1
Introduzione.
Obiettivo di questo lavoro è una riflessione sul rapporto che si può
stabilire tra il computer e le scienze dell‟educazione linguistica, ed in
particolare l‟insegnamento di una seconda lingua. Questo è un nuovo
settore d‟indagine chiamato “CALL”, mutuando un acronimo inglese che
sta per “Computer Assisted Language Learining”.
Accostare all‟insegnamento e apprendimento di una lingua, materna o
straniera, macchine e strumenti tecnici e tecnologici può sembrare strano
a prima vista. Il mondo della tecnica e quello umanistico, di cui le lingue
fanno parte, sono stati sempre concepiti come antitetici e inconciliabili. Gli
strumenti tecnici e i sussidi tecnologici sono stati troppo spesso percepiti
come un‟inutile zavorra nel campo della didattica. Ma in realtà, le idee e le
scoperte degli uomini si sono diffusi proprio grazie a strumenti che ne
permettevano la moltiplicazione e la trasmissione come le tavolette
d‟argilla, i rotoli di papiro o i moderni computer.
“Sapere” e “saper fare”, conoscenza e strumenti per acquisirla e
diffonderla sono un binomio inscindibile in cui i due fattori devono
procedere in perfetto equilibrio. Solo così ci può anche essere quel
rispetto della personalità del discente e del docente, nella loro complessità
e varietà, che è condizione irrinunciabile per un reale processo di
apprendimento.
Strumenti e mezzi tecnologici, soprattutto nell‟ultimo secolo, sono
diventati parte integrante della didattica linguistica ma non è ancora
presente una chiara coscienza delle valenze pedagogiche e formative
determinate dell‟impiego di questi strumenti.
2
I progressi e gli sviluppi avutisi nel campo delle nuove tecnologie della
comunicazione hanno imposto anche alla scuola la necessità di adeguarsi
ai nuovi scenari e alle nuove possibilità.
1
Nella relazione apprendimento-insegnamento viene così a modificarsi la
competenza dell‟insegnante che sempre di più potrà utilizzare la
tecnologia come media del linguaggio.
2
Ma cambia anche il modo di
apprendere degli studenti stessi che, inseriti in un mondo ormai totalmente
medializzato e multimediale, si trovano a contatto con le nuove tecnologie
anche e scuola, rendendosi conto che è possibile utilizzare il computer
non solo per i videogiochi o per le chat ma anche nell‟apprendimento in
modo ludico ed efficace, integrando il suo utilizzo con i tradizionali libri di
testo.
Secondo alcuni studiosi le nuove tecnologie sarebbero responsabili di
forme di sapere che stiamo perdendo, ma in realtà esse possono essere,
se correttamente usate e se inserite all‟interno di una cornice di senso,
dispensatrici di un notevole valore aggiunto non solo nel processo di
insegnamento-apprendimento, ma anche nell‟insieme delle molteplici
domande e dei nuovi bisogni posti dalla nostra società e dal vivere
quotidiano. L‟interscambio tra codici verbali e non verbali è oggi sempre
più forte, la contaminazione di mezzi e di linguaggi più frequente, le
specificità celebrali degli emisferi vengono sollecitate e coinvolte con
maggiore forza: in breve, il soggetto dell‟apprendimento è cambiato.
Il mio lavoro di tesi si articola in quattro capitoli: in un primo capito si
chiariscono il concetto di “didattica multimediale” e il suo rapporto con la
scuola italiana; in un secondo capitolo s‟illustra come e in che modo le
1
Pichiassi (2007 : VII,VIII)
2
Di Sparti (1995: 15)
3
nuove tecnologie multimediali, e in particolar modo il computer,
s‟inseriscono a scuola e quali vantaggi possono apportare; nel terzo
capitolo si focalizza l‟attenzione sulla didattica dell‟italiano L2 e sui benefici
che possono apportare in questo campo le nuove tecnologie; nel quarto
invece si inserisce un breve excursus sull‟insegnamento dell‟italiano L2
per poi passare alla mia esperienza personale.
4
Capitolo 1.
Le nuove tecnologie in una didattica multimediale.
1.1. Cosa s’intende per multimedialità.
Uno dei requisiti fondamentali per poter cominciare a pensare in modo
realmente costruttivo alle tecnologie dell‟informazione e della
comunicazione nell‟ambito della didattica, è quello di considerarle a tutti gli
effetti delle tecnologie cognitive, ovvero tecnologie che hanno implicazioni
profonde ed innegabili nei processi cognitivi e di pensiero delle persone
che le utilizzano e come tali devono essere considerate dalla scuola,
nell‟insieme dei profondi riflessi che esse innegabilmente hanno sullo
sviluppo di differenti forme di pensiero e di conoscenza rispetto al libro
stampato.
