INTRODUZIONE
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Dal 15 settembre 2009, 74987 visualizzazioni su youtube, “Berlusconi Lie(s) To
me”.
Il mio lavoro muove dalla curiosità stimolata da questo video, che taglia e incolla
spezzoni di due testi diversi: una fiction, “Lie to me”, e il video di Silvio Berlusconi
in conferenza stampa alla Maddalena. Le parti dei due testi vengono incastrate come
pezzi di un puzzle, andando a comporre un unico e nuovo testo che va ad inserirsi in
un diverso e nuovo contesto, il web.
La Tesi di Laurea si propone di affrontare l’analisi di questo testo non solo con gli
strumenti offerti dalla semiotica, ma anche dalla sociologia della comunicazione e
della sociosemiotica.
In corso d’opera, però, il video “Berlusconi Lie(s) to me”, da punto di partenza
diventa il punto d’approdo e l’ultimo capitolo di un percorso che, prima di analizzare
“il particolare”, si propone di costruire e ricercare tutti gli strumenti necessari alla
sua comprensione.
Il primo capitolo, il più teorico e generale, si propone di illustrare nella maniera più
chiara e semplice possibile gli strumenti, semiotici e socio-semiotici, di cui si farà
uso nella trattazione. Una prima parte quindi sarà dedicata all’illustrazione della
semiotica narrativa, e, concentrandomi particolarmente sugli studi di Greimas, ho
provato a rendere chiari i motivi per cui la semiotica della narratività si dimostra la
scienza privilegiata per lo studio della materia. In particolare l’introduzione dei
concetti di isotopia e genere, utili ad affrontare gli oggetti del secondo e terzo
capitolo: i generi Fiction e Informazione.
Una seconda parte sarà invece dedicata agli strumenti offerti dal particolare campo
di indagine costituito dalla sociosemiotica, partendo dalla semiotica di Greimas
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Al giorno 7 Novembre 2010.
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stesso che ha battezzato la sua come “sociosemiotica discorsiva”,e collegandomi alle
riflessioni di Francesco Marsciani sul percorso generativo del senso.
Il secondo capitolo presenta il primo oggetto d’analisi: la fiction. Si analizza il
genere nella sua struttura e secondo i diversi generi narrativi. In questo capitolo sarà
affrontata l’analisi del mio caso di studio “Lie To Me” utilizzando la griglia
d’analisi presentata per la prima volta nel saggio “Forme della serialità. Una guida
semiotica all’analisi della fiction.”.
Il terzo capitolo presenta il secondo oggetto d’analisi: il testo informativo.
Attraverso un percorso tra gli strumenti semiotici narrativi, la semiotica delle
passioni e la semiotica politica, viene affrontato lo studio della rappresentazione del
leader, concentrandomi sul testo del dialogo tra Berlusconi e Miguel Mora,
giornalista de El Paìs, il 10 settembre 2009, in occasione del vertice bilaterale Italia-
Spagna a La Maddalena. Infine si analizza il genere nelle sue declinazioni mediatiche
con particolare attenzione alle sue forme televisive.
Il quarto capitolo attraverso un percorso che si concentra in particolare sulla
decontestualizzazione dei due testi dalla tv al web, sul fenomeno della convergenza e
i suoi effetti sulla produzione, fruizione e testualità, analizza il video “Berlusconi Lie
to me” servendosi delle categorie interpretative del programma “Blob” in quella che
abbiamo chiamato, di conseguenza, una “Blob-analisi”.
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CAPITOLO 1.
GLI STRUMENTI DI ANALISI:
Semiotica & Socio-semiotica.
Nell’introduzione del libro “Mondi Seriali. Percorsi semiotici nella fiction.” Giorgio
Grignaffini e Maria Pia Pozzato scrivono: <Che la semiotica si occupi di fiction
televisiva è naturale, se si considera che i primi passi li ha mossi proprio
analizzando delle storie, in particolare i miti e le fiabe. Persino secondo il senso
comune, oggi le serie televisive costituiscono una delle più importanti occasioni in
cui abbiamo ancora a disposizione delle "fiabe". I racconti televisivi possono così
essere considerati la rappresentazione dei sogni, degli incubi, dei traumi, delle
memorie della nostra comunità socio-culturale: l´immagine che dà di se stessa.
Ancora di più, la fiction sembra oggi costituire un luogo privilegiato di invenzione di
forme di esperienza. A un approccio narrativo classico, che analizza le storie, i
personaggi, i temi, i valori di una serie, si aggiunge pertanto un metodo che segue il
tramutarsi del testo in evento, in una forma di neo-oralità.>
LA SEMIOTICA DELLA NARRATIVITA’ COME
STRUMENTO.
Dalla semiotica generale alla semiotica generativa, dalla semiotica del codice alla
semiotica del testo, dalla semantica strutturale alla semiotica generativa: Algirdas
Julien Greimas.
Greimas, nato in Lituania nel 1917, concentra i suoi primi studi sulla lessicologia,
poi abbandonata in favore della semantica che lo porta alla pubblicazione nel 1966 di
Semantica Strutturale. Di fronte ai limiti insormontabili rivelati dal progetto di
descrivere la semantica delle lingue naturali, Greimas mette a punto una teoria
semiotica di più ampio respiro: dal 1970 si concentra sugli studi che lo porteranno
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all’elaborazione della cosiddetta “semiotica generativa” con le pubblicazioni Del
senso (saggi di semiotica), 1970 e Del senso II, 1983.
Prescindendo dalla prima fase “strutturalista”, in questa sede e ai fini della mia
analisi mi è parso opportuno fare della seconda fase della riflessione semiotica
gremaisiana il mio punto di partenza, proponendomi di presentare nel dettaglio
questo progetto teorico il cui esito complessivo va sotto il nome di Percorso
Generativo.
