Introduzione
II
La nuova identità del museo, cioè il cambiamento delle funzioni e del
modo di porsi del museo nei confronti del consumo culturale, costituiscono la
premessa indispensabile sia per capire quale strada intraprendere per
l’inserimento del design nelle attività del museo, sia per spiegare perché il museo
di oggi sente la necessità di dotarsi di nuovi servizi e di ricorrere sempre più ad
una strategia di marketing che stabilisce le sue priorità e la sua missione. Il museo
di oggi collabora, infatti, col marketing, nella definizione delle strategie migliori
per incrementare il successo competitivo dell’istituzione, e sotto la spinta di
queste strategie rafforza l’aspetto comunicativo e promozionale, in modo da
sviluppare prodotti culturali innovativi.
L’elemento di collegamento tra design e museo è proprio questo: lo
sviluppo strategico del prodotto culturale, in accordo alle generali strategie
stabilite assieme al marketing. Tra le possibili varianti di prodotto culturale, dove
poter sperimentare la ricerca per il design (perché in questo processo lo stesso
design cerca nuovi stimoli al cambiamento e allo sviluppo), s’inserisce il
merchandising, attività di vendita i cui risultati spesso appaiono scontati e di
dubbia qualità.
L’analisi delle componenti del sistema di merchandising, che in molti musei
di fama internazionale viene portato vanti come priorità irrinunciabile, ha
permesso di valutare quei meccanismi, che per scarsa attenzione alle
problematiche progettuali del design, non sono coerenti con gli obiettivi generali
di crescita culturale delle istituzioni.
L’omogeneità di proposte e la banalità di molte soluzioni hanno spinto a
ricercare un sistema alternativo in cui le diverse componenti (produzione,
vendita, e non ultimo l’aspetto legato alla progettualità innovativa dei prodotti)
siano intergrate tra loro e riconsiderate alla luce di una maggiore incidenza del
design, che tramite il suo modo di porsi nei confronti dell’ambiente umano,
contribuisce a rafforzare il significato e la qualità dei prodotti, come una sorta di
autocritica.
La realtà museale e territoriale siciliana ha offerto lo spunto per ricercare dei
principi strategici che possano rendere il merchandising museale qui in Sicilia,
dove ancora non ci si è mossi in maniera chiara, un sicuro canale di diffusione
della cultura, con prodotti meno legati all’idea di gadget e più integrati
all’obiettivo di crescita culturale del turista e della comunità.
Introduzione
III
Una volta individuate le linee guida per attribuire un significato al
merchandising nella realtà territoriale siciliana, si è passati all’osservazione di un
museo siciliano dalle forti potenzialità comunicative, legato strettamente alla
cultura materiale tradizionale della regione, il Museo Etnografico “G.Pitrè”. La
lettura del repertorio oggettuale del museo, fatta con gli “occhi” del designer, ha
cercato di trovare delle strategie progettuali per indirizzare il più possibile il
merchandising verso prodotti culturalmente validi, che fossero
contemporaneamente strumenti alternativi di lettura delle qualità intrinseche
degli oggetti del museo, spesso analizzati soltanto dal punto di vista
antropologico, e prodotti di design legati ad una cultura progettuale avente
come obiettivo quello di fissare dei principi strategici entro cui muoversi per una
progettazione variabile e flessibile.
1. La nuova identità del museo
1
Capitolo 1. La nuova identità del museo
“Museo è dove esiste una raccolta di oggetti da
conservare: senza oggetti non esiste museo. Oggi, […]
un museo può essere solo una raccolta di informazioni.
In altre parole, oggi, al limite, gli oggetti possono
rimanere nei loro ‘contesti’ e possono essere relazionati
in un luogo virtuale: il museo virtuale.”
Cristoforo Sergio Bertuglia
1.1. Un’introduzione: i beni culturali
Prima di affrontare il concetto di museo e le trasformazioni che esso ha
subito in questi ultimi anni, è bene definire che cosa siano i beni culturali, e quali
rapporti abbiano con il museo. A questo scopo riportiamo la definizione di beni
culturali data dal decreto legislativo 29 ottobre 1999 n° 490.
