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Introduzione
Il concetto di sostenibilità con riferimento al turismo e la relazione tra quest’ultimo e
l’ambiente sono tema di dibattito da decenni: la sostenibilità è oggetto di numerose ricerche
turistiche già dagli anni ‘80 e ‘90 (Scott et al. 2012), mentre l’interesse sulla relazione tra
turismo e ambiente risale agli anni ‘70, anche se diventa materia di ricerca accademica negli
anni ‘80 e ‘90 (Briassoulis 2000).
La valenza economica che il turismo e l’industria dell’ospitalità ricoprono a livello mondiale
è ormai indiscussa ed altrettanto indiscussi sono gli impatti economici, ambientali e sociali
che ne derivano (Jones et al. 2017). Il comparto alberghiero riveste infatti un ruolo
importante nel settore turistico ed è principalmente composto da imprese di piccole
dimensioni che generano un impatto sulla sostenibilità dell’intero territorio in cui operano
incidendo sulla qualità dell’offerta turistica dell’intera destinazione, in quanto l’ambiente è
un fattore chiave del prodotto turistico da cui dipende il mantenimento della competitività
tanto della singola impresa quanto nel territorio nel suo complesso. Nonostante l’industria
turistica sia composta prevalentemente da PMI, la comunità accademica denuncia la carenza
di studi dedicati a queste ultime (Williams et al. 2012, Camilleri 2013, Alonso-Almeida et
al. 2015, Buffa et al. 2018), così come l’insufficienza di ricerche che esaminano il
comportamento sostenibile delle PMI operanti nel turismo, soprattutto riguardanti
l’influenza delle caratteristiche contestuali specifiche del settore turistico (Kornilaki et. al
2019a) in linea con la constatazione della comunità accademica secondo cui un approccio
incentrato esclusivamente sul comportamento individuale sia insufficiente ad apportare reali
trasformazioni verso società più sostenibili (Bamberg et al. 2015) e che quindi sia necessario
andare oltre l’approccio individualistico e spostare il focus di analisi sul contesto, al fine di
individuare come, quando e perché le persone intraprendono azioni collettive al fine di
perseguire comportamenti sostenibili dal punto di vista ambientale (Bamberg et al. 2015).
Obiettivi della ricerca e research questions
La ricerca affronta l’argomento della relazione tra turismo e ambiente con riferimento alle
PMI del settore alberghiero, inserendosi nel tema delle determinanti individuali e collettive
che influiscono sulle decisioni di intraprendere o meno azioni a favore della sostenibilità
ambientale. Ha ad oggetto le imprese alberghiere delle destinazioni di Pula e Villasimius
situate nel sud Sardegna, ed è stata sviluppata parallelamente al Progetto “Destinations’
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Performance Measurement and the Role of Public Policies” portato avanti dai Dipartimenti
di Scienze Politiche e Sociali e Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Cagliari,
in cui l’Autrice del lavoro ha collaborato in qualità di Assistente alla Ricerca. Il campione
selezionato per lo studio consta di 81 strutture alberghiere, 17 delle quali hanno acconsentito
a partecipare all’indagine (tasso di risposta pari al 21%).
Gli obiettivi della ricerca sono capire se eventuali incentivi finanziari, le caratteristiche
strutturali e socio-demografiche e il contesto socio-culturale in cui gli albergatori operano
incidono nell’assunzione di decisioni di sostenibilità ambientale e nella propensione ad
adottare pratiche sostenibili. Nello specifico, le research questions che hanno guidato lo
studio sono le seguenti: le attitudini sostenibili del contesto alberghiero locale incidono sulla
propensione all’adozione di pratiche di sostenibilità da parte degli albergatori? Le
caratteristiche strutturali degli alberghi e le caratteristiche socio-demografiche degli
albergatori ne spiegano le attitudini sostenibili? L’utilizzo di incentivi finanziari influisce
sull’adozione di pratiche sostenibili da parte degli albergatori?
Outline della tesi
Nel primo capitolo sono presentati i concetti introduttivi di sostenibilità, turismo sostenibile,
relazione tra turismo e ambiente, e si conclude con l’esposizione della letteratura che ha
ispirato la ricerca riguardo alcuni drivers che precedenti ricerche accademiche hanno
dimostrato che influiscono nella propensione ad adottare pratiche di sostenibilità, aventi a
che fare il comportamento individuale e l’azione collettiva. Il secondo capitolo ha lo scopo
di fornire una cornice di riferimento del caso di studio in termini di contestualizzazione
rispetto al Progetto dell’Università di Cagliari, ai territori oggetto di analisi, allo strumento
di monitoraggio “European Tourism Indicators System” utilizzato per la misurazione degli
impatti turistici ed agli aspetti metodologici che hanno guidato la ricerca: la definizione
degli elementi del questionario somministrato agli albergatori ed il test di verifica delle
ipotesi utilizzato. Infine, il terzo capitolo verte sui risultati emersi dal pilot test: viene
presentato il processo di raccolta dei dati e l’analisi dei risultati. Il questionario sarà parte
integrante dell’IT cloud system – ad oggi in fase di sviluppo – previsto all’interno del
Progetto dell’Università di Cagliari, con cui si intende condividere i dati raccolti per
stimolare il dialogo tra stakeholders pubblici e privati delle destinazioni e portare avanti
ricerche future sul tema.
