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INTRODUZIONE
Il lavoro di ricerca proposto in questa sede tratta l’argomento Ebook dal punto di
vista delle possibili applicazioni in ambito giornalistico. È evidente che nel panorama
dei media sia in corso un cambiamento: basta scorrere i siti dei principali quotidiani
italiani per accorgersi che i libri elettronici ormai rientrano tra i prodotti che gli
editori prediligono proporre al proprio pubblico. Pubblicizzare titoli di Ebook
accanto al nome della testata è divenuta una strategia di marketing sempre più
diffusa, grazie ai molteplici vantaggi: bassi costi, costanti aggiornamenti, praticità e
velocità, che confluiscono perfettamente nel formato del libro elettronico, ma dietro
questa nuova tecnologia si cela molto di più. I quotidiani puntano spesso sulle firme
più qualificate con lo scopo di incentivare il brand e promuovere libri elettronici che
soddisfano le aspettative del pubblico. I giornalisti non si limitano a proporre
reportage, ma l’intero risultato di un’inchiesta: in questo modo l’Ebook, in un Paese
che sta affrontando la crisi economica come l’Italia e dove le popolazioni
trasmigrano, appaga al meglio la curiosità dei lettori.
Il lavoro proposto è di tipo comparativo poiché, inaspettatamente, nel corso
dell’anno si è concretizzata l’occasione per svolgere un tirocinio all’estero, durante il
quale è stato possibile effettuare una proficua ricerca nell’ambito della tesi. Grazie a
questa esperienza è emerso un confronto tra due contesti europei che storicamente
si approcciano all’universo della lettura in modo decisamente differente. Da una
parte l’Italia, dove il numero di lettori di libri e giornali è sempre molto basso
rispetto alla media europea, dall’altra la Svezia, dove il pubblico è storicamente
legato alla lettura e il settore dell’editoria non è stato investito dalla crisi che sta
mettendo in ginocchio gli editori nostrani. Questa comparazione è il frutto di un
periodo di soggiorno di tre mesi a Stoccolma, nell’ambito del programma
comunitario di mobilità studentesca Erasmus Placement,
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durante il quale si sono delineate le condizioni necessarie per entrate in contatto
con editori tradizionali e digitali locali, che con grande disponibilità hanno
contribuito all’indagine con interviste e con la consegna di dati utili.
La ricerca, completata da un’appendice in cui sono state raccolte alcune interviste, è
stata strutturata in quattro capitoli, partendo dalla ricostruzione del percorso storico
per evidenziare la lunga storia delle strategie adottate dagli editori per conquistare il
pubblico e affezionarlo al proprio prodotto. Dopo aver analizzato Strenne e
Almanacchi che spopolavano nell’Italia Settentrionale tra il XVIII e il XX secolo, è la
volta degli inserti cartacei di testate autorevoli, come il Corriere della Sera e La
Repubblica, sino ai primi supplementi moderni, le videocassette, sorpassate a loro
volta da Cd-Rom e da prodotti caratteristici dell’avvento dell’era di Internet. L’intento
è stato quello di dimostrare come tipografi ed editori abbiano sempre cercato di
attirare i propri lettori rendendoli fedeli a un determinato marchio, attraverso le
novità dell’epoca. Pertanto, nell’era del Web 2.0, l’Ebook rappresenta la necessaria
evoluzione dello storico supplemento cartaceo, coniugando al suo interno il
concetto tradizionale di lettura insieme all’opportunità della digitalizzazione dei
contenuti caratteristica del XXI secolo.
Il secondo capitolo si articola invece attorno all’atteggiamento dei professionisti
dell’informazione, abituati a lavorare con la carta, nel passaggio al digitale. Talvolta
un adattamento necessario alla sopravvivenza, altre volte una scelta di lavoro che
comprende maggiore libertà e visibilità, ma anche precarietà con l’emergere della
figura del giornalista Freelance sempre più diffusa. La ricerca ha anche confermato
che la caratterizzazione politica del giornalismo italiano si riflette nel ventaglio dei
prodotti delle singole testate: infatti le proposte di Ebook, come letture d’attualità,
inchieste e Instant Book, non si allontanano dall’orientamento politico che gli editori
intendono sostenere, cosa che in altri Pesi europei non sarebbe così frequente.
Al centro del terzo capitolo viene posta l’esperienza della casa editrice digitale
Quintadicopertina, fondata a Genova nel 2010 da due pionieri dell’editoria digitale
italiana che hanno saputo reinventare i propri ruoli tradizionali in un momento di
crisi del settore, Fabrizio Venerandi e Maria Cecilia Averame. La scelta non è stata
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casuale e nemmeno limitata all’anticipo con cui questa realtà è stata capace di
inserirsi nel contesto digitale rispetto al panorama del nostro Paese, ma riguarda
soprattutto la logica con cui Quintadicopertina concepisce i propri Ebook al servizio
dell’inchiesta giornalistica. Non si tratta di una mera digitalizzazione di contenuti, ma
di un servizio offerto agli autori prima, durante e dopo la pubblicazione del proprio
lavoro. Una costante sperimentazione incentrata sui confini del digitale,
stravolgendo la tradizionale concezione di lettura, con una forte componente
sociale, focalizzata dall’attenzione intorno a temi di attualità e a problematiche
contemporanee.