Sono beni culturali disciplinati a norma di questo Titolo:
a) le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico,
o demo-etno-antropologico; b) le cose immobili che a causa del loro riferimento con
la storia politica, militare, della letteratura, dell'arte e della cultura in genere, rivestono
un interesse particolarmente importante; c) le collezioni o serie di oggetti che, per
tradizione, fama e particolari caratteristiche ambientali, rivestono come complesso un
eccezionale interesse artistico o storico; d) i beni archivistici; e) i beni librari.
2. Sono comprese, inoltre: a) le cose che interessano la paleontologia, la preistoria e
le primitive civiltà; b) le cose di interesse numismatico; c) i manoscritti, gli autografi, i
carteggi, i documenti notevoli, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe, le incisioni
aventi carattere di rarità e pregio; d) le carte geografiche e gli spartiti musicali aventi
carattere di rarità e di pregio artistico o storico; e) le fotografie con relativi negativi e
matrici, aventi carattere di rarità e di pregio artistico o storico; f) le ville, i parchi e i
giardini che abbiano interesse artistico o storico;
1. La nuova identità del museo
2
3. Sono comprese tra le collezioni, quali testimonianze di rilevanza storico-culturale, le
raccolte librarie appartenenti a privati, se di eccezionale interesse culturale.
4. Sono beni archivistici:
a) gli archivi e i singoli documenti dello Stato. b) gli archivi e i singoli documenti degli
enti pubblici; c) gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono
notevole interesse storico.
5. Sono beni librari le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato e degli enti
pubblici, quelle indicate nel comma 3 e, qualunque sia il loro supporto, i beni indicati
al comma 2, lettere c) e d).
6. Non sono soggette alla disciplina di questo Titolo, a norma del comma 1, lettera
a), le opere di autori viventi o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni.
1
Come si può osservare, non è possibile definire con precisione cosa rientri
nell’ambito dei beni culturali e cosa no: si può tuttavia riconoscere che è lecito
stabilire delle connessioni tra differenti categorie di beni e tra conservazione,
valorizzazione e sviluppo. L’attenzione sempre più crescente verso la cultura,
alimentata da un fenomeno imponente come il turismo culturale
2
, determina una
presa di coscienza verso le problematiche connesse alla salvaguardia e alla
valorizzazione del patrimonio culturale dei luoghi, che includono una gran
quantità di manifestazioni culturali materiali. Queste manifestazioni materiali
costituiscono altresì un referente per la costruzione del nuovo, poiché sono
riconosciute come espressioni di un’eredità da sviluppare per la ricerca di
altrettanto valide soluzioni future. Il rapporto tra beni culturali e sviluppo del
territorio rientra allora nell’ambito di una ricerca che include tanto la cultura
quanto l’economia: ciò favorisce un approccio molto vasto di cui andrebbero
analizzate singolarmente quelle attività legate a professionalità una volta estranee
alla gestione del patrimonio culturale, ma che adesso contribuiscono realmente a
un reinserimento della tutela della cultura nelle previsioni future di crescita di un
territorio.
A questo punto, non resta che approfondire un settore dove tale ricerca
possa essere realmente attuata.
1. La nuova identità del museo
3
1.2. Il museo in trasformazione
Oggi, turismo e luoghi di cultura hanno stabilito un rapporto quasi
consequenziale, che ha stravolto il significato originario del museo, luogo
strettamente legato alla tutela e fruizione dei beni culturali, una volta considerato
l’emblema della conservazione di testimonianze passate. Leggendo alcune delle
definizioni di museo, ci accorgiamo che le funzioni che esso raccoglie sono
molteplici e non sempre così immediate. Cominciamo con una definizione
internazionale; secondo l’ICOM
3
, il museo è:
Un'istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo
sviluppo aperta al pubblico, che compie ricerche sulle testimonianze materiali
dell'uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le
espone a fini di studio, di educazione e di diletto.
