per
eliminare le sostanze organiche e, infine, utilizzata come riempimento su terreno o
cementificata e condotta in discarica [Battistoni, 2003].
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Disoleatura:
Trattamento che consiste nella rimozione di oli e grassi, la quale diminuiscono
l efficienza di ossigenazione del liquame e causano l accumulo di schiume nel
bacino di aerazione, in sedimentazione e nei digestori, limitando per la
contemporanea rimozione di sostanza organica
Gli oli e i grassi possono essere rimossi determinandone l aggregazione nel fango
oppure in portati in sospensione, raccolti e smaltiti presso discarica o inceneriti
[Battistoni, 2003].
Equalizzazione delle portate e omogeneizzazione degli
inquinanti:
I reflui provenienti da processi industriali, presentano nel tempo fluttuazioni sia di
portata che di carichi inquinanti. Questa variabilit pu essere la causa di notevoli
problemi di gestione negli impianti non protetti adeguatamente dagli shock di
carico idraulico e/o inquinante. Al fine di minimizzare queste fluttuazioni sono
adottati i processi di equalizzazione delle portate e omogeneizzazione degli
inquinanti.
Per quanto riguarda l equalizzazione delle portate, si effettua in vasche di
accumulo in cui viene stoccata la porzione di refluo che eccede quella media di
progetto, che inviato all impianto quando si verifica una diminuzione di portata.
¨ importante che nelle vasche di accumulo il refluo sia ben miscelato, per evitare
fenomeni di sedimentazione, ed aerato, per evitare condizioni settiche.
L’equalizzazione delle portate determina come effetto indiretto la parziale
omogeneizzazione delle concentrazioni degli inquinanti. La quantit di
quest’ultimi Ł data infatti dal prodotto della concentrazione per la portata, ed
equalizzando uno dei due termini si ottiene una parziale equalizzazione del
prodotto.
La vasca viene perci generalmente sovradimensionat a per garantire un volume
invasato minimo tale da agevolare la diluizione dei contaminanti, oppure viene
prevista una successiva vasca di omogeneizzazione [Battistoni, 2003].
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Coagulazione e Flocculazione:
Consiste nell aggregazione dei materiali colloidali (particelle con diametro
compreso tra 10-3 mµ e 1 mµ , difficilmente separabili per gravit ) con formazi one
dei fiocchi . La stabilit dei colloidi dipende pr incipalmente dalla carica
superficiale dovuta alla composizione chimica del refluo e del colloide. Per
favorire la coalescenza cioŁ l aggregazione dei colloidi e, quindi, la formazione
dei fiocchi, Ł necessario neutralizzare tale carica. Il processo che permette la
formazione dei fiocchi Ł detto coagulazione che determina la neutralizzazione
della carica superficiale attraverso l aggiunta di sostanze quali elettroliti,
polielettroliti (polimeri ad alto peso molecolare contenenti gruppi adsorbibili,in
grado di formare ponti tra particelle isolate) o altre sostanze chimiche (Calce,
Allume, FeCl3, FeCl2, FeSO4*7H2O) [Battistoni, 2003].
La carica positiva di questi prodotti, ha un effetto destabilizzante, perchØ Ł in
grado di annullare la carica in genere elettronegativa delle particelle colloidali in
sospensione. Il contatto avviene per adsorbimento, e le particelle colloidali, cos
neutralizzate, non tendono piø a respingersi a vicenda, ma tendono ad
agglomerarsi [Masotti,1996].
Dalla Tabella -1, ove sono riportati i principali cationi con i rispettivi poteri
coagulanti, si nota che il potere coagulante maggiore appartiene ai metalli
trivalenti.[Masotti,1996]
Ione Potere coagulante
K+ 1,2
H+ 25,0
Ca++ 63,0
Cu++ 52,0
Fe+++ 2500,0
Al+++ 5000,0
Tabella -1 Potere coagulante di diversi cationi [Masotti, 1996]
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