Introduzione
[…] Siamo grandi quanto i sogni che ci sforziamo di realizzare, e non importa che cosa
incontriamo lungo questo viaggio chiamato vita. Se inseguiamo i nostri sogni con tutto il
nostro cuore comprenderemo il vero significato della nostra esistenza, e quasi certamente
raggiungeremo la meta che ci eravamo prefissati. Viviamo una sola volta, ma possiamo
vivere quest'unica vita in modo tale che alla fine del viaggio sentiremo di aver vissuto
migliaia di vite. Quest’ obiettivo è quello che dobbiamo perseguire con tutte le nostre
forze (Sergio Bambarén,2000).
Il progetto tesi nasce dall’interesse verso gli asili nido e le possibili metodologie
educative applicabili al loro interno.
In questo elaborato si intende esporre un progetto educativo, applicabile in un
asilo nido, in quanto fra i miei obiettivi futuri ci sarà quello di aprire una struttura
che offra un servizio per bambini, compresi nella fascia d’età 0-3, in modo da
coronare un mio sogno.
Per introdurre il capitolo relativo alla progettazione e al progetto, è stato
necessario un approfondimento teorico sull’istituzione asilo nido e sugli attori
coinvolti.
L’asilo nido odierno viene inteso come luogo e ambiente che offre opportunità di
crescita e di sviluppo per il bambino, luogo di socializzazione (aspetto centrale
anche per i genitori, che spesso affermano di mandare il proprio figlio al nido per
il bisogno di fare esperienze sociali che altrimenti gli sarebbero compromesse) e
non solo di custodia, nella quale il bambino instaurerà molteplici relazioni.
Per arrivare a questa idea di nido sono serviti molti anni e molti studi, negli ultimi
trent’anni, infatti, è cresciuta la consapevolezza del nido come servizio che può
sostenere i bambini, questo grazie anche alla nuova idea di infanzia che si è
andata mano a mano a modificare.
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Sono state attuate varie normative per raggiungere la qualità che caratterizza
questo servizio.
In Italia la loro storia inizia negli anni settanta grazie al positivo fermento
culturale e politico che pone maggiore attenzione all’infanzia, ai servizi sociali, al
lavoro femminile e a tutte le forme di partecipazione democratica
(Galardini,2011) .
Un’importante svolta fu determinata dall’emanazione della legge n. 1.204 del 30
dicembre 1971 che permise alla madre di assentarsi dal lavoro durante la
gravidanza e nei successivi sei mesi, garantendo la retribuzione.
Ancora più innovativa è risultata essere la legge 1.044 dello stesso anno, che
istituisce gli asili nido e che si caratterizza con disposizioni piuttosto nuove
nell’ambito della legislazione sociale (Fortunati, 2013). Questa legge ha
consentito l’affermarsi, sul territorio nazionale, di una rete di asili nido comunali
che è cresciuta negli anni, pur con forti differenziazioni regionali e continuando
ad evidenziare il carattere custodialistico del nido.
Con gli anni si è data sempre più importanza alla qualità del nido, ovvero tutte
quelle caratteristiche che un asilo nido deve possedere al fine di concorre al buon
funzionamento del servizio, una serie di fattori, strutturali gestionali e inerenti alle
scelte pedagogiche, che ogni genitore pretenderà di conoscere (Quinto Borghi,
2009).
I dati Istat del servizio asilo nido, dal 2009 al 2012, riportano un aumento, negli
anni, di bambini frequentanti, questo grazie ai miglioramenti apportati al servizio,
e alle necessità dei genitori di rientrare nel mondo del lavoro, scegliendo di
affidare il proprio figlio a servizi educativi.
Il principale dato critico, in questo quadro di crescita, riguarda la distribuzione
territoriale dei servizi, che si presenta come fortemente disomogenea, sia in
termini di spesa, offerta e di utilizzo dei servizi esistenti.
Differenze territoriali, inoltre, si rilevano, anche tra le motivazioni dei genitori
sulla scelta di non mandare il proprio figlio al nido.
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La nuova idea di nido si è sviluppata grazie al cambiamento sull’idea di infanzia e
di bambino.