4
Anche la legislazione italiana ha rivolto al museo grande attenzione in
questi ultimi anni, quando ci si è accorti della necessita di inserirsi all’interno del
dibattito internazionale; in passato, la conservazione e la fruizione delle collezioni
e raccolte dei musei italiani erano regolate da vari leggi, le quali, tuttavia, erano
riferite a livello generale al patrimonio artistico nella sua totalità. Ma il decreto
legislativo 29 ottobre 1999 n° 480, specificando meglio il significato da attribuire al
museo, all’ art. 99 dice:
Museo: struttura comunque denominata organizzata per la conservazione, la
valorizzazione e la fruizione pubblica di raccolte di beni culturali.
5
In quest’ultima definizione, si parla esplicitamente di struttura organizzata,
secondo una serie di compiti e funzioni definite; ebbene, la questione più
importante da affrontare per spiegare la nuova realtà museale, non riguarda
tanto una ridefinizione dei compiti, quanto la riorganizzazione degli stessi, sulla
base di una capacità di gestione da attribuire a nuove competenze
professionali.
6
1. La nuova identità del museo
4
1.2.1. Un nuovo modello di gestione: il museo come azienda
Il complesso dei cambiamenti che caratterizzano la società
contemporanea investono oggi un settore particolarmente importante come
quello della cultura. Poiché società e cultura s’identificano, l’importanza di molte
istituzioni ed iniziative culturali diventa un punto fermo per la costruzione della
personale identità di un gruppo sociale in relazione ad un contesto di riferimento.
Il museo, così come l’insieme delle testimonianze che racchiudono l’eredità
culturale di un territorio, costituisce un luogo essenziale per una società di cultura.
Quando parliamo d’eredità, tuttavia, non ci riferiamo ad un legame nostalgico
per un passato da compiangere e celebrare; al contrario, intendiamo
sottolineare che la riscoperta di valori e strutture di un luogo, esercitando forti
pressioni produttive e comunicative, qualificano il territorio come luogo della
trasformazione e dello sviluppo; ed il museo, che comprende gran parte delle
testimonianze di un passato, diventa esso stesso laboratorio di produzione e di
stimolo creativo.
7
Il mutamento verso un ruolo maggiormente produttivo dei musei non è
stato recepito in modo coerente: troppe volte, infatti, si discute, senza reali
motivazioni, su come il museo debba presentarsi, sulla sua nuova presunta
missione, sul superamento di concezioni oramai vecchie e obsolete che rendano
il museo un luogo all’avanguardia della cultura, ma spesso queste divergenze
non portano a nulla, alimentando invece tali e tante difficoltà da rendere
impossibile il cambiamento. Infatti, la mancanza di un progetto coordinato che
leghi assieme i nuovi strumenti di indagine e le nuove proposte culturali relative
alla comunicazione museale, rischia di condurre a contraddizioni e di creare
un’infinità di critiche e giuste polemiche sull’effettiva efficacia nell’introdurre
elementi di novità nei musei. Inoltre, il turismo culturale, che ha portato ad un
crescente interesse per questi luoghi, rischia a sua volta di diventare, anziché uno
stimolo all’innovazione, solo turismo di massa, in cui la “visita al museo” abbia il
solo significato di momento disinteressato di svago al pari di qualsiasi altra attività
del tempo libero di un individuo.
È necessario allora riuscire a relazionare il museo ed i suoi compiti con il
turismo e il consumo culturale, secondo l’ipotesi di un’economia della cultura
valida ed efficace, ed inoltre gestire e coordinare tutte quelle possibili e
innumerevoli attività di tipo culturale che un museo può produrre.
1. La nuova identità del museo
5
Fino ad ora uno dei pochi strumenti capaci di disporre la complessità
attuale del funzionamento dei musei in un ordine di operazioni coerenti è stato il
marketing. Ciononostante esistono anche altre strade non ancora
esaurientemente approfondite che costituiscono delle risposte valide alla
richiesta di soluzioni innovative per il futuro dei musei, tra queste non possiamo
non considerare il design; ma il legame che è possibile instaurare tra musei e
design, senza dimenticare un substrato comune ad entrambi e che svolge un
ruolo di “collante”, cioè il marketing (nella sua accezione di marketing museale),
verrà approfondito in seguito, dopo aver chiarito in questo capitolo i fattori che
pongono oramai i musei di fronte al cambiamento.
