Introduzione
Il tema della Costituzione e della sua centralità nello sviluppo della
collettività sociale è estremamente attuale. Tuttavia è altrettanto evidente
come essa sia, ancora oggi, ampiamente sconosciuta e vissuta come un
testo sganciato dalla vita quotidiana, di pertinenza esclusiva della classe
politica o delle istituzioni, i cui valori e regole non sono generalmente
percepiti dai cittadini come criteri generali di indirizzo e connotativi
dello Stato democratico.
Essendo la Costituzione il testo fondamentale della cittadinanza, i
bambini devono cominciare a conoscerla presto.
In occasione del sessantesimo anniversario della Costituzione Italiana, il
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ribadito l’importanza
di “insegnare, studiare e analizzare nelle scuole il dettato costituzionale
per offrire ai bambini e ai giovani un quadro di riferimento
indispensabile a costruire il loro futuro di cittadini consapevoli dei propri
diritti e doveri”
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.
E’ opportuno, quindi, sviluppare nell’alunno-cittadino il senso di
appartenenza ad una determinata comunità residente in un determinato
territorio, alla cui vita sociale deve contribuire in modo attivo e
competente, secondo le regole proprie della democrazia.
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Materiale consultabile presso il sito: www.iostudio.pubblica.istruzione.it . Ultmo accesso:
30.04.2010
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E’ necessario trasmettere ai bambini i principi che fanno di questa Carta
un testo fondamentale per sentirsi a pieno cittadini e vivere bene con gli
altri.
La conoscenza della Costituzione è essenziale per poter partecipare in
modo responsabile alla vita politica e sociale del paese in cui tutti noi
viviamo.
La Costituzione è la legge fondamentale del nostro Stato, il documento
che ne delinea le caratteristiche essenziali, descrive i valori e i principi
che ne sono alla base.
Cito nuovamente una frase di Giorgio Napolitano il quale afferma che “la
Costituzione, con l’insieme delle sue regole, rappresenta l’Italia com’è e
come dovrebbe essere, e inoltre dovrebbe riuscire ad offrire protezione e
sicurezza ad ogni cittadino”
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L’insegnamento dell’Educazione civica, o meglio più in particolare
quello di “Cittadinanza e Costituzione”, deve riuscire a far apprendere al
bambino il valore e la responsabilità di essere cittadino.
Ciò è stato affermato da Gherardo Colombo, il quale ha ribadito che “i
bambini non sono cittadini meno importanti. Anzi, se si guarda al futuro
sono anche più importanti dei grandi, perché saranno loro a lavorare, a
inventare e scoprire nuove cose, a creare nuove opere d’arte quando i
grandi saranno vecchi, e il loro benessere dipenderà dalla loro capacità di
far funzionare bene il mondo quando saranno grandi”
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.
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Materiale consultabile presso il sito: www.fogliolapis.it Ult. accesso: 25.07.2010
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Gherardo Colombo, Anna Sarfat: “Sei Stato tu? La Costtuzione atraverso le domande dei
bambini”, Milano, Salani Editore, 2009, pag.15.
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Nella scuola si inizia con l’insegnamento degli elementi di base dei
singoli sapere, quali la matematica, la letteratura, la geografia, ecc…, per
poi approdare a qualcosa di molto più ampio.
Talvolta si pensa che “i bambini avranno tempo per approfondire
questioni così complesse, e che sia compito della scuola media affrontare
il tema della Costituzione, e che se proprio vogliamo far confrontare i
bambini con un documento è meglio presentare la Convenzione dei diritti
del fanciullo che li riguarda direttamente ed è scritta con un linguaggio
molto più semplice”
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.
La Costituzione, invece, “essendo il complesso dei punti di partenza, i
fondamenti che forniscono le indicazioni su come comportarsi
concretamente nelle piccole e nelle grandi, riguarda anche chi è più
giovane, anche chi è molto giovane, e farla conoscere anche a loro è
estremamente necessario. Verrebbe da dire che è importante quasi quanto
è necessario aver insegnato a camminare, se si considerasse in quale
misura le regole, e la cultura sulla quale si basano, incidono e
incideranno sulla loro esistenza”
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.
“Cittadinanza e Costituzione” è il nuovo insegnamento introdotto dal
Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini nelle scuole di
ogni ordine e grado con la legge n. 169 del 30.10.2008.
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Anna Sarfat: “ La Costtuzione raccontata ai bambini” , Milano, Mondadori, 2006, pag. 6
5
Gherardo Colombo, Anna Sarfat: op. cit., pag.8.
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“Il documento di indirizzo per la sperimentazione dell’insegnamento di
“Cittadinanza e Costituzione” prevede, per ogni ordine e grado di
istruzione, percorsi specifici.