È grazie alla ricostruzione dello storico Philippe Ariès che possiamo avere un
quadro generale della visione sull’infanzia durante il Seicento. Ariès, dopo aver
esaminato esempi dalla produzione artistica insieme alle pubblicazioni disponibili
descrive la fanciullezza come età dell’innocenza e della debolezza;
l’atteggiamento verso l’infanzia è quello di preservarla dalle brutture della vita e
di educarla al fine di rinvigorirla (Santrock,2008).
Negli anni si affermeranno, inoltre, tre principali approcci filosofici sull’infanzia;
durante il Medioevo i bambini appena venuti al mondo erano visti come creature
malvagie, verso la fine del diciassettesimo secolo, venne formulata da John
Locke, la prospettiva della tabula rasa, che sosteneva che i bambini non erano
innatamente cattivi, considerava le esperienze infantili importanti nel determinare
le caratteristiche della persona adulta, infine, nel diciottesimo secolo, Jean-
Jacques Rousseau formulò la prospettiva della bontà innata, secondo cui era la
società a creare cattiveria nell’uomo.
È solo nel ventesimo secolo che si afferma la prospettiva attuale sull’infanzia,
vista come un periodo molto ricco di avvenimenti che pone le basi della vita
adulta e completamente distinta da essa.
Molto importante è anche l’opinione che educatrici e genitori hanno dell’infanzia
e del bambino frequentante il nido, in quanto, influiscono sulla programmazione
delle attività e sulla scelta di portare il proprio figlio al nido, servizio che potrebbe
rispondere ai bisogni e dubbi dei neo genitori.
Oggi i genitori si misurano con una serie di prescrizioni, suggerimenti, indicazioni
che arrivano da fonti diverse e che creano confusione e difficoltà nel sentirsi
adeguati nell’interpretazione del proprio ruolo, nell’individuazione degli obiettivi
educativi e nel darsi linee di comportamento coerenti verso i figli (Giovannini,
2011).
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Particolare importanza riveste il ruolo dell’educatore, in quanto attore molto
importante nella vita del bambino che frequenta l’asilo nido.
L’educatore, infatti, rappresenta la persona con cui il bambino condivide parte
della sua giornata, lontano dai genitori e in un ambiente nuovo; con questa figura
creerà un rapporto di fiducia e di affetto, sarà la persona che lo accompagnerà nel
suo percorso di crescita e di sviluppo, insieme ai genitori.
L’educatore ha anche il compito di accogliere i genitori, cercando di creare un
rapporto di fiducia, necessario per il benessere del bambino e non solo.
Oggi questa figura sta acquistando maggiore importanza e professionalità, e per
essere considerato tale deve possedere delle qualità che gli permettano di svolgere
al meglio la sua professione.
Si considera anche l’ambiente come attore sociale coinvolto nel servizio asilo
nido, inteso come il contesto, l’insieme di relazioni, gli odori, i suoni, i colori e le
persone che lo abitano.
Per creare un ambiente che risponda ai bisogni di bambini, genitori ed educatori è
necessario che l’intervento educativo venga progettato e pensato in anticipo.
Elaborare progetti fa parte della natura umana, l’uomo elabora progetti e agisce
per il suo bisogno di realizzarsi, per operare nella realtà, come controllo della
situazione, per raggiungere i suoi desideri, capacità, questa, che talvolta, porta
all’innovazione (Zonca, 2008).
Chi progetta deve riuscire a vedere e valutare il contesto generale, nel quale
intende attuare il progetto, e nel quale essi stesso vive, deve sapersi addentrare
nella propria epoca.
Progettare negli asili nido, vuol dire giungere a decisioni consapevoli su quali
azioni mettere in atto, pensare ad attività di gioco, riflettere sul valore della
dimensione pedagogica dei tempi e degli spazi utilizzati delle routine, saper
sostenere e guidare l’imprevisto grazie a strategie, quindi anticipare, tendere alla
realizzazione di un’idea che diventi desiderabile per il compimento di traguardi
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educativi, validi non solo per i singoli bambini ma anche per le loro famiglie e di
riflesso, per le comunità e le realtà culturali in cui sono inserite (Restiglian, 2012).