Premessa fondamentale nel rinnovamento dei musei deve essere la difesa
del suo importantissimo status di luogo di cultura e di centro educativo: non è
possibile pensare di fare diventare i musei delle imprese di solo profitto
economico, secondo una logica strettamente affine alla gestione manageriale e
al marketing. Se di impresa si può parlare questa deve essere intesa come una
sorta di azienda-museo.
8
In altre parole, serve una riorganizzazione interna capace di accogliere le
nuove richieste del turismo culturale, che riattualizzi il significato odierno di museo,
creando un equilibrio tra ruolo istituzionale e funzione educativa, e tra compiti
conservativi e capacità economiche ed autopromozionali. Ma l’obiettivo della
trasformazione dei musei deve essere ricercato sul campo della qualità e non dei
soli numeri: il successo imprenditoriale, tipico obiettivo di una strategia di
marketing, deve essere associato alla ricerca del rapporto tra qualità dell’offerta
museale
9
e possibilità per il pubblico di soddisfare il proprio bisogno di cultura.
Questo non è un bisogno comune, in quanto la domanda culturale varia da
persona a persona; i musei, allora, dovranno essere capaci di rivolgersi e
dialogare al pubblico rispondendo alle loro esigenze individuali. Essi non
dovranno mai soddisfare dei bisogni di massa, dovranno, al contrario,
diversificare la qualità della loro offerta e concepire nuovi strumenti utili per
l’approfondimento culturale.
1. La nuova identità del museo
6
1.2.2. Museo, utenti e territorio
In Italia, i musei, soprattutto quelli statali, sono stati considerati com’entità
funzionali periferiche delle soprintendenze; anche quelli civici dipendono in
genere da organismi amministrativi pubblici, vale a dire l’assessorato competente
del comune d’appartenenza. Non è del tutto errato asserire che fino ad ora il
museo ha svolto il ruolo di un ufficio, senza approfondire e riconsiderare su nuove
basi il proprio ruolo. Il dibattito internazionale sul ruolo dei musei e sul loro
differente assetto organizzativo, che in pochi anni ha ricevuto parecchia
attenzione da parte dell’opinione pubblica, ha permesso di riconsiderare il ruolo
dei musei come servizi destinati ad un’utenza varia e complessa. In pratica, si
riconosce che il ruolo e la missione dei musei sono rivolti oramai al pubblico e che
una qualsiasi prospettiva di sviluppo per i musei debba essere orientata allo studio
del comportamento e delle aspettative dei visitatori, diversi per età, istruzione e
provenienza. La tendenza in atto è rivolta ad un’analisi approfondita del
pubblico secondo l’idea che esso costituisce il “mercato” dell’istituzione museale:
infatti, considerando il museo come un’azienda il cui prodotto principale è la
diffusione culturale, comprendiamo che una delle necessità primarie è quella di
vendere il prodotto culturale al pubblico, il quale valuta l’offerta e sceglie se
spendere il proprio tempo (e il proprio denaro) nelle offerte culturali del museo o
rivolgersi alla concorrenza.
10
La nuova idea di museo, inserita nella logica della concorrenza e del
mercato, ha inevitabilmente suscitato l’interesse di professionalità (primi fra tutti
economisti e commercialisti) finora scarsamente attratti da questi luoghi “chiusi”
della cultura. Tuttavia il riassetto organizzativo dei musei non può essere
affrontato in modo generalizzato, giacché non è lecito pensare di applicare le
stesse strategie di sviluppo di un museo americano o inglese ad un museo
siciliano. Resta comunque ferma la volontà di capire quali strutture del museo
debbano essere riviste e riprogettate al fine di adempiere il nuovo compito,
mantenendo nel frattempo lo status di principale centro d’informazione e
trasmissione di cultura.
Analizzeremo più avanti le possibilità offerte da discipline come il marketing
e il design in questo processo di trasformazione: per il momento soffermiamoci
sull’esistenza di un rapporto fondamentale soprattutto per la complessa e
delicata realtà museale italiana: il rapporto tra museo e territorio, punto di forza
1. La nuova identità del museo
7
del più ampio sistema dei beni culturali e pietra di paragone per qualsiasi
iniziativa da intraprendere.