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La qualità dell’analisi ha risentito fortemente dell’esigua numerosità campionaria, dovuta
principalmente alla scarsissima disponibilità degli albergatori alla compilazione del
questionario, conseguentemente non è stato possibile ottenere dei risultati che dessero la
possibilità di fornire una risposta alle research questions che fosse coerente con quanto
riscontrato in letteratura. Nonostante i limiti della ricerca, è stato comunque possibile
sperimentare una prima applicazione dell’analisi di contesto nelle due destinazioni del sud
Sardegna, da cui è emersa l’esistenza di un’attitudine alla sostenibilità, l’assenza di
collaborazione e un marcato individualismo.
La ricerca può rappresentare uno spunto per ulteriori studi che potrebbero essere utilizzati
dall’ente pubblico come base di conoscenza del contesto professionale in cui agiscono gli
operatori del settore turistico, al fine di stimolarne il senso di appartenenza al gruppo ed il
coinvolgimento nello sviluppo turistico, essenziale al fine di perseguire obiettivi comuni e
condivisi di sostenibilità.
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Capitolo 1 – Sostenibilità, relazione turismo-ambiente e settore alberghiero
1.1 La sostenibilità: fattori determinanti e drivers di cambiamento
Numerosi sono i contributi in cui ormai da anni viene discussa l’origine e lo sviluppo del
concetto di sostenibilità e l’integrazione dei principi fondanti della stessa nello sviluppo
turistico. Tra i più importanti rientrano: Il Brundtland Report (1987), la Carta del Turismo
Sostenibile redatta in occasione della Conferenza di Lanzarote (1995), Hunter (1997),
UNEP e UNWTO (2005), Weaver (2006), Franch et al. (2010).
Nonostante il concetto di sostenibilità risalga al mandato adottato nel 1969 dall’IUCN
(Adams 2006) è ancora oggi soggetto a una molteplicità di interpretazioni, una delle quali
fa riferimento alle tre dimensioni identificate dal Triple Bottom Line Approach e definite
“pilastri della sostenibilità”: la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. La
sostenibilità economica fa riferimento alla capacità di un sistema economico di generare
ricchezza; la sostenibilità sociale riguarda benessere ed equità e mira a garantire condizioni
di benessere umano equamente distribuite; la sostenibilità ambientale fa infine riferimento
all’abilità di preservare, tutelare e gestire le risorse ambientali e l’ambiente nel complesso.
Tali dimensioni sono legate da relazioni di trade-off, nel senso che nel momento in cui si
agisce su una dimensione si generano inevitabilmente impatti sulle altre, di tipo positivo e
negativo.
I principi della sostenibilità trovano sempre più spazio in programmi di sviluppo sostenibile;
il più attuale è l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, contenente i 17 Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile (SDGs)
1
adottati a settembre 2015 da 193 Paesi Membri dell’ONU,
che rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo.
Weaver (2012) sostiene che le pratiche legate alle sostenibilità saranno sempre più efficaci
nell’affrontare problematiche di carattere ambientale e socio-culturale. Secondo quanto
affermato dall’Autore, la maggiore adozione di pratiche sostenibili è stimolata da 5 fattori:
1. Convergenza tra prezzi delle risorse convenzionali e rinnovabili: i costi delle risorse
convenzionali sono in aumento e le tecnologie green stanno raggiungendo la
competitività di costo in relazione alle tecnologie convenzionali. All’aumentare dei
costi delle risorse convenzionali, aumenta quindi la richiesta di tecnologie green;
1
https://sustainabledevelopment.un.org/
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2. Consapevolezza del cambiamento climatico: la società è a conoscenza del fenomeno
del climate change, tuttavia si riscontra un gap tra conoscenza teorica e azioni
pratiche che consentano di eliminarne o mitigarne gli effetti, anche a causa
dell’influenza derivante da posizioni scettiche o contrarie, talvolta supportate e
alimentate da esperti e politici; basti pensare alla “Dichiarazione europea sul
clima”
2
, la lettera che 500 scienziati hanno indirizzato al Segretario Generale
dell’ONU in cui si afferma l’inesistenza della crisi climatica;
3. Crisi finanziaria globale: le implicazioni a lungo termine della crisi finanziaria
globale verificatasi all’inizio del XXI secolo possono incoraggiare l’adozione di
pratiche di sostenibilità; dal clima di rabbia, ansia e risentimento che emerge durante
il periodo di incertezza della crisi può infatti scaturire una richiesta di riforme che
favoriscono l’adozione di principi di sostenibilità;
4. Istituzionalizzazione dell'ambientalismo: sin dagli anni ‘60 del secolo scorso sono
operative organizzazioni ambientali il cui impegno è volto a operare per rendere il
pianeta più sostenibile (Greenpeace, Legambiente, WWF e così via);
5. La rete: Internet facilita la sostenibilità promuovendo comunità online incentrate su
questioni ambientali e/o sociali, in grado di stimolare stili di vita sostenibili e nuove
forme di cittadinanza attiva.