Per comprendere esigenze e bisogni di genitori ed educatori, si è scelto di
somministrare alcune interviste strutturate.
Le interviste sono state svolte oralmente e grazie all’utilizzo di strumenti come
registratori e appunti sono state riportate le risposte di cinque genitori e cinque
educatori, cercando di non modificarne il contenuto.
Dalle interviste è emerso come, in linea generale, gli attori coinvolti siano
soddisfatti del servizio, riconoscendolo come particolarmente positivo per lo
sviluppo e la crescita del bambino.
Dalle interviste dei genitori, emerge come l’educatore sia considerato una figura
molto importante, e per questo ritengono sia necessario aumentarne il numero.
Per quanto riguarda le attività svolte, si nota, come si dia particolare importanza a
quelle di tipo fisico motorie (es. psicomotricità) e creative.
Le educatrici sottolineano l’importanza della progettazione e delle routines;
inoltre, vorrebbero fossero introdotte più attività di tipo laboratoriale.
Questo lavoro è stato svolto anche da Jenny Pizzato, compagna di università,
nonché amica, che ha somministrato l’intervista, soffermandosi sui cambiamenti
nel tempo del servizio asilo nido, prendendo in esame anche gli aspetti familiari
coinvolti.
L’elaborazione di un probabile progetto attuabile in un asilo nido, si è svolta
tenendo conto delle scoperte avvenute nel mondo della psicologia e della
pedagogia infantile, e cercando di sviluppare la creatività e la spontaneità di cui il
bambino è dotato fin in tenera età.
Questo progetto cerca di mettere in pratica le metodologie pedagogiche attuali,
introducendo attività che non tutti gli asili nido fanno svolgere, ma che molti
genitori desidererebbero, oltre che, risultare ovviamente, positive per il bambino.
Particolare attenzione sarà dedicata ad attività considerate innovative, che
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svilupperanno il piacere di stare a contatto con la natura e con la terra insegnando
la continuità necessaria a far crescere una piantina, un frutto o una spezia;
attività musicali, che sfrutteranno le particolari vibrazioni che solo la musica è in
grado di trasmettere, portando benessere e serenità nell’ambiente che risulterà
particolarmente accogliente ed aiuterà il bambino in diversi momenti della
giornata;
attività basate sul colore, creative e non solo. Si effettuerà un’attenta analisi sulla
scelta dei colori che avranno le pareti della struttura e con delle luci colorate e
soffuse si accompagnerà il bambino durante la fase di addormentamento.
Si è deciso di riportare, inoltre, alcune fotografie di bambini intenti in attività
simili a quelle proposte nel progetto, in quanto grazie al tirocinio formativo
effettuato tramite l’università, ho potuto proporre alcune mie iniziative, attuarle e
documentarle.
La fotografia ha lo scopo di rendere visibile l’idea proposta, e quindi far
comprendere meglio al lettore l’utilità dell’attività.
Inoltre il progetto cercherà di creare un ambiente di integrazione tra quelle che
vengono chiamate “differenze”, di cultura, fisiche, psichiche e individuali.
Si cercherà, in parte, di raggiungere questo obiettivo, allegando le parti salienti del
progetto in lingua inglese, francese, e Braille; lingua, quest’ultima, per cui ho
ottenuto un attestato di frequenza in seguito ad un corso presso l’Unione Ciechi
del Biellese.
Indubbiamente il lavoro verrà ampliato nel momento in cui si parlerà di un
progetto che sarà attuato nel concreto; le interviste verranno somministrate ad un
campione di popolazione più esteso e le domande saranno più specifiche. Anche il
progetto verrà modificato in base alla struttura nel quale si creerà l’asilo nido e in
base ad esigenze dei genitori e dei bambini.
Nonostante il progetto si sia svolto su basi ipotetiche di attuazione, ho potuto
svolgere un importante elaborato su come si attui una progettazione, ricercando
teorie e concetti che sicuramente risulteranno utili anche in futuro.
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