11
È imprescindibile, infatti, che una concreta
riorganizzazione dei musei debba avvalersi di un più generale piano di sviluppo
territoriale in cui i beni culturali possano realmente costituire motore di sviluppo
economico sulla base di una riconosciuta identità dei luoghi. Non è impensabile
associare sviluppo ed economia con missione culturale o funzione educativa; del
resto il museo e le sue strutture devono fornire un’interpretazione delle opere
esposte per la costruzione di un’esperienza sensoriale unica. La qualità
dell’esperienza offerta ai visitatori deve essere dunque l’obiettivo primario di ogni
strategia attuabile.
1. La nuova identità del museo
8
1.3. Le attività di un museo
Come abbiamo visto, l’istituzione museale comprende una serie di compiti
organizzati secondo una struttura. Le premesse di un cambiamento dei
comportamenti sociali che coinvolge direttamente anche i musei portano a
riconoscere che accanto alle sue funzioni classiche n’esistono altre nuove.
1.3.1. Funzioni e compiti
Sinteticamente un museo svolge alcune funzioni essenziali:
1) raccolta, in quanto la stessa sua origine è collegata al collezionismo di opere
e oggetti da conservare;
2) documentazione, cioè catalogazione, classificazione ed identificazione delle
collezioni in base ad attività di studio e ricerca;
3) conservazione, vale a dire protezione degli oggetti dai processi di
invecchiamento tramite il restauro e la manutenzione;
4) esibizione, mostrando al pubblico gli oggetti conservati ed organizzando
attività culturali specifiche;
5) interpretazione, mediante l’allestimento, le pubblicazioni e la ricerca che
consentono la comprensione delle opere.
12
Resta da capire in che cosa i musei di oggi differiscono da quelli del
passato, visto che ancora adesso tali compiti sono la base del loro
funzionamento. La differenza non risiede tanto nell’aggiunta di qualche nuova
responsabilità con la conseguente scomparsa di alcune attività, piuttosto nel
cambiamento del contenuto di qualcuna delle funzioni sopraelencate, le quali
assumono un più elevato grado di socializzazione e di rapporto con gli utenti.
Innanzi tutto, la raccolta, la documentazione e la conservazione trovano oramai
un nesso nel legame con il territorio, inteso come spazio di vita di una comunità;
così facendo il museo garantisce una piena identificazione delle collezioni con il
luogo d’appartenenza, rendendosi sempre più spazio di un’informazione
relazionata ad un ambiente, a portata di tutti e sottoposta a rielaborazioni
continue. Ma ancor più delle prime tre, la funzione di esibizione, legata all’idea di
1. La nuova identità del museo
9
trasmissione, e l’interpretazione, connessa alla ricerca e alla produzione, hanno
assunto un significato più profondo e per certi versi innovativo. La produzione e
trasmissione culturale si aprono ad un rapporto d’inedita collaborazione con gli
utenti, rinunciando a rivestire un ruolo universale (o enciclopedico) e insistendo
sulla necessità di valorizzare il rapporto con le comunità per la costruzione di
identità storiche e presenti.
Produzione e trasmissione potrebbero avere come conseguenza diretta il
ripensamento del rapporto tra produzione artistica o culturale in genere (artisti,
artigiani, designer) e fruitori. Per capire quest’ultima affermazione soffermiamoci
per un istante sull’arte: in passato, i meccanismi tradizionali attraverso i quali l’arte
era sempre stata proposta al pubblico erano ritenuti distanti ed incomprensibili ai
non specialisti, occludendo, di fatto, la passibilità di una reale diffusione culturale.
Invece, incrementando ad esempio la produzione culturale, la vendita, la
promozione, la comunicazione, i musei potrebbero modificare il rapporto
artista/fruitore o artigiano/fruitore, mediante un’interazione tra questi termini. Nel
caso specifico di un prodotto culturale, concepito in base a questi rapporti, esso
assumerebbe contemporaneamente un significato sperimentale, economico e
di conoscenza diretta (perché rafforzerebbe il legame tra artista e fruitore, dal
momento in cui ad esempio l’oggetto sia mostrato o addirittura venduto
all’interno del museo) e stimolerebbe la ricerca verso nuove soluzioni e nuove
esperienze nel campo della produzione artistica ed artigianale. Questa sorta di
“stimolo alla creazione” favorita dai musei, oltre che nella sola visita, potrebbe
benissimo risiedere anche nel commercio della cultura, qualora gli obiettivi
strategici di quest’ultima siano calati nel contesto di una nuova realtà di
consumo e di ripensamento museale.
