4
crimininologiche sugli utenti di una rete. La metodologia, adottata per la prima
volta in Italia ai fini di una ricerca quantitativa sulla percezione di alcuni tipi
di computer crime, consiste nella pubblicazione di un questionario in forma
ipertestuale su una pagina Web. I dati così rilevati si riferiscono ad un
campione volontario e non probabilsitico di utenti del cyberspazio, nella veste
di autori o vittime o semplici spettatori dei vecchi e nuovi crimini commessi
su e attraverso Internet.
5
1. Il fenomeno Internet
1.1. INTRODUZIONE
Le telecomunicazioni e i computer sono divenuti decisivi per il modo in cui
si conducono gli scambi commerciali e sociali, per il modo in cui si crea e si
attinge alla conoscenza, e per il carattere del lavoro e delle organizzazioni in
cui gli uomini sono impegnati. In conseguenza del nuovo ambiente
tecnologico, la società dell’informazione implica un nuovo modo di pensare e
di agire [Lyon, 1995, 26].
Internet, che letteralmente sta per Interconnected Networks, potrebbe essere
metaforicamente rappresentata da una ragnatela (traduzione di Web). Tale
terminologia, che utilizza un modo figurativo ma efficace per esprimerne la
realtà, si traduce in termini più tecnici in un sistema informativo globale che
collega reti di computer via cavo.
La comunicazione tra più computer è l’elemento che caratterizza Internet,
consentendo un immediato scambio d’informazioni tra gli utenti. E’ proprio
questo dialogo telematico a costituire le fondamenta, su cui hanno cominciato
ad edificarsi le sue applicazioni nell’ambito metodologico delle tecniche di
ricerca sociale.
In questo capitolo, dopo un’analisi delle origini, del funzionamento, della
diffusione del fenomeno, e delle aree del cambiamento socioculturale imposto
dalla rete, un ampio spazio è dedicato alle innovazioni tecniche che Internet ha
offerto, in particolare, nell’ambito delle metodologie di ricerca sia qualitativa
sia quantitativa.
6
1.2. ORIGINI DI I NTERNET
L’evoluzione di Internet può essere suddivisa grosso modo in tre fasi.
1. Fase militare (1964 - 1982)
La RAND Corporation, centro di ricerca americano impegnato nella guerra
fredda, suggerì al Pentagono il progetto di un sistema di comunicazione a
prova di guerra nucleare [Bainaudi, 1994, 284]. La tecnica, alla base del
sistema, è quella della commutazione di pacchetto descritta da Paul Baran: i
messaggi, suddivisi in “pacchetti di dati”, restano separati durante il percorso,
per poi ricongiungersi all’atto della ricezione. Se una linea fosse stata
interrotta da una bomba, i vari pacchetti avrebbero trovato comunque una
strada per raggiungere la loro destinazione [Pedemonte, 1996a].
L’agenzia governativa ARPA (Advanced Research Projects Agency), rese
operativa una prima versione del progetto da cui fu creata una rete militare,
ARPAnet [Bainaudi, 1994, 112]. L’uso commerciale di ARPAnet fu proibito
dalla National Science Foundation.
Nel settembre del 1969 entrarono così in funzione quattro nodi dislocati
presso l’Università della California di Los Angeles (UCLA)
1
, lo Stanford
Research Institute (SRI), l’Università della California di Santa Barbara
(UCSB) e l’Università dello Utah.
L’uso delle rete si espanse grazie a Ray Tomlinson che ideò il primo
programma di posta elettronica. Usato per lo più come via alternativa di
comunicazione tra accademici, piuttosto che come mezzo di scambio di segreti
militari crittografati, la rete crebbe in una direzione diversa da quella prevista.
Nel 1974, Vint Cerf e Bob Kahn descrissero il nuovo Trasmission Control
Protocol che, articolato nel protocollo di controllo della trasmissione TCP e
1
Il primo nodo in assoluto.
7
nel protocollo Internet IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol)
2
,
rispondeva all’esigenza di un linguaggio standard per la comunicazione
[Zakon, 1996].
Verso la fine degli anni settanta, la responsabilità dello sviluppo delle
tecnologie e delle infrastrutture di collegamento cominciò a passare
gradualmente dalle mani dei militari a quelle degli enti universitari e di
ricerca.