La multimedialità ha rivoluzionato i sistemi della comunicazione e lo
stesso farà con quelli della didattica. Questo effetto è dovuto non solo
all‟uso di nuovi strumenti ma soprattutto alle modifiche che essi hanno
portato nelle nostre capacità di elaborare/scambiare informazione a livello
percettivo e cognitivo dalle operazioni più semplici a quelle che riguardano
i più complessi sistemi culturali.
3
Multimedialità è il termine oggi forse più usato e abusato per indicare le
notevoli possibilità offerte dall‟utilizzo del computer. La nozione di
multimedialità però fa riferimento a una molteplicità di media, i quali
permettono una comunicazione tramite vari canali e varie forme come testi
scritti e testi orali, immagini fisse e in movimento, suoni e musica, gesti e
le forme non verbali di comunicazione. Possiamo quindi definire la
multimedialità come un ambiente che offre la possibilità di impiegare più
3
Di Sparti (1995: 11,12)
5
sistemi simbolici ricorrendo a una tecnologia che vede l‟integrazione di più
linguaggi o codici di comunicazione.
I primi ambienti multimediali veri e propri sono stati il cinema e la
televisione e ad essi si è aggiunto più recentemente il computer
multimediale. Ed è proprio la profonda diversità tra questi ambienti
multimediali che porta a fare una distinzione tra due forme di
multimedialità, una primaria e una secondaria. Della multimedialità
primaria fanno parte la televisione e il cinema dove si impiegano più codici
ma non si ha interattività. La multimedialità secondaria è invece quella
rappresentata dal computer che ricorre anch‟essa a più codici e in più
permette all‟utente di interagire. Questa multimedialità secondaria si
suddivide a sua volta in due settori: off-line e on-line. La prima è quella di
cui fanno parte i CD-ROM, i DVD e i vari supporti dediti alla
memorizzazione di dati, la seconda è invece quella che si realizza grazie
alla grande rete di Internet.
4
Tale flusso multimediale può essere recepito in due modi: o
immergendosi nella pratica del mezzo, quasi si trattasse non di uno
strumento ma di un ambiente, oppure imparando a conoscerlo e usarlo
secondo il metodo tradizionale della scuola, quello dell‟astrazione.
5
L‟immersione permette l‟apprendimento attraverso la ridondanza, la
ripetizione e l‟interattività. Attraverso il multimediale si creano saperi
diversi e in forma diversa rispetto a quella offerta dalla tecnologia
monomediale che ha il suo esempio emblematico nel libro.
La multimedialità non è semplicemente un nuovo supporto entro il quale
far veicolare i vecchi contenuti di conoscenza, è qualche cosa di più, è
qualcosa di radicalmente diverso: è la revisione di questi contenuti, la
4
Pichiassi (2007 :66,67)
5
Di Sparti (1995: 11,12)
6
revisione di questi impianti; è la mobilitazione di energie e di creatività in
direzioni assolutamente nuove per la scuola.
1.2. Scuola e multimedialità.
La situazione in cui opera la scuola in questi anni è radicalmente
cambiata rispetto al passato, per la massiccia richiesta di formazione, per
l‟affermarsi del diritto allo studio, per l‟estendersi delle conoscenze e per la
conseguente necessità di accrescere continuamente le competenze
professionali, la cultura, il sapere. Per effetto della nuova civiltà
tecnologica, oggi è quanto mai sentita l‟esigenza di una scuola nuova,
rinnovata nella didattica, nei metodi, nei contenuti e nell‟organizzazione.
L‟innovazione è favorita dalla collaborazione tra informatica e didattica nei
processi di apprendimento e nell‟ambiente scolastico, motivo per cui la
classe, l‟insegnante e la scuola tutta oggi non possono assolutamente
ignorare una comunicazione ricca di informazioni medializzate.