Per poter arrivare a comprendere il Percorso Generativo del Senso sarà utile
illustrarne i presupposti e, nel farlo, descrivere i concetti fondamentali e necessari ad
affrontare non solo la lettura del capitolo al fine di seguire l’evoluzione del pensiero
Gremaisiano, ma anche ad acquistarne la dimestichezza d’uso, e per farlo ci
misureremo in una vasta serie di esempi, tale da consentirne l’applicazione a quello
che è l’oggetto d’analisi specifica del lavoro ovvero la fiction.
Il primo presupposto, punto di partenza obbligato, è l’estensione dell’oggetto
dell’analisi semiotica dal segno al testo.
1.1.1 Il passaggio dal segno al testo.
<I segni sono sempre in relazione con altri segni,
non esistono mai da soli
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se non da un punto di vista puramente teorico.>
Nella riflessione di Greimas piuttosto che occuparsi di segni isolati, bisogna porre
l’attenzione sui sistemi semiotici. Questo spostamento che fa del testo l’oggetto
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Da “Manuale di Semiotica” a cura di Ugo Volli, editori Laterza,2003, Roma- Bari.
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dell’analisi permette alla semiotica di interrogarsi sulla dimensione narrativa di un
racconto in qualunque forma esso si manifesti: libri, film, fiction.
Il passaggio dai segni isolati a quegli oggetti di taglio superiore che Greimas
identifica nei testi, utile a descrivere il piano del contenuto3 (la semantica), è
determinante: con Saussure si era parlato solo di segni linguistici, unione tra un
concetto e un’immagine linguistica. Su questi presupposti il segno è un oggetto a due
facce, significato e significante, per Saussure inseparabili come due facce dello
stesso foglio, una volta instaurata la relazione segnica, “non è più possibile pensare il
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significato senza il suo significante o viceversa”. Il rapporto tra il significato (ciò
che il segno esprime, ad esempio “sorella”) ed il significante (il mezzo utilizzato per
esprimere il significato, l’immagine acustica, ad esempio “sister”, “hermana”,
“sorella”, “soeur”…) è arbitrario, cosa che “non deve dare l'idea che il significante
dipenda dalla libera scelta del soggetto parlante ... vogliamo dire che è immotivato,
cioè arbitrario in rapporto al significato, con il quale non ha alcun aggancio
naturale nella realtà” (Saussure, Corso di linguistica generale, traduz. it., pp. 85,87)
Con “arbitrario” quindi si identifica un rapporto immotivato, convenzionale. Con
Hjelmslev, che sistemalizza e formalizza i principi Saussuriani, si inizia a ragionare
sulle frasi, sull’articolazione di unità minime in unità più grandi: la linguistica si fa
deduttiva, parte dalle frasi per analizzarne le componenti minori. Hjelmslev
ridefinisce il segno Saussuriano come un rapporto di stretta connessione tra due piani
del linguaggio: il significante di Saussure diventa l’espressione (piano
dell’espressione) e il significato diventa contenuto (piano del contenuto). Non si
parla di segno, ma di funzione segnica: il linguaggio non è mai mera espressione e il
contenuto è sempre il complemento necessario dell’espressione, quindi resta una
struttura a due facce.
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Louis Hjelmslev propose di distinguere in un testo due piani, piano del contenuto e piano
dell’espressione, ognuno dei quali è diviso in due parti, forma e sostanza.
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Ugo Volli, Manuale di Semiotica, pg.17
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Dopo gli studi di De Saussure, concentrati sul segno, e quelli di Hjelmslev,
concentrati sulla frase, s’incontrano gli studi di Greimas, attraverso i quali la
semiotica si interroga sul livello transfrasistico considerando ampie porzioni testuali.
Con la nozione di testo non viene più ricercato il significato di una parola, una forma,
una nota, ma si prova a descrivere un racconto, un quadro, una partitura, una
conversazione: si passa da una semantica del linguaggio naturale a una semantica dei
linguaggi.
Il romanzo, il film, il quadro, la rappresentazione teatrale che andranno a costituire
l’oggetto dell’analisi semiotica, e quindi il testo, saranno un oggetto autonomo, con
un inizio, uno svolgimento e una fine, limiti ben definiti.
Per una trattazione della dicotomia testo-contesto e per una considerazione della
nozione di discorso si rimanda al paragrafo sui contributi della socio semiotica.
Ciò che garantisce la corretta interpretazione di un testo è l’ isotopia, la linea di
coerenza semantica interna che Eco definisce “coerenza del percorso di lettura” e
Greimas “ insieme di categorie semantiche ridondanti che rendono possibile la lettura
uniforme della storia”. Una volta compreso il concetto di isotopia risulterà più facile
intendere e poi utilizzare il concetto di genere, sul quale nell’ultimo secolo si sono
concentrate le riflessioni di molte discipline (linguistica, semiotica, massmediologia,
sociologia, estetica) arrivando a costituire il punto d’incontro e di scontro dei diversi
punti di vista. I generi si sviluppano intorno ad alcune isotopie, attraverso la
ripetizione di alcuni elementi sul piano dell’espressione.
Un testo che si propone di inserirsi in un particolare genere sarà dotato di
caratteristiche definite e riconoscibili nei contenuti e nelle forme, perché il pubblico
che riceve non abbia difficoltà di decodifica: sapendo distinguere un giallo da un talk
show, o nel nostro caso una fiction da un testo a contenuto informativo, affronterà la
visione dei diversi generi con aspettative diverse.
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