2. Fase di Ricerca (1983-1990)
Il nuovo protocollo TCP/IP divenne ufficiale e ciò costituì la base di una
“Internet”, cioè di una “INTERconnected NETworks”, la rete delle reti che noi
oggi conosciamo. L’indirizzamento IP era formato da una serie di quattro
numeri da 1 a 256 separati da un punto (es. IP 141.210.10.117). Certamente
non era un modo pratico di indicare un nodo. Nel 1984, fu introdotto il
Domain Name Server, il cui scopo era di fornire la traduzione di nomi in
indirizzi IP all’interno di ogni dominio (.com; .org; .it ; eccetera).
Nello stesso anno il National Science Foundation decise di mettere
liberamente a disposizione le proprie risorse ad istituzioni di ricerca non
commerciali, e istituì una propria rete, che prese il nome di NSFnet [Krol,
1994, 17-19]. La NSFnet incoraggiò le università e i piccoli enti scientifici a
collegarsi, dando dunque la possibilità anche agli studenti di entrare in rete
attraverso i computer delle proprie facoltà.
Fra il 1989 e il 1990 ARPAnet lasciò il posto all’ANS (Advanced Network
Services), un’istituzione non a scopo di lucro e con finalità di ricerca [Gilster,
1994, 19].
2
<http://info.isoc.org/guest/zakon/Internet/History/HIT.html>
8
3. Fase commerciale (1991-2000)
La fine della guerra fredda e la caduta del muro di Berlino aprirono le porte
del Network all’Europa dell’Est. Gli anni ‘90 segnarono la “seconda
rivoluzione” di Internet: il CERN di Ginevra pose le basi per la creazione del
World Wide Web, ragnatela mondiale. Si tratta di un sistema ideato dal
ricercatore britannico Tim Bernes Lee, in grado di semplificare la navigazione
su Internet, mediante la definizione e l’adozione di un sistema ipertestuale-
ipermediale basato su una tecnologia di tipo client/server [Sorge, 1994]. Nel
1993 Marc Andreessen inventò il primo www-browser
3
, Mosaic: un
programma che permetteva di navigare nella rete attraverso una grafica
semplice, andando alla ricerca di documenti che possono contenere testi,
immagini, suoni (ipertesti
4
). Premendo il pulsante del mouse su determinate
parole o simboli evidenziati (link
5
) si viene automaticamente rimandati su altri
siti.
Il successo di Internet esplose negli anni seguenti con l’utilizzo massiccio
per scopi commerciali, educativi e informativi. Nel 1994 venne fondata la
3
Dall’inglese “to browse” che significa sfogliare. E’ l’indispensabile programma di navigazione
che permette a tutti di sfogliare con estrema semplicità e immediatezza, le pagine multimediali di
Internet. I due browser più diffusi sono Netscape Navigator e Internet Explorer.
4
Un ipertesto è una serie di brani di testo tra cui sono definiti dei collegamenti elettronici che
consentono al lettore differenti cammini. Un ipertesto che contiene informazioni visive, suoni,
animazioni ed altre forme di dati, è detto ipermedia [Nelson, 1992, 0/2; Trobia, 1996, 61].
5
Dall’inglese “to link” che significa legare, collegare: parola evidenziata, icona o immagine in
una pagina Web, che cliccata col mouse si collega ad un’altra pagina. Questo è il concetto di
linguaggio ipertestuale.
9
Netscape, che fornirà uno dei software di navigazione più diffuso insieme con
Microsoft Explorer [Pedemonte, 1996b].
Negli stessi anni la Sun Microsystem presentò Java, un linguaggio
informatico che, nato per consentire una maggiore interattività delle pagine
Web, si è trasformato in un linguaggio di programmazione.
Nel 1995 il progetto di Internet per la sua validità, efficacia e semplicità
riuscì a sbarcare nell’azienda privata con il modello Intranet. Si diffusero
nuove tecnologie: sia i motori di ricerca, sia il RealAudio per la trasmissione
audio e video via Internet.
Nel 1997, enti governativi, università e aziende informatiche cominciarono
a lavorare a Internet II, per potenziare la velocità e la multimedialità della rete.
Nel 1999, durante la crisi del Kosovo, i premier europei si sono dati un
appuntamento alle undici di sera in videoconferenza per decidere le sorti della
guerra.