Con il termine cittadinanza si vuole indicare la capacità di sentirsi
cittadini attivi, che esercitano diritti inviolabili e rispettano i doveri
inderogabili della società di cui fanno parte ad ogni livello, da quello
familiare a quello scolastico, da quello regionale a quello nazionale, da
quello europeo a quello mondiale, nella vita quotidiana, nello studio e nel
mondo del lavoro.
Lo studio della Costituzione, invece, permette non solo di conoscere il
documento fondamentale della nostra democrazia, ma anche di fornire
una mappa di valori utile per esercitare la cittadinanza a tutti i livelli. La
scuola italiana può e deve essere una palestra di democrazia”
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“E’ a scuola, infatti, che facciamo la prima esperienza di comunità civile
democratica. Nella scuola si fa quindi un’esperienza bella e significativa
dell’essere comunità: comunità in cui ognuno fa la sua parte per mandare
avanti “la baracca”, e dove chi assume responsabilità maggiori lo fa al
servizio di tutti e attraverso una scelta democratica”
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L’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” ha, dunque, l’obiettivo
di insegnare alle giovani generazioni come esercitare la democrazia nei
limiti e nel rispetto delle regole comuni.
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Materiale consultabile presso il sito: www.iostudio.pubblica.istruzione.it . Ultmo accesso:
30.04.2010.
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Materiale consultabile presso il sito: www.azionecatolica.it Ult. Accesso 01.05.2010.
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Educare alla cittadinanza e alla Costituzione è anche l’occasione per
costruire nelle nostre classi, dove sono presenti alunni con provenienze,
storie, tradizioni e culture diverse, delle vere comunità di vita e di lavoro,
che cerchino di dare significati nuovi alla convivenza ed elaborino
percorsi che costruiscano contemporaneamente identità personale e
solidarietà collettiva, competizione e collaborazione.
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Capitolo I
I cambiamenti istituzionali avvenuti nell’ultimo cinquantennio
1.1 Un flash back sulle origini dell’educazione civica.
La storia cinquantennale dei tentativi di istituire un insegnamento di
educazione civica nella scuola rivela successi, intuizioni nobili e
soluzioni ingegnose, ma anche vari insuccessi.
Negli ultimi decenni, allo scopo di arricchire e di rinforzare l’educazione
civica, su richiesta di prestigiosi organismi internazionali e in risposta ad
emergenze educative di vario tipo, si sono auspicate, proposte e anche
introdotte per via amministrativa o addirittura per via legislativa, come è
successo con l’educazione alla salute e con l’educazione stradale, un
notevole numero di altre “educazioni” (ai diritti umani, alla pace, allo
sviluppo, all’ambiente, all’intercultura, ai media…) che però non si sono
mai conquistate uno spazio curricolare definito, restando affidate alla
buona volontà dei docenti e alla sensibilità dei responsabili pro tempore
della Pubblica Istruzione.
Da qui l’opportunità di seguire, sia pure per sommi capi, la vicenda
storico-istituzionale dell’educazione civica, che è passata attraverso nomi
e prospettive culturali parzialmente diverse.
Possiamo, a tal proposito, ripercorrere i cambiamenti istituzionali
dell’educazione civica avvenuti nel corso dell’ultimo cinquantennio.
La storia dell’educazione civica nella scuola della Repubblica ha il suo
prologo nell’assemblea dell'11 dicembre 1947, dove fu votato
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all'unanimità un o.d.g. presentato da Aldo Moro, in cui si chiedeva: "che
la nuova Carta Costituzionale trovasse senza indugio un adeguato posto
nel quadro didattico nella scuola di ogni ordine e grado, al fine di rendere
consapevole la giovane generazione delle conquiste morali e sociali che
costituiscono ormai sicuro retaggio del popolo italiano"
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In realtà ci fu un “indugio” di oltre dieci anni, fino a quando, lo stesso
Moro, divenuto Ministro della Pubblica Istruzione, poté introdurre
l'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole secondarie con il
D.P.R. 13.6.1958 n. 585.
Anche la ricerca di un adeguato posto nel quadro didattico nella scuola di
ogni ordine e grado non è stata facile, e non lo è neppure oggi.
Il decreto presentava l'educazione civica per la scuola secondaria sia
come presente in ogni insegnamento, sia come viva esperienza di
rapporti sociali e pratico esercizio di diritti e di doveri nella stessa
organizzazione della vita scolastica, sia, infine, come nucleo di
argomenti etico-giuridico-politici, che andavano affidati all'insegnante di
storia, in due ore mensili
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La storia veniva rinominata "Storia ed educazione civica", ma il voto
restava unico, condannando implicitamente l'educazione civica alla
marginalità, fino a ridurla ad appendice facoltativa, ininfluente sul
profitto degli studenti.
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Materiale consultabile presso il sito: www.age.it . Ult. accesso: 27.04.1010.
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Materiale consultabile presso il sito: www.age.it . Ult. accesso: 27.04.1010.
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