13
Anche gli spazi cambiano: il pubblico in movimento diventa l’attore
principale e i musei si adeguano predisponendo luoghi in cui s’insegna giocando,
secondo i principi dell’edutainment
14
, in cui le persone in base ai loro interessi
possono imparare attraverso una sorta di intrattenimento sperimentale. La visita
al museo può diventare allora un’esperienza piacevole e stimolante, con percorsi
suggeriti, attività d’animazione, materiali distribuiti, acquisti, capace di continuare
anche al di fuori, integrandosi al contesto territoriale di riferimento secondo l’idea
di un rafforzamento dell’identità culturale dei luoghi. Tuttavia, è impensabile
costruire un assetto di questo tipo senza considerare una caratteristica
importante come il rapporto tra musei e fruitori, base della costruzione
1. La nuova identità del museo
10
dell’identità dei luoghi. Questo rapporto è indispensabile sia per definire
correttamente le possibili offerte culturali di un museo, sia per permettere allo
stesso di diventare raccoglitore della memoria di una comunità e luogo di
espressione collettiva nel quale un gruppo di individui opera il legame tra passato
e presente e nello tesso tempo trova le risorse per una crescita futura. In questo
senso, i musei possono mostrarsi come luoghi per stimolare l’apprendimento
lungo tutto l’arco della vita, attraverso l’istruzione socioculturale e la
comunicazione sull’identità culturale. Possono operare come laboratori per lo
sviluppo del potenziale creativo individuale e per il reinserimento di determinati
gruppi sociali.
15
1.3.2. Gli oggetti e le informazioni
Una semplice considerazione sul museo partirebbe dalla constatazione che
esso è un luogo dove sono raccolti degli oggetti. Questi oggetti, o artefatti
dell’uomo, sono organizzati a loro volta secondo dei principi che, favorendo una
loro lettura scientifica, consentono di relazionare tra loro oggetti con
caratteristiche somiglianti. Dunque, alla base dell’esistenza stessa di un museo
stanno gli oggetti conservati i quali, ordinati tramite alcuni principi, ci consentono
di classificare i musei secondo il tipo di raccolta che contengono: ad esempio,
musei artistici, scientifici, antropologici, di storia, etnici, o addirittura i cosiddetti
“musei di loro stessi”, edifici con caratteristiche tali da essere essi stessi oggetti di
visita. I musei possono essere distinti anche in base ad alcune proprietà come il
tipo d’attività che vi si svolge, le risorse disponibili e i servizi offerti; quest’ultimi
comprendono in genere servizi d’accoglienza, servizi di riproduzione fotografica,
organizzazione di eventi o cicli culturali. Così definito, il museo si presenta come
un’organizzazione impegnata in varie attività culturali, la cui esigenza di disporre
di risorse adeguate per l’espletamento di tali compiti, determina l’interesse verso
la ricerca di fondi e strumenti appropriati che possano sostenere
economicamente e utilmente l’istituto.
Il riferimento al museo come “luogo della conservazione e raccolta di
oggetti” non è più così vero come lo poteva essere in passato. Oggi, nell’epoca
del virtuale, si tende a parlare di due differenti e antitetici sistemi museali a
seconda dell’effettiva presenza o meno di oggetti conservati. Il museo è visto o
1. La nuova identità del museo
11
come raccolta di oggetti (e assenza di qualsiasi informazione integrativa) o
raccolta di informazioni (e completa assenza di oggetti).