10
1.3. COME FUNZIONA I NTERNET
Il Federal Networking Council americano ha definito la struttura di Internet
come un sistema informativo globale a struttura capillare. Non sono uno o più
calcolatori centrali che fanno funzionare Internet, le sue risorse vanno cercate
semmai tra le migliaia dei singoli computer interconnessi.
Esistono due tipi di collegamento ad Internet: attraverso l’affitto di una
linea dedicata oppure via modem sfruttando le linee telefoniche. Il primo,
riesce a trasportare una maggiore quantità di dati, ma é estremamente costoso
per un privato. Il secondo è più economico e richiede l’acquisto di un
modulatore-demodulatore (modem) di impulsi del computer.
Oltre al computer, al modem, alla linea di collegamento, per navigare
occorre anche l’access provider, o fornitore d’accessi: quest’ultimo possiede
un computer, detto server, costantemente in rete e capace di gestire più
collegamenti contemporaneamente. Una volta collegati ad un fornitore
d’accesso, attraverso il suo server, si potrà navigare in Internet al costo della
telefonata al provider stesso.
Per esplorare il Web è comunque necessario l'uso di software creati
appositamente: i browser. Con i programmi di chat e di posta, è invece
consentita la comunicazione rispettivamente in tempo reale e non.
E’ anche possibile pubblicare informazioni su Internet, avvalendosi di uno
spazio Web
6
, attraverso il ricorso a programmi specifici di editoria, che
utilizzino un linguaggio ipertestuale (HTML, Java, etc.).
6
Esistono attualmente diversi portali, tra cui <http://www.geocities.com> o
<http://www.yahoo.it>, che consentono la creazione di pagine Web gratuitamente ad ogni utente che
accetti di registrarsi e invii il modulo di richiesta on-line.
11
1.4. DIFFUSIONE DI I NTERNET
Quante più persone utilizzeranno Internet, tanto più velocemente crescerà
anche la sua utilità e ciò attrarrà nuovi utilizzatori, amplificando ulteriormente
la sua diffusione e lo sviluppo di nuove applicazioni.
Tab. 1.1 Utenti Internet nel mondo
Anno Milioni di persone collegate
1996 Meno di 40
1997 100
1998 129.5
Fonte: Aol <http://www.canavese.to.it>
Le cifre contenute nella tabella 1.1, riguardo all’aumento delle persone che
nel mondo usufruiscono di un collegamento Internet, sono piuttosto
esplicative. Considerando però che il numero di abbonati non coincide con il
numero di persone che accedono alla rete (basti pensare ad una classica
famiglia di quattro componenti), questi dati non forniscono la vera dimensione
del fenomeno. Indicativo di come aumenti il numero degli utilizzatori del
Web, è il continuo incremento dell’offerta Internet, termine col quale si
intende l’insieme dei siti che l’utente trova in rete.
7
La necessità di infrastrutture per il collegamento (reti telefoniche), rimane
uno dei maggiori problemi per la diffusione di Internet. Se proprio la
possibilità di potersi appoggiare a queste infrastrutture è stato l’elemento
vincente per la crescita della rete nei paesi occidentali, è al contrario fattore di
7
Un indicatore della crescita di questa offerta è dato dall’aumento del numero dei nomi di domini,
passati dal 1996 al 1997 da 627.000 a 1.5 milioni. Significativo anche l’incremento degli host, ovvero
dei computer che sono collegati ed accessibili dalla rete, al luglio ’98 pari a 36.739.000 Fonte
<http://www.nw.com/zone/WWW/report.html>
12
freno nei paesi in via di sviluppo. I nuovi investimenti nelle fibre ottiche e nei
satelliti, dovrebbero nel lungo periodo facilitare la connessione ad Internet di
tutta una nuova parte del mondo.
Gli studiosi prevedono comunque un incremento relativamente veloce dei
collegamenti anche nel breve periodo: per l’anno 2000, secondo le previsioni,
saranno connesse ad Internet circa 550 milioni di persone, un 10% della
popolazione mondiale [Economist, 1997].
L’analisi precedente sulla diffusione di Internet è stata fatta considerando il
mondo intero, ragionando in termini globali, è ovvio che le realtà più evolute
influenzano le cifre totali dando un’immagine generalmente positiva. La
diffusione di Internet dipende direttamente dalla diffusione del Personal
Computer. Negli Stati Uniti, dove il 40% delle famiglie dispongono di un PC
si registrano circa 50 milioni di utenti. In Europa il PC è presente solo nel 20%
delle famiglie, di conseguenza è minore il numero di utenti Internet: circa 27
milioni
8
.