Tali fattori possono essere inquadrati all’interno dei drivers di cambiamento che si stanno
manifestando nell’economia globale (Dwyer et al. 2009) e che sono in grado di influenzare
di conseguenza anche il mercato del turismo, in quanto essendo quest’ultimo integrato con
altri settori dell’economia, i sui trend non possono essere considerati isolatamente dai fattori
chiave che modellano il futuro (Dwyer et al. 2009). Nell’esporre i suddetti trend, Della
Lucia (2018, p. 19) chiarisce che “ogni trend è complesso e in quanto combinazione di
fattori di diversa natura, nessun trend è dominante, i trend sono correlati tra loro, gli effetti
che hanno sono molteplici e variano in funzione delle caratteristiche specifiche di paesi,
regioni e territori.”
Tra i fattori economici, la globalizzazione “è sicuramente il processo che ha dato dinamismo
allo sviluppo e ha consentito una crescita diffusa” (Della Lucia 2018, p. 19). Continuerà ad
2
https://cdn.qualenergia.it/wp-content/uploads/2019/09/ecd-letter-to-un.pdf (accesso effettuato il
giorno 4/11/19).
11
essere sostenuta da miglioramenti nelle politiche macroeconomiche, deregolamentazione,
liberalizzazione e dalla diffusione dell’ICT e da un settore privato sempre più dinamico,
determinando sia opportunità che rischi per il turismo: la globalizzazione comporta da un
lato l’aumento di flussi turistici provenienti dall'estero e la preservazione e valorizzazione
delle identità locali, dall'altro una maggiore competizione, ineguaglianze nella crescita e
nella distribuzione dei benefici economici (Della Lucia 2018).
I fattori politici contemplano questioni riguardanti il potere internazionale, la sicurezza ed i
conflitti regionali ed etnici. Si tratta di temi strettamente connessi tra loro che hanno impatti
sul settore turistico in quanto influiscono sulla mobilità nazionale ed internazionale; basti
pensare agli effetti dello sviluppo turistico di nazioni come la Cina - regione di generazione
ma anche di destinazione - oppure a conflitti, instabilità politiche e attacchi terroristici che
determinano un calo nei flussi turistici, a favore di destinazioni percepite come sicure.
I fattori ambientali includono il climate change, l’esaurimento delle risorse naturali e la
perdita di biodiversità. Il cambiamento climatico è connesso al fenomeno del riscaldamento
globale, “l’aumento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera dovuto al consumo
intensivo di risorse energetiche a cui la stessa industria turistica contribuisce” (Della Lucia
2018, p. 20-21) che comporta squilibri di diversa natura ed ha impatti su ecosistemi e risorse
naturali, la cui richiesta da parte della popolazione è in continua crescita. Tale richiesta,
unita all’aumento della popolazione ed allo sviluppo economico, è fonte di conflitti tra i vari
settori, tra beneficiari delle produzioni e tra soggetti che sostengono in misura maggiore gli
impatti della produzione e del consumo (Della Lucia 2018). Le destinazioni che basano la
propria identità e il proprio sviluppo sugli asset naturali sono maggiormente soggette agli
impatti ambientali.
I fattori tecnologici rappresentano sia opportunità che minacce. Le ICT consentono di avere
contatti più diretti con il turista e di stimolarne l’interazione, di gestire le attività di
destination marketing attraverso modalità più efficienti ed efficaci di quelle offline (Della
Lucia 2018); allo stesso tempo è però necessario saper gestire l’effetto della tecnologia su
domanda, offerta e distribuzione. I fattori tecnologici comprendono anche lo sviluppo dei
trasporti, che hanno consentito di rendere accessibili a diversi gruppi sociali mete prima non
inserite nel circuito turistico, generando tuttavia impatti ambientali e sociali negativi (Della
Lucia 2018). Il trasporto, in particolare quello aereo, è tra i maggiori contributori alle
emissioni di carbonio derivanti dal settore turistico (Lenzen et al. 2018).