16
L’opposizione di
queste due visioni antitetiche è soltanto un’utile astrazione per capire che
l’oggetto esposto non può prescindere da un’informazione integrativa che
comunichi al visitatore la natura della collezione. In futuro l’informazione
potrebbe avere il sopravvento sull’oggetto stesso, poiché la tendenza a far
rimanere gli oggetti nel loro contesto naturale è oramai molto sentita: questo
significa che un domani il museo potrebbe avere il solo ruolo di dare delle
informazioni su qualcosa che sta altrove, cioè qualcosa che non è fisicamente
presente all’interno della struttura del museo. L’interesse esclusivo per
l’informazione, inoltre, consentirebbe di avere a disposizione una sorta di gran
database contenente tutti quei dati utili per lo studio di un oggetto o di una
collezione. A dire il vero, fin da quando il museo esiste discipline come la
museologia o la museografia hanno accompagnato con informazioni le
collezioni di un museo attraverso la catalogazione e l’ordinamento, cercando di
costruire il “senso” di una collezione, cioè la collocazione logica di un oggetto
assieme ad altri. In poche parole, la museologia ha sempre cercato di
determinare un’unità di principi utili alla lettura degli artefatti, fermo restando
però la necessaria presenza fisica di una collezione all’interno del museo.
17
Ciò che oggi viene criticato è soprattutto lo “sradicamento” che starebbe
alla base della costituzione di una collezione; infatti, un’opera d’arte, uno
strumento o un oggetto di vita quotidiana viene di solito portato via dal luogo di
provenienza per essere ricollocato all’interno di un museo assieme ad altri pezzi,
secondo un ordinamento logico estraneo alla natura originaria di opere
concepite per un ben preciso ambiente. Il rapporto tra oggetto e il suo contesto
naturale di riferimento è fondamentale per avere una visione completa di un
fenomeno e per consentire ai fruitori di beni culturali di cogliere delle opportunità
nella loro visita. A tal proposito richiamiamo l’attenzione al discorso
sull’informazione: nell’idea della costituzione di un museo virtuale, cioè di un
museo in cui la presenza fisica delle collezioni non è importante, esso può
diventare una sorta di “collante” informativo che permetta una ricerca più
idonea su un luogo o su un singolo artefatto. Ovviamente è ancora azzardato
credere che i musei nel futuro possano diventare esclusivamente luoghi virtuali,
dove tutto ciò che si trova è l’informazione, ma rivolgersi al miglioramento
1. La nuova identità del museo
12
qualitativo dell’informazione è una strada facilmente percorribile e soprattutto
stimolante per affrontare una nuova creatività all’interno dei musei.
1.3.3. Valore educativo ed esperienziale
Tramite le opportunità offerte dai nuovi strumenti dell’informazione è lecito
rafforzare il ruolo educatore del museo, ma al contempo garantire al visitatore
un’esperienza emozionale. I due termini del rapporto, seppur apparentemente
contraddittori, possono coesistere se non si perde di vista l’obiettivo primario della
qualità. Ricorrere al marketing o al design significa non perdere di vista il compito
educativo, e dunque definire progetti capaci di inserirsi a pieno titolo accanto
alle “attrattive” classiche del museo (di cui le collezioni costituiscono il referente
principale). Si tratta di una trasformazione pienamente in atto, cioè di una fase
che si inserisce nel lungo cambiamento che l’idea di museo ha avuto nel corso
dei secoli. Per lunghi periodi della loro storia i musei furono ammirati soprattutto
per la conservazione delle rare collezioni in loro possesso; l’esperienza della sua
frequentazione era controllata strettamente dai direttori e coinvolgeva solo
pochi specialisti. Successivamente, all’inizio del XX secolo, l’attenzione primaria si
spostò sull’elaborazione di informazioni per scopi educativi. Oggi invece sembra
prevalere l’idea di un museo come luogo di relazione in cui si attuano esperienze
sociali. Questo nuovo ruolo non può comunque prescindere dalla funzione
culturale e formativa; si tratta di integrazione tra gli ultimi due valori storicamente
importanti per il museo – quello educativo e quello riferito all’esperienza – in
relazione alla necessità tutta contemporanea della comunicazione.
18
1.3.4. Un museo di servizi
Il cambiamento conseguito da sistema chiuso, dedicato esclusivamente ad
attività di conservazione, a sistema dinamico, dove il referente principale è il
pubblico, sposta la questione dei musei sulla logica dei servizi: s’intende il museo
come «sistema di erogazione di servizi, il cui centro dell’offerta si fonda
nell’accessibilità del pubblico».
19