8
<http://www.pantarei.it/i_plus/utemag.htm>
13
Tab. 1.2 Utenti Internet in Europa
Paese Data della ricerca Utenti (in milioni) % su pop. tot
Norvegia Nov. 97 1,4 32,5
Svezia Mag.98 2,4 27
Danimarca Mag.98 0,8 16
Gran Bretagna Dic.97 7,2 12,8
Portogallo Dic.97 1,08 11
Olanda Apr.98 1,39 8,3
Germania Feb.98 5,8 6,9
Francia Dic.97 3,8 6,5
Austria Nov.97 0,5 6,2
Irlanda Giu.98 0,18 5,1
Belgio Dic.97 0,47 4,7
Spagna Giu.98 1,85 4,7
Italia Gen.98 1,38 2,2
Grecia Gen.98 0,11 1,1
Fonte: <http://www.canavese.to.it>, 1997.
Come mostra la tabella 1.2, al momento attuale permane un grave ritardo in
Europa, con una percentuale nazionale di utenti Internet che varia dal 32%
della Norvegia all’1% della Grecia, e l’Italia con una percentuale del 2,2%.
Da un punto di vista dell'offerta recenti ricerche indicano come in Europa
esistevano ad agosto 1998 circa sette milioni di host (oltre 350.000 in Italia),
con un aumento mensile di circa il 3%. Le proiezioni di crescita di Internet,
dal punto di vista dell'offerta in Europa, prevedono entro il 2002 il
raggiungimento di circa 11 milioni di host collegati
9
.
9
Per le statistiche di Internet in Europa cfr. <http://www.nua.ie/surveys/>
14
1.5. INTERNET IN I TALIA.
Q UANTIFICAZIONE E TIPOLOGIA DEGLI
UTENTI.
La diffusione di Internet nel nostro paese sembra essere nella fase iniziale.
Secondo una ricerca svolta dall’Osservatorio Alchera nella primavera ’98,
circa 5,225 milioni di italiani (il 9% della popolazione totale), avrebbero
navigato su Internet almeno una volta personalmente o attraverso altre persone
(cifra che era di 2,35 milioni nell’autunno del ‘97 e di 1,37 milioni nella
primavera del ‘97)
10
. Questo dato, pur non dando alcuna indicazione sulla
reale consistenza della popolazione Internet italiana, lascia intravedere un
aumento della curiosità e della voglia di conoscere il cyberspazio.
Attualmente gli internauti italiani sono per la maggior parte individui tra i
26 e i 35 anni. Dal momento che la maggioranza dell’utenza è in età giovanile,
si può presumere che col tempo le nuove generazioni, crescendo in un mondo
informatizzato, andranno sempre più ad incrementare il numero degli utenti.
I dati sopra riportati, relativi alla quantificazione degli utenti della rete
italiana, sembrano del tutto smentiti da una recentissima ricerca, secondo la
quale sarebbero 7 milioni gli italiani che dispongono di un accesso ad Internet
e che nell'ultimo mese si sono connessi alla rete delle reti. Ad affermare il dato
che supera (e di parecchio) le previsioni degli altri osservatori sono quelli di
WOW, Weekly Observatory of the Web
11
.
Passando ad analizzare la situazione del mercato, sono state recentemente
effettuate due indagini sul numero di aziende italiane connesse, una più
generale che analizza sia le grandi imprese sia le PMI (ricerca della Assintel
condotta da MATE), e una limitata ad un campione estratto dalle prime 2000
aziende italiane (Osservatorio Internet Italia dell’Università Bocconi)
10
<http://www.alchera.it/>
11
<http://www.punto-informatico.it/>
15
[Mandelli-Zerbi, 1998]
12
. Anche se i dati confrontabili delle due ricerche non
danno risultati uguali, indicano comunque dei valori relativamente alti:
Assintel ritiene che ormai il 96% delle aziende con più di 500 addetti abbia un
collegamento alla rete, mentre l’OII ricava dal suo campione una cifra più
modesta: 75,7%. Nel raffronto dei dati, comunque, occorre considerare che la
ricerca di Assintel è stata effettuata nel giugno ‘98, mentre quella della
Bocconi è dell’ottobre ’97.