Negli ultimi anni il concetto di didattica multimediale ha fatto il suo
ingresso nel mondo della scuola anche attraverso la formalizzazione della
cosiddetta “Commissione dei 40 saggi” presieduta da Roberto Maragliano,
docente di Tecnologie dell'Istruzione e dell'Apprendimento all'Università
Roma Tre, dove è responsabile del Laboratorio di Tecnologie Audiovisive
e direttore del corso di perfezionamento a distanza in Tecnologie per
l'Insegnamento. Proprio Maragliano in una sua recente intervista ha
affermato che “i supporti multimediali offrono l'occasione affinché la scuola
possa ridefinire il suo impianto culturale, la sua forma di insegnamento, le
sue modalità di interazione. Ne risulta allora l'esigenza, per una scuola che
effettivamente voglia prendere sul serio la multimedialità, di ripensare la
propria identità, ridefinendo i propri ambiti di sapere e il proprio rapporto
con gli alunni. Bisogna considerare queste nuove macchine, i computer
7
appunto, ma anche la televisione stessa non come strumenti in parte
neutri finalizzati a trasmettere blocchi di conoscenze, ma come ambienti
generali entro i quali organizzare le forme della conoscenza. Una scelta di
questo tipo comporterebbe una trasformazione radicale dell'identità della
scuola e quindi anche dell'identità dei saperi scolastici. Risulta infatti
evidente che lavorare dentro il computer, giocare dentro il computer,
significa cambiare la cifra dell'insegnamento e dell'apprendimento, vuol
dire accettare che ci possa essere una modalità di piacere
nell'apprendimento. Invece spesso si associa apprendimento a punizione,
a pena, a disagio, a sforzo. Al contrario, tutto l'apprendimento che avviene
entro la multimedialità, è un apprendimento che si avvantaggia della
risorsa, della compartecipazione, del piacere, della piacevolezza”. In
particolare, secondo Maragliano gli strumenti multimediali sono
estremamente motivanti per bambini e ragazzi, perché non hanno affatto
odore di scuola, danno loro il senso di disporre di risorse per il saper fare
e consentono di non disperdere, ma valorizzare, in un quadro intellettuale
più strutturato, forme di intelligenza intuitiva, empirica, immaginativa, assai
diffuse tra i giovani. La multimedialità può quindi essere utilizzata
all‟interno della didattica in modi diversi: per esempio come semplice
macchina, con la quale insegnare quel che si continua ad insegnare,
oppure come oggetto di insegnamento. Queste sono due soluzioni
accettabili ma, comunque limitate. In realtà la multimedialità potrebbe
essere un ambiente entro il quale ripensare le forme e i modi
dell'insegnamento, i contenuti dell'insegnamento, le modalità
dell'apprendimento. Partire dalla macchina, come da sempre, si parte dal
libro. Linguisti, psicologi, antropologi ed esperti nelle scienze della
comunicazione hanno ampliamente dimostrato che ogni essere umano è
immerso continuamente nel flusso dei canali e dei media e che egli è
naturalmente portato a collegare un codice con un altro, è in grado di
8
commutarli (code switching skills) e di farli dialogare tra loro, senza
doverne riportare effetti negativi; anzi, esattamente al contrario è noto
quanto la diversificazione e la moltiplicazione dei mezzi produca un
arricchimento delle competenze e delle abilità del soggetto.
Quest‟approccio però non trova un adeguato spazio all‟interno della
pratica scolastica neanche in ambiti in cui dovrebbe essere necessario
come nel caso della didattica degli insegnamenti linguistici. L‟attuale
periodo dovrebbe invece sollecitarci a guardare oltre e ad accettare
consapevolmente la sfida propostaci dai nuovi media, a confrontarci con
le tecnologie sempre più duttili e avanzate con le quali poter valutare le
reali potenzialità offerteci da queste nuove macchine nella formazione
linguistica, per poter così gestire a pieno il cambiamento ormai in atto. Le
moderne tecnologie informatiche tendono a essere sempre più dei veri e
propri apparati di conoscenza e perciò l‟istituzione scolastica italiana non
può più assistere inerte alla rivoluzione cibernetica.
6
1.2.1. Insegnanti e alunni in un nuovo contesto scolastico.
Da almeno quattro anni si parla di cominciare a impiegare il computer
nella didattica, cioè da quando esso ha cominciato a diffondersi
concretamente nel nostro paese. Prima era materia per specialisti e
ricercatori delle facoltà tecnico-scientifiche, poi a poco a poco si cominciò
a sperimentarlo nella scuola soprattutto per iniziativa di enti o istituzioni
come il CNR o il CEDE (Centro Europeo dell‟educazione).
Successivamente cominciarono ad occuparsene anche alcuni docenti ma
la materia non era comunque affrontata nelle varie facoltà che
preparavano i giovani alla carriera dell‟insegnante, soprattutto nelle facoltà
6
Desideri (1999: 29)