L’ultimo capitolo è quindi dedicato al contesto svedese e al perché sussista una
consapevolezza consolidata del bisogno di lettura e di informazione, che ha
permesso alcuni interessanti esperimenti nel campo dell’editoria digitale. Questo è il
frutto dell’indagine sul campo condotta nella città di Stoccolma, dove sono state
prese in esame diverse realtà che operano sul territorio: due editori digitali minori,
Publit e Telegram Studios e una nota casa editrice tradizionale che opera su tutta la
Scandinavia e all’estero, Bonnier Förlag. Dal confronto è emersa la netta apertura
verso il digitale e gli strumenti tecnologici, in un contesto demografico differente
rispetto a quello italiano, ma culturalmente più attivo, dove il bilinguismo e la
curiosità verso il progresso rendono il terreno fertile per la crescita di un vero e
proprio patrimonio digitale. In questo scenario l’Ebook trova ampio spazio
d’espressione e soprattutto vede la collaborazione tra editori, autori e istituzioni
culturali nella diffusione e nel perfezionamento di un prodotto che riserva ancora
molte sorprese per il futuro. Se ormai la maggior parte delle testate, sia italiane che
svedesi, scommettono sulla nuova frontiera dei libri elettronici, gli editori nordici si
sono subito aperti a una nuova concezione di lettura e i giornalisti hanno ripensato il
proprio ruolo con lungimiranza. In Svezia la fiducia verso la tecnologia è totale:
questo non significa che sia prevista la scomparsa totale della realtà cartacea in
favore di quella digitale, al contrario l’obiettivo è quello di una completa
integrazione tra tradizione e innovazione. Non vi sono conflitti o timori riguardo la
direzione che ha ormai intrapreso l’editoria, piuttosto si punta ad arricchirsi l’uno
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con l’altro, collaborando nella sperimentazione digitale.
Da questo punto di vista in Italia restiamo purtroppo carenti, la divisione tra carta e
digitale è ancora netta: le realtà cartacee hanno “assorbito” il digitale, ma per lo più
inteso come la semplice digitalizzazione dei contenuti, azione che limita
decisamente le reali possibilità offerte da questa nuova frontiera. L’emergere di case
editrici come Quintadicopertina è un segnale importante nel contesto digitale
italiano e indica la possibilità per i lettori di scegliere una valida alternativa rispetto a
quella proposta da molti e-commerce internazionali della carta e del digitale come
Amazon. Sarebbe quindi auspicabile una maggiore apertura non solo verso il
digitale, ma piuttosto verso la sperimentazione di ciò che questo può offrire. Una
collaborazione e un fruttuoso scambio che dovrebbe contemplare anche il lavoro
fianco a fianco di specialisti tradizionali e digitali, in modo da creare un tipo di
concorrenza che offra prodotti unici e di qualità, con lo scopo di contrastare la forte
crisi che sta scuotendo il settore.
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1. LE PRIME STRATEGIE EDITORIALI ALLA CONQUISTA DEI LETTORI
Fin dalle origini il mercato editoriale ha avuto la necessità di catturare il pubblico,
indirizzando i lettori verso un prodotto in grado di distinguersi dagli altri e spiccare
nel panorama dell’informazione. Con l’espandersi della piazza e il dilagare della
concorrenza questo bisogno è diventato sempre più impellente, portando gli editori
a elaborare strategie accattivanti, capaci di richiamare il maggior numero possibile
di persone. Oggi la carta stampata attraversa un periodo di forte crisi e deve essere
in grado di reinventarsi offrendo al pubblico un motivo concreto che porti
all’acquisto di un prodotto che potrebbe essere facilmente reperito gratuitamente
su internet. Anche nel passato lontano troviamo molti esempi di strategie di
marketing “del dono” dove, dando un piccolo incentivo al lettore, era stato possibile
creare una propria rete di appassionati seguaci. Quello che oggi è racchiuso in un
Ebook trova i suoi primi antenati in quelle forme editoriali che tra il XVIII e il XIX
secolo andavano a confluire nella produzione di Almanacchi, Strenne, Lunari,
Calendari.
1.1 Almanacchi e Strenne tra il XVIII e il XX secolo nell’Italia Settentrionale
Nel 1700 alcuni Almanacchi acquistarono un’importanza tale da “Diventare una
parte rilevante della produzione libraria del secolo dei lumi”
1
. Inizialmente riservati
ai ceti benestanti e alfabetizzati, questi dilettevoli scritti, giocarono un importante
ruolo per quel che riguarda l’educazione delle masse. È con la nascita della stampa
popolare che in Italia assistiamo alla comparsa di un nuovo genere giornalistico,
attento ai bisogni dei più deboli e meno istruiti. Abbiamo testimonianza di
1
L. Braida, Le guide del tempo: produzione contenuti e forme degli almanacchi piemontesi nel
Settecento, Torino, Deputazione Subalpina di Storia Patria, 1989, p. 25.