Dopo aver valutato in cifre la diffusione del fenomeno Internet, non ci resta
che analizzarlo da un punto di vista più qualitativo.
12
<http://www.sda.uni-bocconi.it/oii/ricerca/welcome.html>
16
1.6. INTERNET: LE AREE SOCIALI DEL
CAMBIAMENTO
Nella prima fase della rivoluzione informatica, quella precedente alla
diffusione di Internet, i calcolatori hanno invaso prima le nostre scrivanie, e
poi le nostre case, proponendosi come strumenti per semplificare alcuni iter di
lavoro.
Nella fase seguente, definita l’era telematica e che ha visto i computer
interconnettersi, la definizione di “lavoro informatico” è diventata chiaramente
riduttiva. Descrivendo solo un’area del cambiamento indotto dalla nuova
tecnologia, tale accezione tralascia la complessità di una realtà in transizione,
che trova semmai una più adeguata considerazione nell’espressione “vita
digitale”. “Vivere nell’era digitale significherà una sempre minore dipendenza
dall’essere in un determinato posto in un dato momento, e diventerà possibile
trasmettere anche il posto” [Negroponte, 1995, 171].
I fenomeni sociali di decentralizzazione, interconnessione e mobilità,
provocati dall’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche per la
comunicazione, hanno imposto un mutamento irreversibile
nell’organizzazione della vita. La transizione in atto ha le vesti di un
cambiamento che interessa non soltanto l’ambito individuale, ma anche quello
sociale, inevitabilmente coinvolto dalle nuove opportunità offerte da Internet
in termini di commercio via Web, democrazia elettronica, telelavoro,
comunicazione ipertestuale e ipermediale, teledidattica.
a) Commercio elettronico.
L’aggettivo “elettronico/a” che segue ormai di consueto alcuni termini
comuni, come commercio, posta, democrazia, indica che il supporto della rete
è già presente in tre settori fondamentali di una società, cioè il commercio, la
comunicazione, la politica.
Nel quadro di crescita della scoperta delle potenzialità di Internet, si colloca
l’offerta di merci e servizi direttamente in rete. L'uso del Web come “vetrina
17
virtuale”, è indicato come il primo utilizzo di Internet da parte della
maggioranza delle aziende. Tuttavia, lo sviluppo pieno del commercio
elettronico si ha quando la Rete diventa essa stessa un vero e proprio ambiente
commerciale, dotato quindi di: luoghi di incontro, moneta comune, sistemi di
transazione, certezza del diritto, un'infrastruttura di distribuzione.
Anche se l'uso attuale prevalente di Internet è solo quello di un mezzo di
informazione pubblicitaria, ciò che le aziende cercano nell'interattività, è
l'occasione di ampliare la base del proprio mercato, sia consolidando le
relazioni esistenti con servizi al cliente, sia aumentando l'efficienza dello
scambio con i propri interlocutori sulla Rete.
b) Comunicazione ipertestuale e ipermediale
Internet si presenta come strumento bilaterale di comunicazione, uno spazio
in cui si compra e si vende, si invia e si riceve, si legge e si viene letti in tempi
brevissimi, con poche spese, comodamente seduti.
La comunicazione attraverso Internet indossa una veste ipermediale,
potenzialmente globale, che veicola, riassume e assimila i media esistenti nel
teleputer: televisione + computer + telefono [Maldonado, 1998, 14].
Il nuovo biglietto da visita di partiti, aziende, studiosi o normali cittadini, è
la così detta “home page”, in altre parole la pagina iniziale di un proprio sito.
Essere presenti sul Web, significa comunicare con chiunque possieda un
collegamento alla rete, dovunque si trovi e qualunque lingua parli. Si può
vendere un prodotto, fare propaganda politica, pubblicare una ricerca, o
semplicemente esporre in vetrina se stessi.
Le pagine Web hanno due caratteristiche: l’ipertestualità e l’interattività. Gli
ipertesti sono dei brani di testo collegati per via elettronica, che possono
contenere video, suoni, immagini ed altre forme di dati. Il collegamento tra
due ipertesti avviene attraverso i link, le parole evidenziate su cui è possibile
“fare clic”. L’interattività è invece data dalla possibilità per ogni utente di
essere soggetto attivo del processo comunicativo telematico.